Il tecnico bianconero teme la catena di sinistra dell’Inter e pensa a una Juve senza dieci e con le doppie ali. Il turco diventerebbe una preziosissima arma a partita in corso
Più che una formazione è un rebus. “Tutti possono giocare domani, tutti possono essere titolari”: così Thiago Motta alla vigilia della sfida con l’Inter ha dribblato le domande sulla formazione. Nessuna certezza, nemmeno sul portiere, che a quanto pare non ha dato nemmeno ai suoi giocatori, con l’intento di tenere tutti sulla corda. Qualche cosa però si è intuito dalle prove fatte in questi giorni: il grande dubbio riguarda Kenan Yildiz, che per la seconda volta in questa stagione potrebbe partire dalla panchina (è successo solo contro il Cagliari, quando è entrato nel finale). Quindi niente trasloco alle spalle di Vlahovic, come Motta stesso aveva ipotizzato in conferenza stampa (“Kenan più vicino a Dusan? Perché no”), ma Weah alto a sinistra, con Conceiçao sull’altra corsia e Fagioli a fare il trequartista. Due ali vere in fascia per aumentare i cross per Vlahovic e anche per rendere più affollata l’area di rigore avversaria.
“L’Inter è, insieme al Napoli, la favorita per lo scudetto. Non lo penso io, lo dicono i fatti. Giocheremo contro una squadra forte, dobbiamo portare la partita dalla nostra parte”. Il tecnico bianconero teme i nerazzurri soprattutto sulla corsia di sinistra: “Chi giocherà lo vedremo – ha detto -, però da quella parte l’Inter attacca tanto, non solo con Dimarco ma anche con Bastoni e con Mkhitaryan quando gioca. Dobbiamo fare una grande prestazione sia in attacco sia in difesa”. Forse anche per questo Motta potrebbe tenere Chico a destra, per disturbare la spinta nerazzurra, con Weah a sinistra, dove duetterebbe con Cambiaso.
Anche a centrocampo ci sarà qualche novità: dovrebbe tornare Locatelli insieme a McKennie. Thuram garantisce intensità e fisicità ma Loca e Fagioli sono più utili per tenere il pallone. McKennie è un incursore, conosce i tempi degli inserimenti, può buttarsi in area e anche alternarsi con Fagioli tra le linee. Un centrocampo con questi uomini permette frequenti scambi di posizione, fondamentali per non dare punti di riferimento a una squadra che sa sfruttare bene la fase di riconquista del pallone.