Leggero, insicuro, già con le valigie in mano: Diouf, un mistero da 25 milioni

Il centrocampista francese, arrivato al posto di Koné, non trova spazio nell’Inter: fin qui solo 26′ a babbo morto, conditi da svarioni. E a gennaio potrebbe salutare per far spazio a Frendrup.

Leggero, timido, insicuro. Nonché per distacco il meno impiegato tra i nuovi acquisti dell’Inter, penultimo in generale in tutta la rosa nerazzurra sul piano del minutaggio con il solo Darmian (peraltro infortunato da parecchio) meno utilizzato di lui. Per riassumere l’Andy Diouf interista dopo i primi mesi trascorsi a Milano, basterebbero due parole: oggetto misterioso. Il francese è stato uno dei nuovi arrivi estivi da 25 milioni di euro (bonus più-bonus meno, come Bonny e Luis Henrique), ma indubbiamente è quello che più sta deludendo le aspettative. Soprattutto considerando che dalle parti di Appiano si è presentato una volta conclusa la telenovela Manu Koné: per progetti della società e disegno tattico del nuovo tecnico, ci si aspettava un centrocampista di rottura, dominante, capace di spaccare il ritmo nel mezzo, recuperare palla e ribaltare azioni difensive sull’altro lato del campo. Invece, dopo una trattativa condotta da Piero Ausilio, è arrivato Diouf. 

Difficile capire di che tipologia di centrocampista si tratti, avendo il francese giocato 26′ appena sui più di 1080 (minuti di recupero esclusi…) a disposizione. Le occasioni fin qui non sono state certamente molte, ma di altrettanto certo c’è che nei – pochi – minuti avuti a disposizione, il francese abbia dato l’impressione di essere un corpo esterno. Leggero, distratto. Diouf è subentrato all’esordio in campionato contro il Torino ma subito ha lasciato il segno in negativo con due svarioni da matita rossa, e pure un mesetto e mezzo scarso più tardi, in una partita in discesa come quella con la Cremonese in cui è entrato sul 4-0, ha ridato le stesse impressioni. Ma quindi, dove sta il problema?