Quei mugugni fragorosi alla fine dello 0-0 con i rossoneri hanno riaperto vecchie ferite
Juventus-Milan allo Stadium è terminata tra i fischi dei tifosi bianconeri. Il quinto pareggio consecutivo ha alimentato i dubbi, riaperto grandi temi sul valore della squadra e addirittura riportato a dibattiti che reggono i confronti fra Tudor e altri allenatori che – fino a qualche settimana fa – sembravano superati con l’avvento dello juventino Igor. Invece è bastato lo 0-0 contro Allegri – dopo i pari col Verona e l’Atalanta in campionato, Borussia e Villarreal in Champions League – per riaprire vecchie ferite che negli ultimi anni hanno limitato abbastanza la considerazione del progetto in costruzione alla Continassa, tra ambizioni e realtà.
Questione di aspettative, prima di tutto. Negli ultimi mesi dalle voci più autorevoli del club è passata l’idea di voler partecipare di nuovo alla corsa scudetto. In questo senso anche Tudor si era allineato a questo pensiero, ma per questo chiedeva 2-3 rinforzi importanti dal mercato estivo. Il finale di mercato alla Juve è stato abbastanza fumoso con l’arrivo di Zhegrova e Openda (uniti a David e Joao Mario), di fatto però l’abbondanza non ha aumentato le garanzie di risultato per via della poca conoscenza del campionato e di numerose zone grigie della rosa: soprattutto il centrocampo che ha poche soluzioni. I proclami da scudetto hanno tenuto alte le aspettative, mentre gli ultimi pareggi hanno palesato le difficoltà e allungato le distanze dalle squadre top di A.
Anche contro il Milan la Juve ha dimostrato di non saper indirizzare le partite, di non saper fare propri i big match sfruttando i momenti positivi. Il successo con l’Inter in rimonta aveva creato entusiasmo, ma richiedeva conferme sul campo e queste non sono arrivate. Tudor ha molto da lavorare per mentalizzare i suoi nella corsa per il tricolore, pur avendo poco tempo a disposizione per via delle gare in programma ogni tre giorni tra campionato e coppe. Anche le paura per le nazionali non aiutano, dal momento che buona parte lasciano Torino. E stavolta Tudor dovrà anche continuare a lavorare su Koopmeiners (convocato all’ultimo dall’Olanda solo perché Timber si è infortunato), tra le principali pedine che non stanno funzionando alla Juve in questo momento. Serve una sterzata netta per evitare i fischi.