Juve, è ufficiale: Rabiot rinnova per un’altra stagione

Dopo una lunga attesa il centrocampista ha sciolto le riserve: il comunicato del club

E’ arrivata anche l’ufficialità: dopo una lunga fase di valutazione Adrien Rabiot ha detto “sì” al rinnovo con la Juve, e dunque resterà in bianconero per un’altra stagione.

“Adrien Rabiot rinnova con la Juventus fino al 2024: pronti a combattere ancora insieme!”, questo l’annuncio del club sul sito ufficiale.

Il pupillo di Allegri ha sciolto le riserve, ed il club ha trovato l’intesa con la madre agente Veronique, che ha assecondato la preferenza di cui già il centrocampista non aveva fatto mistero: la Juve sarebbe stata la sua prima scelta, anche in assenza di Champions League. Nemmeno l’azione di disturbo operata dal Manchester United ha fatto cambiare idea a Rabiot, convinto da Allegri ad abbracciare il progetto per la prossima stagione.

Il nazionale disputerà dunque la sua quinta stagione in bianconero, la seconda con l’allenatore toscano. Arrivato con Sarri nel 2019 a paramentro zero, ha vinto uno scudetto e poi coppa italia e Supercoppa l’anno successivo, con Pirlo. In 177 presenze ha firmato 17 reti, di cui 11 nella scorsa stagione (oltre a 6 assist), la migliore per lui. Nel 2022-23 Rabiot ha infatti disputato 48 gare di cui 47 da titolare, per un totale di 4.218 minuti, a una media di 87′ a gara.

Inter, esperienza low cost per il dopo Onana: i tre portieri candidati

I soldi incassati dall’eventuale cessione del camerunese saranno dirottati su Frattesi e Lukaku. Così perdono consistenza le opzioni Mamardashvili e Musso, troppo costose

Cambio di rotta, gli sforzi economici dell’Inter non saranno mirati al portiere del futuro. Se un paio di settimane fa i nerazzurri sembravano intenzionati a reinvestire una parte di quanto eventualmente incassato dalla cessione di André Onana per il suo sostituto, ora la direzione degli uomini di mercato di viale della Liberazione è cambiata. Il tutto a causa delle contingenze di mercato, degli incastri che devono essere completati per fornire a Simone Inzaghi la migliore rosa possibile per il 2023-2024. E quindi, in caso di addio del camerunese in direzione Premier League, ci sarà un portiere esperto a difendere i pali dell’Inter nella prossima stagione. Insieme a Marcelo Brozovic, l’ex Ajax resta la fonte di introiti più concretizzabile della sessione di calciomercato, ma quei soldi serviranno per altri obiettivi su cui il club ritiene di dare la priorità.

Se infatti in porta ci sono buone possibilità di trovare una soluzione di qualità ed esperienza a costo di cartellino minimo – o nullo –, lo stesso non vale per il centrocampo e l’attacco. Per Davide Frattesi, per esempio, il Sassuolo chiede un trasferimento a titolo definitivo e la quadra potrebbe essere trovata per circa 35 milioni di euro tra cash e Samuele Mulattieri in contropartita (valutato intorno ai 6 milioni), ma soprattutto c’è da affondare il colpo su Romelu Lukaku: basta prestiti, ha detto il Chelsea, che ha fissato l’asticella a 40 milioni per liberare il belga (ma si proverà la strada dell’obbligo di riscatto). Va da sé, quindi, che per non farsi scappare i due principali obiettivi di mercato citati, i circa 50 milioni richiesti per Onana – con il Manchester United in pole position – non possono finire sui guantoni del futuro.

Inter-Chelsea, braccio di ferro per Lukaku. E spunta l’idea Morata

I Blues dicono stop ai prestiti e vogliono vendere Big Rom solo a titolo definitivo, i nerazzurri valuteranno il da farsi solo dopo aver fatto cassa. E intanto è nuova sfida al Milan per lo spagnolo

L’infinita querelle tra Chelsea e Romelu Lukaku si appresta a vivere un nuovo capitolo. Forse l’ultimo, stando al modo in cui le due parti si stanno approcciando al via della nuova stagione. Dal 1° luglio Lukaku tornerà un giocatore dei Blues, ma per quanto tempo ancora? Perché alla fine di questo lungo tira e molla, due cose sembrano scontate. La prima è che tra Chelsea e Lukaku non può esserci un futuro insieme; la seconda ci riporta all’attualità delle cose ed è il punto di inizio del capitolo finale: in questa fase di tensione massima, il Chelsea ha deciso che non accetterà più una cessione in prestito per il belga, che è libero di trovare la soluzione migliore, purché sul tavolo del Chelsea arrivi un’offerta per un trasferimento a titolo definitivo.

Basta cose in sospeso e basta prospettive nebulose. Il Chelsea non ne vuole più sapere dei capricci di Lukaku e vuole chiudere il rapporto definitivamente. Nell’ultima settimana sono arrivate offerte importanti, sia per il giocatore sia per il club. Ma in entrambi i casi, la ferma volontà del belga ha fatto saltare sul nascere ogni trattativa. L’Al Hilal ha rilanciato con un pluriennale da 25 milioni netti a stagione per Romelu e aspettava solo il suo sì per mandare una proposta ufficiale di acquisto al Chelsea. Niente da fare, Big Rom ha fatto sapere che vuole continuare a giocare in Europa. Ma anche l’Europa ha i suoi paletti, anzi, nella cartina geografica di Lukaku c’è soltanto una città evidenziata col circoletto rosso. È Milano, per cui però bisogna mettere bene a fuoco i colori. Romelu vuole l’Inter, ha sempre voluto solo il nerazzurro. Solo che l’offerta ufficiale al Chelsea è partita dalla sede del Milan, pronto a fare di Lukaku il nuovo centravanti rossonero. Niente da fare – e qui era piuttosto scontato visti i continui attestati d’amore del belga al mondo nerazzurro negli ultimi due anni – e palla che torna nelle mani dell’Inter. Che però adesso dovrà presentarsi al tavolo da gioco seguendo le nuove regole: chiunque voglia Lukaku, deve acquistarlo a titolo definitivo.

Allegri e Chiesa, storia di un amore mai sbocciato e di un divorzio possibile

Visioni tecniche e tattiche diverse, tra l’allenatore bianconero e l’ex viola non c’è mai stato feeling. Così l’attaccante potrebbe fare altre scelte

Ci sono buoni rapporti che diventano speciali col tempo, altri che non si evolvono e per certi versi non è colpa di nessuno. Tra Max Allegri e Federico Chiesa non c’è mai stato un feeling ideale, eppure tra loro non si è mai registrata una sola polemica. Vero: quando è arrivato a Torino per riportare la Juventus al successo, il tecnico ha riscontrato nel giocatore (come in Kulusveski e De Ligt) alcuni limiti che ha messo pure in evidenza, ma – anche grazie alla disponibilità mostrata dal calciatore – nulla che possa aver rovinato sul nascere il rapporto tra loro.

Il nodo principale dell’ultimo biennio è stato rappresentato soprattutto dal lungo infortunio di Chiesa, che ha spinto il tecnico a trovare soluzioni alternative: di fatto, Allegri non ha mai avuto quel giocatore che si è mostrato determinante sotto la gestione di Pirlo prima e all’Europeo con Mancini dopo, tanto che nell’ultima stagione – anche sul finale – non lo ha mai considerato un titolare.

I temi più delicati nel rapporto tra Chiesa e il tecnico della Juventus sono soprattutto due, entrambi non così banali. Il primo, messo in evidenza nella prima parentesi dell’Allegri bis, è legato all’idea di Max che il giocatore faccia spesso fatica a rimanere in partita sul lungo periodo: vive di strappi e – secondo quanto detto più volte dall’allenatore – dovrebbe imparare a gestirsi meglio per evitare delle parentesi di poca lucidità in gara. Il secondo, che può diventare il vero ostacolo in vista del prossimo anno, è relativo all’aspetto tattico: Allegri vuole dare continuità al 3-5-2, per Chiesa ci sarebbe spazio da seconda punta o eventualmente da quinto, come avvenuto spesso nella passata stagione. Il calciatore vorrebbe invece proseguire il suo percorso da ala, in un tridente, credendo possa rendere di più sia in Italia che in Europa. E su questa differenza di visione sembrano esserci pochi margini per venirsi incontro.

Inter, quante partenze tra i finalisti di Istanbul

Tra formazione titolare e panchina, molti dei nerazzurri presenti in finale di Champions League se ne andranno o sono in procinto di farlo. Ecco tutti i nomi

Da Dzeko e Skriniar a Brozovic e Gosens, quanti nerazzurri saluteranno (o potrebbero salutare) a breve dopo aver sfiorato il tetto d’Europa! Il bosniaco e lo slovacco hanno già virtualmente svestito la maglia e si apprestano a svuotare l’armadietto nello spogliatoio di Appiano per trasferirsi, rispettivamente, in Turchia e in Francia. Nel frattempo, il croato è attratto da sirene arabe e catalane, il tedesco è vicino al ritorno in patria, e Correa è nella lista dei cedibili.

Ma per molteplici ragioni potrebbero partire anche Bellanova, D’Ambrosio, Handanovic, Onana e Lukaku, con il rischio di smantellare e stravolgere una squadra capace di chiudere la stagione con due trofei, un secondo posto in Champions e un terzo in campionato. Tra situazione da definire, condizioni da (ri)negoziare e lo spettro di qualche maxi offerta dall’estero, i nerazzurri rischiano di vivere un’estate “rivoluzionaria”. Ecco tutti i profili attualmente in bilico e chi può già definirsi un “ex”.

Addio certo da oltre cinque mesi, quando accettò la ricca offerta del Psg rifiutando un rinnovo contrattuale che, fino a pochi giorni prima, sembrava impacchettato. Perdita di rilievo a livello tecnico, ma i problemi alla schiena che lo hanno tenuto fuori nella seconda parte di stagione hanno finito per cementare una retroguardia che, di fatto, non ha avvertito il minimo contraccolpo. Resta l’amaro in bocca per i tempi e le modalità dell’addio, che hanno impedito all’Inter di monetizzare. Ma squadra, spogliatoio e tifosi hanno già ampiamente metabolizzato.

Altro addio significativo e già consumato. “Sono stati due anni bellissimi in campo, con il mister e con i compagni. E bellissimi sugli spalti, con un San Siro sempre pieno e un tifo incredibile ovunque”, parola di Edin, che saluta a scadenza di contratto dopo un bottino di 31 gol (molti pesanti e decisivi) e 15 assist in 101 presenze, due coppe Italia e due Supercoppe.

Dzeko affare da 45mila euro a gol, Correa flop da 3 milioni a rete: l’Inter saluta le punte di riserva

Arrivati insieme per sostituire Lukaku, stanno per lasciare Milano. Il bosniaco è costato di meno, ma la sua esperienza in nerazzurro è stata decisamente migliore

Dzeko e Correa viaggiano in coppia. Non in campo, però: quest’anno hanno giocato insieme solo spezzoni qua e là, da titolari in tandem esclusivamente contro la Cremonese e a Plzen. Viaggiano in coppia, piuttosto, nelle innumerevoli strade del calciomercato: sono arrivati insieme due anni fa per colmare il vuoto lasciato da Lukaku e ora, entrambi, sono destinati all’addio da Milano. Ma, quando saluteranno, ad accompagnarli alla porta ci saranno sguardi diversi: per Edin di gratitudine e riconoscenza, per Joaquin di rammarico per quello che non è stato.

Dzeko ha regalato gol e prestazioni al mondo interista. Ogni rete del bosniaco – 31 in totale nel biennio – è costata 45mila euro, considerando che il cigno di Sarajevo era arrivato dalla Roma per appena un milione e mezzo. Poca spesa, tanta resa. Ha anche segnato gol pesanti e che rimarranno nella memoria degli interisti: su tutti, il sinistro al volo che ha stappato l’euroderby d’andata, rete a freddo che ha sciolto i nerazzurri e ha complicato subito la vita al Milan. Nella prima metà abbondante di stagione, con Lukaku lontano dai suoi standard, è stato il perno dell’attacco di Inzaghi. E pensare che la scorsa estate si parlava di possibile addio e di spazi chiusi con il ritorno di Romelu: Dzeko non ha mai preso in considerazione la partenza, sentiva di non aver completato l’opera in nerazzurro. Lo ha fatto con una stagione da protagonista nell’ultimo anno di contratto, con la scadenza saluterà. Il Fenerbahce lo aspetta, le parti sono sempre più vicine.

Incognita Osimhen: il Napoli studia già le alternative

Le big a caccia del nigeriano non mancano, la situazione è ancora in evoluzione ma il club campione d’Italia già riflette sul piano B in caso di partenza del bomber

Trentatré non è il vecchio modo di ascoltare le spalle del medico (dica 33), ma il numero magico di Victor Osimhen che con la doppietta segnata domenica in Sierra Leone ha chiuso la sua migliore stagione con 33 gol (31 al Napoli, 2 con la Nigeria) indispensabili al club azzurro per riportare lo scudetto in città, dopo 33 anni per l’appunto.

Ma al di là della cabala ai tifosi partenopei interessa sapere se Victor resterà con i campioni d’Italia e al momento è una risposta che nemmeno il diretto interessato conosce. Diverse big sono interessate – dal Psg al Bayern Monaco, dal Manchester United al Chelsea – ma la richiesta di 150 milioni di De Laurentiis al momento fa sì che i potenziali acquirenti restino in attesa del momento propizio per un’offerta. Ci vorrà almeno un mese per capire la soluzione e nel frattempo il presidente dovrebbe incontrare l’agente Roberto Calenda per buttare le basi per un prolungamento di almeno di un anno del contratto. Ma il calciatore vuole guadagnare di più degli attuali 4,5 milioni – visto l’interesse sul mercato – cifre che però sono fuori linea con le regole di sostenibilità fissate dal Napoli. Vedremo come evolverà. Intanto la qualificazione in Coppa D’Africa fa sì che Osimhen mancherà al suo club almeno tutto il mese di gennaio e parte di febbraio, se la Nigeria si qualificherà per i turni a eliminazione diretta.

Fra le alternative che il Napoli studia da tempo con Maurizio Micheli, capo scouting, c’è il canadese Jonathan David, classe 2000, che al Lilla ha sostituito proprio Osimhen tre anni fa, portando la squadra a vincere il titolo francese nel 2021: in questa stagione 24 reti in 37 gare di Ligue one, terzo cannoniere dietro Mbappé e Lacazette. Un centravanti che sembra anche calzante all’idea di gioco di Rudi Garcia.

Inter, Brozovic offerta dall’Arabia: lo vuole all’Al-Nassr di Ronaldo

La cessione del croato può portare i soldi che servono all’Inter per anticipare la concorrenza su Frattesi

L’Inter gioca la partita su Davide Frattesi con due carte in mano: il tempo e la memoria. Il club di Zhang sa che deve fare in fretta per non perdere il vantaggio acquisito sotto traccia sulle altre concorrenti, ma sa anche che è il passato a guidare il presente. Tradotto: bisogna evitare che si ripeta un altro caso Bremer, quando il ferro non fu battuto finché era caldo. Il centrale l’anno scorso venne sfilato sotto il naso dalla Juve e ci sono dei pericolosi punti di contatto: anche stavolta c’è un accordo in stand by per la necessità nerazzurra di vendere un pezzo prima. Allora la mancata partenza di Skriniar fece da tappo, adesso la dirigenza nerazzurra vuole sfrondare in fretta e avere così denaro per l’operazione. A Frattesi meglio non parlare di estero, non ne sente ancora il fascino: lui si è personalmente promesso ai nerazzurri. Tra i due club, poi, l’accordo esiste in linea di massima: 35 milioni, prestito oneroso con obbligo di riscatto, e nel pacchetto Samuele Mulattieri, valutato 5. Impossibile, però, anticipare l’acquisto visto il regime di autofinanziamento e dal presidente Zhang non sembrano esserci aperture per muoversi in entrata prima di sistemare le cose in uscita.

La Juve, la Roma e il Milan completano il gruppone di squadre che vorrebbero arruolare Davide. Se pure i bianconeri devono cedere per affondare il colpo, i giallorossi hanno dalla loro la leva del 30% garantito su questa stessa rivendita, ma la pole nerazzurra nasce dalla volontà del giocatore. I buoni uffici interisti col Sassuolo servono, invece, a far pazientare gli emiliani nell’attesa delle mosse nerazzurre. È l’Al-Nassr, casa di CR7, la squadra araba che sta pensando seriamente di fare un’offerta per il croato: la prossima settimana potrebbe portare novità e sarebbe l’ultimo incastro del puzzle. In un colpo solo, darebbe ciò che serve per portare Frattesi a Milano e libererebbe pure il posto a centrocampo.

Kulusevski al Tottenham: alla Juventus vanno 30 milioni. Le news di calciomercato

Nonostante non si sia concretizzato l’obbligo di riscatto (era legato alla qualificazione in Champions), gli Spurs hanno acquistato l’esterno svedese: ai bianconeri vanno 30 milioni di euro, oltre ai 10 già incassati lo scorso anno per il prestito.

Ci sarà ancora il Tottenham nel futuro di Dejan Kulusevski. Il club inglese ha acquistato dalla Juventus l’esterno offensivo svedese, dalla scorsa estate già in forza agli Spurs dove era arrivato con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, pronto a diventare obbligo al verificarsi di determinate condizioni (la qualificazione in Champions, traguardo però non centrato dalla squadra inglese). I due club hanno infatti raggiunto l’intesa totale sulle nuove cifre: alla Juventus, che ha già incassato 10 milioni di euro per il prestito della scorsa stagione, andranno altri 30 milioni di euro, cinque in meno rispetto a quanto prevedeva l’obbligo di riscatto (fissato a 35 milioni) nell’accordo siglato la scorsa estate.

Il Tottenham, dunque, ha deciso di riscattare ugualmente Kulusevski ottenendo anche un leggero sconto dalla Juventus, ma comunque con un esborso economico importante. Segnale di come il club inglese creda con decisione alle qualità del calciatore, che nella scorsa stagione è stato impiegato in 37 partite tra tutte le competizioni realizzando due gol e fornendo 8 assist vincenti ai compagni di squadra. Si chiude così l’amore, mai del tutto sbocciato, tra Kulusevski e la Juventus, che adesso potrà valutare come reinvestire i proventi della cessione dello svedese.

Joselu beffa l’Italia all’88’: la finale è Spagna-Croazia

Il rigore di Immobile risponde al gol lampo di Yeremi. Annullata una rete di Frattesi per fuorigioco. Azzurri in campo domenica per il terzo posto contro l’Olanda

Una beffa a metà, perché l’Italia deve fare anche mea culpa per le occasioni gol che aveva comunque avuto e non aveva sfruttato, ma comunque una beffa. La Spagna stacca il pass per la finale di Nations League contro la Croazia a due minuti dal termine dei 90’.

con gli uomini del destino: Rodri, che dopo aver castigato l’Inter nella finale di Champions League, trova la conclusione di potenza da cui nasce, dopo un doppio rimpallo su Cristante e Toloi, il tocco finale e vincente di Joselu.

E appunto l’attaccante dell’Espanyol, appena retrocesso, che aveva segnato due gol decisivi nel finale anche nella gara di qualificazioni all’Europeo contro la Norvegia. Così fa male, ma l’Italia dovrà meditare anche sui propri errori, in fase realizzativa e anche di precisione, che troppo spesso hanno vanificato i tentativi di spezzare il possesso palla spagnolo. Sfuma così la possibilità di vincere un trofeo, la squadra di Mancini giocherà l’inutile finalina contro i padroni di casa dell’Olanda, sempre qui a Enschede, domenica alle 15.

Mancini a sorpresa e in extremis torna al 3-5-2 che sembrava dover lasciare il posto al più “canonico” 4-3-3. Dunque il primo escluso è Raspadori, a vantaggio della coppia offensiva Zaniolo-Immobile, ma sta fuori anche Verratti, perché nella linea a tre di centrocampo il c.t. gli preferisce Frattesi: anche questa una scelta che sembra all’insegna della freschezza, la qualità che alla vigilia aveva detto avrebbe privilegiato, nelle sue scelte. Cade il ballottaggio Toloi-Bonucci, perché ci sono entrambi nella linea a tre difensiva assieme ad Acerbi, con Di Lorenzo e Spinazzola, preferito a Dimarco, sulle fasce. La “rivoluzione” di La Fuente è ancora più profonda: il c.t. spagnolo ne cambia otto rispetto alla sconfitta con la Scozia che ha complicato il cammino delle qualificazioni europee.