Lazio-Parma si gioca? Verso rinvio per funerali di Papa Francesco: la data per il recupero

La 34^ giornata di A potrebbe subire delle modifiche. Manca ancora l’ufficialità da parte della Lega Serie A ma è stato il Ministro per la protezione civile Musumeci a parlare di “sospensione” delle partite in programma sabato (giorno dei funerali del Pontefice). Non solo quindi Lazio-Parma (già a rischio rinvio per motivi di gestione dell’ordine pubblico), ma anche Inter-Roma e Como-Genoa.

La morte di Papa Francesco è destinata a portare grandi cambiamenti al mondo della Chiesa cattolica, con il Conclave per le nuove elezioni (qui tutti i passaggi), ma ha avuto conseguenze in termini organizzativi anche sul mondo del calcio italiano. Dopo lo spostamento delle quattro partite di Serie A dal lunedì di Pasquetta a mercoledì alle 18.30 (oltre alle gare degli altri campionati nelle serie minori), anche la 34^ giornata dovrebbe subire delle modifiche.

In mattinata si era già ipotizzato il rinvio di Lazio-Parma per motivi di ordine pubblico. Il match è in programma alle 20.45 ma, nello stesso giorno delle esequie, lo spiegamento di forze dell’ordine sarà concentrato in larga parte nei pressi della Basilica di San Pietro, per garantire la sicurezza dell’evento a tutti i fedeli che accorreranno verso il Vaticano (afflusso che sarà coordinato dal Capo dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano). Non sarà a disposizione, dunque, la stessa forza ed efficacia necessaria per assicurare il regolare svolgimento della partita, con i tifosi di entrambe le squadre attesi all’Olimpico. Per quanto riguarda il calendario, da non dimenticare che l’Inter avrà mercoledì 30 la semifinale di Champions col Barcellona e – con tre competizioni ancora in piedi – ha pochi slot liberi fino al termine della stagione.

Dallo scudetto buttato nel 2022 alla partitaccia di ieri: Inter, Correa tradisce ancora

Tre anni fa l’attaccante di scorta di Inzaghi fu tra i protagonisti in negativo nella sfida che costò il Tricolore. E anche ieri sera è stato tra i peggiori

Il suo tempo in nerazzurro sembrava finito, invece rieccolo lì al centro dell’attacco insieme a Lautaro Martinez a formare una TuLa inedita, il Tu-cu Correa.

A causa di un calendario fittissimo, dell’infortunio di Thuram e della condizione non al top di Arnautovic. Fattori che hanno scombinato i piani di Inzaghi in un momento di emergenza tattica e fisica (dopo le partite dispendiosissime contro il Bayern), proprio al momento della “partita più importante dell’anno” – così l’aveva definita Marotta qualche giorno fa -. Il tecnico nerazzurro di fatto ha dovuto scegliere Correa per forza, nonostante fosse chiaro da tempo che il suo, di tempo con l’Inter, fosse concluso. Sempre in calando, nonostante picchi non ce ne siano mai stati. Invece, a Bologna – se qualcuno avesse ancora avuto dubbi – è arrivata l’ennesima conferma del flop Correa. Dopo quella del 2022.

Stesso stadio, stesso esito, stessa prestazione: nullo. L’unico highlight del Tucu è un’ammonizione evitabile presa dalla panchina per proteste appena dopo il cambio. Correa era uno dei reduci dello scudetto perso al Dall’Ara praticamente 3 anni esatti fa (era il 27 aprile). Ma non fu solo l’errore di Radu a permettere la rimonta in quel caso al Milan come passa oggi, perché pure davanti l’Inter non graffiò: dopo il gol di Perisic al 3’, poca roba. Lautaro, Dimarco, Dumfries: ci provarono tutti con scarsi risultati, ma la palla gol più grossa capitò sulla testa di Correa che girò solo sui pugni di Skorupski prima di essere sostituito da Dzeko. Almeno, quella volta un’occasione gli capitò. Oggi zero. Una prestazione che ben riassume l’avventura a Milano del Tucu, arrivato su richiesta di Inzaghi nell’estate del 2021 per la bellezza di 33 milioni. Infortuni continui, prestazioni opache, occasioni sprecate: Correa non è mai riuscito ad incidere davvero. E l’occasione per riscattarsi oggi era grossa.

Beukema e Castro, osservati speciali a Bologna: i piani dell’Inter per prenderli

Al Dall’Ara Marotta e Ausilio potranno vederli ancora più attentamente: l’argentino ha segnato a San Siro nella sfida d’andata.

I soliti sospetti si allineeranno a centrocampo prima del fischio. I piani alti nerazzurri li scruteranno per tutta la gara dagli spalti del Dall’Ara e poi tracceranno una linea, anche se alla fine sono in cima alla lista. Un cerchio rosso delinea i volti di Sam Beukema e Santiago Castro, due degli obiettivi dell’Inter per la prossima annata.

Il piano dell’Inter è chiaro: ringiovanire la rosa, acquistare giocatori futuribili, affiancare al vecchio ciclo nuove possibili colonne. La prima arriverà a giugno direttamente dalla Croazia: è Petar Sucic, 21 anni, mezzala della Dinamo Zagabria per 14 milioni. Un colpo per il centrocampo del futuro. Gli altri saranno in difesa e in avanti.

Partiamo da Beukema, centrale difensivo di un Bologna pronto a battagliare per centrare la seconda qualificazione in Champions consecutiva. Sartori l’ha portato al Dall’Ara nel 2023 per circa dieci milioni. È stato lanciato da Motta e valorizzato da Italiano. In una parola: titolare. Il costo si aggira intorno ai trenta milioni, e lo cercano in molti. L’idea dell’Inter è affiancare al tandem Acerbi-De Vrij – settant’anni in due -, un centrale ventiseienne da valorizzare. Olandese di Deventer, città di centomila abitanti a un’ora di macchina da Amsterdam, Beukema giocava nel Feyenoord ai tempi in cui Stefan era già un predestinato. I due si ritroverebbero ad Appiano per continuare la tradizione Orange insieme a Dumfries. Un altro profilo seguito dai dirigenti nerazzurri è Omar Soulet, 25 anni, in rete a San Siro con l’Udinese. La caccia al centrale è aperta e continuerà per parecchi mesi.

Inter-Luis Henrique, c’è l’accordo. Ma con il Marsiglia ballano 10 milioni: la trattativa

La dirigenza nerazzurra oggi è disposta a mettere sul piatto circa 25 milioni di euro e vorrebbe chiudere prima del Mondiale per club, la richiesta francese si aggira sui 35.

Sarà Luis Henrique il primo colpo dell’estate dell’Inter? Presto per dirlo, ma da Marsiglia arrivano segnali positivi. In primis per il pressing che nelle scorse settimane la dirigenza nerazzurra ha esercitato sul giocatore, convinto al 100% di accettare la destinazione Milano nonostante su di lui sia forte anche l’interesse del Bayern.

Poi per i rapporti (ottimi) che ci sono tra le due società: in tempi recenti gli affari tra Inter e Marsiglia sono stati svariati, da Correa e Sanchez fino a Valentin Carboni, e Luis Henrique potrebbe essere l’ultimo della lista. 

L’intenzione dei nerazzurri è quella di chiudere già prima della partenza per il Mondiale per Club, l’OM dall’altra parte spera si inneschi un’asta per il gioiello brasiliano che nel disegno di Inzaghi si alternerebbe sulla fascia destra con Dumfries. L’accordo tra Inter e calciatore c’è, manca ancora quello tra Inter e Marsiglia: la richiesta del club francese si aggira sui 35 milioni, Marotta e Ausilio per ora sono arrivati a circa 25. Una forbice ampia, che il tempo potrebbe però ridurre. E chissà che nell’affare non possa rientrare anche qualche contropartita tecnica gradita a Benatia, promosso recentemente a direttore sportivo del Marsiglia. Di certo c’è che l’interesse è vivo e già nei prossimi giorni la trattativa potrebbe entrare in una fase decisiva.

Bayern tra amarezza, rabbia e rimpianti. E le lacrime di Kane, ancora a secco di titoli

I rimpianti per le tante assenze dei bavaresi fanno il paio col presunto fallo di mano di Lautaro sul gol dell’1-1. E Harry è ancora senza un trionfo in carriera.

Tanta amarezza. Perché a Monaco c’è la sensazione che senza i tanti indisponibili eliminare l’Inter sarebbe stato alla portata. Tanta amarezza. Perché la finale di questa edizione della Champions League si gioca proprio in Baviera. “Ci farà male, il prossimo 31 maggio, sapere che si gioca una partita così importante nel nostro stadio, senza di noi”, ha detto Kimmich. Al termine della gara di San Siro con l’Inter il più provato emotivamente sembrava Harry Kane, che è stato vari minuti con le lacrime agli occhi sotto il settore ospiti. Per l’attaccante inglese, che insegue ancora il primo titolo in carriera, si tratta dell’ennesima occasione persa. 

Il Bayern in realtà in Bundesliga ha 6 punti di vantaggio a 5 giornate dal termine. A breve Kane dovrebbe quindi riuscire a mettere le mani su un trofeo. Eppure lui in questa stagione sognava la Champions. Michael Ballack, ex centrocampista del Bayern e della nazionale tedesca, ha provato a mettersi nei suoi panni. “Ogni anno che viene cancellato, ogni anno nel quale perdi l’occasione di vincere titoli, la ferita diventa più grande – ha spiegato -. Capisco le lacrime di Kane perché probabilmente sa che con questa squadra potrebbe ottenere di più. Questo lo hanno percepito i giocatori e lo sa pure lui. Non avrà più molte occasioni, gli anni diminuiscono”.

Sacchi: “Inter, aggredisci il Bayern e sei in semifinale. E pure il Barça balla in difesa”

La squadra di Inzaghi si difende meglio di tutti, ma vada all’attacco. E se i big del Real non fanno i solisti.

Eccoci alla Grande Notte. Uso le lettere maiuscole perché questo è davvero il giorno più importante della stagione, per l’Inter. Contro il Bayern, a San Siro, davanti alla sua gente e dopo la vittoria nella sfida d’andata, non si può sbagliare. C’è una semifinale di Champions da conquistare e, come premio, ci saranno due memorabili partite contro il Barcellona dei ragazzini terribili che sta incantando l’Europa. I nerazzurri saranno carichi al massimo, lo dico perché so che cosa si prova in questi momenti. Nulla dev’essere lasciato al caso, ogni possibilità va esplorata per non concedere spazi agli avversari. 

Se ripenso all’andata, quando l’Inter ha compiuto una grande impresa in Germania, sarebbe auspicabile un atteggiamento più offensivo, anche se mi rendo conto che dovrà essere il Bayern a prendere l’iniziativa. Tuttavia, ritengo che i nerazzurri non debbano farsi trovare impreparati dal possesso palla dei tedeschi, che andranno subito aggrediti per mettere bene in chiaro come stanno le cose: a San Siro non si passa e spesso l’attacco è il miglior modo di difendersi. L’Inter sta attraversando un buon momento a livello fisico e mentale, lo ha dimostrato anche sabato contro il Cagliari. Domina gli avversari, fa vedere un gioco brillante, armonioso, difende bene e attacca con molti uomini secondo i principi del calcio moderno. A differenza delle altre pretendenti alla Champions, i nerazzurri hanno un vantaggio: proteggono la porta meglio di tutti. Le squadre straniere, invece, e includo il Barcellona possibile prossima rivale, sono più ballerine: lavorano molto sull’aspetto offensivo, ma non sono feroci e attente come dovrebbero quando non hanno il pallone tra i piedi. L’Inter deve sfruttare questo vantaggio fino in fondo, come anche all’andata col Bayern. Alla disciplina tattica tipicamente italiana, unita alla determinazione e all’attenzione, i nerazzurri possono aggiungere quella manovra ariosa e “a fisarmonica” che li porta a iniziare un’azione a destra e a concluderla a sinistra con il coinvolgimento di difensori, centrocampisti e attaccanti.

Inter, le ultime verso il Bayern: dentro tutti i titolarissimi, e ci sarà anche Dimarco

Giornata di rifinitura ad Appiano alla vigilia del ritorno contro i bavaresi: Inzaghi se la gioca con i fedelissimi.

Inzaghi apre la rifinitura ad Appiano invitando i suoi alla “mobilità”. “Rapidi, mobili, che domani si va uomo su uomo”. Il primo indizio su ciò che vedremo contro il Bayern si manifesta nel primo torello a centrocampo, più vivo del solito, dove l’Inter corre già veloce verso la sfida di domani sera. L’allenatore nerazzurro è pronto a confermare dieci giocatori su undici visti all’Allianz Arena, violata per la prima volta nella grande coppa dopo quattro anni.

L’unico innesto rispetto alla squadra che infilato due gol ai bavaresi sarà Federico Dimarco, pronto a riprendersi la fascia sinistra al posto di Carlos Augusto, autore dell’assist decisivo per Frattesi a due minuti dalla fine. È l’unico dubbio in vista di domani, ma Dimarco è in netto vantaggio.

Il resto della formazione è scritto. Sommer tra i pali, Pavard, Acerbi e Bastoni in difesa, Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan a centrocampo e Darmian a destra. In avanti spazio al tandem Lautaro-Thuram. L’argentino è alla sua miglior stagione di sempre in Champions League con sette gol. Gliene manca uno per agganciare Eto’o – otto reti nell’annata 2010-11 – e due per agguantare Crespo, arrivato a nove nel 2002-03. Aggregati quattro ragazzi della Primavera: Matteo Cocchi – terzino sinistro, ha debuttato tra i professionisti contro il Feyenoord -, Thomas Berenbruch (centrocampista), Manuel Pinotti (esterno alto) e Thiago Romano (fantasista argentino arrivato in estate). Assenti Dumfries e Zielinski per infortunio.

Juve, Bremer va di corsa. E punta il Mondiale per club

Il brasiliano ha postato su Instagram i suoi primi giri di campo a sei mesi dall’operazione al ginocchio sinistro. E punta il torneo americano

Un video di 12 secondi, che immortala qualche giro di corsa in campo, dopo mesi trascorsi tra riabilitazione e palestra. E la scelta della colonna sonora (il brano “Free”, del rapper americano Mission) probabilmente non è casuale. Come quella delle tre emoji a didascalia del post su Instagram: un uomo che corre, il fumetto a simboleggiare il sogno e la sveglia a indicare il conto alla rovescia. La missione di Gleison Bremer, dopo il grave infortunio al ginocchio subito a Lipsia lo scorso 2 ottobre, si chiama Mondiale per Club.

“Ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro”, recitava il bollettino medico della Juve l’8 ottobre, dopo l’intervento chirurgico svolto a Lione dal dottor Bertrand Cottet-Sonnery. Da quel momento è iniziata la rincorsa del difensore brasiliano, fatta prima di lavoro in palestra ed elettrostimolazione per non recuperare il tono muscolare e rinforzare l’articolazione, quindi di cyclette, tapis roulant e, infine, nelle ultime settimane, ripetute e corsa sul campo. La parola d’ordine è sempre stata: nessuna forzatura. Tanto che il suo rientro era inizialmente previsto per il ritiro in vista della prossima stagione. Ma il percorso di recupero sta procedendo bene e, nelle ultime settimane, l’ottimismo è cresciuto.

Era stato lo stesso Bremer, d’altronde, a confermare, poco tempo fa, che all’orizzonte ci potesse essere qualche novità positiva. “Sono stati mesi difficili, soprattutto i primi, però ora sta proseguendo tutto bene. Ho già iniziato a correre, manca ancora un po’ però sta andando bene – aveva detto il brasiliano a Sky il 26 marzo -. Mi piacerebbe giocare subito, però dobbiamo rispettare i tempi. Magari per il Mondiale per Club è possibile, ma non da titolare. Penso però che sia meglio non affrettare, perché voglio tornare ed esserci sempre. Voglio evitare che qualcosa non vada bene e io debba tornare al J|Medical. Vado con calma”. 

La Fiorentina si è inceppata: solo 0-0 col Parma. Chivu, punto d’oro in chiave salvezza

De Gea salva nel primo tempo su Bernabè, Kean sbaglia nella ripresa. I viola agguantano la Roma, in attesa del derby. Chivu a +4 sulla zona retrocessione

L’Europa si allontana per la Fiorentina, la salvezza si avvicina per il Parma. Il brutto 0-0 del Franchi decreta questo verdetto. La squadra viola, pur con tutti i big, eccetto l’infortunato Gosens, dimostra di soffrire contro le squadre di bassa classifica e bissa il pari dell’andata contro un Parma che, mattoncino dopo mattoncino, Cristian Chivu sta conducendo alla salvezza.

Dopo il punto strappato all’Inter, gli emiliani ne portano via un altro, preziosissimo a Firenze. Rischiando di fare il colpo grosso perché il colpo di testa di Bernabé dopo 3’ è stato un’occasione enorme. Per fortuna dei viola in porta c’è sempre De Gea. Raffaele Palladino, squalificato e sostituito da Citterio, vede l’Europa allontanarsi perché partite come queste vanno vinte. Forse dovrà appellarsi agli scontri diretti con Roma e Bologna perché con le big è un’altra musica.

Ma se viene chiamata a far la partita la Fiorentina fa fatica, non trova sbocchi spunti, idee. E non bastano le sgasate di Dodò. Stavolta non ha avuto neppure un super Moise Kean che ha fallito la sua opportunità al 9’ della ripresa. Ma il punticino non aiuta anche se muove la classifica. Sarà battaglia a quattro con Roma, Lazio e il Milan che si avvicina. 

Il Parma è fisico, e gioca molto duro, sempre al limite nelle entrate. La Fiorentina non produce gioco, l’unico schema è l’accelerata di Dodò che al 19’ lascia sul posto Valeri. Al 22’ l’unico tiro viola è del solito Mandragora, ma la mira non è azzeccata. La Fiorentina cerca di proporsi ma senza costrutto.

Nuovo contatto Inter-David: la pista è aperta, pronti 50 milioni

L’attaccante canadese è a scadenza: i nerazzurri offrono 5 milioni netti per 5 anni. L’alternativa è Castro, semaforo verde su Luis Henrique: si defila il Bayern.

L’Inter va all’attacco. Perché è quello il reparto in cui saranno fatti gli investimenti più importanti, perché è lì che si metterà mano per allungare il ciclo, perché Inzaghi ha bisogno di altri gol certi. I perché sono potenzialmente infiniti, la lista dei rinforzi è invece ristretta. Dentro c’è sicuramente Santiago Castro del Bologna, come già raccontato dalla Gazzetta: l’argentino ha stregato tutti, non sarà in ogni caso semplice portarlo via al Bologna, molto dipenderà anche da come finirà questa stagione dei rossoblu.

Ma un posto in prima fila, di quella lista, ce l’ha ancora oggi Jonathan David. La notizia è questa: il club nerazzurro non si è sfilato dalla corsa per l’attaccante del Lilla. Tutt’altro. Dieci giorni fa, nelle ore immediatamente precedenti al derby di Coppa Italia, i dirigenti interisti hanno avuto un nuovo contatto con gli uomini legati a David, il cui agente è Nick Mavromaras. È un segnale facilmente interpretabile: non era certo una telefonata di cortesia, al contrario era un contatto molto interessato per capire l’evoluzione della situazione intorno al giocatore in scadenza con il Lilla. 

Ecco, punto primo: la situazione non è cambiata ed è la migliore buona nuova possibile per l’Inter. Perché nessun club si è avvicinato con forza alla richiesta di partenza di David, ovvero un ingaggio da 8 milioni di euro netti e una commissione pesante per il trasferimento (si parla addirittura di due cifre, 10 milioni). Numeri alti, numeri che almeno fin qui hanno fatto dubitare tutti. E sì che su David si sono fiondati in tanti: in Inghilterra l’Arsenal, in Spagna il Barcellona, in Italia oltre all’Inter anche la Juventus ha sondato il terreno. L’Inter non ha mai voluto né potuto entrare in scena di fronte a quelle richieste. Lo dice anche la logica: non è pensabile ingaggiare un giocatore, per quanto considerato ad altezza ThuLa, che guadagni decisamente più di Thuram. Ma, per un motivo o per l’altro, la frenata sul giocatore è stata generale.