Rabiot, Alex Sandro, De Sciglio & co: che fine faranno i fedelissimi di Allegri

C’è chi, come Federico Chiesa, di fronte al fatto compiuto della separazione con Massimiliano Allegri può disfare la valigia e tornare con motivazioni ulteriori a parlare di rinnovo con la Juventus, con la prospettiva di un nuovo corso tecnico tutto da scoprire.

Un anno fa di questi tempi e anche prima, quando ancora Giuntoli non era arrivato e in un vuoto di potere (in senso buono) occupato solo da Manna, la voce di Allegri era la più importante nella pianificazione dell’organico. E’ il periodo che ha portato alla conferma annuale di Adrien Rabiot e alla richiesta arrivata dal tecnico dell’acquisto a titolo definitivo di Arek Milik.

Il legame di Rabiot con Allegri d’altra parte è trasparente, ben visibile anche nei festeggiamenti sul prato dell’Olimpico e fino al saluto social del “Duca” a Max leggibile anche come una presa di distanza dal provvedimento assunto (“meritavi un addio diverso”), che non sembra esattamente un avvicinamento in vista della scadenza di contratto a fine stagione e del tavolo per l’eventuale rinnovo. Adrien è un fedelissimo, ma il finale se lo scrive da solo. 

Tra gli uomini di Max, chi avrà un finale analogo è Alex Sandro. Un anno fa Allegri gli ha fatto raggiungere il numero di presenze che ha fatto scattare il rinnovo automatico del brasiliano a cifre ampiamente fuori dal tempo e lo ha portato a sfiorare il record di presenze in bianconero per un giocatore straniero. In scadenza a giugno: stavolta non resterà. Dici “fedelissimi di Allegri” e insieme ad Alex Sandro e Rabiot tra i nomi sul taccuino c’è quello di Mattia De Sciglio. La cui parabola di certo è stata fortemente legata a quella del mister livornese. Dopo il rinnovo caldeggiato da Max due anni fa, l’esterno ex Milan ha un altro anno di contratto. Che renderebbe relativamente facile salutarsi adesso. Ma d’altra parte nell’ottica Juve e del ritorno verosimile alla difesa a quattro con fasce da ridisegnare, un uomo con le caratteristiche di De Sciglio, a 1,5 milioni di contratto, è una figura che può far più comodo tenere che salutare. 

Juve, allarme Chiesa: botta alla caviglia destra e allenamento finito

L’attaccante è rimasto contuso in uno scontro di gioco con Alex Sandro e non ha proseguito la seduta insieme ai compagni. Kean, in gruppo, “vede” l’Atalanta.

Juve in ansia per Chiesa: l’attaccante è uscito dal campo di allenamento per precauzione, dopo uno scontro di gioco con Alex Sandro. Nel corso di una delle partitelle il brasiliano è arrivato leggermente in ritardo sulla caviglia destra del compagno: dopo la botta Chiesa è rimasto per terra, richiedendo il supporto dello staff sanitario. Dopo circa dieci minuti fuori, il calciatore ha provato a riprendere la partitella (a campo ridotto) schierandosi da difensore, ma dopo alcune azioni Allegri lo ha richiamato fuori non vedendolo sciolto. “Fede vieni fuori, Fede vieni fuori”: l’attaccante ha così accettato l’invito dell’allenatore ed è andato dritto negli spogliatoi insieme a un preparatore. Probabili accertamenti nelle prossime ore. 

A svolgere tutto l’allenamento – partitella compresa – Kean, che punta a rientrare tra i convocati per l’Atalanta. A Napoli, invece, spera di esserci Danilo, che ha lavorato a parte in un campo parallelo. Su un terzo campo De Sciglio, anche lui prossimo al rientro. Vista l’emergenza a centrocampo (McKennie e Rabiot out), buone indicazioni dai giovani che potrebbero avere una chance dal primo minuto, in particolare Miretti e Nicolussi Caviglia: proveranno soprattutto loro a mettere in difficoltà Allegri nella scelta dell’undici titolare. Occhio anche a Palumbo in chiave convocazioni per il Maradona: era tra i giovani della Next Gen aggregati per l’allenamento di oggi (gli altri: Daffara, Muharemovic, Perotti e Turicchia). Al termine della seduta i calciatori si sono fermati con i tifosi per selfie e autografi.

Juve, Danilo lavora ancora a parte: per la Fiorentina resta in dubbio

La situazione alla ripresa: Weah ne avrà fino a dopo la sosta, Alex Sandro potrebbe tornare col Cagliari, De Sciglio prosegue la terapia per ritornare entro fine anno

L’emergenza continua. Dopo l’infortunio di Weah, Allegri deve rivedere i piani in vista della prossima trasferta di Firenze. Una gara insidiosa, in cui sono attesi gli ex Chiesa e Vlahovic e non solo: la Juve non vince al Franchi dal 2018, dall’ultima stagione del primo quinquennio allegriano.

Più che in altre occasioni, tra l’altro, alla Continassa si riflette sul cambio di modulo: in questi giorni lo staff tecnico potrebbe partorire un 3-4-1-2 per sfruttare le caratteristiche da trequartista di Miretti (o in alternativa di Yildiz) o addirittura un 4-3-3. Quest’ultima soluzione dipende però soprattutto dalla presenza di Danilo: ancora a parte e difficilmente a disposizione per Firenze. 

Weah ne avrà fino a dopo la sosta, Alex Sandro potrebbe tornare al massimo col Cagliari, De Sciglio prosegue la terapia per rimettere piede in campo entro fine anno. Insomma Allegri dovrà fare con quello che c’è per un po’ di tempo ancora, magari responsabilizzando McKennie – “mi auguro che regga perché è fondamentale” ha detto il tecnico qualche giorno fa – e sperando soprattutto che non mollino dal punto di vista fisico le colonne portanti della squadra, a partire da Locatelli e Rabiot. Lo squilibrio tra le corsie è evidente: a sinistra c’è abbondanza, tanto che Iling fatica a farsi largo nell’alternanza tra Kostic e Cambiaso, mentre a destra per adesso c’è un vuoto da colmare, considerato che McKennie (utilizzato da mezzala, dopo la squalifica di Fagioli) è l’unica valida alternativa a Weah. 

Contro la Fiorentina, difesa obbligata: con Gatti, Rugani Bremer a protezione di Szczesny. Con Rabiot e Locatelli, imprescindibili, ci sarà McKennie: da mezzala o da quarto, considerato che Miretti potrebbe trovare spazio dietro le punte o Chiesa potrebbe essere dirottato a destra per chiudere il tridente.