Juve senza Bremer: Motta prepara un nuovo muro

Il tecnico bianconero senza il brasiliano vuole confermarsi con Danilo e Gatti. Danilo, Savona e Cabal le alternative ai due centrali titolari

Una foto dal letto d’ospedale, sofferente ma ugualmente sorridente: “Questo è il primissimo passo verso il rientro!”. Così Gleison Bremer sui social dopo l’intervento al crociato a cui si è sottoposto a Lione. I tifosi bianconeri si sono ormai rassegnati all’idea di fare a meno del totem brasiliano almeno per tutta la stagione (previsti 6-8 mesi di stop), mentre a Thiago Motta toccherà trovare la soluzione giusta per mantenere lo stesso equilibrio.

La difesa finora è stata il punto di forza della Juventus: una sola rete subita in campionato (tra l’altro su rigore), miglior risultato della Serie A, e porta inviolata per 6 giornate di fila (record per la Signora). Tutto questo con Bremer titolare fisso, almeno fino all’infortunio di Lipsia (8 partite su 8 dall’inizio). La squadra però in Germania ha superato in fretta lo shock per l’inaspettata uscita di scena del difensore, riuscendo a vincere una partita incredibile nonostante i due gol incassati.

Le indicazioni arrivate finora sono positive: Pierre Kalulu, promosso già prima del forfait di Gleison, si sta dimostrando un ottimo acquisto, perfetto per il gioco del nuovo allenatore, che chiede ai suoi difensori di salire e di impostare. L’ex milanista formerà con Federico Gatti il nuovo tandem della retroguardia, ma in rosa non mancano le alternative. Di ruolo o adattati da Motta, che già in passato ha messo in evidenza ottime doti da trasformista. 

Kalulu ha iniziato la stagione in bianconero da terzino destro per poi passare a fare il centrale quando Gatti ha avuto un problema alla caviglia. Si è preso il posto, diventando la spalla di Bremer, e adesso si è spostato sul centro sinistra per lasciare il lato destro all’ex Frosinone.

La strana partita di Miretti: domani contro la Juve, ma Motta ha un progetto per lui

Cresciuto nel vivaio bianconero da quando aveva 8 anni, è stato uno dei primi frutti del progetto Next Gen. Ora è in prestito secco al Genoa, ma.

Per la prima volta Fabio Miretti si ritrova ad affrontare la Juve, la squadra in cui ha trascorso tutta la sua vita calcistica. Arrivò sulla sponda bianconera a 8 anni preferendola al Torino perché, in quel periodo, la Juve gli metteva a disposizione un servizio navetta più comodo alle sue esigenze: da quel momento, il classe 2003 è cresciuto passo dopo passo fino a raggiungere la prima squadra. Solo qualche settimana fa, sul finale del mercato, il centrocampista ha chiesto la cessione per andare al Genoa: con l’obiettivo di giocare con maggiore continuità rispetto a quella che avrebbe avuto rimanendo alla Continassa, specie dopo il reintegro in rosa di McKennie.

Per Fabio Miretti sarà molto strano ritrovarsi con colori diversi da quelli bianconeri. Spesso nella sua trafila giovanile si è ritrovato a guidare la sua squadra con la fascia di capitano, in quasi tutte le categorie da sotto età senza far mancare la personalità in campo e fuori. È uno dei primissimi frutti del progetto Next Gen, che ha consentito a diversi ragazzi della Juve negli ultimi anni di vivere un passaggio intermedio fra il settore giovanile e la prima squadra. Miretti si è ritrovato con Allegri dopo aver messo nelle gambe 2 mila e 500 minuti in Serie C, utili a superare ogni tipo di pressione fra gli adulti. Le basi erano solide da prima, evidentemente, ma nella fase più delicata e strategica del passaggio di crescita il giocatore ha avuto il supporto necessario per rimanere in pianta stabile la prima squadra. L’impiego da aggregato del primo anno però non si è evoluto e, dopo l’ultima stagione a minutaggio ridotto, esisteva il rischio di rallentare troppo il percorso quest’anno.

Ora la Juve si tuffa su Koopmeiners. E per Sancho si aspetta… Chiesa

I bianconeri non si fermano al doppio colpo Nico Gonzalez-Conceiçao. È corsa contro il tempo per l’olandese: nuovi contatti con l’Atalanta.

Il regalo per i 42 anni di Thiago Motta non sarà una sorpresa, ma nel caso sarà comunque apprezzatissimo. Cristiano Giuntoli ci lavora da mesi, almeno da dicembre, e adesso più che mai conta di incartarlo. La sirena di fine mercato suona venerdì prossimo (30 agosto), ma il dirigente toscano spera di chiudere prima per Teun Koopmeiners. Magari già in tempo per mercoledì, quando il tecnico-italo brasiliano spegnerà le candeline e sogna di trovare sopra la torta la ciliegina olandese. Pensiero condiviso con Giuntoli.

Tutto (o quasi) dipenderà dall’Atalanta. I contatti con il club nerazzurro sono proseguiti anche ieri. Dopo il doppio colpo d’ala bianconero (Nico Gonzalez più Conceiçao Jr), adesso la Signora concentrerà quasi tutti gli sforzi per portare al traguardo il promesso sposo bianconero e completare al meglio la rivoluzione del centrocampo e in generale della nuova Juventus. Koop è sempre stato il grande obiettivo e lo è tuttora, a sei giorni dal gong. Alla Continassa, dopo lo strappo del giocatore con la Dea e l’intesa di massima raggiunta nei giorni scorsi con la società dei Percassi (55 milioni più bonus), è iniziata la corsa contro il tempo per arrivare al semaforo verde. Ogni ora può essere quella buona per l’ultima puntata dell’avvincente telenovela estiva, ma anche per l’addio di Federico Chiesa (Barcellona in pole) e per un rinforzo finale in avanti: a partire da Jadon Sancho del Manchester United.

Douglas Luiz, Thuram, Koopmeiners: Juve, il piano per un centrocampo stellare

Il club bianconero entra nei giorni decisivi per dare a Motta un nuovo reparto in mezzo al campo: il brasiliano sarà ufficiale a breve, Rabiot sempre più lontano

Un colpo, poi un altro con l’obiettivo di arrivare a tre prima della fine del mercato. La Juventus procede spedita nel restyling del centrocampo, un reparto che Thiago Motta vuole dinamico, solido e ricco di gol. Per questo motivo Cristiano Giuntoli in questo momento sta concentrando le sue attenzioni sulla mediana, che potrebbe cambiare pelle parecchio nella prossima stagione. Oggi può essere il giorno dell’ufficialità di Douglas Luiz, play brasiliano dell’Aston Villa che si trasferirà a Torino nell’ambito di uno scambio a tre con Samuel Iling Junior ed Enzo Barrenechea più conguaglio a favore degli inglesi. Un affare da 60 milioni (tanto è valutato il mediano della Seleçao) da ufficializzare dopo l’esito delle visite mediche, che il giocatore ha sostenuto a Las Vegas, dove è impegnato in Coppa America con la sua nazionale, insieme agli altri bianconeri Danilo e Gleison Bremer. Poi partirà l’assalto a Khephren Thuram, figlio dell’ex juventino Lilian e fratello dell’interista Marcus, che la Signora conta di chiudere la prossima settimana, e infine si cercherà l’ultimo miracolo: regalare al nuovo allenatore Teun Koopmeiners, tuttocampista dell’Atalanta che farebbe fare il salto di qualità alla mediana della Signora.

Alle tre novità vanno aggiunti Manuel Locatelli e Nicolò Fagioli, non Weston McKennie che dopo aver detto no all’Aston Villa deve trovarsi un’altra sistemazione perché non rientra nei piani di Thiago né della società (ha il contratto in scadenza nel 2025 e la Juventus non vuole perderlo a zero). In dubbio Fabio Miretti, che potrebbe restare o andare in prestito, mentre è sempre più difficile la permanenza di Adrien Rabiot, che nonostante la sostanziosa proposta della Juventus (un biennale con opzione per il terzo a 7,5 milioni di euro netti a stagione) non ha ancora dato una risposta. A questo punto potrebbe essere la Juventus a cambiare strategia, rivolgendosi altrove.

Yildiz l’intoccabile: i tifosi lo adorano, la Juve prepara il rinnovo e la maglia numero 10

L’estate scorsa per un ragazzo che voleva comprare la maglia di Kenan Yildiz la strada era tutta in salita: non esistevano quelle già pronte e nemmeno la scritta prestampata, il cognome andava composto lettera per lettera e agli addetti alla personalizzazione dello Juventus Store bisognava fare lo spelling, perché non sapevano esattamente come si scrivesse.

Normale, visto che fino a quel momento il ragazzino turco non aveva giocato neppure un minuto in Serie A. Adesso la sua casacca numero 15 è la più venduta e nessuno nello store bianconero chiede più come si scrive Yildiz. All’Allianz Stadium è uno dei più applauditi e i tifosi, soprattutto i giovani, stravedono per lui, probabilmente perché nei suoi piedi educati e nella faccia pulita vedono il futuro della Signora. C’è grande fiducia nonostante Yildiz abbia segnato una sola rete in campionato (il 23 dicembre al Frosinone) e da quasi due mesi (17 febbraio con il Verona) non giochi una partita da titolare.

Ho scommesso che Kenan Yildiz sarà nominato per il Pallone d’Oro entro 5 anni. Ho giocato con molti ragazzi, ma non ho mai visto un talento simile. Sono fiducioso di vincere la scommessa”: così Wojciech Szczesny, intervistato da “Foot Truck”, ha incoronato il suo compagno di squadra, che a 18 anni è già stato lanciato da Vincenzo Montella in nazionale. Allegri lo sta dosando come ha sempre fatto con i giovani, la Juventus però ha deciso di blindarlo, rinnovando un contratto prolungato appena un anno fa fino al 2027. Gli estimatori non mancano (Borussia, Lipsia, Liverpool e Arsenal), ma per il club è un intoccabile e la nuova scadenza (2029 con adeguamento dell’ingaggio dai 350 mila attuali al milione) è per dare un segnale al ragazzo e alle big europee. Col rinnovo potrebbe arrivare anche il cambio di maglia: l’idea è di proporgli la 10 che fu di Alessandro Del Piero — l’idolo di Yildiz che come lui esulta con la linguaccia — attualmente di proprietà di Paul Pogba, che presto potrebbe lasciare la Juventus per la squalifica per doping (si attende il ricorso al Tas). Kenan l’ha avuta in Next Gen e ha il talento per impreziosirla. Anche l’Adidas sarebbe felice: scontata un’ulteriore impennata nelle vendite.