Juve, Nico Gonzalez: “Voglio segnare più dello scorso anno. Motta mi lascia libero”

L’attaccante argentino entusiasta dopo la rete in Champions League: “Ho realizzato un sogno. Qui mi trovo bene”

“Mi ispiro a Di Maria, è il mio idolo. Spero di segnare più dello scorso anno e di servire tanti assist a Vlahovic”. Firmato Nico Gonzalez, fresco di timbro in Champions League nel 3-1 contro il Psv.

L’argentino, dopo il primo gol nell’Europa che conta e con la Juventus, ha messo nel mirino il Napoli. “Stiamo lavorando per ottenere un risultato positivo sabato”. Molto dipenderà da lui e Vlahovic, già compagni per sei mesi alla Fiorentina nel 2021: “Vlahovic è migliorato tanto e l’ho detto anche lui, è veramente forte e sempre positivo: si merita il massimo. Se posso fare assist per lui, è perfetto. E se li serve lui a me va bene uguale. Mi piacerebbe segnare più della passata stagione, ma sono qui per aiutare la squadra e i compagni: io sono un ragazzo positivo. Scudetto? Noi siamo la Juventus, dobbiamo ragionare partita dopo partita. Il calendario denso di impegni è bellissimo. L’importante, come dice Thiago Motta, è riposare bene, mangiare bene e dormire bene”, assicura Nico, uno che con l’Argentina ha alzato al cielo due volte la Coppa America, l’ultima nei mesi scorsi. 

Gonzalez è ancora emozionato per la rete di martedì al Psv: “Ho avverato un sogno, soprattutto perché abbiamo vinto. Sono molto contento alla Juventus. Quando ti chiama un club così non pensi a nulla, dici subito sì. Prima di arrivare a Torino ho parlato della Juve con Di Maria, Paredes, Dybala, ma questo club mi ha impressionato comunque. Sono contento, anche perché fin dal primo giorno tutti qui mi stanno facendo sentire come a casa”. 

A partire da Thiago Motta, che ha voluto fortemente l’ex Fiorentina per la sua nuova Juventus: “Thiago ci fa prendere responsabilità in campo. Le sue idee sono chiare: vogliamo giocare palla a terra, uniti e compatti per arrivare a dei risultati positivi. Motta mi concede la libertà di cui ho bisogno in campo e anche per questo lo ringrazio”. 

Szczesny si ritira dal calcio. Il portiere sui social: “Ho dato tutto: il mio cuore non c’è più”

Dopo la risoluzione con la Juventus delle scorse settimane, ecco l’annuncio del polacco: nessuna nuova sfida, Tek smette

La notizia della risoluzione con la Juventus è solo di qualche settimana fa. Poi si erano aperte svariate ipotesi: Arabia Saudita, Monza, Mls. Invece, Szczesny sorprende ancora una volta: smette con il calcio. A 34 anni, il polacco dice basta. E lo fa tramite una lunga lettera pubblicata sui social in cui ripercorre tutta la carriera da calciatore.

“Ho lasciato Varsavia, la mia città, nel giugno del 2006 per andare all’Arsenal con un sogno – vivere di calcio. Non sapevo che sarebbe stato l’inizio dell’avventura di una vita. Non sapevo avrei giocato per i più grandi club del mondo e che avrei rappresentato la mia nazionale 84 volte. Non sapevo mi sarei non solo costruito una vita grazie al calcio, ma il calcio sarebbe diventato la mia intera vita. Non ho solo realizzato i miei sogni, sono arrivato dove la mia immaginazione nemmeno mi avrebbe permesso. Ho giocato partite al più alto livello possibile, contro i giocatori più forti della storia, senza mai sentirmi inferiore. Mi sono fatto amici per la vita, ho creato ricordi indelebili e conosciuto persone che hanno avuto un impatto incredibile sulla mia vita.  Tutto quello che ho e tutto quello che sono lo devo a quel bel gioco del calcio”.

“Ma ho anche dato tutto quello che avevo – prosegue Szczesny -. Ho dato al gioco 18 anni della mia vita, ogni giorno, senza scuse. Oggi, il mio corpo si sente ancora pronto per delle sfide, ma il mio cuore non c’è più. Sento che è arrivato il momento di dare tutte le mie attenzioni alla mia famiglia – alla mia incredibile moglie Marina e ai nostri due bei bambini Liam e Noelia. Per questo ho deciso di ritirarmi dal calcio professionistico. Avrei tantissime persone da ringraziare, ma proverò a farlo personalmente con ognuno. Ma a voi, tifosi, devo un grazie speciale. Ogni storia ha una fine, ma nella vita ogni fine è un nuovo inizio. Niente è impossibile e credetemi, sognerò in grande!”.

Chiesa, il braccio di ferro: la Juve forza l’addio e scalda il mercato, ma Fede non molla

Giuntoli nel pieno della caccia alle ali, intanto in programma un vertice con l’agente Ramadani: il contratto dell’esterno azzurro scade nel 2025, e lui valuta soltanto le big

Sposato con Lucia, ma separato in casa con la Juventus. È un’estate senza mezze misure per Federico Chiesa, passato dall’emozione delle nozze al gelo con i bianconeri. Fede non è mai stato così lontano dalla Signora come in questo momento. Il divorzio è certo, le tempistiche ancora no. Alla Continassa spingono per dirsi addio subito, entro la fine del mese, senza aspettare la naturale scadenza del contratto (giugno 2025) e lo svincolo (a zero) del numero 7. Chiesa, almeno per il momento, sembra avere meno fretta di decidere: nelle ultime ore si è confrontato con il suo entourage, pronto a incontrare nuovamente il d.t. Cristiano Giuntoli. 

Una cosa è certa: Thiago Motta è stato sincero e diretto con Chiesa e in ogni caso non farà marcia indietro. Né adesso, né mai. Nemmeno se Federico il 30 agosto fosse ancora un giocatore della Juventus. Gli ultimi dubbi sono stati fugati nei giorni scorsi. I dirigenti e Thiago Motta non hanno fatto molti giri di parole con Fede. Tanto nel privato della Continassa quanto nel post-partita di Pescara, il messaggio è stato più o meno lo stesso: non c’è più posto per te in questo progetto, cercati una nuova squadra. Spifferi divenuti ufficiali per bocca di Motta: “Chiesa è rimasto a Torino per il mercato, come altri. Siamo stati chiari internamente, devono trovare una soluzione in fretta per il bene della squadra e per il loro”. Schietto e lapidario. Thiago non è un tipo da compromessi: si è esposto in prima persona, ovviamente in sintonia con la società, ed è pronto a tirare dritto. Aspetta un paio di ali nuove per il suo 4-1-4-1, visto che nel frattempo è stato ceduto Matias Soulé alla Roma, ma alla peggio è deciso a trovare altre soluzioni: da nuove varianti tattiche (4-3-2-1) all’utilizzo di qualche giovane in aggiunta all’intoccabile Kenan Yildiz e a Timothy Weah. Tradotto: Chiesa, in caso di permanenza, si troverebbe ai margini per scelta tecnica. Allenamenti sì, ma pure molta panchina. 

La prima Juve di Thiago preoccupa: il Norimberga di Klose domina e vince 3-0

Apre al 19′ il gol di Jander, nel finale i bianconeri sbandano e incassano il raddoppio di Forkel e il tris di Janisch. Vlahovic sbaglia un rigore

L’era Thiago Motta della Juventus comincia in salita e con una sconfitta per 3-0 in amichevole contro il Norimberga (Serie B tedesca). Una rete subita all’inizio da Di Gregorio (penetrazione di Jander) e due nel finale da Perin (rete di Forkel e Janisch). Risultato pesante (Vlahovic sbaglia un rigore sullo 0-1), ma ovviamente non ancora allarmante. Calcio di luglio, nemmeno di agosto. E tante nuove idee ancora da metabolizzare.

È una Juventus da lavori in corso, con l’attenuante della dura preparazione atletica svolta nel ritiro tedesco e di diversi titolari ancora non al massimo o in vacanza (Danilo, Bremer, Douglas Luiz e Yildiz). I primi timidi segnali di cambiamento – dai cambi di ruolo al palleggio – si intravedono nel secondo tempo, quando il tecnico bianconero manda in campo i big. Soulé ha assistito alla partita da bordo campo, in borghese come i componenti dello staff, in attesa di rientrare in Italia e trasferirsi poi alla Roma. Prossima amichevole il 3 agosto a Pescara contro il Brest.

La prima Juventus di Thiago Motta, pur imbottita di ragazzini nell’undici iniziale, parte con il 4-2-3-1 e con Locatelli e Thuram davanti alla difesa. Al 19’ i padroni di casa penetrano centralmente i bianconeri e Jander non lascia scampo a Di Gregorio. Il nuovo portiere juventino non può nulla nell’occasione, mentre nel finale di tempo evita il raddoppio dei tedeschi con un ottimo riflesso. Le occasioni sono soprattutto del Norimberga. Djalò appare ancora un po’ distratto e in rodaggio. Thuram tenta qualche strappo, Miretti fatica a farsi trovare tra le linee. Così Locatelli cerca spesso la sventagliata per innescare le due ali: Commenencia e Hasa. Quest’ultimo è protagonista dell’unica vera opportunità bianconera del primo tempo: una punizione ben calciata, ma respinta dal portiere Reichert.

La Juve non si ferma e ha pronti altri 3 colpi: Galeno, Todibo e Koopmeiners

“Vorremmo prendere ancora un giocatore per reparto” ha detto Giuntoli. Per il centrale francese però c’è l’insidia West Ham

Non uno, ma tre colpi. Tre nuovi acquisti che andranno ad aggiungersi ai quattro giocatori già ingaggiati finora e che serviranno ad alzare il livello della rosa della Juventus. Perché, come da diktat dell’amministratore delegato Maurizio Scanavino, la Signora 2024-25 dovrà essere competitiva su tutti i fronti.

Nel giorno in cui è diventato ufficiale Juan Cabal, quarto moschettiere del mercato estivo di Madama, Cristiano Giuntoli annuncia altri regali per Thiago Motta. E lo fa durante la conferenza stampa di presentazione del tecnico, come se volesse rendere manifesto il desiderio del club di accontentarlo. “Ringrazio Thiago per aver accettato questa sfida e gli faccio l’in bocca al lupo. Sono stati ceduti finora 4 giocatori (Iling, Barrenechea, Kaio Jorge e Kean) e ne sono arrivati 4: Douglas Luiz, Thuram e Di Gregorio e Cabal). Ci tengo a fare una precisazione: sento parlare di fuori rosa, tutti i calciatori che fanno parte della Juventus sono bravi e straordinari, le considerazioni le faremo a fine mercato. Vogliamo allestire una squadra competitiva con un occhio ai conti, perciò vorremmo prendere ancora un calciatore per reparto per puntellare la squadra”.

Un giocatore per reparto significa un difensore centrale, un centrocampista/trequartista e un esterno offensivo. Questo non significa che non possano diventare di più, soprattutto davanti: se partirà Matias Soulé, per esempio, le ali da prendere diventeranno almeno due. Ecco perché la Juventus sta giocando su più tavoli.

Juve, due ali per volare: Adeyemi coi soldi di Soulé, Sancho in prestito last minute

Il d.t. Giuntoli ha l’ok del tedesco ed è pronto a trattare col Borussia Dortmund. Alternative: Galeno e Conceiçao

Almeno due ali, probabilmente tre. Una in tempi brevi dopo la cessione di Matias Soulé, con Adeyemi in pole. Le altre a fine mercato, quando anche Federico Chiesa potrebbe aver già lasciato la Signora: Sancho più un altro prestito. Il progetto è tanto ambizioso quanto difficile e soprattutto è legato alle cessioni. Provarci, non significa sempre riuscirci nel mercato. La Juventus, dopo la ristrutturazione del centrocampo, vuole ridisegnare anche l’attacco a immagine e somiglianza di Thiago Motta. Il nuovo allenatore bianconero intende ripartire dal 4-2-3-1/4-3-3 rinfrescando il reparto. Accanto a Dusan Vlahovic e all’intoccabile Kenan Yildiz, potrebbe cambiare quasi tutto da qui al 30 agosto. Se Moise Kean è già stato venduto alla Fiorentina, tanto Arek Milik quanto Filip Kostic non sono nei piani di Motta. E Chiesa sembra sempre più lontano dalla Juve.

Così il dt Cristiano Giuntoli da un lato sta cercando sistemazione ai giocatori considerati in uscita e dall’altro sta proseguendo nei sondaggi e nelle trattative per gli obiettivi concordati con Thiago. La formula sarà la stessa: uno esce e uno entra. L’addio più imminente è quello di Matias Soulé. Se il Leicester è pronto a rilanciare, superando i 30 milioni richiesti dalla Juventus, West Ham e Roma studiano un possibile inserimento last minute. Motta avrebbe voluto tenere l’argentino, anche per questo Giuntoli preferirebbe cederlo all’estero. Ma alla fine saranno i soldi a fare la differenza. I bianconeri, una volta ceduto Soulé, proveranno a regalare subito il sostituto a Thiago. Giuntoli si muoverà su più tavoli, a partire da quello di Karim Adeyemi del Borussia Dortmund. 

Juve, operazione centrocampo: avanti con Koopmeiners. Insidia Chelsea per Adeyemi

La trattativa con l’Atalanta per l’olandese procede. L’ala del Borussia che piace a Thiago Motta è un obiettivo anche in Premier

Avanti con il centrocampo e con Teun Koopmeiners. La Juventus, tessera dopo tessera, sta ridisegnando la mediana ad immagine e somiglianza di Thiago Motta. Dopo Douglas Luiz (Aston Villa) e Khephren Thuram (Nizza), i bianconeri insistono per il tuttocampista olandese, considerato la ciliegina finale. Alla Continassa, forti del gradimento di Koopmeiners, non vorrebbero spingersi oltre quota 40-45 milioni con i bonus. A Bergamo, invece, puntano a incassare almeno 55-60 milioni. Le mediazioni sono al lavoro per avvicinare le parti e arrivare alla fumata bianca. 

In ogni caso, la Juventus prima di affondare ha bisogno di mettere a segno qualche cessione. A partire da Federico Chiesa e Dean Huijsen, rientrato dal prestito alla Roma e corteggiato da Stoccarda, Borussia Dortmund e Bayern. Antenne sempre dritte anche sulle ali per lanciare il 4-2-3-1/4-3-3 che ha in mente Thiago Motta. Contatti, sondaggi e incontri proseguono. Le idee sono tante, ma in questo momento sono tre i nomi che sembrano convincere di più i bianconeri: Jadon Sancho e Mason Greenwood, entrambi di proprietà del Manchester United, e Karim Adeyemi del Borussia Dortmund. Sul jolly tedesco dei vice campioni d’Europa si è fatto avanti anche il Chelsea: un’insidia in più per la Juventus.

Napoli, battuta la Juventus per Buongiorno: “Non posso tradire i tifosi del Torino”

Tuttosport svela che i bianconeri hanno provato a inserirsi offrendo più degli azzurri, ma il difensore ha detto no.Accordo raggiunto tra Napoli e Torino per Alessandro Buongiorno, il difensore azzurro (che in Germania non ha giocato nemmeno un minuto) arriverà a titolo definitivo e i granata incasseranno 35 milioni di euro più 5 di bonus, si attende soltanto l’annuncio ufficiale. Un’operazione ormai conclusa, ma che come svela oggi Tuttosport sarebbe potuta saltare per via dell’inserimento della Juventus, che sognava un altro colpo dai granata dopo quelli che hanno portato nella Torino bianconera Ogbonna e Bremer. La Vecchia Signora avrebbe addirittura fatto una proposta migliore di quella del Napoli, da 42 milioni di euro più 5 di bonus, ma decisiva è stata la volontà del giocatore, che non se l’è sentita di tradire i tifosi granata.

“Non posso proprio” avrebbe ripetuto a più riprese Buongiorno a Giuntoli, che gli aveva proposto di diventare il prossimo rinforzo della squadra di Thiago Motta. Posizione ribadita anche nella serata di mercoledì, durante un confronto con i vertici del Toro: “Come faccio? No, non posso”.

Come la scorsa estate quando all’ultimo minuto rifiutò la corte dell’Atalanta, ancora una volta hanno quindi vinto il cuore e il forte attaccamento al Torino. Buongiorno è ambizioso e nei prossimi giorni farà uno step in avanti firmando per il suo nuovo club, ma quel club non sarà la Juve.

I dettagli dell’accordo col Napoli – Dopo l’incontro andato in scena mercoledì sera tra il direttore sportivo degli azzurri, Giovanni Manna, e l’agente di Buongiorno, Giuseppe Riso, la fumata bianca è ormai a un passo: il centrale dovrebbe firmare un contratto quinquennale da 3 milioni di euro circa più bonus e al Torino andranno 35 milioni di euro più 5 di bonus, di cui 4 facilmente raggiungibili. 

La Juve coccola la stellina Yildiz: si lavora al prolungamento fino al 2029

La Juventus prova ad anticipare il possibile l’effetto Europeo per Kenan Yildiz. Così nei giorni scorsi i dirigenti bianconeri hanno ricevuto alla Continassa il nuovo entourage della stellina turca. Un incontro per riprendere i discorsi sul rinnovo, interrotti in primavera a causa della separazione dell’ex Bayern dalla sua precedente scuderia. Appuntamento non casuale. Thiago Motta, cresciuto alla scuola Barcellona e abituato a non guardare alla carta d’identità, punta forte sul 19enne attaccante esploso nell’ultima stagione con Massimiliano Allegri.

Yildiz è uno dei pochi intoccabili del nuovo corso e il d.t. Cristiano Giuntoli, che ha seguito da vicino il decollo del turco, vuole evitare sul nascere qualsiasi cattiva sorpresa legata a Euro 2024. Tutti motivi che hanno spinto la Juventus a riaprire le trattative subito e non al rientro di Kenan dalla Germania. Se le giocate e i 4 gol segnati da Yildiz con la Juventus hanno già attirato le attenzioni di diversi top club – Borussia Dortmund e Liverpool su tutti – qualche nuova magia con la Turchia del c.t. Vincenzo Montella potrebbe aumentare i rischi. Alla Continassa vogliono evitarli sul nascere e stringere i tempi, adeguando il contratto del classe 2005 allo status raggiunto sul campo. Non più soltanto un giovane aggregato dalla Next Gen, ma un attaccante sempre più protagonista con la prima squadra.

Yildiz è sbarcato a Torino nell’estate 2022 a parametro zero e lo scorso agosto ha rinnovato il contratto: scadenza 2027 (con opzione fino al 2028) e stipendio intorno ai 250-300 mila euro più bonus. La Juventus punta ad aggiungere un anno (cioè fino al 2029) e soprattutto a ritoccare il salario. Un po’ per adeguarlo al nuovo ruolo di Kenan in squadra e un po’ ribadirgli la centralità nel nuovo corso bianconero.

Tattica, idee e scelte forti in campo e fuori: Juve, ecco il decalogo di Thiago Motta

Allenamenti intensi, principi di gioco moderni e nessun titolare garantito: ecco i principi che l’ex allenatore del Bologna imporrà in bianconero

Principi di gioco e leggi fondamentali per lo spogliatoio. La Juventus targata Thiago Motta non sarà plasmata solamente dal mercato, comunque concordato tra Cristiano Giuntoli e il nuovo tecnico, ma anche dalle idee forti dell’ex Bologna. In partita: indirizzo della pressione avversaria, occupazione dello spazio e coraggio nelle scelte. In allenamento: intensità, competitività e pallone sempre al centro di tutto. Nella gestione: nessun posto fisso garantito, nemmeno per i veterani. 

Una volta trasferitosi dal campo alla panchina, Thiago Motta ha sempre preteso molto dai giocatori da ogni punto di vista, pur mantenendo però sempre in prima persona il polso della situazione. Non tanto, o meglio solo, con la rigida disciplina, quanto con la logica delle scelte e della meritocrazia. Per questo l’allenamento è la base di ciò che si farà poi in gara sul piano del gioco, ma anche delle considerazioni del tecnico sul singolo. A cominciare dall’intensità e dalla competitività: altissime, come la concentrazione del gruppo squadra. Non a caso a Bologna si narra non volasse una mosca durante le sedute, anche se Thiago sapeva pure come e quando sdrammatizzare o scherzare. Non immaginatevi, però, corse nei boschi o sedute in stile campus militare. Al centro di tutto, anche della parte atletica, c’è sempre un protagonista: il pallone. Una filosofia che Motta ha sviluppato dai tempi del Barcellona in salsa olandese di Van Gaal e Rijkaard. Come ripeteva il personaggio di un vecchio cartone animato giapponese, la palla deve diventare il miglior amico di ogni calciatore. Un alleato e non solo uno strumento. E con le strutture a disposizione alla Continassa, tra i centri più attrezzati in Italia e in Europa, Thiago potrà sbizzarrirsi nel ricercare le metodologie d’allenamento più moderne e avanzate.