Quattro giorni da dimenticare con l’Inter: Lautaro chiede all’Argentina la ricarica

Senza Messi, il Toro è una delle guide della squadra che giocherà negli Stati Uniti le amichevoli contro El Salvador e Costa Rica. Inzaghi lo aspetta “rimotivato” da una rete con l’Albiceleste

Un viaggio in America per giocare con la maglia dell’Argentina le due amichevoli contro El Salvador e Costa Rica, ma anche per cambiare aria e smaltire la delusione successiva a quattro giorni “terribili” con addosso la maglia dell’Inter.

Complice l’assenza dell’infortunato Leo Messi, Lautaro Martinez sarà uno dei giocatori chiave della Seleccion del c.t. Scaloni e alla settimana che passerà con la sua nazionale, oltre a un gol che con l’Albiceleste gli manca dal 24 settembre 2022 (si avete letto bene…), chiede di dimenticare, almeno un po’, l’eliminazione dalla Champions League.

Le pause delle nazionali non sono mai accolte con il sorriso dagli allenatori, che perdono per diversi giorni giocatori importanti e sono costretti a incrociare le dita sperando che non arrivino infortuni, ma stavolta Inzaghi è un po’… meno triste vedendo i suoi uomini chiave allontanarsi da Appiano Gentile. Sa che soprattutto il Toro ha sofferto parecchio il k.o. contro l’Atletico, frutto anche del suo errore finale dal dischetto, nella sequenza decisiva. Da due settimane Martinez non scrive niente sui social e certo la vittoria sfumata di domenica contro il Napoli non ha migliorato il suo morale. Anche perché nelle ultime tre partite contro il Genoa, l’Atletico e gli azzurri di Calzona (a Bologna è rimasto 90 minuti in panchina) non è riuscito a battere il portiere avversario. Un’enormità per uno che vive di gol come lui e che in questo 2023-24 è già a quota 26 centri in 37 presenze. Ecco perché la convocazione con l’Argentina, e la possibilità che si possa sbloccare nelle prossime due amichevoli, sono viste positivamente anche dal tecnico di Piacenza e dal suo staff. Magari dagli States tornerà un Martinez  stanco a causa del fuso orario, ma con il morale un po’ migliore rispetto a quello dei giorni successivi al match del Metropolitano.

Titolari, riserve, mediani: con Inzaghi segnano tutti. E l’Inter non è Lautaro-dipendente

Tra Napoli e Benfica 6 gol con 6 marcatori differenti: anche quando la stella si prende una pausa, i Inter trovano la via del gol. Ecco come

Essere leader anche senza segnare. Eccolo, il nuovo Lautaro Martinez: capitano, riferimento, primo difendente. Ne è una prova chiara il pallone recuperato da cui è partita l’azione del 2-0 di Barella contro il Napoli. E anche quando il Toro non gonfia la rete, l’Inter va forte. Che notizia meravigliosa per Simone Inzaghi: in pochi giorni, tra Lisbona e Napoli, i nerazzurri hanno collezionato reti pur senza il numero 10 tra i marcatori. Una cooperativa del gol che coinvolge tutti. 

Si potrebbe dire, utilizzando un’espressione latina, che Lautaro sia “primus inter pares”. Un primo tra eguali, riferimento in un gruppo in cui tutti hanno pari dignità. Qui si parla di gol e di produzione offensiva: il Toro è ovviamente la stella e l’apice, con i suoi 15 gol tra Serie A e Champions League, ma non è la sola fonte da cui attingere per spiegare l’efficacia dei nerazzurri quando c’è da aggiungere reti al tabellino. In fondo Lautaro ha segnato un gol nelle ultime quattro partite (allo Stadium contro la Juventus) eppure l’Inter non ha rallentato dal punto di vista realizzativo. 

Emblematico quando accaduto nelle ultime due sfide, contro Benfica e Napoli. Questi i marcatori: Arnautovic, Frattesi, Sanchez, Calhanoglu, Barella, Thuram. Segnano tutti: attaccanti e centrocampisti, titolarissimi e “riserve”. A Lisbona non c’è stato bisogno di cambiare le cose all’intervallo per far partire la rimonta. I tre interisti a segno nella trasferta europea sono giocatori che provano a ritagliarsi il proprio spazio in quello che al momento è un monopolio, nelle partite che contano davvero. Hanno battuto un colpo e i fedelissimi di Inzaghi hanno subito risposto, a Napoli: Calha e Barella hanno dimostrato perché sono imprescindibili in questa Inter e Thuram ha immediatamente ricacciato indietro Marko e Alexis, in una concorrenza interna che non può che fare bene a una squadra che viaggia compatta verso obiettivi ambiziosi. 

Il Milan rialza il muro: Tomori è out, Thiaw fisso su Lautaro. È sfida Kalulu-Kjaer

L’inglese squalificato nella sfida contro l’Inter: Malick e Pierre in coppia solo altre due volte

Un nuovo ministro della difesa si candida per il derby: Malick Thiaw, centrale rossonero che nelle ultime settimane ha guadagnato numerosi consensi. Per l’altra maglia è invece aperto il ballottaggio che Pioli scioglierà solo nei giorni precedenti la grande sfida del pomeriggio di sabato 16 settembre: in lizza Kalulu o Kjaer, esponenti di due diverse correnti.

Il primo è un giovane ex terzino destro adattato centrale, titolare nell’anno dello scudetto, e poi retrocesso a prima riserva. L’altro è Simon Kjaer, difensore di esperienza, uno dei senatori che hanno contribuito alla risalita della squadra. Simon era arrivato nel gennaio 2020 dopo una disfatta difensiva del Milan, lo storico 5-0 subito a Bergamo contro l’Atalanta. Dopo aver aiutato a ricostruire il muro, anche Kjaer ha perso posizioni: le gerarchie del reparto oggi vedono Thiaw e Tomori un passo avanti a tutti gli altri. Succede però che tra le tante buone notizie dell’inizio di stagione rossonera, ce ne sia una meno positiva: l’espulsione rimediata a Roma per doppio giallo costerà a Tomori un turno di squalifica. Nel derby non sarà candidabile. 

Così, chi contrasterà il leader dell’opposto schieramento, Lautaro Martinez, re dei cannonieri con l’Inter? Thiaw sarà il suo diretto marcatore. La sua popolarità è aumentata all’improvviso nel febbraio scorso, dopo le partite da titolare contro Harry Kane. Risultato: l’ex bomber del Tottenham a secco e Milan avanti in Champions. Dentro dall’inizio anche nell’ultimo derby d’Europa, il ritorno della semifinale, e in tutto altre 15 volte in Serie A. Con una serie di ottime prestazioni si è guadagnato la nazionale tedesca: due partite contro Polonia e Colombia a giugno scorso e convocato per gli impegni contro Giappone e Francia di 9 e 12 settembre. E’ la prima stagione che inizia con Thiaw nell’undici di base: tre buone partite su tre in questo avvio. Più solido anche di Tomori, caduto a Roma dopo il doppio giallo.

L’altra maglia è da assegnare, con Kalulu che sembra avanti nelle preferenze: già contro la Roma, scegliendo lui e non Kjaer per coprirsi nel finale, Pioli ha fatto intuire le sue linee guida. Il fatto che il francese sia rimasto a Milanello in queste settimane di sosta è un ulteriore vantaggio: Kjaer ha invece risposto alla chiamata della Danimarca e salterà più di un allenamento rossonero.

Inter, chi sarà il nuovo capitano? Due pretendenti, un favorito. E altri tre osservano…

Con gli addii di Handanovic, D’Ambrosio, Brozovic e Skriniar, la fascia dei nerazzurri è al momento senza padrone. Il candidato numero uno è Lautaro Martinez, per anzianità e per quanto accaduto l’anno scorso. Ma quale sarà la nuova gerarchia?

Una fascia senza padrone e tanti possibili pretendenti. Con gli addii di Handanovic (non è ancora ufficialmente stato “salutato”, ma un nuovo contratto è ipotesi improbabile), D’Ambrosio e Brozovic, oltre a quello di Skriniar, è aperto il casting per quanto riguarda il ruolo di prossimo capitano dei nerazzurri. C’è da assegnare la fascia “ufficialmente” ma anche da stabilire le nuove gerarchie, dopo che nel 2022/23 a indossarla sono stati in tanti, tra esclusioni e assenze per infortunio. 

L’ultimo ad averla avuta stretta intorno al braccio è stato Brozovic, nella finale di Champions League contro il Manchester City. Senza Handanovic, D’Ambrosio e Skriniar, era lui il capitano designato. Ma le strade del mercato hanno allontanato Marcelo da Milano, così come successo per Skriniar: in una singola estate, nel giro di pochi giorni, il club nerazzurro ha perso due veterani. Se uno dei due fosse rimasto a Milano, sarebbe stato capitano. Ma Milan ha deciso di rompere e di unirsi al Psg, con tanto di fascia tolta già a gennaio, mentre Epic Brozo è stato accompagnato alla porta.

Quanto accaduto nella seconda parte della scorsa stagione è un segnale chiaro: tutte le strade portano a Lautaro Martinez. L’argentino si è trovato a essere capitano in assenza dei quattro giocatori già nominati ed è stato riconosciuto da tutto il mondo Inter come il nuovo leader, grazie anche all’aura da campione del mondo che aleggiava intorno a lui. Ha vinto il duello interno con Barella, che al momento non è da tagliare fuori dalla corsa. Ma il Toro parte decisamente avanti, per quanto successo l’anno scorso – Nicolò non ha mai indossato la fascia dal primo minuto – e anche per anzianità in nerazzurro: Lautaro è arrivato all’Inter nel 2018, Barella un’estate dopo.

Inter, Zanetti incorona Lautaro: “Punto di riferimento, evoluzione impressionante”

Il vicepresidente nerazzurro esalta l’attaccante argentino che a suon di gol ha fatto innamorare il pubblico di San Siro

Lautaro Martinez è sempre più l’uomo imprescindibile per l’Inter di Simone Inzaghi, attaccante di razza che fa di corsa, tecnica e imprevedibilità i suoi punti di forza. Un vero e proprio riferimento per i nerazzurri, con lo stesso Javier Zanetti che ammette l’importanza del “Toro” per il gioco dell’Inter: “Per noi è un attaccante importante, di riferimento non solo per le sue caratteristiche. Da quando è arrivato ha avuto un’evoluzione impressionante”.

Il gol di Lautaro Martinez contro il Milan ha spedito l’Inter in finale di Champions League di Istanbul e Zanetti a Radio La Red ha incoronato l’attaccante: “È una sorpresa positiva per noi, perché oggi ha aggiunto tante alternative al suo modo di giocare.  È importante per noi, un punto di riferimento anche per la sua generosità e la sua dedizione”. “Per un attaccante non è mai facile adattarsi al calcio italiano, ma da quando è arrivato ha avuto un’evoluzione impressionante e ha fatto molto bene” ha detto Pupi Zanetti.

Un calciatore il cui peso in attacco non può di certo passare inosservato alle big per il mercato: “Non so quanto possa valere Lautaro, perché il mercato cambia ogni giorno. Di certo quando hai un giocatore forte come lui possono venirselo a prendere. Ma io sono tranquillo”. L’ex capitano nerazzurro ha anche parlato della sfida col Manchester City, finale di Champions i cui ricavi sono milionari, club in cui gioca anche un altro argentino: “Alvarez è un buon giocatore, oggi l’Argentina deve essere felice di avere due attaccanti come lui e Lautaro. Hanno caratteristiche diverse, ma possono giocare insieme e possono fare molto bene. Martinez può essere un punto di riferimento per noi e per la Seleccion”.

“In finale può succedere di tutto, perché le cose cambiano da un momento all’altro- ha detto a Radio La Red-. Per noi sarà un match importante, contro una grande squadra allenata da un grande allenatore come Guardiola. Incontrare una squadra inglese non fa differenza”. Parole, quelle di Zanetti, che rispondono alle dichiarazioni di Guardiola dopo il match vinto col Real Madrid. 

Lukaku torna Big Rom e pensa al Milan: “Quanto vorrei giocare martedì…”

Il belga sempre più in palla è decisivo contro il Sassuolo: “La prima rete come quelle di Adriano?

La lunga rincorsa di Romelu Lukaku sembra architettata alla perfezione per arrivare alle fasi decisive della stagione nella più smagliante forma possibile.

Sette gol e quattro assist in campionato da inizio febbraio a oggi – nessuno come lui e Lautaro Martinez nel periodo – a cui Big Rom ha aggiunto il rigore delle polemiche alla Juventus in Coppa Italia e le reti fondamentali rifilate a Porto e Benfica in Champions League. Ed è senza dubbio un bel modo per festeggiare il trentesimo compleanno: due splendidi gol e il titolo di migliore in campo indiscusso.

Una rosa con Lukaku a disposizione non è minimamente paragonabile alla versione “limitata” a due punte segnanti. Perché se per la prima metà di stagione Lautaro Martinez ed Edin Dzeko hanno tirato la carretta con una produzione di reti eccezionale, i due attaccanti sempre presenti hanno sofferto un fisiologico e contemporaneo calo di efficacia che ha contribuito alla crisi di fine inverno-inizio primavera. Big Rom non è riuscito a intervenire con il tempismo perfetto, ma proprio in tempo di magra ha firmato gli ottavi di finale contro il Porto e ha fatto ricorso alla sua specializzazione in rigoristica per prendere la rincorsa. Ora però la metamorfosi sembra completa, perché anche contro il Sassuolo il centravanti di proprietà del Chelsea ha lottato, ha catalizzato l’attenzione dei difensori e ha rovinato la serata di Ruan Tressoldi, scherzandolo sul primo gol prima del siluro sotto l’incrocio e facendolo piombare in un’ora fantozziana. Lukaku forse non è ancora nella migliore versione di se stesso, ma i palloni persi e gli sprechi si stanno riducendo di uscita in uscita. Mentalmente, non esce mai dal match: anche negli impanicati minuti finali di Inter-Sassuolo, con il Giuseppe Meazza quasi pronto ad assistere una rimonta in stile Istanbul, ha messo le sue qualità al servizio della squadra e forzato la fine del match con la doppietta completata all’89’ in progressione, sintomo di salute. Perché, dopo tutto, se deve pensare alla città più famosa della Turchia e al suo Ataturk, preferisce farlo riferendosi al prossimo futuro e non al passato di inizio millennio.

Inter con un Lautaro in più. Il Toro è tornato al gol e adesso punta la Juve

A segno con Benfica ed Empoli e tornato in fiducia dopo essere rimasto a secco 8 volte fra marzo e aprile. Contro la Signora non ha una tradizione positiva, ma ora vuole cambiare la storia

La Signora è la squadra che Martinez ha affrontato più volte in carriera: nei 15 incontri disputati contro i bianconeri ha un bilancio negativo sia a livello di risultati (4 vittorie, 4 pareggi e 7 ko) sia di gol realizzati (appena 3). E quando è riuscito a battere il portiere juventino, in due occasioni la sua Inter ha perso.

Una settimana fa, prima di Inter-Benfica, Lautaro Martinez credeva di essere rientrato in uno di quei tunnel che a volte aveva imboccato prima di diventare campione del mondo con l’Argentina. Periodi in cui la via del gol per lui era un sentiero tortuoso e battere il portiere avversario una specie di “missione impossibile”. Contro i portoghesi invece ha segnato la rete del 2-1, quella che ha infuso una bella dose di tranquillità in un San Siro preoccupato dal momentaneo pari delle Aquile. Il Toro ha così interrotto un digiuno di 8 incontri con la maglia nerazzurra. Il tutto non considerando le due amichevoli disputate con la maglia dell’Argentina, le gare contro Panama e Curaçao nelle quali non aveva segnato. Il momento difficile, adesso che ha esultato sia contro il Benfica sia domenica a Empoli, sembra alle spalle e Lautaro vuole inanellare un’altra serie di prestazioni importanti come quella a inizio 2023.

Lautaro nel 2022-23 è a quota 19 reti ovvero a -6 dal suo record personale di 25 centri firmato lo scorso anno. Per tagliare il traguardo ha a disposizione 7 incontri di campionato, la semifinale di ritorno di Coppa Italia di stasera e la doppia semifinale di Champions contro il Milan del 10 e del 16 maggio. Più le eventuali finali delle due coppe, da conquistare sul campo. In tutto 10 o 12 match. Nel 2023 il Toro è già a quota 11 gol e soprattutto per il terzo campionato di fila ha superato quota 15 in Serie A. E’ sulla strada di Mauro Icardi che ci è riuscito per 4 volte di fila. Ormai all’Inter è riconosciuto come un leader, un punto di riferimento per la squadra.

Lautaro: “Italia di alto livello. Dybala? Spero giochi dove è a suo agio”

L’attaccante dal ritiro dell’Argentina a Bilbao: “Con gli Azzurri test importante. Non ho parlato con Paulo del suo futuro”. Intanto Correa pubblica una foto con la Joya…

Lautaro Martinez e Paulo Dybala stanno condividendo il ritiro dell’Argentina a Bilbao, ma gli sviluppi suggeriscono che i due possano finire per condividere gli allenamenti anche ad Appiano Gentile, all’Inter. Proprio dalla Spagna arrivano le parole del Toro, intervistato da Tyc Sports sul momento dell’Albiceleste. Tra le varie domande, non sono mancate quelle sulla Joya.

L’AUSPICIO— L’attaccante dell’Inter in realtà ha cercato di schivare le provocazioni di mercato, sottolineando però quanto si auguri il meglio per Dybala: “Abbiamo parlato di tante cose, ma senza toccare l’argomento del suo futuro. Deciderà quando queste partite saranno finite. È un giocatore con qualità e personalità e spero che giochi dove si sente più a suo agio, dove è felice”.

L’ITALIA—Tornando sulla nazionale, l’Argentina è attesa l’1 giugno a Wembley per affrontare l’Italia, su cui Lautaro si è espresso con rispetto nonostante il pasticcio contro la Macedonia del Nord: “Sarà una partita importante per noi per quello che significa la nostra avversaria, al di là del fatto che è stato esclusa dal Mondiale. Conosciamo le loro caratteristiche e i loro giocatori, sono una rivale di alto livello. Ci aspetta un test molto importante per vedere a che punto siamo”. Il Toro non nasconde infine una certa emozione per il primo Mondiale della sua vita, Qatar 2022: “Sono un po’ ansioso, è un sogno che ho fin dall’infanzia. Con la mia famiglia parlo costantemente di questo, loro sono tutti appassionati di calcio. Speriamo di poter lasciare un buon ricordo”.

FUTURI COMPAGNI?—A metà pomeriggio, invece, Joaquin Correa ha pubblicato una storia su Instagram con una fotografia in compagnia proprio di Dybala. Certo, sono entrambi convocati dall’Albiceleste, ma la sensazione che quest’intesa possa superare i confini della nazionale è piuttosto netta.