Patric e Vecino stendono l’Empoli: la Lazio spera ancora nella Champions

Il successo giunge nel 50° anniversario del primo scudetto. I toscani restano a +2 sulla zona retrocessione ma hanno una gara in meno rispetto a Udinese (prossima avversaria) e Sassuolo

Nell’atmosfera di festa per i cinquanta anni dal primo scudetto, la Lazio incassa contro l’Empoli la quarta vittoria interna di fila in campionato con Tudor in panchina (a punteggio pieno in casa con i tecnico subentrato a Sarri). E si porta a un punto dal quinto posto condiviso da Atalanta e Roma in attesa dello scontro diretto di questa sera.

E quindi può sperare ancora nella Champions. I gol di Patric e Vecino, entrambi giunti a chiusura di tempo, risollevano dalla difficoltà di una gara complicata sul piano tattico. Prova generosa da parte dell’Empoli che ha lottato sino all’ultimo. Pe i toscani però un solo punto nelle ultime tre gare e la strada per la salvezza è sempre più in salita e che passa dalla sfida di Udine della prossima settimana.

Nell’atmosfera di festa per i cinquanta anni dal primo scudetto, la Lazio incassa contro l’Empoli la quarta vittoria interna di fila in campionato con Tudor in panchina (a punteggio pieno in casa con i tecnico subentrato a Sarri). E si porta a un punto dal quinto posto condiviso da Atalanta e Roma in attesa dello scontro diretto di questa sera. E quindi può sperare ancora nella Champions. I gol di Patric e Vecino, entrambi giunti a chiusura di tempo, risollevano dalla difficoltà di una gara complicata sul piano tattico. Prova generosa da parte dell’Empoli che ha lottato sino all’ultimo. Pe i toscani però un solo punto nelle ultime tre gare e la strada per la salvezza è sempre più in salita e che passa dalla sfida di Udine della prossima settimana.

Chiesa: “10 mesi di ostacoli e dolore, ma non ho mai mollato. Io e Vlahovic, vedrete che coppia”

L’attaccante ha raccontato in un docufilm i mesi dell’infortunio: “A livello umano sono migliorato. Voglio solo tornare al massimo. Con la Lazio in Coppa Italia ci sarò”

Federico Chiesa ora è un ragazzo felice. Può di nuovo correre dietro a un pallone, come non ha potuto fare per 10 mesi dopo l’infortunio al crociato del ginocchio sinistro di un anno fa. Un viaggio lungo e pieno di difficoltà, ma anche formativo, che lui stesso ha voluto raccontare in un docufilm targato Prime Video.

“Ci sono stati tanti momenti difficili, il più duro quando mi hanno confermato la rottura del crociato. In questi 10 mesi ho dovuto superare tanti ostacoli. Prima il dolore post intervento, poi le 6 settimane di stampelle: il traguardo sembrava veramente lontano. Quando ho ricominciato a correre ci sono stati problemi, che in una riabilitazione così lunga e dopo interventi di questo tipo possono capitare. Ho visto il mio obiettivo allontanarsi, però non ho mollato. Sono sempre stato consapevole che dovevo tornare a giocare. Sono abituato ad andare oltre le difficoltà, l’ho sempre fatto nella mia carriera”.

“Entrambe le cose. All’inizio il dolore era così intenso che facevo fatica ad alzarmi dal letto. Oggi posso dire che mi è stato utile, perché sono maturato. Andare al campo ogni giorno, provare a fare un esercizio in più per vedere i miglioramenti: tutto questo mi ha aiutato tanto anche a livello umano”.

“La coppia Osi-Kvara è una delle più forti della A, sono tutti e due in grande forma e soprattutto hanno trovato affiatamento giocando insieme dall’inizio della stagione. Io e Dusan abbiamo avuto dei problemi, ma tra noi alla Fiorentina c’è sempre stata una grande complicità che speriamo di ritrovare alla Juve. Mi è dispiaciuto non esserci contro il Monza soprattutto perché erano tornati Vlahovic e Pogba. Ho avuto un problema al flessore, nulla di preoccupante. Contro la Lazio in Coppa Italia ci sarò”.

Lazio-Fiorentina, Sarri: “Traguardo Champions? Ci sono squadre più attrezzate”

L’allenatore della Lazio dopo l’1-1: “Siamo stati leggermente meno brillanti a livello fisico. Ma la squadra ha sofferto, non ha mollato, ha provato a vincerla fino alla fine. È un bel segnale. Immobile l’ho visto bene” ha detto a DAZN. “Zona Champions? Non cambio mai idea, sono convinto che ci siano squadre più attrezzate di noi”.

Frena la Lazio, dopo due vittorie di fila e un poker al Milan, con la Fiorentina in casa è 1-1. Sarri manca l’aggancio al secondo posto con l’Inter e va a quota 38 con Atalanta e Milan: “La zona Champions è sempre un miracolo? Non cambio mai idea – ha risposto Sarri a DAZN -. Sono convito che ci siano squadre più attrezzate di noi per questo traguardo”. E sulla partita: “La nostra linea difensiva ha fatto molto bene. Eravamo meno lucidi mentalmente rispetto alle ultime, abbiamo perso un po’ di palloni riconquistati poco prima. Siamo stati leggermente meno brillanti a livello fisico. Ma la squadra ha sofferto, non ha mollato, ha provato a vincerla fino alla fine. È un bel segnale”.

Nel post partita ha parlato a Sky il portiere della Lazio: “Penso solo a fare bene ogni giorno e poi a riportarlo in partita, l’importante è dare il massimo. La partita di oggi è stata molto difficile, la Fiorentina è una squadra forte che ha meno punti di quelli che meriterebbe. È comunque un punto che va bene”. Sulla continuità di risultati: “Credo che siamo sulla strada giusta, lo dico più guardando il lavoro in settimana che le partite. Ovviamente uno vorrebbe vincerle tutte. Io un portiere moderno? Cerco di fare quello che mi viene richiesto, cerco sempre di aggiungere un tassello ogni giorno”.

Juve, per Di Maria lesione di basso grado del bicipite femorale: 20 giorni di stop

L’argentino potrà tornare in campo prima della pausa per il Mondiale: se non nel derby d’Italia (in programma il 6 novembre) potrebbe esserci con l’Hellas Verona e con la Lazio a seguire

Angel Di Maria potrebbe al massimo tornare in campo per affrontare l’Inter, ma di certo non sfiderà il suo ex PSG da avversario. Come all’andata, il Fideo sarà out a causa di un infortunio. Serviranno infatti venti giorni per recuperare dalla lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia destra, rimediato a metà del primo tempo della maledetta trasferta di Haifa, quando i bianconeri erano già sotto di una rete.

Gli esami strumentali, cui si è sottoposto stamattina al J Medical, hanno confermato le brutte sensazioni iniziali ma sollevato circa l’entità dell’infortunio. L’argentino potrà tornare in campo prima della pausa per il Mondiale: se non nel derby d’Italia (in programma il 6 novembre) potrebbe esserci con l’Hellas Verona e con la Lazio a seguire. Salterà invece le gare con Torino, Empoli, Benfica e Lecce. Quanto alla sfida da ex, l’ultima in calendario nel girone di Champions League, l’assenza è da considerare pressoché certa. Mentre la convocazione per la sfida dello Stadium con i nerazzurri di Inzaghi per adesso è da tenere su una linea piuttosto teorica.

Di Maria si è già fermato altre due volte in questa prima parte di stagione per un problema all’adduttore sinistro, oltre all’assenza di due gare di campionato per la squalifica rimediata dopo l’espulsione di Monza. Il Fideo fin qui ha garantito solo 330 minuti: troppo pochi per una delle due stelle pescate in estate dal mercato dei parametri zero per alzare il livello della rosa bianconera. Di Maria ha preso parte a 7 delle 13 partite giocate fino a questo momento tra campionato e Champions League: mai 90 minuti per intero.

Immobile: “Avevo pensato di lasciare la Nazionale. Ma finché ci sarà bisogno di me, io ci sarò”

Il centravanti azzurro dal ritiro di Coverciano: “Sono l’attaccante della non qualificazione al Mondiale, non quello della Nazionale che ha vinto l’Europeo”

Sognare si può, anzi si deve, ha sempre detto. E Ciro Immobile, ad anni 32, ha sogni alti: giocare il prossimo Mondiale con l’Italia e vincere lo scudetto con la Lazio.

“Nella mia carriera non mi sono mai dato limiti: sono state fiducia e positività a farmi andare oltre le mie qualità tecniche”. Se la Lazio dovesse vincere lo scudetto andrebbe molto oltre, “e infatti da capitano non posso mettermi a urlare nello spogliatoio “Vinciamo lo scudetto” e non lo sto facendo. Però è quello il mio pensiero fisso a ogni inizio ritiro. Mi piace poter raggiungere il massimo, siamo una squadra in crescita, se poi arriva la Champions non ci resto male. Siamo partiti bene, facendo errori in Europa e perdendo male due punti a Genova, però abbiamo raggiunto un buon equilibrio in difesa, come dicono i numeri, ed è quello che ci chiedeva Sarri. Segniamo meno, ma abbiamo più punti dell’anno scorso con la difesa messa a posto. Ora dobbiamo mettere a posto l’Europa League dopo l’ultima figuraccia”.

La Lazio è sempre stata la sua comfort zone, un regno conquistato e governato a forza di gol, tanti, ogni anno. Il contrario di quello che gli succede in Nazionale, “e me lo chiedo quasi ogni giorno: perché con la maglia azzurra io segno meno? Forse alla Lazio ho più margini d’errore, qui c’è più pressione e strafare a volte ti porta a fare cavolate. Certo che fa rosicare: ho vinto quattro volte la classifica marcatori e qui faccio fatica”. Fa rosicare e anche pensare, e Immobile non ha problemi ad ammetterlo: ha pensato seriamente di lasciare la Nazionale. Per due motivi, sostanzialmente. Il primo: “La delusione per la mancata qualificazione al Mondiale mi ha fatto venire molti dubbi, poi tornando a giocare con la Lazio piano piano mi sono reso conto di avere ancora qualcosa da dare a questa maglia: rappresenta tutto per chi gioca a calcio e deve essere così per chi vuole fare questo mestiere. Finché ci sarà bisogno di me, io ci sarò: mi sento un leader nello spogliatoio e soprattutto mi sento in dovere di dare qualcosa al gruppo, dentro e fuori dal campo. E anche se l’età avanza, se sto come adesso potrò dare ancora qualcosa, anche nel 2026. È uno degli obiettivi che mi sono posto”. Mancini, dice Immobile, non ha avuto bisogno di insistere più di tanto per toglierli ogni incertezza: “Credo non abbia mai avuto il dubbio che potessi davvero lasciare. Sono state più importanti le mie riflessioni, fatte assieme alla mia famiglia”.

Lazio-Verona, Sarri: “Vinta una partita dura, dopo l’Europa League non era facile”

Ritorno alla vittoria dopo il ko dell’ultimo turno di campionato contro il Napoli e nonostante gi sforzi europei: Maurizio Sarri può essere soddisfatto, la sua Lazio batte il Verona 2-0 all’Olimpico e si porta a quota 11 punti in classifica. Intervenuto a Dazn nel postpartita, l’allenatore biancoceleste ha commentato così la prova dei suoi: “Sono soddisfatto perché era una partita dura contro una squadra difficile da affrontare – ha spiegato Sarri -. In queste gare, se non si sblocca il risultato subito, poi diventa molto complicato. In più, quando si giocano partite su un terreno così che non è degno della città di Roma, diventa ancora più difficile”.

Un risultato, quello ottenuto dalla Lazio, che acquisisce un significato ancora maggiore perché arrivato dopo la gara giocata e vinta in settimana in Europa League contro il Feyenoord: “Lo dicono i numeri – ha sottolineato Sarri -, l’anno scorso in 8 partite giocate dopo l’Europa League abbiamo fatto 5 punti, mentre nelle altre abbiamo avuto una media di 2 punti a partita. Il nostro campionato è stato condizionato da questo. Per chi gioca in Europa è difficile mantenere un equilibrio, se si guardano tutti i campionati anche il Borussia Dortmund e il Bayern Monaco in questa settimana hanno rallentato. Noi, in ogni caso, l’anno scorso abbiamo fatto diventare tutto ancora più difficile”.

Infine, prima di un’analisi sulla produzione offensiva, Sarri si è soffermato sulle condizioni di Manuel Lazzari, costretto a uscire a causa di un problema fisico: “Non penso che alla fine ci siano grandi differenze rispetto all’anno scorso in fase offensiva – ha concluso l’allenatore biancoceleste -, l’anno scorso a questo punto del campionato avevamo fatto più gol perché ne avevamo segnati 6 in una partita in casa. In questo momento l’aspetto più importante è trovare un minimo di stabilità in più in fase difensiva. Come sta Lazzari? Non sembra gravissimo, ma sembra un problema muscolare e ne sapremo di più domani. Sicuramente starà fuori per qualche giorno”.Maurizio Sarri

Inter (quasi) al completo con la Lazio. Gosens favorito su Dimarco

Ultimo allenamento per i nerazzurri prima della partenza per la capitale, in programma nel pomeriggio. Contro i biancocelesti out solo Mkhitaryan che prosegue il lavoro differenziato

Ultime fatiche per i nerazzurri prima della partenza per Roma per la sfida con la Lazio. L’allenamento di rifinitura svolto questa mattina ha consegnato a mister Inzaghi un gruppo carico e in salute, con l’unica eccezione di quel Mkhitaryan ancora impegnato a smaltire il problema muscolare rimediato lo scorso 16 agosto. Ma i segnali registrati questa mattina sono incoraggianti, tanto che l’armeno ha svolto lavoro differenziato e crescono le possibilità che torni disponibile per il prossimo impegno casalingo contro la Cremonese. Buone notizie anche sul fronte Bellanova, che fino a ieri lamentava qualche fastidio alla caviglia: l’ex esterno del Cagliari è recuperato e ha svolto regolare lavoro in gruppo, pertanto farà parte della spedizione romana. Nessuna pista su chi occuperà la fascia sinistra all’Olimpico.

Con l’ultima seduta prima della trasferta dell’Olimpico la squadra ha di fatto inaugurato una nuova fase della preparazione: abbandonati i pesanti carichi delle sedute agostane, lo staff nerazzurro si concentrerà d’ora in avanti sulla delicata gestione dei muscoli in vista di un lungo tour de force che terminerà solo a metà novembre con la pausa imposta dai Mondiali. La squadra lavorerà su tenuta e reattività, in modo da evitare ulteriori sovraccarichi in aggiunta agli impegni programmati praticamente ogni tre giorni. Il lavoro odierno sui campi della Pinetina ha visto la partecipazione del gruppo al completo, con Mkhitaryan a sgambettare a parte svolgendo esercizi specifici. A svolgere regolare allenamento anche Bellanova, che non ha accusato più alcun fastidio alla caviglia e partirà nel pomeriggio verso Roma con il resto dei compagni.

Quanto alla possibile formazione, permane il ballottaggio a sinistra tra Gosens e Dimarco. Nessuna pista fornita in merito da Inzaghi nella rifinitura svolta questa mattina, anche se il tedesco sembra ancora in leggero vantaggio per una maglia da titolare. Non è escluso che il mister decida di sciogliere i dubbi nella conferenza stampa di rito prevista nel pomeriggio, mentre non dovrebbero esserci novità per i restanti dieci undicesimi: in porta dovrebbe esserci ancora Handanovic, difesa a tre con Skriniar-De Vrij-Bastoni, centrocampo di gala con Barella-Brozovic-Calhanoglu, Dumfries a spingere sulla destra e davanti l’immancabile Lu-La. Obiettivo: vendicare il k.o. dello scorso campionato.

Indice di liquidità, il Tar respinge il ricorso Figc: sentenza che premia la Lega

L’avvocato Cesare Di Cintio, specializzato in diritto sportivo, fa il punto sulla sentenza che regola la questione che ha infiammato lo scontro del calcio italiano.

Nella mattinata di mercoledì 22 giugno la Sezione prima Ter del Tar del Lazio ha respinto l’appello presentato in via cautelare dalla Federcalcio contro la decisione del Collegio di Garanzia del Coni sull’applicazione dell’indice di liquidità per le società. Lo stesso Collegio, il 13 giugno, aveva accolto in parte l’appello della Lega Serie A escludendo di fatto l’indice di liquidità tra i requisiti obbligatori per l’iscrizione al campionato.

Questo il parere dell’avvocato Cesare Di Cintio, specializzato in diritto sportivo e fondatore dello studio DCF Sport Legal: “Con indice di liquidità si intende un rapporto tra crediti e debiti correnti di una società. A fine aprile, il consiglio Figc lo aveva fissato a 0.5 per i club, scollegandolo dal provvedimento di possibile blocco delle operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori in caso di mancato rispetto, ma rendendolo condizione vincolante per l’iscrizione di un club al campionato. L’obiettivo della Figc era quello di garantire una stabilità a lungo termine per le società sportive. Normativa che la Lega Serie A non ha accolto favorevolmente principalmente per le tempistiche. In caso di sentenza favorevole a Figc, le società non in regola con i conti si sarebbero infatti trovate a doverli sistemare entro la mezzanotte del 22 giugno, data di scadenza per le iscrizioni. Il Collegio di Garanzia ha dunque accolto il ricorso della Lega, evidenziando il problema della tempistica eccessivamente stretta”.

Serie A, Juventus-Lazio 2-2: Milinkovic-Savic blinda l’Europa League al 95’

Pari e patta in extremis allo Stadium tra la Juve e la Lazio. Nella 37.ma giornata di Serie A tra la squadra di Allegri e gli uomini di Sarri finisce 2-2 con i biancocelesti che blindano aritmeticamente la qualificazione alla prossima Europa League. A Torino i bianconeri sbloccano tutto con un colpo di testa di Vlahovic (10′), poi raddoppiano con una magia di Morata (36′). Nella ripresa poi i biancocelesti reagiscono e rimettono tutto in parità grazie a un autogol di Alex Sandro (51′) e a una rete nel recupero di Milinkovic-Savic (95′). Standing ovation per Chiellini e Dybala alla loro ultima gara in bianconero allo Stadium.

Allo Stadium è una serata di festa per tutti. Per Chiellini e Dybala, entrambi all’ultima presenza con la maglia bianconera davanti al loro pubblico e travolti dagli applausi, e per Maurizio Sarri, ormai certo del pass per l’Europa League grazie a un colpo last second. Un pareggio che regala emozioni fino all’ultimo e frutto di una gara a due facce. Nel primo tempo sono i bianconeri a fare il match e ad andare a bersaglio per due volte. Nella ripresa è invece la Lazio a spingere e a rimettere il match in parità nel recupero approfittando dell’ennesimo atteggiamento troppo passivo della Juve dopo il vantaggio. Andazzo che ha segnato gran parte della complicata stagione bianconera.

Chiellini 8: Re Giorgio saluta lo Stadium guidando col solito piglio la difesa per un quarto d’ora, poi lascia il posto a De Ligt, passa la fascia a Dybala ed esce dal campo tra gli applausi del pubblico e gli abbracci dei compagni. E’ lui la star della serata e l’8 è il voto alla carriera

Dybala 7: si piazza accanto a Vlahovic e gioca di fino cercando soprattutto gli applausi dello Stadium. Innesca il raddoppio con un colpo di tacco di gran classe, poi a fine partita scoppia in lacrime davanti all’affetto del popolo bianconero