Contro i liguri tutto nella ripresa: rigore del georgiano e poi doppietta del nigeriano. Vergognosi cori della curva spezzina che ha inneggiato alla morte di Maradona
Napoli O.K. e Spezia K.O. Giocando sulle sigle dei protagonisti Kvaratskhelia e Osimhen la capolista se ne va, come cantano i suoi tifosi arrivati numerosi dal nord Italia. In una partita scorbutica con uno Spezia che per un tempo regge bene, gli azzurri trovano i gol dei due fuoriclasse e in controllo, senza strafare, la squadra una volta in più mostra nervi saldi e grande padronanza nei propri mezzi. Stonati i cori razzisti della curva spezzina e ignobile in particolare i cori che inneggiano alla morte di Maradona.
Spalletti può schierare chi vuole e opta per la conferma degli undici che hanno battuto la Roma. Gotti, appena operato all’anca, non riesce ad andare in panchina dove lo sostituisce Lorieri. A Spezia devono fare di necessità virtù per le numerose assenze, ma i liguri presentano un 3-5-2 stretto e compatto che non consente il solito giro palla rapido alla capolista. I padroni di casa ripartono sempre pericolosamente e con Agudelo arrivano anche al tiro e a creare qualche mischia in area azzurra. Poi viene fuori il Napoli, con Kvaratskhelia delizioso nei dribbling stretti ma poi non decisivo nell’ultimo passaggio. Pochi palloni per Osimhen. Almeno per un tempo. Spalletti si agita parecchio in panchina perché la sua squadra va sotto ritmo e così facilita la fase difensiva di Caldara e compagni.