Spagna, è un’estate storica: si prende anche l’oro olimpico, Francia battuta ai supplementari

La nazionale di Santiago Denia vince 5-3: la doppietta di Camello manda in estasi gli spagnoli, a Henry non basta il 3-3 in pieno recupero

Thierry Henry aveva trovato il soprannome giusto per i suoi giocatori: “fous”. Pazzi. E in questa pazza finale, pazza è stata questa Francia andata in vantaggio con Millot, prima di scendere negli inferi nel giro di dieci minuti, incassando tre reti (doppio Fermin e Baena), per poi tornare a galla nella ripresa, dominando e togliendo temporaneamente dal collo della Spagna la medaglia d’oro, con Akliouche e Mateta dal dischetto nei minuti di recupero. Ma ai supplementari, la banda di Santiago Denia si è scrollata via il torpore del secondo tempo e ha conquistato il gradino più alto del podio, con i sigilli spietati, in apertura e chiusura, di Camello. Due gol che valgono un altro titolo olimpico, dopo quello di Barcellona 92.

La Francia invece sperava di tornare sull’Olimpo a quarant’anni dall’impresa di Los Angeles, nell’estate in cui i Bleus avevano pure vinto l’Europeo. E proprio al Parco dei Principi. E proprio contro la Spagna che si è vendicata soffrendo, bissando in più l’Europeo vinto il mese scorso, tra l’altro sbattendo fuori i Bleus in semifinale. Sotto gli occhi dei due c.t. delle nazionali maggiori De La Fuente e Deschamps, Denia mantiene comunque tutto uguale, come ai quarti e in semifinale. Henry invece cambia due dei suoi “pazzi” rispetto alla semifinale scavallata ai supplementari e in rimonta contro l’Egitto. A centrocampo così tornano dopo la squalifica Koné e soprattutto Millot, espulso dopo la rissa con l’Argentina ai quarti, strascico delle polemiche a sfondo razzista tra i due Paesi.

Joselu beffa l’Italia all’88’: la finale è Spagna-Croazia

Il rigore di Immobile risponde al gol lampo di Yeremi. Annullata una rete di Frattesi per fuorigioco. Azzurri in campo domenica per il terzo posto contro l’Olanda

Una beffa a metà, perché l’Italia deve fare anche mea culpa per le occasioni gol che aveva comunque avuto e non aveva sfruttato, ma comunque una beffa. La Spagna stacca il pass per la finale di Nations League contro la Croazia a due minuti dal termine dei 90’.

con gli uomini del destino: Rodri, che dopo aver castigato l’Inter nella finale di Champions League, trova la conclusione di potenza da cui nasce, dopo un doppio rimpallo su Cristante e Toloi, il tocco finale e vincente di Joselu.

E appunto l’attaccante dell’Espanyol, appena retrocesso, che aveva segnato due gol decisivi nel finale anche nella gara di qualificazioni all’Europeo contro la Norvegia. Così fa male, ma l’Italia dovrà meditare anche sui propri errori, in fase realizzativa e anche di precisione, che troppo spesso hanno vanificato i tentativi di spezzare il possesso palla spagnolo. Sfuma così la possibilità di vincere un trofeo, la squadra di Mancini giocherà l’inutile finalina contro i padroni di casa dell’Olanda, sempre qui a Enschede, domenica alle 15.

Mancini a sorpresa e in extremis torna al 3-5-2 che sembrava dover lasciare il posto al più “canonico” 4-3-3. Dunque il primo escluso è Raspadori, a vantaggio della coppia offensiva Zaniolo-Immobile, ma sta fuori anche Verratti, perché nella linea a tre di centrocampo il c.t. gli preferisce Frattesi: anche questa una scelta che sembra all’insegna della freschezza, la qualità che alla vigilia aveva detto avrebbe privilegiato, nelle sue scelte. Cade il ballottaggio Toloi-Bonucci, perché ci sono entrambi nella linea a tre difensiva assieme ad Acerbi, con Di Lorenzo e Spinazzola, preferito a Dimarco, sulle fasce. La “rivoluzione” di La Fuente è ancora più profonda: il c.t. spagnolo ne cambia otto rispetto alla sconfitta con la Scozia che ha complicato il cammino delle qualificazioni europee.