Inter, si allungano i tempi per Sommer. Prima di cederlo, il Bayern vuole un vice Neuer

Ieri il portiere svizzero di nuovo titolare in amichevole. Dalla prossima settimana il club nerazzurro accelera per Balogun. E se Correa va in Arabia, le punte in arrivo saranno due

L’Inter lo aspetta da giorni, ma intanto Yann Sommer continua a giocare con il Bayern Monaco. Dopo l’amichevole contro il City, lo svizzero è stato titolare anche ieri (per 90’) contro il Kawasaki Frontale e la situazione non è destinata a cambiare finché il club bavarese non avrà trovato un vice di Neuer. Il numero uno della nazionale elvetica lo ha capito e ieri a Sport 1 ha ammesso: “Non voglio dire niente riguardo a un mio trasferimento all’Inter perché ora sono qui con il Bayern e ho un ottimo rapporto con tutti. Del mio addio si parla da giorni, vedremo cosa succederà”. I bavaresi in questo momento sono concentrati sull’operazione Kane e la ricerca del secondo portiere passa in secondo piano. I candidati? Tanti: da Raya a Bono passando per Sanchez, Mamardashvili, De Gea e Baumann. 

Nei prossimi giorni intanto l’Inter intensificherà i contatti per Balogun, il talento dell’Arsenal che il club vuole regalarsi anche in ottica futura. Tutto sarebbe più facile se dall’Arabia arrivasse un’offerta per Correa e se, oltre all’attaccante americano, arrivasse anche un centravanti di peso come chiede Inzaghi.

Inter, attesa per Sommer. Avanti ad oltranza per il sì del Bayern

I bavaresi aspettano di avere un vice Neuer prima di lasciar partire lo svizzero: si va avanti a oltranza nella trattativa

Neppure i contatti di ieri sull’asse Milano-Monaco hanno portato la fumata bianca per l’acquisto di Yann Sommer da parte dell’Inter. Ormai si va avanti a oltranza, con la certezza che il Bayern darà il via libera solo quando avrà trovato un sostituto. È questo il messaggio inequivocabile “spedito” dalla Baviera. Il dialogo tra i due club va avanti e Rummenigge accontenterà lo svizzero, che ha scelto la formazione di Inzaghi per essere titolare nella stagione pre-Europeo, e il suo ex club, che sta aspettando il numero uno elvetico per affidargli l’eredità di Onana. Prima però serve un nuovo vice di Neuer: ieri le quotazioni di Bono del Siviglia erano in rialzo perché è il meno costoso, ma le alternative non mancano e soprattutto a Monaco l’attenzione era concentrata sulla missione odierna a Londra per acquistare Harry Kane dal Tottenham.

Ma torniamo a Sommer e all’Inter: in viale della Liberazione confermano che non sarà attivata la clausola rescissoria, per una questione di rapporti e per avere uno sconto. L’obiettivo è pagare il quasi trentacinquenne 4-4,5 milioni più bonus, ma ottenere una dilazione in un paio di rate. Da oggi la squadra di Inzaghi sarà a Tokyo dove gli uomini di Tuchel domani sfideranno in amichevole il Kawasaki Frontale. I dirigenti tedeschi che hanno potere decisionale e di firma, però, saranno divisi tra Monaco e Londra. La speranza nerazzurra resta sempre quella di chiudere il dossier portiere entro il week end, ma è probabile che domani, come successo mercoledì, Sommer giochi con il Bayern. Resta semmai la speranza di vederlo sbarcare in Italia con il volo che l’Inter prenderà dopo il test contro il Psg di martedì. In modo da fargli sostenere le visite mediche e sistemare il tesseramento per quando ad Appiano riprenderà la preparazione (previsti un paio di giorni di vacanza per il gruppo). Lo attende la maglia numero 1 che dal 2012-13 è sempre stata di proprietà di Handanovic. Quando la indosserà lo deciderà il Bayern.

L’Inter va sotto, poi ci pensa Frattesi: 1-1 con l’Al Nassr di Ronaldo

Uno splendido colpo di testa dell’ex Sassuolo fissa il punteggio dopo il gol di Ghaareb. Nella ripresa tante occasioni non capitalizzate

Finisce in pareggio, 1-1, la prima delle due amichevoli giapponesi dell’Inter. Baci e abbracci con Brozovic, un po’ meno con Cristiano Ronaldo, qualche buona indicazione dai nuovi, Frattesi e Cuadrado su tutti: questo si porta dietro Simone Inzaghi dal match di Osaka contro l’Al-Nassr, raggiunto proprio da Frattesi sul finire del primo tempo dopo l’iniziale vantaggio firmato da Ghareeb.

Frattesi e Barella insieme ma con il secondo a sinistra, Correa ancora in coppia con Lautaro, Bisseck confermato in difesa: queste le scelte di Inzaghi per affrontare l’ex Brozovic e Cristiano Ronaldo. L’Al Nassr parte meglio, l’Inter ci mette un po’ a carburare, forse anche ad abituarsi a un clima semplicemente folle per una partita di calcio. Ma per i soldi si fa tutto, in fondo proprio l’Al-Nassr è una dimostrazione esemplare in questa direzione. La squadra araba è assai approssimativa con la linea difensiva, tanto che all’Inter spesso basta allungare il pallone per sorprendere la linea a quattro. La prima conclusione è di Fofana, alta al minuto 8. L’Inter è pericolosa su due corner: prima De Vrij al 16′ reclama pure un rigore per un fallo di mano, poi un minuto dopo la girata di Lautaro è alta. Sta meglio in campo l’Al-Nassr: ci vuole un buon intervento di Stankovic, al 20′, per respingere un colpo di testa di Talisca su cross di Telles. Ronaldo dà spettacolo con alcuni tocchi (innocui) lontano dalla porta. Al 22′ prova a calciare dai 20 metri, ma il destro non centra lo specchio. È però l’antipasto del gol arabo: al 23′ Talisca di prima trova Ghareeb, il fuorigioco Inter non funziona, l’esterno al volo batte Stankovic. L’Inter si scuote, allora. Lautaro sfiora il pari con un destro al 27′, Correa al 29′ tira debolmente da buona occasione. Tripla chance al 30′: prima Lautaro, poi Correa, infine Dumfries non trovano il pareggio, con la difesa dell’Al-Nassr degna di un film horror. I ritmi, se possibile, si abbassano ancora di più. Ma al 44′ arriva il meritato pareggio nerazzurro: cross dalla destra di Dumfries che pesca la testa di Frattesi, bravo a girare sul palo lontano.

Milan, l’ora delle cessioni: da CDK a Rebic, 10 da piazzare. Ma andranno via tutti?

Dopo i colpi in entrata, la società rossonera ha bisogno di vendere: tanti i possibili partenti, da chi non ha mai trovato spazio a chi lo ha fatto ma ha deluso

Dopo i colpi in serie, servirà fare un po’ di spazio: nelle prossime settimane, il tema all’ordine del giorno in casa Milan sarà “player trading”.

Andando in ordine di ruolo, i primi rossoneri pronti a cambiare aria saranno i portieri Devis Vasquez (nella foto) e Andreas Jungdal. Il primo, arrivato a gennaio 2023, è stato acquistato dal Guaranì per circa 500 mila euro e non ha mai visto il campo: classe ’98, ha un contratto fino al 2026. Anche il secondo, ventunenne danese, cerca una sistemazione dopo il prestito all’Altach.

L’apice del suo viaggio rossonero è stato il gol da 3 punti segnato a Empoli nell’ultima stagione. Poi, prestazioni poco convincenti che lo porteranno a lasciare il Diavolo dopo due anni. Escluso dalla lista dei convocati per la tournée americana, era arrivato dal Monaco nel giugno 2021 e, con un suo addio, il Milan dovrà pensare anche a un vice Theo.

A Milanello ha vinto la sfortuna. Mattia Caldara ha giocato con il Milan solo un paio di partite, tormentato da infortuni e stop vari. Nelle ultime due annate, vissute in prestito tra Spezia e Venezia, sono arrivate due retrocessioni. Come Ballo-Touré, è stato escluso dalla tournée.

Su di lui c’è un grande punto interrogativo. Un anno fa, Adli aveva stregato tutti a suon di grandi prestazioni estive. Poi, ha visto il campo solo 6 volte in Serie A (una da titolare). Nel corso della stagione ha costruito un ottimo rapporto con il gruppo rossonero, come testimoniato dal pranzo di fine stagione organizzato a casa sua, e potrebbe andare in prestito. Il contratto con il Milan scade nel 2026.

Mbappé, il Real ci crede ancora: il piano di Florentino

Tra la fermezza del Psg e l’offerta monstre dell’Al Hilal, i Blancos aspettano. E nonostante le difficoltà economiche, non mollano la presa

Il Psg spinge verso l’uscita, l’Al Hilal tira per l’entrata. Entrambi con forza. I parigini con anima qatariota trascinati dall’indignazione per quello che sentono come un tradimento, un inganno. I sauditi animati dalla bramosa voglia di dimostrare al mondo che la Saudi Pro League è un competitor vero, forte, inarrestabile per il calcio mondiale. 

L’oggetto del contendere, Kylian Mbappé. Che è uno dei migliori calciatori del mondo e che di fatto oggi è fuori squadra, lasciato a a casa dalla squadra che lo copre con decine di milioni di euro tra ingaggio e premi vari e che l’ha lasciato a casa dalla tournée giapponese. Come un esubero qualsiasi. 

Il triangolo che circonda il nazionale francese ha un terzo lato. Il Real Madrid. La squadra è in America, Florentino Pérez a casa. Domenica è andato a votare, e in generale continua la sua vita di businessman di altissimo livello e di presidente del Real Madrid. Tranquillo. Impassibile. Attendista. 

Un anno fa Pérez è stato a sua volta tradito dall’ondivago Mbappé. Tutto era pronto per l’ennesimo colpo galactico. Centottanta milioni al Psg, una vagonata al calciatore. Che però ha cambiato idea all’ultimo secondo, spinto da pressioni politiche presidenziali. La Patria, la bandiera, le Olimpiadi, la Ragion di Stato frustrarono il trasferimento al Bernabeu. 

Pérez ci rimase malissimo, ma Al Khelaifi ottenne una vittoria di Pirro: Mbappé coperto di soldi per un biennale assai scivoloso, con opzione per un terzo anno unilaterale a favore del giocatore, che non l’ha esercitata riaprendo le danze dello svincolo. E facendo tornare il sorriso sul volto di Florentino. Che aspetta.

Aspetta che qualcuno lo chiami per dire che si può fare, che si può chiudere. Ora o tra un anno. Per Pérez la situazione non potrebbe essere migliore: se Mbappé sceglierà la Saudi Pro League si suiciderà sportivamente. Se rinnoverà col Psg per Florentino sarà la conferma che di quel ragazzo pieno di talento ma dai pensieri fluttuanti non si può fidare. Se Kylian resterà sulla sua posizione sarà accolto a braccia aperte tra un anno, da svincolato. 

L’Al Hilal offre 300 milioni per Mbappé. Il Psg ci sta, palla a Kylian

Al Psg è già arrivata l’offerta irrinunciabile, per Kylian Mbappé. Non una vera sorpresa, considerato il profilo dell’attaccante, ma comunque al di là di ogni previsione iniziale, per un giocatore cui resta un solo anno di contratto. L’Al Hilal infatti formulato una proposta di 300 milioni di euro per comprare il cartellino del francese in rotta con il club dell’emiro del Qatar. 

L’offerta, datata il 22 luglio, è chiara e netta: trecento milioni di euro per Mbappé, inclusa la quota di 5% da destinare come da regolamento ai club formatori del fuoriclasse. Si tratta di una prima proposta da strutturare poi nel tipo di pagamento, ma che il Psg ovviamente sta studiando con attenzione considerandola di già molto “competitiva”. Ma nelle ultime 48 ore, sul tavolo del presidente Al Khelaifi sono arrivate varie proposte o comunque messaggi per sondare il terreno. Quindi, oltre all’Al Hilal, si sono mossi tre club inglesi: Chelsea, Manchester United e Tottenham. Secondo fonti parigine, persino il Barcellona si sarebbe fatto avanti per chiedere informazioni. Alcuni club, propongono invece di inserire altri giocatori nell’eventuale operazione. 

Tutto rimane al vaglio, ma nessuno alla fine potrà costringere Mbappé a lasciare Parigi, nonostante la minaccia del club di lasciarlo ai margini per tutta la stagione che precede l’Europeo e le Olimpiadi. L’attaccante è già stato escluso dalla tournée asiatica e si allena con il gruppo di elementi in esubero. Ma con il sorriso, firmando autografi ai tifosi che lo aspettano fuori dal centro di Poissy, in periferia di Parigi. Il club dell’emiro del Qatar non intende perderlo a zero euro e l’ha formalmente messo sul mercato, pur mantenendo l’apertura per un rinnovo al di là del 2024, cui invece Mbappé ha rinunciato, non facendo valere la clausola fino al 2025 inclusa nell’attuale contratto. Secondo il Psg, ci sarebbe dietro l’accordo con il Real Madrid da 26 milioni di euro stagionali, totale controllo dei diritti d’immagine e un premio di 160 milioni di euro alla firma.

Inter su Carlos Augusto, Palladino: “Giusto che possa andare in una big”

L’Inter è ancora alle prese col rebus portiere e la ricerca di un attaccante, ma al cantiere nerazzurro mancano anche altre pedine, tra cui un difensore e un esterno sinistro nel caso di uscita di Robin Gosens. Su entrambi i fronti ci sono novità, a partire da quest’ultima situazione: con l’Union Berlin che si è sfilato, resta solo il Wolfsburg sul tedesco e che siano ore delicate lo si capisce anche dalle parole di Raffaele Palladino, allenatore del Monza, squadra dove gioca Carlos Augusto, che Marotta e Ausilio hanno individuato proprio come eventuale sostituto di Gosens. ” Mi auguro che Carlos Augusto rimanga, però capisco le dinamiche del mercato. Se il suo bene è un andare in un grande club, credo sia giusto che vada” le parole di Palladino al Corriere dello Sport.

INTER TRA CARLOS AUGUSTO E GOSENS

 L’Inter vuole almeno 15 milioni di euro per Gosens, per ora il Wolfsburg si è fermato un pochino più indietro ma lavorando di bonus l’obiettivo potrebbe essere centrato: ad ogni modo l’affare sarebbe impostato in prestito con obbligo di riscatto. Nel frattempo il tedesco, che a parole ribadisce sempre di essere convinto di poter trovare più spazio in nerazzurro, è partito coi compagni per la tournée in Giappone. Per Carlos Augusto invece il Monza chiede 20-25 milioni, i nerazzurri cercheranno di fare leva sui buoni rapporti coi brianzoli, magari inserendo discorsi ancora più futuri su Valentin Carboni (passato in prestito proprio dall’Inter al Monza) o puntando sul ritorno di Sensi in biancorosso.

INTER, IN DIFESA SPUNTA TOLOI

 In difesa sono usciti Skriniar e D’Ambrosio ma, con il riscatto di Acerbi, è arrivato solo Bisseck: a Simone Inzaghi serve un cosiddetto braccetto, magari di esperienza e che conosca la Serie A. Per questo nelle ultime ore è spuntato il nome di Rafael Toloi, classe 1990, pista in ogni caso difficile: il difensore italo-brasiliano, in scadenza nel 2024, ha appena detto di voler chiudere la carriera all’Atalanta, piace a Gasperini e a maggior ragione il club bergamasco non ha intenzione di lasciarlo partire.

Inter, impazza il casting tra i pali.

I nerazzurri accelereranno per il portiere titolare e la riserva dopo la cessione di Onana e l’addio di Handanovic. Sommer ancora il primo della lista, De Gea la new entry.

Il 34enne svizzero era e resta il nome più caldo, anche al netto della brusca frenata registrata sull’asse Monaco-Milano. Perché la situazione si sblocchi è necessario che il Bayern prima chiuda per Mamardashvili, dopodiché la strada dovrebbe essere in discesa. Lo svizzero ha infatti già manifestato il proprio gradimento ai dirigenti nerazzurri e il prezzo del cartellino dovrebbe aggirarsi intorno ai quattro milioni, a fronte dei sei previsti dalla clausola che i dirigenti bavaresi considerano scaduta. Sommer possiede il giusto mix di esperienza e personalità abbinato a un costo contenuto, l’ideale per fare da chioccia a un collega più giovane e di prospettiva che l’Inter gli affiancherebbe per instaurare un regime di alternanza. Il gradimento del giocatore, che ha già informato il Bayern di voler rispondere alle sirene nerazzurre, può risultare fondamentale per sbloccare la situazione quanto prima.

Una delle alternative allo svizzero è il 36enne di San Isidro, fuori dai piani del Psg nonostante un contratto valido fino al 2024. I due anni in più sul groppone e soprattutto i 12 mesi che legano ancora Navas ai parigini sono però due “nei” che pesano nella valutazione generale in viale della Liberazione. Fermo restando che Navas ha dimostrato di reggere tranquillamente il posto da titolare nell’ultima stagione a Nottingham, c’è poi un altro ostacolo rilevante rappresentato dalle pretese economiche del giocatore, il cui ingaggio a Parigi è di ben nove milioni netti. Per ragionare su un trasferimento a Milano dovrebbe più che dimezzare le richieste, ma i benefici del decreto crescita possono aiutare ad “aggirare” l’ostacolo. L’ex Real Madrid non è comunque in cima alla lista delle preferenze.

Lukaku e quei segnali mandati all’Inter, a vuoto: la porta non si riapre

Il belga ha provato a sondare il terreno alla ricerca di uno spiraglio: tornare sui suoi passi, verso il nerazzurro, non è però possibile

Cambiare il passato non si può. Soprattutto se è molto recente, fresco nella mente dei protagonisti e particolarmente divisivo. Alcuni giorni fa il caso Romelu Lukaku è esploso nelle mani dell’Inter, che ha di fatto perso la pazienza per il ghosting del calciatore e dell’avvocato Sebastien Ledure, grande burattinaio della pièce teatrale: per giorni nessuno si è preso la briga di rispondere al telefono. Nella trama ci sono anche la Juventus e l’Arabia Saudita, Massimiliano Allegri e una Roc Nation “parte civile” quasi alla pari dell’Inter. Per il belga non ci sarà un terzo futuro con la maglia nerazzurra, anche se il calcio e lo stesso Lukaku insegnano che l’impossibile può diventare improvvisamente possibile.

D’altronde è lo stesso attaccante che non ha dato priorità al ritorno a Milano, flirtando con i rivali bianconeri e rendendo vano il fine lavoro diplomatico della dirigenza interista per trovare una quadra con il Chelsea, che ne detiene il cartellino. Scoperto il vaso di Pandora, il caso si è preso il primo piano assoluto nel panorama calcistico italiano, con tifosi riversati sui social network per gridare il proprio disappunto o far sentire alla controparte tutti gli sfottò possibili, sfoggiati con sorriso beffardo. Titoli di coda, quindi, per Lukaku all’Inter? Non totalmente, almeno non per lui, che sa che nel calcio dire “mai” è pericoloso.

Nei giorni successivi, infatti, Big Rom ha provato perlomeno a sondare il terreno che una volta era lastricato d’oro e che oggi – comprensibilmente – presenta soltanto terra bruciata. Qualche segnale indiretto è stato mandato al mondo nerazzurro, ma non è per niente andato a buon fine: il doppio passo non è mai stato il punto forte del belga, in questo caso finisce per essere un goffo tentativo a pallone ormai perso. La porta dell’Inter è chiusa e non ha nessuna intenzione di aprirsi: troppo grande lo sgarbo, troppo sleali le modalità di rottura, per poter anche solo ipotizzare l’apparizione di un sorprendente ramoscello d’ulivo. L’Inter non vuole più Lukaku, il passato non si può cambiare.

Non solo Berardi, spunta anche Lindstrom: colpi e dribbling per il 3-4-3 della Juve

Il fantasista danese può diventare l’erede di Chiesa: sfida al Newcastle, che insiste anche per l’ala azzurra

Qualche settimana fa, alla Bobo Tv, alla domanda su quale giocatore di oggi ricordi di più Kakà, Roberto De Zerbi diede una risposta inattesa: «Jesper Lindstrom».

Danese, classe 2000, trequartista o esterno d’attacco dell’Eintracht Francoforte. De Zerbi non è, però, l’unico a stimarlo molto. Lindstrom, infatti, è anche un pallino di Cristiano Giuntoli, di Giovanni Manna e del capo scout Matteo Tognozzi. Tanto da finire nella lista dei possibili colpi bianconeri per l’estate. Lindstrom è uno dei profili individuati per dare talento e fantasia all’attacco in caso di (probabile) partenza di Federico Chiesa. Obiettivo ambizioso visto che sul fantasista è segnalato anche il Newcastle, che in alternativa pensa anche all’azzurro ex Fiorentina. L’altro candidato bianconero resta Domenico Berardi del Sassuolo, giocatore diverso dal danese (il primo è mancino e ha sempre giocato da esterno destro d’attacco, l’altro è di piede destro e svaria su tutta la trequarti), ma che nell’idea dei dirigenti bianconeri potrebbe essere utilizzato in modo simile da Massimiliano Allegri: da esterno d’attacco in un 3-4-3 o mezzapunta in un 3-5-1-1, come fatto da Angel Di Maria nella scorsa stagione.

Cresciuto nelle giovanili del Brondby, nel 2021 Lindstrom ha fatto il grande salto passando all’Eintracht, in Bundesliga, per 7 milioni di euro e firmando un contratto quinquennale. In Germania si è imposto praticamente subito da trequartista o da appoggio a una prima punta fisica come Kolo Muani. In questo, parafrasando De Zerbi, ricorda un po’ la traiettoria tattica di Kakà, che Ancelotti impiegava inizialmente da “10” e poi pure da seconda punta. Non segna moltissimo (5 gol al primo campionato tedesco, 7 al secondo), ma a Francoforte è l’elemento che dà brio e accelerazioni alla manovra, con giocate di classe e percussioni palla al piede. Esattamente quello che vanno cercando alla Juve.