Ahi Inter, Acerbi si ferma: risentimento al soleo della gamba destra, in dubbio per il Monza

Il difensore si è fermato durante l’allenamento ad Appiano Gentile, le sue condizioni saranno valutate nei prossimi giorni: pronto De Vrij per la prima di campionato

L’Inter ora ha un grattacapo in più in vista dell’inizio ufficiale della stagione 2023-2024 e riguarda Francesco Acerbi. Il difensore 35enne, colonna della squadra di Simone Inzaghi già dal suo primo anno in nerazzurro, si è infatti fermato per un problema muscolare durante il primo allenamento della settimana ad Appiano Gentile, per un problema muscolare.

Gli esami strumentali hanno evidenziato un risentimento al soleo della gamba destra e le sue condizioni saranno rivalutate nei prossimi giorni, monitorate dallo staff medico del club: al momento è in dubbio la sua presenza per il 19 agosto al Giuseppe Meazza, quando il campionato nerazzurro comincerà con Inter-Monza. In caso di forfait, pare scontata la titolarità di Stefan De Vrij in mezzo alla difesa, tra Alessandro Bastoni e Matteo Darmian. In ogni caso la dirigenza sta ancora lavorando per trovare un sesto difensore da dare a Inzaghi.

Nuova Juve, vecchio Chiesa: più attaccante e decisivo, ma il rinnovo è bloccato

Allegri lavora per ritrovare il Federico pre infortunio, però nessuno si sbilancia sul futuro: il Liverpool resta alla finestra e l’Al Nassr di CR7 ci pensa.

Nuova Signora, vecchio Chiesa. Più che uno slogan, è un’operazione nostalgia. La missione è già iniziata negli Usa e i primi segnali lanciati dall’attaccante, apparso tra i più in forma durante la tournée, fanno ben sperare i bianconeri. Non sarà ancora il Fede originale pre infortunio ai legamenti (gennaio 2022), però qualcosa si muove.

Massimiliano Allegri è ripartito mettendo Chiesa al centro della Juventus e si augura che il mercato non obblighi il d.t. Cristiano Giuntoli e il d.s. Giovanni Manna a rivedere i piani. Può succedere ancora di tutto, di qui a fine mese, ma alla Continassa sperano ancora di trasformare l’azzurro nel “vero” colpo estivo. Un po’ seconda punta che attacca gli spazi nel 3-5-2, un po’ ala che strappa nel 3-4-3. Sfumature tattiche diverse, ma stesso obiettivo: ritrovare il Chiesa formato 2021, devastante tanto nella Juve quanto nell’Italia campione d’Europa. 

Il miglior Federico si è visto prima del terribile infortunio dell’Olimpico. A confermarlo sono anche i numeri. Chiesa nel 2020-21 toccava di più la palla in area (4.1. tocchi, 3.9 nel 2021-22, 2.6 nel 2022-23) aveva un numero superiore di occasioni (1.5, 1.2, 0.9), calciava in porta con maggiore frequenza a partita (0.8, 0.6, 0.2). E soprattutto segnava di più: 8 gol contro i 2 delle ultime due stagioni (il dettaglio nel grafico a fianco). Allegri ricerca il Chiesa che ha ammirato da spettatore con Andrea Pirlo in panchina e che si è potuto godere soltanto nel trionfo in Champions contro il Chelsea dell’autunno 2021 e in poche altre occasioni. Quello che, per dirla alla Cesare Prandelli, “Non sarà una punta da 30 gol, ma da 15 reti e altrettanti assist, sì. Chiesa è un attaccante, poi che parta largo o che giri attorno al centravanti sono dettagli”.

Juve, un Vlahovic così non si vende: un gol al Real, alla pubalgia e allo scambio con Lukaku

Il serbo segna, esulta e manda un messaggio ai bianconeri, che però avanzano nella trattativa con il Chelsea.

Toglietemi tutto, ma non Dusan Vlahovic. Chissà quanti tifosi bianconeri l’avranno pensato anche mercoledì notte vedendo il bomber serbo segnare nell’amichevole contro il Real Madrid.

Un lampo, il primo dell’estate, che fa aumentare i dubbi sul possibile scambio con Romelu Lukaku. Dopo tante parole, quello che non certifica la carta d’’identità – 23 anni Vlahovic, 30 Lukaku – per una volta lo ha raccontato il campo. Nei giorni in cui Big Rom, separato in casa a Stamford Bridge dopo la rottura con il Chelsea e il rientro dal prestito all’Inter, si allena da solo, DV9 impallina il Real Madrid di Carlo Ancelotti alla prima occasione. Un timbro che di sicuro allontana la sofferenza patita da Dusan in quest’inizio di precampionato a causa dei postumi della pubalgia. Una telefonata allunga la vita, recitava un famoso spot pubblicitario del passato. Ma a volte anche un gol può modificare il futuro di un giocatore. E Vlahovic, a giudicare dall’esultanza, magari in cuor suo ci spera.

Dusan contro il Real Madrid ha giocato meno di venti minuti. È entrato quando i galattici stavano ancora spingendo alla disperata ricerca del pareggio e si è fatto trovare pronto sul secondo palo, mettendo al sicuro il risultato nei minuti di recupero: il cross di Soulé era troppo invitante per non approfittarne e il fiuto dell’attaccante non lo ha tradito. Ha esultato parecchio, indicando il nome scritto sulla maglia. A vederlo dalla tribuna quel gesto aveva i contorni di un messaggio d’amore per una Signora da cui non vorrebbe separarsi. DV9 ha festeggiato come Paulo Dybala nel 2019, nei giorni in cui il suo rifiuto al trasferimento al Manchester United fece saltare lo sbarco a Torino di Lukaku, allora in rotta con i Red Devils e promesso sposo dell’Inter di Antonio Conte. Ma la rete non è stata l’unica cosa buona della sua partita. Di sicuro non sembrava frenato dai guai fisici: scatti e palloni recuperati, i 15 giorni di lavoro personalizzato non gli hanno tolto né la voglia né la condizione.

Inter, caccia al difensore e al vice Sommer: in lista Tomiyasu, Chalobah, Djalò, Trubin e Bento

Quando Samardzic, Sommer e Scamacca avranno indossato la maglia nerazzurra e saranno agli ordini di Inzaghi alla Pinetina, il lavoro di Marotta, Ausilio e Baccin non sarà comunque concluso. La rosa nerazzurra andrà completata con un secondo portiere e soprattutto con l’arrivo di un difensore.

L’ucraino era e resta nel mirino, ma le richieste dello Shakhtar per lui sono ritenute troppo alte, considerando che nel 2024 sarà libero a parametro zero. Trubin, affascinato dal giocare con l’Inter, si è promesso all’Inter. Per adesso e per la prossima stagione. Resta da capire se il patto reggerà perché le offerte per acquistarlo non mancano (l’ultima del Benfica) e perché lo Shakhtar minaccia di tenerlo in panchina per l’intera stagione. La trattativa sull’asse Milano-Donetsk, però, non è ancora conclusa. Nel frattempo l’Inter si sta cautelando osservando altri profili: il principale è quello del brasiliano Bento Matheus Krepski, numero uno dell’Athletico Paranaense. Più vecchio di 2 anni rispetto a Trubin (l’ucraino è un 2001, il verdeoro un 1999), hanno anche caratteristiche diverse perché Bento è più bravo con i piedi, mentre Anatolj è più prestante. Il brasiliano è stato offerto e l’Inter che lo conosceva è interessata, ma l’Athletico Paranaense non vuole farlo partire perché sta partecipando alla Libertadores ma soprattutto perché non ha bisogno di soldi: tre settimane fa ha completato la cessione al Barcellona dell’attaccante diciottenne Vitor Roque, pagato tra parte fissa e bonus quasi 60 milioni. Sono state valutate anche le candidature di Consigli e Audero, con quest’ultima che resiste, ma attenzione pure a Filip Stankovic: in tournée ha fatto bene e ha dimostrato di avere le qualità  per restare in rosa, ma alla sua età, riflettono i dirigenti, ha bisogno di giocare. Un’intera stagione con pochi minuti alle spalle di Sommer non farebbe crescere il figlio del mitico Dejan.

Il Barça vince con Ansu Fati, il Milan si vede a tratti. Leao, lampi di genio

Rafa Leao illumina e termina la partita da capitano, brilla ancora Reijnders, da rivedere Pulisic, Theo e Tomori.

L’Allegiant Stadium sarà anche l’unico grande edificio di Las Vegas senza un casinò, eppure alla roulette di Barça-Milan è chiaramente uscito il numero 10. Ha vinto il Barcellona 1-0 con un gol del suo 10, Ansu Fati, che ha trasformato una palla di Balde nello spettacolo più visto in città: gran destro all’incrocio.

Il 10 del Milan, Rafa Leao, invece ha confermato di essere di un’altra categoria ma si è acceso a tratti. Due delle tre occasioni principali del Milan, non per caso, sono arrivate da lui: sulla prima è stato bravo Iñaki Peña, sulla seconda Reijnders ha calciato male. Eppure l’olandese sul volo per l’Italia sarà uno dei pensieri che faranno sorridere Pioli. Pulisic, Theo e Tomori decisamente meno. In generale, preoccupano i palloni persi (tanti) e l’attacco a una difesa schierata: il Milan resta soprattutto una squadra di ripartenze e transizioni.

Il Barcellona ha cambiato mezza squadra all’intervallo e due nuovi entrati hanno messo assieme il vantaggio. Balde ha fatto pochino: accelerazione da sinistra. Ansu Fati tutto il resto: ha vinto un contrasto con Florenzi e ha messo la palla all’incrocio. Gran gol. Per il Milan, l’inizio del secondo tempo non è stato il momento migliore: ha rischiato di prendere gol da Oriol Romeu – colpo di testa fuori di poco – e l’arbitro ha annullato il 2-0 di Araujo per fuorigioco. Più che luce tra lui e il difensore, c’era un canyon.

Il finale è per due talenti, che promettono di far divertire chi passa le serate a guardare il calcio. Rafa Leao sembra ancora più forte che in passato e viene naturale chiedersi se il Milan non dovrebbe cercarlo di più: quando si accende, non si prende. Non solo, Rafa ha chiuso da capitano, immagine inedita e di un certo effetto. Nel Barcellona, invece, il finale è stato tutto di Yamine Lamal, che viene dalla cantera – e fin qui è normale – ma è nato a luglio 2007… e questo è meno ordinario. Nel finale di Barça-Milan, ha giocato da ala destra e col sinistro ha dato un gran fastidio. Oggi in spiaggia, parlate di lui agli amici: tra due anni, rischiate di fare la figura degli esperti.

L’Inter è già in formato Champions: Frattesi illumina, Esposito e Sensi ribaltano il Psg

Grazie a due assist dell’ex Sassuolo i nerazzurri rimontano il vantaggio firmato da Vitinha grazie ai cambi di Inzaghi: battuti Donnarumma e Skriniar

Vincere fa morale, pure se conta zero di questi tempi. Però l’Inter chiude nel migliore dei modi la tournée giapponese: vittoria in rimonta 2-1 sul Psg dell’ex Skriniar, con Frattesi nella versione di assistman prima per Esposito e poi per Sensi. Dal centrocampista e ancora una volta da Cuadrado le migliori indicazioni per Inzaghi, qualche lampo da Thuram però ancora poco inserito nel collettivo nerazzurro.

In campo va l’Inter che oggi sarebbe titolare, otto undicesimi sono quelli di Istanbul. Il clima per una volta non vale come scusante, perché il temporale di fine mattinata ha abbassato la temperatura di Tokyo. Però il match lo comincia nettamente meglio il Psg: possesso palla in perfetto stile Luis Enrique e poi ricerca della profondità improvvisa. La prima chance è una dormita della difesa dell’Inter, che sul corner di Ruiz si dimentica di marcare in piena area, Asensio gira bene ma è bravissimo Stankovic a deviare. L’Inter non trova quasi mai il modo di ripartire, il Psg tocchetta e si diverte, tanto che a un certo punto Barella prima e Mkhitaryan poi (ammonito) vanno giù duri con gli interventi fallosi. Francesi vicinissimi al gol al 14′: Inter fortunata, perché dopo l’imbucata di Ugarte e l’assistenza di Soler, Asensio è fermato solo dal palo, con Stankovic che stavolta si ritrova il pallone tra le braccia. A metà primo tempo l’Inter si sveglia. Al 20′ Lautaro ci prova dai 20 metri, ma in generale l’uscita con il pallone funziona meglio e in un paio di occasioni Dumfries da una parte e Dimarco dall’altra avrebbero potuto sfruttare meglio lo spazio. Thuram inizia ingabbiato, poi si scoglie e mette insieme un paio di buone giocate. In generale, il francese sembra andar meglio quando può puntare i difensori avversari. In un’occasione – è il 28′ – Skriniar è costretto a spendere fallo su di lui: sulla punizione Donnarumma blocca il destro di Calhanoglu.

Inter, Thuram alla prova Skriniar: le tre missioni di Marcus contro il Psg

Il caldo del Giappone ha indotto Inzaghi ad annullare la seduta mattutina in campo, ma l’attesa per l’amichevole contro il Paris Saint-Germain è alta, soprattutto per monitorare i progressi del neo acquisto francese

Il caldo insegue l’Inter, almeno tanto quanto il suo passato. Già, perché Simone Inzaghi nell’ultimo giorno di vero allenamento in Giappone ha deciso di annullare la prima delle due sedute in campo, facendo svolgere una sessione di riattivazione muscolare in hotel. Davvero complicato gestire la temperatura e l’umidità da queste parti. In campo poi la squadra è andata regolarmente nel pomeriggio. Un modo anche per avvicinarsi alla sfida di domani (ore 12 italiane) con il Psg di… Skriniar. Skriniar dopo Brozovic: l’Inter che si rinnova è anche l’Inter cha riabbraccia il suo passato. E che lo mette a confronto con il suo presente. Ad esempio Marcus Thuram, che proprio contro lo slovacco dovrà mostrare progressi, miglioramenti nell’inserimento nel mondo nerazzurro.

“Voglio battere il mio record di gol”, ha detto il francese nell’intervista alla Gazzetta. Da qualche parte si deve pur iniziare. Skriniar perdonerà. Ma sono tre le missioni di Thuram, tre le cose che vorrà vedere Inzaghi già a partire da domani. La prima: la capacità di lettura dei movimenti di squadra, di un 3-5-2 diverso da quello talvolta ha praticato al Borussia Monchengladbach. La seconda: una maggiore connessione con Lautaro, nel secondo tempo con l’Al-Nassr i due non si sono molto cercati, domani (sostituzioni permettendo) sarà un’occasione per testare anche questo aspetto. La terza missione: maggiore capacità di rendersi utile con la difesa avversaria schierata. Thuram, con l’Al-Nassr, ha dato l’idea di far le cose migliori avendo campo a disposizione davanti, con il Psg avrà modo di testare entrambi gli scenari tattici. Questi sono giorni importanti, per Thuram ma anche per Inzaghi e la società. Perché è in corso anche la scelta da fare sull’attaccante (o sugli attaccanti, nel caso partisse Correa) da acquistare. E capire a fondo il numero 9 francese è necessario. E certo che domani pure Skriniar avrà le sue motivazioni: con l’Inter non è stato un divorzio semplice. Ma è il passato, meglio guardare avanti. A Thuram, appunto.