Sei nerazzurri e quattro bianconeri (più Locatelli ko) nella lista di Spalletti. È una Nazionale da campionato
Carissimi nemici di scudetto, juventini e interisti uniti, qui si fa l’Italia tutti assieme o sono guai seri. Ma qui, impossibile negarlo, comincia anche a lunga rincorsa verso un “derby” da tempi belli, di quelli che una volta decidevano il campionato. Non ci saranno carezze e abbracci domenica 26 novembre all’Allianz: gli ultimi scontri, dentro e fuori dal campo, lasciano presagire l’ennesima atmosfera da brivido. Ma gli steccati della rivalità s’alzeranno soltanto dopo la Nord Macedonia e l’Ucraina. Oggi si stringe una santa alleanza nel nome di un sogno comune, l’Europeo. Inter-Juve, e la voglia di superarsi, anche in allenamento, per conquistare una maglia, non può che essere una spinta per l’azzurro.
In questi giorni Juve-Inter si “gioca” sui campi della fratellanza, tra le colline di Firenze, a Coverciano. Nel centro tecnico che puntualmente cancella tutti gli altri colori, vestendo d’azzurro interisti, juventini, napoletani, milanisti… oddio, ce ne fossero milanisti, visto che Calabria, l’unico selezionato, è rimasto al primo tempo di Lecce, ma questa è un’altra storia. La realtà è che la Nazionale di Luciano Spalletti è figlia del campionato, quindi comandano Inter e Juve, le uniche nomination credibili oggi per il titolo.
Dalle convocazioni sembra quasi di essere tornati all’epoca eroica dei blocchi. Non Juve-Torino anni 70, l’apoteosi di una fusione apparentemente esplosiva, in realtà detonatore di una delle nazionali più belle di sempre, quella d’Argentina. La nuova sintesi coinvolge i due club che stanno puntando sull’italianità e su quel senso di appartenenza non sempre riscontrabile negli stranieri. Dieci bianconerazzurri sono qui con Spalletti, posson bastare? Sei dell’Inter, quattro juventini. Sarebbero stati una squadra, se Locatelli non fosse stato costretto a fare le valigie ieri mattina per un problema fisico, lasciando Jorginho e Cristante unici centrali di ruolo.