Dopo la richiesta di 4 anni della Procura antidoping, la strategia del club Juventus.
La notizia alla Continassa è arrivata in mattinata: la Juventus è stata avvertita della richiesta di 4 anni di squalifica della Procura antidoping per Paul Pogba poco prima che la cosa diventasse di dominio pubblico. Non che ci si aspettasse nulla di diverso, e in ogni caso la durata dello stop non influirà sulle scelte della Juventus. La storia tra il Polpo e la Signora è al capolinea e i due sono destinati a separarsi quando la squalifica diventerà definitiva.
La linea bianconera è chiara: nessuna decisione verrà presa fino a quando non verrà emessa la sentenza di primo grado (anche perché fino ad allora la società non potrebbe agire da un punto di vista legale), poi in base all’entità della squalifica la dirigenza si confronterà con l’entourage del giocatore per muoversi d’intesa. Ormai la strada verso l’addio sembra tracciata, a meno che alla fine del procedimento non arrivi una (molto improbabile) squalifica di pochi mesi.
In caso contrario la Juventus è intenzionata a liberarsi dal fardello dei 9 milioni di euro netti annui (bonus esclusi) che dovrebbe pagare al Polpo fino al 2026. Vorrebbe farlo però non in maniera traumatica, ma trovando un accordo con il giocatore. Ecco perché la strada più probabile pare la risoluzione consensuale, che consentirebbe al club di risparmiare una trentina di milioni.
A meno che non ci siano nome specifiche nel contratto del giocatore che disciplinano il doping, dopo un’eventuale condanna in primo grado il club ha due strade davanti a sé: la prima appunto è quella della risoluzione consensuale, magari con una cifra da corrispondere al giocatore. Se non si troverà un accordo, la Juventus potrà risolvere il rapporto unilateralmente rivolgendosi al collegio arbitrale, come previsto dagli articoli 9 e 11. Il club ha fin da subito dichiarato la sua estraneità alla vicenda: il prodotto incriminato, il famoso integratore che ha provocato la positività di Pogba al testosterone, sarebbe stato assunto senza consultare i medici bianconeri. Il giocatore però finora si è sempre dichiarato innocente.