Inter, difesa regina d’Europa: un gol subito in 9 giornate di Champions, Bastoni il leader

I nerazzurri non avevano mai giocato nove partite nel massimo torneo europeo subendo solamente un gol. Il segreto? Tutti giocano, tutti rendono al massimo

L’Inter ha preso spunto dall’Arte della Guerra, capitolo primo: “Se conosci te stesso e il tuo nemico, allora la vittoria è sicura”. Ai ragazzi di Inzaghi è bastato masticare un pizzico di inglese. Prima di battere il calcio d’inizio hanno fissato la curva del Feyenoord e letto lo striscione srotolato sugli spalti a mo’ di avvertimento: “Cado, mi rialzo, ma non vado al tappeto”. Come l’Inter, planata a Rotterdam senza quattro esterni e con Bastoni a tutta fascia. I ragazzi di Inzaghi, caduti più volte a terra nell’ultimo mese, hanno rialzato in fretta la testa e l’hanno fatto nel loro giardino preferito: l’Europa.

L’Inter ha tenuto la porta inviolata per l’ottava volta in nove partite. È la miglior difesa della Champions con un solo gol subito. Una media invidiabile costruita grazie a una solidità condivisa. Lì dietro, da De Vrij ad Acerbi, da Pavard a Bisseck, da Dimarco a Dumfries via Bastoni, non è passato uno spiffero in tutta Europa. Neanche dal mare del Nord, ieri minaccioso ma innocuo. Il Feyenoord ha provato a mettere in difficoltà la truppa di Inzaghi con la rapidità delle sue punte – Osman, Carranza e Moussa -, ma il ponte lavatoio del fortino nerazzurro è rimasto alzato fino all’ultimo minuto. La seconda squadra meno battuta della Champions è l’Arsenal, che segue la scia con quattro reti subite.

L’Inter non aveva mai giocato nove partite nella grande coppa subendo solamente un gol. Merito di un Bastoni “mondiale” elogiato da Inzaghi, di un Dumfries sempre più ficcante e del tandem De Vrij-Acerbi, i muri alzati a targhe alterne scesi in campo insieme al De Kuip per la prima volta. Ma il migliore è stato Bastoni, schierato esterno a tutta fascia in fase di costruzione e terzino sinistro in fase difensiva. Un doppio ruolo: “Si è messo al servizio della squadra – ha ricordato Inzaghi -. Questo vuol dire avere grande disponibilità, è un top a livello mondiale”. Il faro di una difesa che al tappeto non ci va mai.

Juve e Atalanta, ma contro chi siete uscite? Psv e Bruges prendono 10 gol negli ottavi di Champions

Le due squadre che hanno eliminato dall’Europa la Signora e la Dea sono crollate contro Arsenal (1-7) e Aston Villa (1-3)

Il Bruges che ha eliminato l’Atalanta dalla Champions League ha perso 3-1 l’andata degli ottavi contro l’Aston Villa. Il Psv che ha buttato fuori la Juve dalla stessa competizione ai playoff è stato schiacciato dall’Arsenal che ha vinto 7-1. Due sconfitte pesanti, entrambe subite in casa da parte delle due formazioni che hanno superato appena due settimane fa le squadre di Gasperini e Motta. Questi due risultati dei primi 90 minuti di ottavi di finale di Champions League fanno aumentare ancora di più i rimpianti delle due italiane, out per non aver superato chi ora arranca o capitola sonoramente nella stessa competizione a distanza di 14 giorni dalle rispettive ‘imprese’.

Le inglesi non hanno lasciato niente alle avversarie: dieci gol in totale, appena due subiti e possibilità per Bruges e Psv di passare il turno vicine allo zero. Soprattutto per la squadra di Eindhoven che il 12 marzo in casa dell’Arsenal dovrebbe segnare a sua volta 7 gol, senza prenderne, per festeggiare un passaggio di turno ai quarti di finale. Scenario surreale. E in questo contesto di crollo di belgi e olandesi, Juve e Atalanta davanti alla tv si staranno mangiando le mani, piene di rimpianti perché (almeno) l’obiettivo ottavi contro due squadre modeste era decisamente alla portata. Domani invece sarà il turno delle milanesi, con l’Inter che giocherà a Rotterdam l’andata contro il Feyenoord che ha eliminato il Milan. La squadra olandese si rivelerà un flop dopo i playoff come le colleghe che hanno condannato Juventus e Atalanta? All’Inter, unica italiana ancora in corsa, il compito di non ripetere quanto fatto dai rossoneri due settimane fa.

Così la Juve ha rialzato il muro: Motta ha la miglior difesa d’Italia ed è al top d’Europa

Tra certezze, invenzioni, innesti dal mercato e rientri dagli infortuni, il tecnico bianconero ha ricostruito una retroguardia di ferro. Ma ora c’è lo stress test Atalanta.

Falcidiata, discussa, rivoluzionata (per necessità) a gennaio. Eppure, dopo la 27ª giornata, la Juve è tornata ad essere la miglior difesa del campionato. Ma non solo: è la più “continua” tra le retroguardie dei top 5 campionati europei. Chi l’avrebbe mai detto 5 mesi fa, quando, nella notte di Lipsia, il ginocchio di Gleison Bremer aveva fatto crack, privando Motta del suo leader difensivo? Oppure anche soltanto due mesi e mezzo fa, quando contingenza (il ko di Cabal dopo quello del brasiliano) e scelte (il taglio di Danilo senza avere ancora un sostituto) avevano lasciato il tecnico juventino con i soli Kalulu e Gatti come centrali di ruolo?

Con il 14° clean sheet stagionale ottenuto contro il Verona, i bianconeri sono adesso la formazione che ha subito meno gol in Serie A: 21, uno in meno del Napoli. Era da 13 giornate che non si verificava questa situazione, da quando, cioè, dopo il beffardo pareggio subito da Rebic al 93′ a Lecce, la Juve guidava la classifica della difesa meno battuta del campionato con 7 reti, contro le 9 della squadra di Conte. Erano seguite poi sei partite con almeno un gol al passivo (Bologna, Venezia, Monza, Fiorentina, Torino e Atalanta) che avevano dato la sensazione che il muro visto ad inizio stagione (7 clean sheet nelle prime 8) si fosse sgretolato sotto i colpi della sfortuna e della mancanza di alternative. 

Un mattoncino dopo l’altro, però, tra invenzioni (Weah terzino), innesti dal mercato (prima Renato Veiga, quindi Kelly) certezze (Gatti) e rientri dagli infortuni (Cambiaso), Thiago Motta è stato capace di ricostruire piano piano il suo baluardo, che adesso è tornato a non incassare gol per due partite consecutive di A per la prima volta da inizio novembre (Cagliari e Verona oggi, Udinese e Torino allora). Tanto che, insieme all’Inter, con 5 reti subite in 8 partite, quella juventina è anche la miglior difesa del girone di ritorno. Ma non solo: la Juve adesso guida anche la classifica europea delle partite chiuse senza subire gol in patria: 14, contro le 13 dell’Atletico Madrid. Lo stress test Atalanta (secondo miglior attacco della Serie A con una media di 2,19 gol a partita e di 2,14 in trasferta) sarà il banco di prova definitivo. Intanto, i tifosi bianconeri si godono una certezza ritrovata. E chi l’avrebbe mai detto?

Rischiava 100 frustate: Ronaldo rinuncia alla trasferta in Iran con l’Al Nassr

Il campione portoghese aveva dato un bacio sulla fronte a una fan disabile, gesto considerato adulterio secondo la legge locale. Il club di Pioli aveva chiesto all’Esteghlal di giocare in campo neutro ma.

Stefano Pioli si prepara a giocarsi un dentro o fuori delicato, ma per farlo dovrà fare a meno del suo uomo migliore, Cristiano Ronaldo, rimasto fuori dalla lista dei convocati. Sul fenomeno portoghese è scoppiato un caos mediatico in vista della partita di domani (ore 17 italiane) contro gli iraniani dell’Esteghlal – ex squadra allenata da Stramaccioni nel 2019 -, valida per gli ottavi di finale della Champions asiatica.

Nel novembre 2023, durante un’altra trasferta dell’Al Nassr a Teheran, una folla di tifosi prese d’assalto l’hotel dove alloggiava la squadra araba per aspettare Cristiano all’uscita e soffocarlo di selfie e autografi. Il portoghese riservò pochi secondi a un’artista disabile diventata famosa per la sua pittura con i piedi, Fatemeh Hammami Nasrabadi, abbracciandola e baciandola sulla fronte. Un gesto che, secondo le leggi in vigore in Iran, può essere considerato adulterio, e quindi punito con cento frustate. I social si sono scatenati sul caso, con l’Al Nassr che nella giornata di sabato ha mandato una lettera al club rivale chiedendo lo spostamento della partita in campo neutro, così da evitare che Ronaldo tornasse sul suolo iraniano. Niente da fare, proposta rifiutata. Danno e beffa per Pioli, sbarcato a Teheran senza il suo capitano, che ha preferito rimanere a casa.

A guidare l’attacco dell’Al Nassr ci sarà il nuovo acquisto del mercato di gennaio, Jhon Duran. Il colombiano ha avuto un impatto devastante con quattro gol nelle prime cinque, dunque Pioli si affiderà a lui. Il momento è delicato: le due sconfitte nelle ultime tre di Saudi League hanno spento i sogni di inseguimento dell’Al Nassr alle primissime posizioni. Dopo l’uscita prematura dalla King Cup a ottobre, a Pioli non resta che fare all in sulla Champions asiatica, competizione mai vinta dalla sua squadra.

Inter, quel quarto d’ora da brividi: negli ultimi 15′ persi 9 punti e un trofeo

I nerazzurri hanno incassato 10 gol in campionato dal 75′ in poi, senza contare la Champions e la Supercoppa Italiana

Mettiamola così: l’Inter fa l’Inter per 75 minuti, poi se ne dimentica. Il filo che tiene unite Genova e Napoli ogni tanto si stacca. Nell’ultimo quarto d’ora i nerazzurri iniziano a tirare il fiato: il calo fisico è costato a Inzaghi 9 punti e… un trofeo. I ganci destri di Pulisic e Abraham, arrivati all’80esimo e al 93esimo, hanno stappato all’Inter la quarta Supercoppa dell’era Simone, mentre il sinistro di Billing ha riportato in equilibrio la sfida scudetto.

Inzaghi ha trovato la chiave: “Bisogna essere perfetti e non lo siamo stati. L’azione andava fermata in partenza, il gol del Napoli è stata una conseguenza. Ma quando giochi 40 partite l’anno ci sta subire nei minuti finali”. In realtà sono anche di più. Da agosto a oggi l’Inter ha giocato 39 partite. Da qui a fine campionato ne disputerà di sicuro altre 15 – 11 in campionato, due in Coppa Italia, due in Champions -, senza contare le tre partite della fase a gironi del Mondiale per Club. Se i nerazzurri dovessero arrivare in fondo in tutte le competizioni, invece, il numero delle gare totali dell’annata 2024-25 sarebbe 67. Mai così tante nell’era Inzaghi. Nel 2022-23, stagione della finale di Champions persa col City, sono state 57.

L’Inter ha incassato 9 gol dal 75’ in poi. Solo Parma e Venezia ne hanno subiti di più. Zoom: il primo è stato Messias, in rete al 90’ in Genoa-Inter 2-2, poi è toccato a Dany Mota (81’ Monza-Inter 1-1), Gabbia (89’, Inter-Milan 1-2), Yildiz (82’, Inter-Juve 4-4), Kean (89’, Fiorentina-Inter 3-0) e Billing (87’, Napoli-Inter 1-1). A questi si aggiungono anche le reti ininfluenti di Lucca (83’, Udinese-Inter 2-3), Vlasic (86’, Inter-Torino 3-2), Esposito (86’, Inter-Napoli 3-1) e l’autogol di Darmian in Inter-Parma 3-1 (81’). Il conteggio tocca anche Champions e Supercoppa, dove i graffi di Mukiele (90’), Abraham (93’) e Pulisic (80’) sono costati l’unica sconfitta nella grande coppa e il primo trofeo del’anno. Un problema da limare.

Lautaro, trovato l’audio della bestemmia: e ora? Squalifica o patteggiamento e multa

La Procura federale ha acquisito la prova. Ora l’argentino e l’Inter hanno un settimana per patteggiare

Le ricerche della Procura federale hanno dato i loro frutti. Giuseppe Chinè ha ora in mano l’audio che conferma la bestemmia di Lautaro Martinez al termine della sfida dell’Allianz tra Juve e Inter. Questo non cambia nulla nella formazione che Inzaghi manderà in campo contro il Napoli: i tempi sono infatti più lunghi e in caso di patteggiamento non ci sarà squalifica. Vediamo perché. 

Se il Giudice sportivo non era potuto intervenire perché la mancanza di sonoro non dava la certezza della frase blasfema, con l’apertura di un fascicolo da parte della Procura federale i contorni del procedimento sono nettamente cambiati. I tempi per finire, eventualmente, davanti al Tribunale federale nazionale (TFN) sono infatti più lunghi. Chinè per la sua indagine ha chiesto a Dazn tutte le immagini registrate durante l’episodio e alla fine l’audio incriminato è stato trovato e conferma la bestemmia. Lautaro adesso ha una settimana per decidere che cosa fare: considerando che un deferimento con la prova raccolta è ormai certo, l’argentino si trova a scegliere se patteggiare e dimezzare la sanzione o andare a giudizio davanti al TFN. In ballo c’è una giornata di squalifica, con il patteggiamento verrebbe punito con una multa ed è dunque molto probabile che l’intenzione sua e dell’Inter sia questa. Certo, il suo “Non ho mai bestemmiato, mai. Io cerco di insegnare il rispetto anche ai miei figli, questa accusa mi ha dato tantissimo fastidio” resta nella memoria di molti. E stride.