Juve, out McKennie e Rabiot: Alcaraz verso l’esordio da titolare con il Napoli

Confermate le lussazioni dei due centrocampisti con il Frosinone. Per l’altro posto sarà ballottaggio a tre fra Miretti, Nicolussi Caviglia e Nonge. Due punti fermi su tre del centrocampo della Juve sono fuori servizio per Napoli.

Si tratta di McKennie e Rabiot, che insieme a Locatelli hanno garantito un buon rendimento per buona parte della stagione, tanto da aver convinto Allegri a chiedere alla dirigenza di non stravolgere gli equilibri sul mercato di gennaio, pur dovendo fare i conti con le squalifiche di Fagioli e Pogba. Alla luce degli ultimi infortuni (piede destro il francese, spalla sinistra l’americano) il tecnico in settimana dovrà ricostruire il reparto con delle soluzioni alternative, provando a sfruttare al massimo la rosa a disposizione. 

Difficile che Allegri decida di stravolgere la linea di centrocampo a tre, da sempre uno dei punti forti della sua idea di gioco. Piuttosto il tecnico dovrà responsabilizzare al massimo Locatelli, che non sta vivendo un periodo di particolare forma ma ora è chiamato a fare gli straordinari. Con lui, probabile inserimento dal primo minuto di Alcaraz, che ha sostituto Rabiot contro il Frosinone per quasi tutto il match. Il suo inserimento graduale è destinato a bruciare qualche tappa: la prima da titolare la giocherà con molta probabilità (non è ancora una certezza) in uno stadio che non può essere indifferente a un calciatore argentino, ovvero il Maradona. 

Juve-Napoli, la sfida in ottica Mondiale per club con la Lazio sullo sfondo

Bianconeri al momento favoriti ma il Napoli è padrone del proprio destino, nonostante un percorso non semplice. A Sarri, invece, serve un miracolo

La rivalità tra Napoli e Juventus non conosce confini e adesso entra in una nuova dimensione, quella del Mondiale per club con il nuovo formato a 32 squadre. L’edizione allargata farà il suo esordio nell’estate 2025 e l’ultimo posto libero disponibile, di fatto, se lo contendono le due squadre italiane, a cui si aggiunge anche la Lazio che sulla carta è ancora in corsa (per qualificarsi, i biancocelesti devono centrare la finale di Champions League). In questo momento i bianconeri precedono il Napoli nel ranking per la competizione, ma la squadra di Calzona potrà beffare la Juve se vincerà la partita di ritorno col Barcellona e, una volta arrivata ai quarti, vincerà una sfida o le pareggerà entrambe. Se gli azzurri dovessero qualificarsi con un pareggio contro i catalani, servirebbero più punti per scalare la classifica e sarebbe necessario arrivare alle semifinali. In ogni caso, l’eventuale eliminazione del Napoli agli ottavi qualificherebbe in automatico la Juventus. 

Riepilogando la situazione, l’Europa avrà dodici squadre nel torneo. Quattro sono le vincitrici della Champions dal 2021 al 2024, quindi Chelsea, Real Madrid e Manchester City sono già certe della partecipazione. Le altre otto deriveranno da uno speciale ranking, i cui criteri sono stati appositamenti studiati dalla Fifa. Per i punteggi ottenuti finora, sono già certe del posto Bayern Monaco, Paris Saint-Germain, Inter, Porto e Benfica. Quindi all’appello mancano la vincitrice della Champions e tre club stabilite con il ranking. C’è da tener presente che ogni federazione ha un limite di due squadre. Di seguito la classifica. 

Dumfries ci ripensa: ripresa la trattativa per il rinnovo. Ora l’olandese può restare all’Inter

Dopo la “rottura” dello scorso autunno, le parti si sono viste e l’esterno ha aperto al prolungamento oltre il 2025 mitigando le sue pretese economiche

Denzel Dumfries apre al rinnovo con l’Inter. Dopo che lo scorso autunno l’olandese aveva rifiutato la possibilità di firmare il prolungamento oltre il 2025, vanificando la possibilità del club di usufruire dei vantaggi del Decreto Crescita, adesso la trattativa è di nuovo nel vivo e c’è già stato più di un contatto tra l’entourage del calciatore e la dirigenza di viale della Liberazione.

Denzel ha capito che non è facile trovare un’altra squadra che gli garantisca di competere ad alti livelli come l’Inter, di guadagnare uno stipendio importante e di vivere in una città che gli piace come Milano. Ecco perché ha rivisto la sua posizione e il club della famiglia Zhang è stato felice di sedersi di nuovo al tavolo per trattare. Perché la duplice prospettiva di doverlo cedere per forza la prossima estate e di cercare un altro “quinto” a destra del suo livello, non avrebbe reso la vita facile a Marotta, Ausilio e Baccin.  

L’Inter lo scorso autunno aveva proposto a Dumfries un ingaggio sul modello di quello, per esempio, di Dimarco ovvero 4 milioni (netti) a salire più bonus. L’ex Psv pensava di meritare molto di più e aveva chiesto 1,5 milioni in più, rendendo di fatto inutile qualsiasi tentativo di mediazione. Da allora Denzel si è infortunato, ha faticato a ritrovare la condizione e ha perso il posto da titolare a vantaggio di Darmian. In più il Decreto Crescita, che dava vantaggi fiscali alla società, è sparito. Il divorzio sembrava inevitabile e invece la trattativa è ripresa e adesso c’è fiducia di poter arrivare a un prolungamento prima del finale della stagione. Alle cifre proposte dal club ovvero 4 milioni netti più bonus a stagione.

Inter, confermata l’elongazione all’adduttore per Thuram: out due settimane, recupera per Madrid

Lo staff nerazzurro ha sottoposto l’attaccante agli accertamenti dell’Humanitas per l’infortunio muscolare sofferto martedì nell’andata degli ottavi di Champions: Inzaghi punta a riaverlo già per il Bologna

Marcus Thuram potrà prendere parte ad Atletico Madrid-Inter, ottavo di finale di ritorno di Champions League. O meglio, questa è la stima scaturita dall’esito degli esami strumentali a cui oggi l’attaccante francese è stato sottoposto all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. Gli accertamenti hanno infatti confermato le prime ipotesi di “elongazione dell’adduttore lungo della coscia destra”, come recita il comunicato ufficiale del club.

Ovviamente le stime hanno margini di errore proprio in quanto stime, ma per questo tipo di problema muscolare si può prevedere uno stop di 10-15 giorni: dal momento che l’Inter non ha la minima intenzione di rischiare una ricaduta forzando i tempi, si tenderà alle due settimane. L’obiettivo assoluto del club e di Simone Inzaghi è di avere l’attaccante fisicamente al 100% per il 13 marzo al Civitas Metropolitano di Madrid e per fare questo sarebbe ideale averlo a disposizione dalla panchina già per la partita precedente, Bologna-Inter del 10 marzo. Il francese salterà quindi sicuramente i prossimi tre turni di campionato contro Lecce, Atalanta e Genoa. Per questi incontri, quindi, previsto più spazio per Marko Arnautovic e Alexis Sanchez.

Milan, faccia a faccia Chukwueze-Pioli: chance da titolare in arrivo per l’attaccante

Nella rifinitura a Milanello l’allenatore a colloquio con il nigeriano. Lavoro individuale per Pulisic e Kjaer

Dieci minuti di vis a vis. L’allenamento di rifinitura del Milan in vista del Rennes si è aperto con un colloquio di una decina di minuti tra Stefano Pioli e Samuel Chukwueze. Il tutto a bordocampo, mentre la squadra entrava per scaldarsi. Il nigeriano arriva da una gara negativa contro il Monza e da una finale di Coppa d’Africa persa contro la Costa d’Avorio, ma nonostante tutto una sua chance dal primo minuto è altamente probabile. Soprattutto perché Christian Pulisic, in gol all’U-Power Stadium e tra i più utilizzati in stagione, ha svolto l’inizio della seduta a parte, insieme a Simon Kjaer e inizialmente anche a Gabbia e Florenzi. Questi ultimi due hanno poi partecipato al torello, mentre lo statunitense e il danese hanno svolto un allenamento individuale. Almeno nella prima parte della seduta. Possibile panchina per entrambi quindi, anche perché il Milan ha vinto 3-0 l’andata e domenica giocherà contro l’Atalanta. Il riposo sarebbe logico e giustificato. 

Curiosità dalla seduta. Il rientro in gruppo di Tomori e Kalulu, fermi da diversi mesi per infortunio, è stato accolto da un applauso collettivo. Clima disteso e sereno. Anche Leao ha strappato applausi… per via dell’uscita del suo libro, “Smile”. Il portoghese ha sorriso divertito. I due difensori non prenderanno parte alla sfida col Rennes, ma ormai il ritorno a pieno regime è sempre più vicino. Presenti in gruppo anche Victor Eletu, centrocampista della Primavera, e Ismail Bennacer. A centrocampo dovrebbero giocare Reijnders e Musah, con Loftus, Leao, Chukwueze e uno tra Jovic e Giroud in avanti. In difesa, se Kjaer non dovesse farcela, spazio a Thiaw e a Gabbia, con Florenzi e Theo terzini. Maignan confermato tra i pali. A Rennes ha giocato la sua prima partita tra i professionisti con la maglia del Lilla nel 2015. Sarà un tuffo nel passato.

Juve-Milan, l’altra sfida. Ma quanto vale il 2° posto? Meno di prima. Colpa del market pool…

Il piazzamento in classifica incide sulla ripartizione dei diritti tv della Serie A ma non più sui premi Uefa. E poi c’è la Supercoppa. Ecco tutte le cifre

Ora che l’Inter ha messo le mani sullo scudetto, i riflettori si spostano sui traguardi intermedi. È come quando, in Formula 1, un pilota va in fuga e le telecamere indugiano su un duello delle retrovie.

Qui, però, parliamo di soldi: gloria a parte, quanto vale il secondo posto in campionato, al momento conteso da Juve e Milan? Ed è davvero così rilevante? Rispondiamo subito alla seconda domanda: un po’ meno del passato. Ma andiamo con ordine. 

Dal punto di vista dei ricavi di un club, il piazzamento finale nella classifica della Serie A incide sulla ripartizione dei proventi audiovisivi gestiti dalla Lega. La torta viene distribuita ogni anno così: 50% in parti uguali, 20% in base al radicamento sociale (12% biglietti/abbonamenti, 8% audience) e 30% in base ai risultati sportivi (5% storici, 10% ultimi 5 campionati, 12% classifica ultimo campionato, 3% punti ultimo campionato). Quindi la graduatoria attuale vale il 12%, cioè 128,7 milioni dei 1073 complessivi da suddividere tra le 20 squadre nel 2023-24. Alla prima classificata spetteranno 20 milioni, alla seconda 16,8, alla terza 14,4, alla quarta 12 e così via, fino ai 400mila euro per l’ultima. 

Fino a quest’anno il posto in classifica in Serie A ha determinato anche la metà del market pool che compone il bottino della Champions. Il market pool è la quota dei premi Uefa distribuita proporzionalmente al mercato televisivo di ciascun Paese: metà in base al numero di partite giocate nella coppa, metà in base alla classifica dell’ultimo campionato domestico (40% al campione, 30% al secondo, 20% al terzo, 10% al quarto).

Inter, verso l’Atletico con fiducia. Out Acerbi, formazione titolare già decisa

Stamani seduta di rifinitura per Lautaro e compagni. Unico assente il difensore ex Lazio, oltre ai fuori lista Cuadrado e Sensi. Quest’ultimo sarà operato nelle prossime ore.

Nessuna sorpresa, nessun colpo di scena: nella rifinitura di stamani ad Appiano Gentile Simone Inzaghi ha a disposizione l’intera rosa, eccezion fatta per il difensore Acerbi e i fuori lista Cuadrado e Sensi. Il primo sta sempre meglio, ma tornerà a disposizione verosimilmente per la gara contro l’Atalanta di mercoledì 28, più che per la trasferta di qualche giorno prima a Lecce. Ancora un mese di stop per il colombiano, che comunque fa progressi evidenti, mentre il centrocampista ex Monza nelle prossime ore si sottoporrà a un intervento chirurgico per rimuovere un placca messa al perone quando (nel novembre 2022) si era infortunato con il Monza. Stefano dovrà star fuori 15-20 giorni. Gli altri stanno tutti bene e sono regolarmente a disposizione del tecnico di Piacenza.

Le ultime prove, quelle “vere” Inzaghi le ha programmate per domani mattina, quando lavorerà sui calci piazzati. Stamani solo qualche schema peraltro mischiando le carte (tra i titolari c’erano Frattesi e Carlos Augusto). Al momento pare molto probabile che la formazione anti Atletico sia quella già trapelata negli scorsi giorni ovvero Sommer in porta, Pavard, De Vrij e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco in mezzo, Lautaro e Thuram in avanti. Oggi niente ritiro: la squadra dopo l’allenamento tornerà a casa e i nerazzurri si ritroveranno alla Pinetina domani mattina.

Danilo, niente fratture. Ma il capitano salta Frosinone e Napoli

Controlli al JMedical dopo il problema alla caviglia sinistra: escluse lesioni ai legamenti. Già avviata la riabilitazione

Nessuna frattura alla caviglia sinistra, ma Danilo si ferma: il capitano della Juve salterà le prossime due gare contro Frosinone e Napoli. Il peggio è riuscito a evitarlo: gli esami strumentali svolti stamattina al JMedical hanno escluso la presenza di lesioni capsulo legamentose e fratture, dunque il calciatore potrà riprendere a breve ad allenarsi per puntare il ritorno con l’Atalanta il 10 marzo. 

Se Danilo ha già cominciato la riabilitazione, c’è chi sembra ormai prossimo a rientrare tra i convocati dopo un lungo periodo di stop: si tratta di De Sciglio, che nelle ultime settimane si è allenato sempre di più con i compagni e ai loro stessi ritmi. Come Djalò, il fedelissimo di Allegri potrebbe tornare a sedere in panchina e sentire dopo tanti mesi il profumo del campo, pur non avendo ancora minuti gara nelle gambe. Con Danilo out, però, sia per Djalò che per De Sciglio si potrebbero anche aprire di piccoli spazi nelle rotazioni del reparto difensivo.

I dubbi di Giroud, restare al Milan o partire? Il club lascia la porta aperta: “Presto per parlarne”

Il contratto del francese scadrà a giugno, poi deciderà lui cosa fare. Quest’anno sta segnando come al solito ed è alla terza stagione in doppia cifra. Furlani apre alla permanenza dell’attaccante. Olivier Giroud è fermo davanti a due porte socchiuse.

Da un lato c’è lo stemma del Milan, il club che l’ha preso per mano da campione d’Europa in carica e gli ha regalato uno scudetto; dall’altro lato c’è un punto interrogativo grosso così. Un punto che sa di futuro, perché a settembre il francese toccherà 38 anni e quindi è tempo di bilanci. Continuare? Smettere? Strappare l’ultimo contratto negli Stati Uniti o magari in Francia? Al momento la punta sta ancora riflettendo.

Il legame con i rossoneri scadrà a giugno. Furlani, dopo la sfida vinta contro il Rennes, ha parlato così dei prossimi mesi, facendo leva sulla decisione da prendere: “Forse è un po’ presto per parlarne, ma se Giroud vuole restare la porta è aperta…”. Anche a 38 anni. Anche per un’ultima stagione. Soprattutto perché il francese sta continuando a buttarla dentro con continuità: già 12 gol in 28 partite. Terza annata di fila in doppia cifra in campionato, dove è terzo sul podio dei bomber dietro Lautaro Martinez e Vlahovic, un 26 e un 24enne. Se Giroud sta vivendo una seconda giovinezza, i meriti vanno condivisi anche con Pioli, uno che l’ha sempre valorizzato e messo al centro della scena. OG l’ha ripagato con la sua vicinanza nei momenti bui, come raccontato anche alla Gazzetta a metà gennaio: “Quando era nella tempesta gli ho parlato, dandogli sempre il mio sostegno”. Così fanno i leader. I bomber dal guizzo a portata di piede. Giroud è arrivato a Milano per spezzare la maledizione del numero nove e ci è riuscito. Da quando veste rossonero ha segnato 44 gol in 113 partite. Solo con l’Arsenal ne ha segnati di più (105), ma ha giocato cinque anni e mezzo.

Segna, sorride e indovina il tacco. Leao show: “Con Theo ci troviamo a occhi chiusi”. E sull’infortunio…

Dopo il colpo di tacco mancato contro il Newcastle in Champions, stavolta il portoghese indovina la giocata giusta per lanciare il francese, che poi pesca l’assist. Ora manca solo il gol in campionato.

Stavolta il tacco è giusto. Scelta impeccabile, quella di Rafa Leao, quando ha deciso di smarcare il suo amico Theo in fascia con un tacco di controbalzo. Hernandez gliel’ha rimessa in mezzo all’area e lui ha allargato il piatto destro, in corsa, spingendola nell’angolo lontano.

Meazza in estasi: cosa riescono a combinare, quei due, quando le cose gli riescono. Dopo il Theao in campionato col Napoli – a parti invertite: assist di Rafa a Hernandez –, ecco quello di coppa. E improvvisamente il Rennes delle otto vittorie consecutive diventa piccolo piccolo di fronte allo strapotere della corsia sinistra del Milan. Leao ha esultato in modo genuino, liberatorio. Si è lasciato cadere sul campo, a metà tra la consapevolezza della bellezza dell’azione e la sensazione quasi smarrita di vedere quella rete che si muove. Ora toccherà sbloccarsi definitivamente anche in campionato, ma il gol di stasera era vitale. Per la squadra, per chiudere virtualmente la pratica playoff. E per lui, che aveva timbrato l’ultima volta oltre un mese fa, il 10 gennaio in Coppa Italia contro l’Atalanta. Un gol dal retrogusto amaro, perché non aveva salvato il Milan da un’eliminazione che aveva lasciato parecchie scorie.

Però quando il palcoscenico è continentale, Rafa è suo agio. La vera, grande serata di gala era stata quella contro il Psg a San Siro, una rovesciata fantastica che aveva fatto venire giù lo stadio. Un gol decisivo per una vittoria che aveva fatto sognare al Diavolo di conquistare gli ottavi in un girone all’apparenza proibitivo. Stavolta nessuna acrobazia, ma la firma sul meraviglioso duetto con Theo. Però è andato a festeggiare sotto la curva dopo il fischio finale, mimando anche una sorta di balletto.