Lukaku-Roma, oggi è il giorno. Manca un accordo tra il bomber e il Chelsea

Continua la missione giallorossa a Londra. Il centravanti arriverebbe in prestito oneroso: 5 milioni più eventuali bonus. Il nodo ingaggio: l’ex interista dovrebbe accettare di non guadagnare più di 7,5 milioni a stagione fino al 2026

Sarà per questo che ieri Dan Friedkin, presidente della Roma, è atterrato a Londra per riprendere il discorso da lui interrotto giovedì scorso, quando aveva affidato la pratica dell’acquisto di Romelu Lukaku alle sapienti mani del figlio Ryan, vicepresidente, e del general manager Tiago Pinto.

Insomma, per il cosiddetto ultimo miglio la supervisione del proprietario del club giallorosso – connazionale del numero uno del Chelsea, Todd Boehly – sarà senz’altro utile per far calare i titoli di coda su una delle telenovele di mercato più ricche di colpi scena dell’estate, non tutti edificanti. Le sensazioni, infatti, raccontano come oggi possa essere il giorno decisivo perché la trattativa si chiuda e l’attaccante belga diventi un calciatore della Roma.

La complessità del caso, d’altronde, ha necessitato negli ultimi giorni di lunghe ore di contatti ai massimi livelli. Risolto l’ultimo, gli altri seguiranno docilmente come pezzi di un domino ben posizionato. Cioè, se Lukaku accetterà di rinunciare alle mensilità di luglio e agosto e – soprattutto – di ridurre il suo ingaggio fino al termine del contratto (2026), tutte le altre condizioni potranno risolversi. Ovvero: prestito oneroso di circa 5 milioni più bonus a obiettivo e ingaggio del centravanti da 7,5 milioni, il massimo che la società giallorossa può permettersi senza incorrere nelle penalizzazioni della Uefa, che magari potrebbero prendere corpo con un taglio dei calciatori utilizzabili nelle coppe europee. Proprio per questo il belga dovrebbe fare tappa a Londra per firmare la sua parte di accordi, definiamoli “liberatori”, con il club londinese prima di sbarcare subito dopo a Fiumicino – magari proprio con l’aereo del presidente Friedkin, che ieri è atterrato in serata nell’aeroporto di Luton – per concedersi l’ormai scontato bagno di folla che i tifosi giallorossi sognano. I nodi comunque non mancano.

Milan, ultimo assalto a Taremi: pronta offerta da 15 milioni

Il club rossonero accelera per il centravanti del Porto: a inizio settimana un ultimo tentativo. In caso di fumata nera, resterà Colombo

Non è finita finché non è finita. La storia a distanza tra Mehdi Taremi e il Milan deve ancora scrivere gli ultimi capitoli: il Milan a inizio settimana farà un ultimo tentativo, un’ultima offerta al Porto. Quanto importante? Probabilmente nell’ordine dei 15 milioni. La situazione è nota. Taremi al Milan piace da mesi e già a giugno era uno dei nomi forti come alternativa a Olivier Giroud. Taremi piace perché ha fisico e giusta cattiveria per fare la differenza in un campionato come la Serie A. In più, ha un’esperienza da Champions che male non fa.

Il Milan si è informato su di lui per tempo ma il Porto, nonostante un contratto in scadenza nel 2024, ha risposto alternativamente “non se ne parla” o “30 milioni”, che in questo contesto sono sinonimi. Il Milan non pagherà mai 30 milioni e nemmeno i 20 che il Porto ha chiesto più recentemente. Il secondo tentativo della scorsa settimana però ha fatto capire che l’interesse resta. 

Il Milan domani inizierà l’ultima settimana di trattative con idee chiare. Se capiterà una buona occasione di mercato, aggiungerà un attaccante centrale a Giroud e Noah Okafor, che nel 4-3-3 può giocare anche, forse soprattutto, sulla fascia. Candidato, oltre a Taremi, Hugo Ekitike, che il Psg vorrebbe vendere, magari all’Eintracht. Trattativa Milan-Ekitike-Psg non semplice, al momento ferma per le alte richieste su commissioni e soprattutto ingaggio, che il Psg in caso di prestito non pagherebbe. Ecco perché Lorenzo Colombo ha ampie chance di restare rossonero. Il Monza lo ha scelto come attaccante titolare e lo aspetta ma il Milan lo manderà in prestito solo se troverà un rinforzo compatibile con i piani tecnici ed economici. Altrimenti il tris è scritto: 9-17-29, Giroud – Okafor – Colombo.

Lukaku alla Roma, si può! Friedkin e Pinto vanno a Londra per chiudere la trattativa

Adesso il sogno può diventare davvero realtà. Perché quello che prima sembrava impossibile o giù di lì, adesso non lo è più. Il Chelsea ha infatti aperto all’ipotesi di poter mandare Romelu Lukaku in prestito alla Roma, trattativa su cui il club giallorosso sta lavorando ormai da qualche giorno a fari spenti. Ora quei fari si sono però accesi e sono spalancati proprio sul gigante belga.

A scendere in pista negli ultimi giorni è stato direttamente Dan Friedkin, il proprietario della Roma, che negli ultimi giorni ha parlato personalmente con Todd Boehly, numero uno dei Blues, imprenditore americano anche lui. I due stanno mettendo in piedi una trattativa che prevede il prestito con diritto di riscatto di Lukaku. Prenderlo tra dodici mesi vorrebbe quindi dire dover investire una cifra intorno ai 46 milioni, sempre che i Blues non vogliano fare una minusvalenza. In più c’è il peso dell’ingaggio del giocatore, che si aggira attorno ai 12 milioni a stagione e che, nel caso in cui Lukaku alla fine dovesse davvero sbarcare alla Roma, prevede nell’accordo tra i due club anche la partecipazione del Chelsea ad una parte dell’ingaggio.

Nel frattempo è successo che l’operazione Chelsea-Juve (con lo scambio Vlahovic-Lukaku) non è andata in porto, che l’offerta dell’Arabia è stata rispedita al mittente e che il giocatore ha aperto anche personalmente all’idea di sbarcare a Roma. Perché c’è Mourinho, con cui ha lavorato già al Chelsea ed al Manchester United. L’allenatore della Roma è già sceso in campo, chiamando personalmente Romelu e illustrandogli un progetto ambizioso: con lui e Dybala come coppia d’attacco la Roma sarebbe competitiva per i massimi traguardi, il succo del discorso di José. Stasera il Chelsea giocherà in casa con il Luton, Lukaku come al solito sarà fuori dalle idee di Pochettino ma allo stadio ci saranno due ospiti speciali: Ryan Friedkin e il ds della Roma Tiago Pinto, appena partiti con un volo privato per Londra in missione. Obiettivo: chiudere la trattativa velocemente, anche perché l’apertura al prestito potrebbe sollevare appetiti importanti tra le big d’Europa. E magari tornare a Roma con Lukaku.

Pochettino: “Lukaku separato in casa? Scelta non mia ma del Chelsea e di Romelu”

I Blues restano a caccia di un attaccante ma la situazione dell’ex nerazzurro resta invariata. Il tecnico: “Non spetta a me muovermi per modificare le cose. Sono il giocatore e il club a dovermi dire che qualcosa è cambiato”

Nulla è cambiato. Il Chelsea ha sempre bisogno di un nuovo attaccante (e starebbe per chiudere con l’Arsenal per Balogun, sul quale però c’è anche il Monaco), ma Romelu Lukaku continua a lavorare a parte, lontano dalla prima squadra e non considerato nemmeno adesso che Mauricio Pochettino, complici tutti gli infortuni, deve portare in panchina un giovane con zero esperienza di Premier League. Eppure il belga che da mesi aspetta di lasciare Londra resta un indesiderato.

Pochettino, alla vigilia dell’anticipo della terza giornata col Luton Town, ribadisce che Lukaku resta fuori dai suoi progetti. Addirittura che tra attaccante e tecnico non c’è ancora stato un contatto. “No, non ho parlato con lui – racconta Pochettino nella piccola sala stampa del centro sportivo di Cobham, dove il belga sta lavorando con l’Under 21 -. Nel calcio tutto può succedere, ma al momento la situazione resta chiara, quella di quando siamo arrivati, un accordo tra club e giocatore per cercare la miglior soluzione. Se cambierà qualcosa ne parleremo”.

C’è un termine su cui Pochettino si sofferma più volte, rispondendo alle domande: la situazione di separati in casa è frutto di un accordo tra giocatore e club. Uno su cui il tecnico non ha potere. “Sono stati Chelsea e Lukaku a decidere questa situazione, una che ho trovato quando sono arrivato, che conoscevo bene ma su cui non ho potere – spiega -. Se tu giocatore vuoi cambiare, e il club vuole cambiare, non spetta a me muovermi per modificare le cose. Sono il giocatore e il club a dovermi dire che le cose sono cambiate: fino a quando qualcuno non mi dirà diversamente, io non mi muoverò. Poi nel calcio tutto può cambiare in fretta: ho visto un allenatore dire che si sarebbe dimesso il giorno in cui i giocatori sarebbero costati più di 100 milioni e poi la sua squadra ha fatto un’offerta di quel tipo. Ma in questo cosa non è cambiato nulla”.

Pavard non si allena con il Bayern Monaco: corsa contro il tempo per averlo a Cagliari

Acerbi e Darmian stanno ancora lavorando separati dal gruppo: ci sono speranze di recupero, ma avere presto il francese è necessario per Inzaghi

Simone Inzaghi lo ha ripetuto più volte a cavallo della prima giornata di campionato: gli manca un uomo lì in difesa, il sesto che completi il reparto arretrato. Quell’uomo ha ormai un nome e un cognome, Benjamin Pavard, e sarebbe ideale per l’allenatore averlo a disposizione già per la prima trasferta ufficiale della stagione, quel Cagliari-Inter in programma lunedì alle 20.45. Probabilmente il nazionale francese non sarebbe titolare visto che ancora deve conoscere compagni di squadra e tecnico, ma averlo lì seduto a bordo campo pronto per ogni evenienza sarebbe in ogni caso un’eccellente rassicurazione per l’allenatore piacentino.

Pavard non è ancora a Milano, nella migliore delle ipotesi potrebbe atterrare in serata. In tal caso si potrebbe ipotizzare un allenamento in solitaria già per giovedì – la squadra lavora di mattina ad Appiano Gentile – e poi tre ulteriori giorni alla Pinetina compresa la rifinitura domenicale prima della partenza per Cagliari. Si tratterebbe di un buon pacchetto di allenamenti in vista di una prima convocazione in nerazzurro, soprattutto perché in questo momento Francesco Acerbi e Matteo Darmian non sono al top. Nel giorno del ritorno al lavoro dopo due giorni liberi, entrambi hanno fatto un allenamento personalizzato: Acerbi deve trattare con calma il risentimento muscolare al soleo della gamba destra, mentre Darmian monitora la leggera distorsione alla caviglia che lo ha fatto zoppicare contro il Monza. C’è fiducia per il recupero di entrambi, ma Inzaghi vorrebbe avere la libertà di gestirli a piacimento. Già dopo il 2-0 del Giuseppe Meazza l’allenatore aveva spiegato pubblicamente di non aver sostituito Darmian perché la squadra era “troppo corta” in panchina. Ecco, con Pavard il problema sarebbe definitivamente risolto già da Cagliari.

Guardiola operato alla schiena: per un mese il City passa nelle mani di Juanma Lillo

L’allenatore spagnolo si è sottoposto a Barcellona a un intervento che lo terrà fermo fino a metà settembre

Pep Guardiola sarà costretto a saltare i prossimi impegni del Manchester City. L’allenatore spagnolo si è sottoposto a un intervento di routine per risolvere i problemi di mal di schiena che da tempo lo tormentavano. Ad annunciarlo è il club stesso con un comunicato ufficiale.

Guardiola è volato a Barcellona per un’operazione di emergenza, completata con successo. Pep dovrà rimanere in Spagna per un breve periodo di riposo e riabilitazione. “In sua assenza – si legge sul sito del Manchester City -, il vice allenatore Juanma Lillo coordinerà gli allenamenti della prima squadra e lo sostituirà a bordocampo fino al suo rientro”, atteso per metà settembre. Guardiola dovrebbe infatti rientrare al termine della prossima sosta nazionali.

Guardiola lascia il City a punteggio pieno dopo le vittorie contro Burnley e Newcastle. Salterà le gare contro Sheffield United (in programma per il 27 agosto) e contro il Fulham (2 settembre). Il rientro è previsto per il weekend del 16 settembre, quando il City sfiderà il West Ham.

Marotta: “Lukaku, che delusione. Per Pavard siamo messi bene”

Ai microfoni di Radio Serie A su Rds parla l’a.d. nerazzurro: “Sanchez manda segnali per tornare, positivo. Berardi? Sto con Carnevali, è indispensabile per il suo club ed è tardi per sostituirlo”

Fiducioso, questo sì: “Siamo messi bene. Non deve essere inteso però come una illusione per i nostri tifosi”. L’ad interista Beppe Marotta, traccia un primo bilancio del mercato interista parlando ai microfoni di Radio Serie A con Rds, il nuovo format della Lega di A. “Nel mercato – aggiunge – devi sempre cercare di fare un giusto mix fra giovani e meno giovani. Siamo soddisfatti del nostro mercato ma dobbiamo poi sempre confrontarci sul campo con i nostri avversari. Partiamo alla pari con le altre squadre della vetta della Serie A. Con Pavard siamo messi bene, ma non vuole essere un’illusione per i nostri tifosi”.

Marotta ritorna poi sull’operazione-Lukaku, “che ha lasciato tanta delusione. Non penso che giocherà in Italia in un’altra squadra. I club di A hanno lavorato tutte bene sul mercato”. L’ad dell’Inter tocca anche il tema-Correa: “Ha chiesto più spazio, con lui sta dialogando Ausilio. Vedremo in questi giorni cosa vorrà fare il giocatore. Sanchez ha mandato segnali per un possibile ritorno e questo è di certo un fatto positivo”. E poi c’è la cessione di Onana: “Lo abbiamo preso a parametro zero, grazie ad Ausilio, e lo abbiamo venduto a circa 50 milioni. Queste sono le operazioni che rendono forti e solide le società. Il fenomeno arabo è arrivato improvvisamente. Di sicuro lo spettacolo e la qualità sono scesi: in questa estate hanno portato via circa 20 giocatori di livello. Ma dobbiamo considerare che è venuta meno la nostra competitività economica”.

Sulla decisione del Sassuolo di togliere dal mercato Berardi, Marotta si dice “d’accordo con Carnevali: lui è indispensabile nel gioco del suo club ed è un po’ tardi per sostituirlo”. Infine, un accenno a Sensi: “Può darci molto, ha grandi mezzi, ma dobbiamo preservarlo perché viene da alcuni problemi fisici”.

Inter, garanzia Mkhitaryan. Così l’armeno “libera” risorse per il difensore

L’ex giallorosso si è confermato un prezioso punto fermo anche all’esordio in campionato contro il Monza. Così pesa meno la rinuncia a Samardzic e i nerazzurri possono puntare a completare il pacchetto arretrato

Non tutti i mali vengono per nuocere. Al contrario, con il Mkhitaryan ammirato nell’esordio in campionato contro il Monza, in casa nerazzurra scemano definitivamente i rimpianti per il mancato arrivo di Lazar Samardzic e si aprono nuovi scenari in sede di mercato. Sì, perché adesso tecnico e dirigenti possono serenamente decidere di dirottare il tesoretto inizialmente destinato al serbo-tedesco per completare il reparto difensivo che manca ancora di un braccetto destro dopo le partenze di Skriniar e D’Ambrosio. Quei circa 20 milioni che sarebbero stati stanziati per il centrocampista dell’Udinese, ora possono essere utilizzati per esaudire il desiderio di Inzaghi, che ha ribadito la necessità di arricchire il pacchetto arretrato con un sesto elemento.

L’armeno è ripartito per la sua seconda stagione in nerazzurro così come aveva terminato quella precedente, vale a dire da protagonista. A dispetto dei 34 anni sul groppone, Mkhi ha dimostrato di non temere la concorrenza di Frattesi, il principale colpo estivo dell’accoppiata Marotta-Ausilio, e nemmeno quella di Sensi, la cui permanenza pare sempre più probabile in virtù di un pre-campionato più che convincente. Nella sfida vinta contro i brianzoli, l’armeno non è solo rimasto in campo dall’inizio alla fine, ma si è anche meritato un 6,5 in pagella inferiore solo ai voti raccolti da Lautaro (7,5) e da Dumfries (7), garantendo qualità e sostanza. Dopo aver collezionato la scorsa stagione un numero di presenze (49) inferiore solo a quello di Lautaro, Barella, Dumfries e Dimarco, l’ex giallorosso ha dimostrato con i fatti perché merita ancora un ruolo di primo piano nella mediana nerazzurra, macinando chilometri e facendosi sempre trovare pronto tanto in fase di copertura quanto di costruzione, senza disdegnare quegli inserimenti sotto porta che offrono a Inzaghi un’importante arma in più. Non solo, l’efficacia garantita anche dopo l’uscita della Thu-La e il suo conseguente avanzamento a supporto di Arnautovic ha consegnato nuove certezze al tecnico piacentino, consapevole di poter contare su un’ulteriore e preziosa variante tattica.

Mourinho: “L’attaccante che manca? Siamo in ritardo, ma venire a piangere non vale la pena”

L’allenatore giallorosso parla alla vigilia della partita d’esordio contro la Salernitana: “Dybala e Pellegrini squalificati? La Serie A è anacronistica”

Tutto pronto, anche se poi di mezzo c’è il mercato e l’attesa per l’attaccante. Intanto, però, domani c’è la Salernitana e la Roma va a caccia subito dei tre primi punti. “Abbiamo lavorato bene, tutti i giocatori hanno fatto il 100% o giù di lì, abbiamo avuto pochi problemi. Certo, domani avremo due giocatori importanti fuori per squalifica come Dybala e Pellegrini. La Salernitana? Ha il potenziale per arrivare in Europa, un ottimo allenatore e una rosa con grande esperienza. Scorso anno tanti risultati positivi, hanno perso poche volte. Gara difficile, ma in Serie A non ci sono partite facili. L’unica cosa che mi dispiace è che il nostro calcio è ancora un po’ demodè: non avere due giocatori per somma di ammonizioni nel vecchio campionato mi sembra anacronistico, in un campionato da valorizzare”. 

Allora Mou spiega come è cambiato il centrocampo della Roma. Via Matic, dentro Paredes e Sanches. “Sul signor (letterale, ndr) Matic cosa devo dire? Il direttore sportivo del Rennes ha spiegato che stava parlando con lui da circa un mese e questo basta questo per commentare la vicenda. La sua uscita non ce la aspettavamo: ha giocato 50 partite, un grandissimo giocatore, molto importante per noi. Ma la Roma ha avuto una grande risposta, il problema è quando perdi qualcuno e non viene sostituito. Ed invece sono arrivati Paredes e Sanches, non Peppino e Tonino. Paredes mi piace tanto, il suo modo di giocare. La corsa stagione non è andata benissimo per lui, se non per il Mondiale. E anche ora arriva senza aver fatto la preparazione con la squadra. Sanches anche un giocatore top, ma nell’ultima stagione ha avuto tanti infortuni. Come Aouar, che praticamente non ha giocato mai. Mi piacciono molto tutti e tre, ma devo lavorarci su”. 

Dalla Francia: Inter, ritorno di fiamma per Pavard. United terzo incomodo

Dopo i contatti di gennaio il difensore francese del Bayern torna nei piani dei nerazzurri

Torna calda la pista che porta a Benjamin Pavard. Il difensore francese del Bayern Monaco infatti è di nuovo nel mirino dell’Inter. Un ritorno di fiamma, visto che il campione del Mondo 2018 era già stato sondato a gennaio. Un interesse reciproco che potrebbe concretizzarsi in questa volata finale di mercato, anche se il prezzo potrebbe rivelarsi un ostacolo, e i nerazzurri devono fare i conti con la concorrenza del Manchester United. 

In Inghilterra, Pavard è considerato l’obiettivo principale della squadra di Ten Hag, ma lo United è condizionato dal caso di Harry Maguire. Lo stallo creatosi sul difensore inglese sta bloccando la manovra di aggancio dei Red Devils. Così si è inserita l’Inter che, anche secondo l’Equipe, sta preparando una proposta da inoltrare al Bayern Monaco. Il giocatore, a suo tempo seguito anche dal Milan, rimane dell’idea di scoprire un altro campionato, con la possibilità di esprimersi da difensore centrale in una difesa a tre, anche se da terzino destro irruppe sulla scena durante il Mondiale del 2018. Il Bayern punta alla cessione a titolo definitivo, e l’Inter spera di poter cogliere l’occasione nelle ultime ore di mercato, quando i tedeschi potrebbero essere costretti ad abbassare le pretese per un giocatore con il contratto in scadenza nel 2024.