Chiesa saluta la Juve e puntualizza: “Mai ricevuto proposte di rinnovo né chiesto aumenti”

Il neo acquisto del Liverpool: “Mi è stato solo comunicato che non avrei fatto parte del progetto ancora prima dell’inizio degli allenamenti con la squadra. In bianconero sono cresciuto, come uomo e calciatore”

Mentre il Liverpool gli stava dando il benvenuto sui social, sempre sui social Federico Chiesa si è congedato dal mondo juventino con un post piuttosto lungo in cui l’attaccante ha ringraziato i tifosi e allo stesso tempo dato la propria versione dei fatti sulla fine del matrimonio con il club bianconero. Eccola: “Vorrei fare chiarezza sulla questione del rinnovo. Non ho mai ricevuto alcuna offerta di rinnovo da parte della Juventus e, di conseguenza, non c’è mai stata una richiesta da parte mia o del mio entourage riguardo ad un aumento o ad una riduzione del mio ingaggio. Mi è stato comunicato che non avrei fatto parte del progetto ancora prima dell’inizio degli allenamenti con la squadra”.

Chiesa, insomma, ha messo i puntini sulle “i”, a scanso di equivoci. Poi, il pensiero per la gente bianconera: “È giunto il momento di concludere questo percorso insieme a voi, tifosi bianconeri. Vorrei dedicare qualche parola per ringraziarvi del grande affetto che mi avete sempre dimostrato, affetto che porterò per sempre nel cuore. Con voi e con la Juventus sono cresciuto, sia come uomo che come calciatore. Mi avete sostenuto nei momenti belli e in quelli difficili, e per questo vi sarò sempre grato. In questi quattro anni ho avuto l’opportunità di lavorare con giocatori, staff e allenatori di altissimo livello. Siete stati come una famiglia per me e, anche nei momenti più complicati, mi avete aiutato a rialzarmi. Porterò sempre con me i ricordi di gioia che abbiamo condiviso”.

Chiesa-Liverpool, ci siamo! Fede in volo per l’Inghilterra: “Sono pronto per questa nuova avventura”

Sfumata la pista Barcellona, Federico Chiesa ha dato l’ok per il trasferimento ai Reds e si è appena imbarcato su un volo privato. La Juve ricaverà 10-15 milioni. E con il risparmio sull’ingaggio dell’azzurro, via libera per la caccia a Sancho

Nessun segnale da Barcellona: Federico Chiesa ora si avvicina al Liverpool, in queste ore l’ultima accelerata sul fronte inglese può essere decisiva. L’attaccante apre alla destinazione in Premier League, la Juve è pronta a cederlo per una cifra fra i 10 e 15 milioni: si può chiudere a breve. L’attaccante è da poco partito per raggiungere l’Inghilterra con un volo privato: “Sono felicissimo e pronto per questa nuova avventura, ci tengo a salutare i tifosi della Juve”.

L’uscita di Chiesa è utile alla Juve per definire l’ultimo obiettivo di questo mercato bianconero: cioè Sancho, che arriverebbe in prestito dal Manchester United senza alcun obbligo di riscatto e con buona parte dell’ingaggio pagato dal club inglese. Il risparmio generato dall’ultimo anno di contratto di Chiesa, evitando la minusvalenza a bilancio con circa 12 milioni, darebbe forza a Giuntoli per coprire una buona percentuale dello stipendio annuale di Sancho, che ha già dato gradimento alla destinazione juventina. La Juve si muove su questo binario e per adesso è avanti sulla concorrenza.

Chiesa, il braccio di ferro: la Juve forza l’addio e scalda il mercato, ma Fede non molla

Giuntoli nel pieno della caccia alle ali, intanto in programma un vertice con l’agente Ramadani: il contratto dell’esterno azzurro scade nel 2025, e lui valuta soltanto le big

Sposato con Lucia, ma separato in casa con la Juventus. È un’estate senza mezze misure per Federico Chiesa, passato dall’emozione delle nozze al gelo con i bianconeri. Fede non è mai stato così lontano dalla Signora come in questo momento. Il divorzio è certo, le tempistiche ancora no. Alla Continassa spingono per dirsi addio subito, entro la fine del mese, senza aspettare la naturale scadenza del contratto (giugno 2025) e lo svincolo (a zero) del numero 7. Chiesa, almeno per il momento, sembra avere meno fretta di decidere: nelle ultime ore si è confrontato con il suo entourage, pronto a incontrare nuovamente il d.t. Cristiano Giuntoli. 

Una cosa è certa: Thiago Motta è stato sincero e diretto con Chiesa e in ogni caso non farà marcia indietro. Né adesso, né mai. Nemmeno se Federico il 30 agosto fosse ancora un giocatore della Juventus. Gli ultimi dubbi sono stati fugati nei giorni scorsi. I dirigenti e Thiago Motta non hanno fatto molti giri di parole con Fede. Tanto nel privato della Continassa quanto nel post-partita di Pescara, il messaggio è stato più o meno lo stesso: non c’è più posto per te in questo progetto, cercati una nuova squadra. Spifferi divenuti ufficiali per bocca di Motta: “Chiesa è rimasto a Torino per il mercato, come altri. Siamo stati chiari internamente, devono trovare una soluzione in fretta per il bene della squadra e per il loro”. Schietto e lapidario. Thiago non è un tipo da compromessi: si è esposto in prima persona, ovviamente in sintonia con la società, ed è pronto a tirare dritto. Aspetta un paio di ali nuove per il suo 4-1-4-1, visto che nel frattempo è stato ceduto Matias Soulé alla Roma, ma alla peggio è deciso a trovare altre soluzioni: da nuove varianti tattiche (4-3-2-1) all’utilizzo di qualche giovane in aggiunta all’intoccabile Kenan Yildiz e a Timothy Weah. Tradotto: Chiesa, in caso di permanenza, si troverebbe ai margini per scelta tecnica. Allenamenti sì, ma pure molta panchina. 

Il record di gol e un futuro da scrivere: Chiesa-Juve, tutti i bivi dell’estare

Allegri spesso lo sostituiva, Montero lo ha tenuto in campo 90 minuti e da lui è nata la rimonta di Bologna: ottava rete in campionato, uguagliato il suo miglior anno in bianconero. E ora ci si siede a trattare il rinnovo ma con un attore in più, il nuovo allenatore

È stato l’ultimo in ordine di tempo a salutare Massimiliano Allegri, con un messaggio social arrivato solo all’indomani della prima partita dopo il cambio della guida tecnica. “Abbiamo condiviso un percorso di tre anni insieme, culminato nella vittoria di un titolo! In bocca al lupo per il futuro mister. Un grande abbraccio, grazie di tutto!”, ha scritto Federico Chiesa all’ex allenatore. A cui con un celebre labiale Federico Chiesa aveva contestato di essere sempre il primo a essere tolto dal campo per i cambi. Montero invece  a Bologna ha tenuto in campo l’ex viola 90 minuti, e ha visto premiata la sua scelta dal gol di Fede che ha aperto la rimonta della Juventus e dalla verve dell’azzurro che ha aiutato a completarla. Il gol è arrivato al minuto 76: in sei delle precedenti otto gare a quel punto della gara Chiesa era già uscito, in una (con la Roma) è il momento in cui è stato sostituito e solo a Cagliari è rimasto in campo fino alla fine, quando per rimontare Allegri aveva chiuso con in campo tutti gli uomini d’attacco insieme (Fede, Vlahovic, Yildiz e Milik contemporaneamente). 

Contro la squadra, il Bologna, a cui ha segnato più gol in carriera, sette in undici partite, Chiesa ha trovato la nona rete in stagione, che supera le ultime due annate messe insieme (otto gol totali), e l’ottava rete considerando solo in campionato, che eguaglia le otto realizzate nel suo migliore anno alla Juventus, il primo.

Non solo Bremer: anche con Chiesa intesa più vicina per il rinnovo

Dopo Gatti, Fagioli e Locatelli, adesso è il turno del brasiliano e di Fede. Aspettando Dusan Vlahovic.

Avanti il prossimo. Anzi, i prossimi. La Juventus, e in particolare il direttore tecnico Cristiano Giuntoli e il d.s. Giovanni Manna, stanno procedendo a passo spedito nella revisione dei contratti di buona parte della rosa bianconera. Nelle scorse settimane sono stati raggiunti gli accordi per il prolungamento di Federico Gatti (sino al 2028 con adeguamento dell’ingaggio a 1,5 milioni), Nicolò Fagioli (anche per lui due anni in più con ritocco dello stipendio verso l’alto) e Manuel Locatelli (scadenza sempre portata al 2028 e sostanzioso aumento dai 3 milioni attuali, si aspetta solo l’ufficialità), dopo quelli di giovani come Kenan Yildiz e Dean Huijsen. Ora tocca ai pezzi grossi, con coefficiente di difficoltà ovviamente più elevato. A cominciare da Federico Chiesa e Gleison Bremer, senza dimenticare Dusan Vlahovic. 

L’esigenza alla Continassa è evidente: allungare i contratti consente di rivedere al ribasso l’impatto degli ammortamenti a bilancio, vera grana sulla situazione finanziaria della Juve attuale. Certo, dall’altra parte ci sono pure le considerazioni tecniche: Gatti, per esempio, è stato premiato con l’aumento di stipendio per la crescita mostrata sul campo. Sul monte ingaggi, però, è già stata messa una piccola pezza in estate e si continuerà a farlo in futuro (vedi Alex Sandro – 6,5 milioni di euro netti all’anno -, che dirà addio in estate). C’è quindi un piccolo margine. Mentre per gli ammortamenti è bene intervenire subito. E uno dei casi che “pesa” di più, dopo Chiesa e Vlahovic, è proprio Bremer (circa 8 milioni di euro la quota di ammortamento annuo). Per questo la dirigenza bianconera è al lavoro per aggiungere almeno una stagione al contratto del brasiliano, che oggi reca data di scadenza 30 giugno 2027. La disponibilità del giocatore, in linea di massima, c’è e la volontà di restare è ferma, tanto che Bremer in estate non ha voluto nemmeno ascoltare le richieste di informazioni proveniente dalla Premier (Tottenham su tutti). Non dovrebbe, invece, variare l’emolumento del centrale (4 milioni netti più uno di bonus). 

Juve-Chiesa, primo round per il rinnovo: incontro con l’agente Ramadani

L’attaccante ha il contratto in scadenza nel 2025: i bianconeri devono prolungare l’accordo per blindare l’investimento fatto sul calciatore in questi anni. Giuntoli e il procuratore ne hanno parlato a pranzo

L’incontro era in agenda da un pezzo. Il tentativo di tenerlo sotto traccia, consumandolo a Milano piuttosto che a Torino, non è andato a buon fine. Cristiano Giuntoli e Giovanni Manna sono stati intercettati prima di pranzo all’uscita da Palazzo Parigi, uno dei salotti di mercato più noti dell’Italia del calcio. Lì hanno incontrato nella tarda mattina Fali Ramadani, l’agente di Federico Chiesa. L’attaccante ha il contratto in scadenza nel 2025: il club deve prolungare l’accordo per blindare l’investimento fatto sul calciatore in questi anni. 

La Juve ha speso 40 milioni per riscattare Chiesa dalla Fiorentina, dopo aver pagato un prestito biennale oneroso di 10 e altrettanti inquadrati come bonus. Un costo complessivo di 60 milioni che il calciatore ha ripagato fin qui solo in parte, dal momento che per un lungo periodo è stato costretto a rimanere lontano dal campo a causa di un brutto infortunio. Acqua passata: al netto di qualche acciacco recente, il numero 7 bianconero punta a tornare al top della condizione con una stagione da record. Allegri tra l’altro lo vuole più attaccante, le 4 reti segnate fin qui lasciano immaginare che possa raggiungere per la prima volta la doppia cifra nelle marcature in Serie A.

Chiesa è senza dubbio al centro del progetto Juve, ma in questo momento storico vanno tenute in considerazione anche le offerte monstre da altri mercati. L’estate scorsa il suo nome era sul taccuino di almeno 3-4 top club inglesi, pronti ad avanzare delle proposte allettanti. Alla Continassa hanno sempre dato apertura alla cessione dei pezzi pregiati solo di fronte a offerte irrinunciabili: senza rinnovo, però, il giocatore l’estate prossima si ritroverebbe a un solo anno dalla scadenza, con molto più potere decisionale sul proprio futuro rispetto alla società. Le posizioni iniziali tra richiesta e offerta sul nuovo ingaggio sono ancora lontane, ma il confronto è appena cominciato. E i buoni rapporti potrebbero anche accelerare i lavori per un rinnovo breve, a garanzia di tutti.

Juve, i piani anti-Milan di Allegri: ecco la staffetta tra Kean e Vlahovic

Milik titolare dall’inizio, al suo fianco Moise rinfrancato dalla Nazionale. Ma Max è pronto a cambiare a partita in corso

Nell’elenco dei convocati della Juve per la partitissima di stasera in casa del Milan capolista compare anche il nome di Federico Chiesa, nonostante nella conferenza stampa della vigilia, all’ora di pranzo, Massimiliano Allegri non avesse fugato completamente i dubbi. Invece, a San Siro la Signora si presenterà con tutti e quattro i suoi attaccanti. Evidentemente, l’ultima seduta prima della partenza per Milano ha convinto Max.

Il più sicuro è Arek Milik, anche perché non si vuole rischiare dall’inizio Chiesa, tornato ad allenarsi in gruppo solo venerdì. Nella giornata di ieri il vero ballottaggio è stato sul partner del polacco. Dusan Vlahovic, come ha detto lo stesso Allegri, ha fatto una buona settimana alla Continassa, superando i tormenti dovuti alla lombalgia, ma Moise Kean, galvanizzato anche dal ritorno in Nazionale, sta molto bene. Così bene che Max alla fine potrebbe seriamente decidere di puntare su di lui.

La Juve si presenterebbe, così, con la coppia vista per gran parte del secondo tempo contro il Torino, nell’ultima uscita prima della sosta per le nazionali. Kean partirebbe dal 1’ per la terza volta di fila, mentre Milik potrebbe andare a caccia del terzo gol nelle ultime quattro gare in bianconero. Milik farà da raccordo, grazie all’abilità di “pulire” palloni sulla trequarti, mentre a Kean toccherà attaccare l’area di rigore rossonera. I due sono in forma, ma è chiaro che i tifosi speravano innanzitutto nel recupero di Vlahovic e Chiesa, i due titolari designati, al di là dei discorsi di circostanza. E anche Allegri fino all’ultimo sarà stuzzicato dall’idea di puntare almeno sul serbo. Altrimenti, i due ex Fiorentina saranno le armi da scatenare a partita in corso, cambiando totalmente il volto dell’attacco bianconero. Fede ama allargarsi a sinistra, con Dusan da boa centrale e spazi aperti agli inserimenti dei centrocampisti.

Non solo Berardi, spunta anche Lindstrom: colpi e dribbling per il 3-4-3 della Juve

Il fantasista danese può diventare l’erede di Chiesa: sfida al Newcastle, che insiste anche per l’ala azzurra

Qualche settimana fa, alla Bobo Tv, alla domanda su quale giocatore di oggi ricordi di più Kakà, Roberto De Zerbi diede una risposta inattesa: «Jesper Lindstrom».

Danese, classe 2000, trequartista o esterno d’attacco dell’Eintracht Francoforte. De Zerbi non è, però, l’unico a stimarlo molto. Lindstrom, infatti, è anche un pallino di Cristiano Giuntoli, di Giovanni Manna e del capo scout Matteo Tognozzi. Tanto da finire nella lista dei possibili colpi bianconeri per l’estate. Lindstrom è uno dei profili individuati per dare talento e fantasia all’attacco in caso di (probabile) partenza di Federico Chiesa. Obiettivo ambizioso visto che sul fantasista è segnalato anche il Newcastle, che in alternativa pensa anche all’azzurro ex Fiorentina. L’altro candidato bianconero resta Domenico Berardi del Sassuolo, giocatore diverso dal danese (il primo è mancino e ha sempre giocato da esterno destro d’attacco, l’altro è di piede destro e svaria su tutta la trequarti), ma che nell’idea dei dirigenti bianconeri potrebbe essere utilizzato in modo simile da Massimiliano Allegri: da esterno d’attacco in un 3-4-3 o mezzapunta in un 3-5-1-1, come fatto da Angel Di Maria nella scorsa stagione.

Cresciuto nelle giovanili del Brondby, nel 2021 Lindstrom ha fatto il grande salto passando all’Eintracht, in Bundesliga, per 7 milioni di euro e firmando un contratto quinquennale. In Germania si è imposto praticamente subito da trequartista o da appoggio a una prima punta fisica come Kolo Muani. In questo, parafrasando De Zerbi, ricorda un po’ la traiettoria tattica di Kakà, che Ancelotti impiegava inizialmente da “10” e poi pure da seconda punta. Non segna moltissimo (5 gol al primo campionato tedesco, 7 al secondo), ma a Francoforte è l’elemento che dà brio e accelerazioni alla manovra, con giocate di classe e percussioni palla al piede. Esattamente quello che vanno cercando alla Juve.

Chiesa: “10 mesi di ostacoli e dolore, ma non ho mai mollato. Io e Vlahovic, vedrete che coppia”

L’attaccante ha raccontato in un docufilm i mesi dell’infortunio: “A livello umano sono migliorato. Voglio solo tornare al massimo. Con la Lazio in Coppa Italia ci sarò”

Federico Chiesa ora è un ragazzo felice. Può di nuovo correre dietro a un pallone, come non ha potuto fare per 10 mesi dopo l’infortunio al crociato del ginocchio sinistro di un anno fa. Un viaggio lungo e pieno di difficoltà, ma anche formativo, che lui stesso ha voluto raccontare in un docufilm targato Prime Video.

“Ci sono stati tanti momenti difficili, il più duro quando mi hanno confermato la rottura del crociato. In questi 10 mesi ho dovuto superare tanti ostacoli. Prima il dolore post intervento, poi le 6 settimane di stampelle: il traguardo sembrava veramente lontano. Quando ho ricominciato a correre ci sono stati problemi, che in una riabilitazione così lunga e dopo interventi di questo tipo possono capitare. Ho visto il mio obiettivo allontanarsi, però non ho mollato. Sono sempre stato consapevole che dovevo tornare a giocare. Sono abituato ad andare oltre le difficoltà, l’ho sempre fatto nella mia carriera”.

“Entrambe le cose. All’inizio il dolore era così intenso che facevo fatica ad alzarmi dal letto. Oggi posso dire che mi è stato utile, perché sono maturato. Andare al campo ogni giorno, provare a fare un esercizio in più per vedere i miglioramenti: tutto questo mi ha aiutato tanto anche a livello umano”.

“La coppia Osi-Kvara è una delle più forti della A, sono tutti e due in grande forma e soprattutto hanno trovato affiatamento giocando insieme dall’inizio della stagione. Io e Dusan abbiamo avuto dei problemi, ma tra noi alla Fiorentina c’è sempre stata una grande complicità che speriamo di ritrovare alla Juve. Mi è dispiaciuto non esserci contro il Monza soprattutto perché erano tornati Vlahovic e Pogba. Ho avuto un problema al flessore, nulla di preoccupante. Contro la Lazio in Coppa Italia ci sarò”.

Chiesa e Pogba, il gioco delle probabilità: il primo punta al Benfica, il francese al Psg

Entrambi i giocatori della Juve hanno ripreso, ma le previsioni sulle date del loro rientro sono differenti. Ecco tutte le possibilità

Adesso la volontà deve trovare riscontro nelle sensazioni e soprattutto nei parametri. Serve calma, cautela. La positività può certamente far bene, ma Federico Chiesa è davvero all’ultimo metro di una corsa ad ostacoli che per nove mesi lo ha tenuto col fiato sospeso, lontano dal suo habitat naturale: il campo. Ora che c’è tornato, non può concedersi distrazioni o forzature per via dell’ansia. Il rientro parziale in gruppo va vissuto con entusiasmo, senza pressione. E così non sarà difficile giungere dritto al traguardo senza ulteriori intoppi.

L’attaccante bianconero sosterrà dei carichi di lavoro che aumenteranno gradualmente, da qui in avanti. L’obiettivo è rimettere piede in campo intorno alla fine del mese, seppur per qualche minuto. È ben consapevole anche lui che per raggiungere certi standard di rendimento bisognerà aspettare la ripresa della stagione a gennaio prossimo, dopo il Mondiale. Ma tornare in una gara ufficiale sarebbe già una grande traguardo sul piano mentale: per questo ha messo nel mirino la convocazione per il match contro il Benfica del prossimo 25 ottobre, anche se solo a scopo indicativo. Nell’ipotesi maggiormente positiva potrebbe puntare alla chiamata di Allegri addirittura nel match precedente con l’Empoli (21 ottobre), in quella più realistica finirebbe per attendere le gare successive contro Lecce (29 ottobre) o PSG (2 novembre).

Più indietro Pogba, anche se in questo caso la ripresa richiede tempi meno lunghi. Chiesa rientra infatti da nove mesi di stop per una lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, il francese invece ha solo allungato lo stop volendo evitare all’inizio l’intervento per risolvere una lesione al menisco laterale. Da ieri ha ripreso a correre a basso ritmo; anche qui il programma prevede un aumento graduale e una fase successiva con la palla. Questo è il momento che richiede più pazienza: perché il calciatore vorrebbe forzare, ma c’è una tabella di marcia da rispettare. Il centrocampista vuole fare di tutto per tornare prima di fine mese, ma il match col Benfica sembra obiettivamente a rischio. Qualche possibilità in più per la gara col PSG del 2 novembre, meglio ancora quella successiva con l’Inter (6 novembre).