Juve, Miretti ko: frattura al piede destro in allenamento. Fuori per circa un mese

Il giocatore, che verrà rivalutato fra un paio di settimane, dovrà saltare le prossime amichevoli e anche le gare iniziali del campionato

Fabio Miretti è costretto a fermarsi nel pieno della preparazione precampionato. Il centrocampista della Juve ha rimediato un trauma contusivo al piede destro nel corso dell’allenamento di questa mattina: gli esami strumentali al J|medical hanno evidenziato una frattura composta del terzo cuneiforme. Il centrocampista sarà rivalutato tra 15 giorni, ma sarà costretto a star fermo per circa un mese: salterà dunque le prossime amichevoli estive e le prime partite di campionato.

Miretti è uno dei giovani della Juve che Thiago Motta vede nel suo progetto, anche se alla Continassa sono arrivate diverse richieste di prestito sul suo conto: dal Genoa all’Empoli fino al Como. Il centrocampista classe 2003, di scuola juventina fin dall’età di 9 anni, non vorrebbe replicare un’altra stagione a minutaggio ridotto, ma non è indifferente alla fiducia del nuovo allenatore, che intravede in lui tutti i principi necessari per interpretare al meglio il proprio gioco. L’infortunio, ovviamente, complica un po’ i programmi di inizio stagione.

Rabiot-Juve, è finita: no di Adrien a una ricca proposta bianconera. Ora occhio a Real e Milan

Il centrocampista ha rifiutato un biennale da 7,5 milioni a stagione e ora è libero di firmare con chi vuole, Giuntoli oggi annuncerà la rottura. I blancos si giocano la carta Ancelotti, i rossoneri ci provano ma hanno il problema ingaggio

La storia tra Rabiot e la Juve è finita. Era nell’aria, ma sarà ufficiale tra qualche ora. Lo annuncerà Cristiano Giuntoli durante la presentazione di Thiago Motta, fissata per oggi alle 14. Il francese è rimasto indifferente alla proposta di rinnovo ricevuta dal club: sul tavolo c’era un biennale a 7 milioni e mezzo netti a stagione, più bonus e un’opzione di rinnovo automatico per la terza stagione. I primi segnali di scollamento erano chiari per il silenzio nel pre-Europeo: Rabiot, infatti, aveva promesso chiarezza sul proprio futuro prima della competizione, ma non aveva mantenuto la parola data. Solo ora, dopo aver chiuso l’Europeo con la Francia (tra l’altro in modo deludente), il centrocampista ha deciso di declinare l’offerta della Juventus. Che nel frattempo ha riorganizzato il reparto mediano e le sue gerarchie con gli arrivi di Douglas Luiz e Thuram, in attesa di puntare Koopmeiners.

Rabiot era arrivato alla Juve a parametro zero nell’estate 2019. Paratici lo aveva sfilato alla Roma nel giro di una notte, quando il destino dell’ex PSG pareva scritto sulla sponda giallorossa della Capitale. Il centrocampista aveva scelto Torino per lavorare con Allegri, in realtà il club bianconero decise nella stessa estate di cambiare la guida tecnica. Il francese venne fuori solo alla distanza con Sarri e successivamente con Pirlo, ma tornò a giocare a certi livelli solo dalla seconda stagione dell’Allegri bis, dopo aver condiviso alcuni movimenti che in precedenza non faceva. L’estate scorsa, con il contratto scaduto, Rabiot decise di rimanere alla Juve per continuare a lavorare proprio con l’allenatore che aveva esaltato le sue qualità, per sfruttare al meglio l’anno di avvicinamento all’Europeo, ma rinnovando per un anno solo. Thiago Motta, con il quale ha un buon rapporto sin dai tempi del PSG, lo avrebbe trattenuto volentieri. Il calciatore sarebbe stato anche il futuro capitano designato: ma evidentemente ha deciso di vivere un’altra tappa della sua carriera.

Nuovo stipendio e la 10 di Del Piero: Juve, via alla trattativa per il rinnovo di Yildiz

Il turco allungherà di un paio di anni il contratto e arriverà a incassare un milione a stagione più bonus. Per lui la maglia dell’idolo Ale

Via ai lavori per rinnovare il contratto di Kenan Yildiz e collocarlo al centro della nuova Juve di Thiago Motta. I rapporti fra le parti sono molto solidi, il calciatore negli ultimi mesi ha cambiato i propri rappresentanti ma sul rapporto con il club non cambia assolutamente nulla.

Il turco classe 2006 è dentro il progetto della Juve con tutta la stima possibile: sarà tra i volti principali del nuovo ciclo, non un caso che sia stato il testimonial principale del lancio della nuova maglia. 

C’è di più. Kenan Yildiz è il candidato numero uno per la maglia più importante della storia del club: cioè la 10, quella che nelle epoche precedenti è stata indossata da Platini, Baggio e Del Piero. Il turco è balzato in cima alla lista dei successori perché è il nuovo che avanza a livello di club e anche nel calcio internazionale, come ha dimostrato nell’ultima avventura estiva all’Europeo. La Juve non deve blindarlo tanto sul piano temporale, visto che l’attuale scadenza del contratto di Yildiz è al 2027 (allungherà di un anno o due), quanto sul piano economico: le stellina bianconera guadagna al momento 300 mila euro circa, la trattativa è già partita e si basa attorno al milione di euro, più una serie di bonus legati ad alcune condizioni future. Alla fumata bianca – che potrebbe arrivare nelle prossime settimane – dovrebbe esserci l’ultima investitura dentro la nuova epoca del club: al centro del progetto tecnico e con la maglia numero 10 sulle spalle. 

Szczesny incanta, la Juve lo vende: sempre più vicino all’Al Nassr, Giuntoli stringe per Di Gregorio

Il portiere polacco fa miracoli agli Europei, intanto i bianconeri attendono la prima offerta dagli arabi, che non dovrebbe andare oltre i 2-3 milioni, e vogliono chiudere per inizio luglio

Dopo averla portata all’Europeo, Szczesny ha già messo le cose in chiaro al debutto: la nazionale della Polonia può contare su di lui. La sconfitta con l’Olanda non fa passare in secondo piano l’ottima prestazione del portiere, protagonista di un intervento che ha negato la rete a Van Dijk e in generale il migliore in campo dei suoi.

Un livello di performance così alto da far venire dubbi sulla decisione della Juve, che lo sta accompagnando all’uscita per fare spazio a Di Gregorio.

Le motivazioni che portano alla fine del rapporto tra Szczesny e la Juve sono due: la valutazione economica (per via dello stipendio di 6 milioni e mezzo netti, che diventano il doppio per il costo azienda) e quella tecnica. Thiago Motta, infatti, predilige nel suo progetto un portiere abile a giocare con i piedi: Giuntoli gli ha reperito la migliore espressione possibile sul mercato, considerato che Di Gregorio è l’estremo difensore che nella passata stagione ha fatto più tocchi di palla con i piedi all’interno della propria area di gioco. Il prescelto della Juve guadagnerà 2 milioni a stagione per i prossimi 5 anni, ad affiancarlo sarà Perin che aveva già accettato il compromesso di guadagnare meno all’ultimo rinnovo (1,5 circa) e ora è prossimo a prolungare.

Si fa davvero fatica a rinunciare a uno Szczesny così. Non un caso che ci abbiano pensato in Arabia Saudita, dove continuano a sviluppare il proprio campionato (la Saudi Pro League) provando ad alzare sempre di più il livello delle squadre con dei giocatori di prima fascia. L’erede di Buffon alla Juve è in trattativa con l’Al-Nassr, dove Cristiano Ronaldo – già suo compagno di squadra a Torino – si è mosso per fare da garante all’operazione: la proposta biennale supera la doppia cifra per ciascuna stagione, va circa al triplo dello stipendio percepito alla Juve.

Le armi di Giuntoli per stringere con l’Atalanta

L’inserimento di contropartite tecniche è la strada per avvicinare la domanda di 60 milioni all’offerta rimasta attorno ai 45. Ma su entrambi i gioiellini bianconeri ci sono anche altre concorrenti

Dopo aver apparecchiato il tavolo di confronto – e aver preparato eventuali vie di fuga per giungere comunque a destinazione – la Juve è pronta a dare il via alla trattativa per portare a Torino Koopmeiners. Forte del gradimento del calciatore, nonostante qualche sondaggio dalla Premier League (non solo il Liverpool) e del budget di partenza che può dare subito slancio al mercato. La richiesta per il centrocampista olandese è di 60 milioni: la Juve può allungarsi fino ai 40-45, ma può ingolosire l’Atalanta con contropartite tecniche dal valore superiore ai 15 milioni che verrebbero a mancare per trovare l’intesa. La trattativa, insomma, la si può costruire con piena fiducia di portare a termine l’affare. 

La Juve ha scelto Koopmeiners perché viene ritenuto il tassello ideale nel sistema di gioco che in costruzione: nel primo periodo all’Atalanta giocava davanti alla difesa, ma Gasperini lo ha trasformato in un giocatore di qualità che può far bene tra le linee agendo anche da sotto punta. Giuntoli nella Juve di Thiago Motta lo vede proprio alle spalle del centravanti, con due mediani alle spalle: e se il 4-2-3-1 diventasse 4-3-3, Koopmeiners andrebbe comunque a proporsi da mezzala d’inserimento. Insomma un utilizzo simile a quello di Ferguson nel Bologna, in modo da sfruttare il calciatore anche in zona porta tra marcature e ultima rifinitura, esaltando tutte le sue qualità. 

L’Atalanta non fa sconti però: non è disposta a scendere sotto i 60 milioni di valutazione. Certo, l’inserimento di giovani interessanti – e di sicura prospettiva – come Huijsen e Soulé potrebbero ammorbidire il dialogo e spingere a rivedere un po’ le condizioni. La Juve valuta ciascuno dei suoi talenti – già in vetrina in Serie A e per questo seguiti da top club europei: il Borussia Dortmund sul difensore, il Bayer Leverkusen sull’attaccante – attorno ai 30 milioni. La lista delle eventuali contropartite tecniche potrebbe ovviamente allungarsi, ma l’idea iniziale è quella di creare il giusto clima di confronto al tavolo della trattativa, così da trovare le migliori condizioni per tutti ai fini dell’affare.

C’è Rabiot in cima all’agenda Juve: verso l’incontro, perché può restare e perché no

A giorni l’incontro di Giuntoli con la mamma agente Veronique: molto legato ad Allegri, il francese lo è anche a Motta, ex compagno al Psg. Per la Juve trattenerlo costa molto ma sostituirlo anche di più: gli scenari

Sono i giorni decisivi per il futuro di Adrien Rabiot. Il calciatore ha promesso di far chiarezza prima dell’Europeo, in questi giorni Madame Veronique farà il punto con Cristiano Giuntoli e si proverà a capire se per il centrocampista può esserci ancora prospettiva in maglia bianconera. Bisogna fare attente valutazioni di costo, tecniche e soprattutto di opportunità: si tratta di uno dei pochi top della rosa, l’eventuale cessione porterebbe a dover fare un intervento sul mercato. 

Tra Rabiot e la Juve non c’è un rapporto vincolante, considerato che il contratto del calciatore andrà a scadenza il 30 giugno: il confronto, dunque, può abbattere ogni limite di circostanza. L’estate scorsa il centrocampista ha deciso di rimanere perché la Juve gli offriva la condizione migliore per vivere l’anno di avvicinamento all’Europeo: la centralità nel progetto tecnico, la piena fiducia di un allenatore che nella stagione precedente lo aveva spinto a performare come mai aveva fatto prima, e dunque il pieno riconoscimento del suo valore tecnico. Lo stesso Rabiot, però, aveva già chiarito da qualche settimana come il suo futuro non dipendesse da quello di Allegri (pur ritenendolo il principale riferimento degli ultimi anni), bensì dalle competizioni che avrebbe potuto giocare nella Juve l’anno prossimo. Il ritorno in Champions League e la qualificazione al prossimo Mondiale per Club offrono una grande opportunità: il giocatore sta riflettendo su questo. 

Da Allegri a Thiago Motta, Rabiot può ritrovarsi ancora a lavorare con un allenatore che stima e al quale è molto legato: l’ex Bologna, infatti, è stato suo compagno di squadra al PSG, e per il calciatore è un riferimento da sempre. Proprio come per Thiago Motta – Rabiot – rappresenta il centrocampista ideale. Andasse via il francese, la Juve dovrebbe dunque comprare un giocatore con quelle caratteristiche: e per un top dello stesso livello, non spenderebbe meno di 40-50 milioni.

la Juve inizia a comporre il mosaico del futuro

Il centrale guadagnerà meno di 2 milioni, in linea col piano di taglio dei costi varato dal club, l’esterno ha firmato per un ingaggio da 2 milioni e mezzo a stagione

All’ultima vigilia della stagione la Juve consolida la posizione di due calciatori: un senatore e un emergente che già quest’anno è stato tra i maggiori protagonisti.

A firmare il prolungamento sono stati Daniele Rugani e Andrea Cambiaso: il primo è stato blindato fino al 2026, ma con un’opzione di rinnovo al 2027 che può andare in automatico nel caso in cui il difensore raggiungesse alcuni obiettivi personali, o libera per il club; del secondo, invece, viene consolidata la centralità – che ha già mostrato quest’anno – con una proiezione al 2029, oltre a un adeguamento dello stipendio, che sale a 2 milioni e mezzo a stagione. 

Rugani guadagnerà meno di 2 milioni, in linea col piano di ridimensionamento dei costi che stanno adottando alla Continassa da un po’ di tempo. Ma le valutazioni sul suo conto sono state positive anche in prospettiva: considerato che la Juve giocherà il prossimo anno in cinque competizioni, uno come lui potrà avere ampio spazio nelle rotazioni e mettere a disposizione del gruppo – e soprattutto dei giovani – la sua conoscenza approfondita della Juve. Non un aspetto banale, in un momento di grandi cambiamenti: il calciatore ha spinto molto per rimanere in bianconero, e ha trovato facilmente l’intesa. Nel ritorno della difesa a quattro, potrà dare sicuramente un ampio contributo. 

Dopo la prima stagione esaltante alla Juventus, anche Cambiaso ha voluto fortemente il rinnovo: sulle tracce del giocatore avanzava anche qualche top club europeo, ma l’arrivo a Torino di Thiago Motta – che lo scorso anno lo fece crescere tanto al Bologna – lo mette al centro del progetto senza alcun dubbio.

Koopmeiners aspetta la Juve, con la Premier sullo sfondo. E intanto Allegri studia come fermarlo

L’ultimo atto della Coppa Italia vedrà fronteggiarsi la squadra di Allegri e l’Atalanta dell’olandese, poi però entrerà nel vivo la trattativa

Prima di ritrovarsi attorno al tavolo di una trattativa annunciata, la Juve e Koopmeiners si contenderanno l’ultimo trofeo della stagione: con le stesse ambizioni di vincerlo. La Coppa Italia consentirebbe ai bianconeri di interrompere il digiuno di trofei nelle ultime due stagioni, l’Atalanta in realtà è ancora in corsa pure in Europa League e potrebbe chiudere in bellezza l’ennesima stagione esaltante. Subito dopo, il centrocampista olandese e gli uomini della Continassa si ritroveranno allo stesso tavolo per un’intesa che dovrebbe materializzare il primo colpo dell’estate juventina: a conti fatti, probabilmente anche l’unico investimento importante. 

Koopmeiners è in cima alla lista di Giuntoli da diversi mesi, senza una reale alternativa per la sintesi delle qualità che sta cercando la Juve. Il dirigente si è mosso in tempo e avrebbe anche scalato in fretta le gerarchie di gradimento del calciatore: ci sono, infatti, anche club della Premier League, ma tutto lascia presagire il matrimonio tra Koopmeiners e la Juve, su spinta del diretto interessato. Non sarebbe solo una questione economica, a quanto pare: seppur la Juve dovrà accontentare le pretese dell’Atalanta, che avanza una richiesta attorno ai 40-45 milioni. Pare il calciatore veda nella Juve la tappa giusta per il suo percorso di crescita, tenendo una finestra aperta sulla Premier League per il futuro. 

Per la Juve l’operazione da intavolare sarà una questione estiva, sul campo bisognerà invece badare a Koopmeiners in finale di Coppa Italia: e sarà evidentemente l’osservato speciale all’Olimpico, il prossimo 15 maggio, dal momento che l’olandese è l’uomo più pericoloso dell’Atalanta. Nelle ultime occasioni, il tentativo bianconero di arginare Koopmeiners è andato male: stavolta non ci sarà Locatelli, squalificato come Scamacca, e bisognerà trovare una soluzione differente. Allegri potrebbe affidare l’olandese a un duello con Rabiot: il centrocampista dell’Atalanta, tra l’altro, potrebbe prenderne l’eredità il prossimo anno, o giocarci insieme. La sfida avrebbe contorni interessanti, ma è ancora tutta da studiare.

La Juve ritrova McKennie: in campo con un tutore. Gatti e Danilo dal 1′ contro l’Atalanta

Il centrocampista Usa si è allenato in parte con i compagni e dovrebbe esserci per la sfida di domenica con i nerazzurri

Weston McKennie corre verso la convocazione con l’Atalanta. Anche oggi il centrocampista americano si è allenato con la squadra solo per una parte di allenamento, ma vista l’emergenza in mezzo al campo dovrebbe provare a mettersi a disposizione almeno per uno spezzone di partita. L’ultimo stop di Alcaraz, che si unisce a quello di Rabiot, riduce le soluzioni a centrocampo: Allegri in questo momento può contare solo su Locatelli e sui giovani Miretti, Nicolussi Caviglia e Nonge. E al massimo riproporre Cambiaso mezzala o Danilo davanti alla difesa.

La disponibilità di McKennie, che giocherà con un tutore alla spalla, potrebbe ricomporre il centrocampo con Locatelli e Miretti, con cui la Juve ha affrontato le partite contro Cagliari, Genoa, Lecce ed Empoli: insomma, a parte Napoli, tutte le volte precedenti in cui Rabiot non è stato a disposizione in questa stagione. I precedenti sono buoni perché i bianconeri non hanno mai perso senza il francese in campo: la squadra di Allegri in questo momento ha bisogno di certezze, considerato che nelle ultime sei partite ha buttato al vento molti punti a disposizione. 

Gatti e Danilo con l’Atalanta dovrebbero tornare dall’inizio, insieme a Bremer e a difesa di Szczesny. Cambiaso e Kostic, a meno di sorprese, dovrebbero occuparsi delle corsie esterne: con la possibilità, nella seconda parte del match, di fare staffetta con Weah e Iling. In avanti mancherà Vlahovic per squalifica: Chiesa è ancora favorito su Yildiz per supportare il centravanti e neanche stavolta ci sono tracce di tridente. Sarà la partita di Milik, anche se tornerà a disposizione pure Kean.

Juve, allarme Chiesa: botta alla caviglia destra e allenamento finito

L’attaccante è rimasto contuso in uno scontro di gioco con Alex Sandro e non ha proseguito la seduta insieme ai compagni. Kean, in gruppo, “vede” l’Atalanta.

Juve in ansia per Chiesa: l’attaccante è uscito dal campo di allenamento per precauzione, dopo uno scontro di gioco con Alex Sandro. Nel corso di una delle partitelle il brasiliano è arrivato leggermente in ritardo sulla caviglia destra del compagno: dopo la botta Chiesa è rimasto per terra, richiedendo il supporto dello staff sanitario. Dopo circa dieci minuti fuori, il calciatore ha provato a riprendere la partitella (a campo ridotto) schierandosi da difensore, ma dopo alcune azioni Allegri lo ha richiamato fuori non vedendolo sciolto. “Fede vieni fuori, Fede vieni fuori”: l’attaccante ha così accettato l’invito dell’allenatore ed è andato dritto negli spogliatoi insieme a un preparatore. Probabili accertamenti nelle prossime ore. 

A svolgere tutto l’allenamento – partitella compresa – Kean, che punta a rientrare tra i convocati per l’Atalanta. A Napoli, invece, spera di esserci Danilo, che ha lavorato a parte in un campo parallelo. Su un terzo campo De Sciglio, anche lui prossimo al rientro. Vista l’emergenza a centrocampo (McKennie e Rabiot out), buone indicazioni dai giovani che potrebbero avere una chance dal primo minuto, in particolare Miretti e Nicolussi Caviglia: proveranno soprattutto loro a mettere in difficoltà Allegri nella scelta dell’undici titolare. Occhio anche a Palumbo in chiave convocazioni per il Maradona: era tra i giovani della Next Gen aggregati per l’allenamento di oggi (gli altri: Daffara, Muharemovic, Perotti e Turicchia). Al termine della seduta i calciatori si sono fermati con i tifosi per selfie e autografi.