La Juventus ha fame e ha cominciato il derby d’Italia a tavola, a due passi da un luogo storico del club: l’ex sede di Corso Galileo Ferraris, distante pochi minuti dal centro di Torino. Thiago Motta, guida della giovane Juve, dal primo giorno insiste sul concetto del “tutti insieme”. E tutti insieme i bianconeri si sono ritrovati a cena giovedì sera al Lève, il ristorante di proprietà dell’ex capitano Leonardo Bonucci. Serata voluta, organizzata e offerta da Motta, che ha “convocato” nel locale non solo i giocatori e lo staff tecnico (dal vice Hugeux al marine Colinet fino ai preparatori dei portieri Yovo e Lozano), ma anche i tanti professionisti che quotidianamente lavorano a contatto con il gruppo ma lontano dai riflettori. Dall’infaticabile Matteo Fabris, molto più che un team manager, ai medici e i fisioterapisti fino ai magazzinieri. Circa una quarantina di persone. Thiago capotavola e sempre più leader. “Debutto” a cena extra ritiro per Kolo Muani, Veiga e per gli ultimi colpi del mercato invernale.
Motta abita abbastanza vicino al locale di Bonucci, ma a Torino viene descritto tutto Continassa e casa. Al campo dalla mattina presto al tardo pomeriggio. È raro vedere Thiago in giro o ad eventi mondani, se non quando viene raggiunto sotto la Mole dalla moglie e dalle figlie come in occasione delle Atp Finals. Giovedì ha fatto uno strappo alla regola. È la prima volta, infatti, che Motta porta il “gruppo squadra” a cena e probabilmente la scelta non è stata casuale. Un po’ allenatore e un po’ psicologo. Ci sono momenti in cui due risate e un po’ di leggerezza tra una portata di carne e una di pesce contano come una doppia seduta di allenamento. Tempismo perfetto, in mezzo al decisivo playoff di Champions contro il Psv – mercoledì il ritorno ad Eindhoven dopo il 2-1 di Torino – e soprattutto a ridosso della partita più sentita dal popolo bianconero. Quel derby d’Italia già cominciato martedì scorso sulle tribune dell’Allianz Stadium dopo il gol di McKennie contro gli olandesi.