Inzaghi sbaglia conti e parole, Allegri azzecca tutto. Sarri coglie l’attimo. Mou, basta catenaccio

La ciliegina marcia sull’avariata torta interista in campionato è stata messa ieri sera: nona sconfitta, terza in casa, e per di più contro la Juve. Inzaghi alla vigilia aveva punzecchiato Allegri che si riteneva virtualmente secondo con 53 punti (38 punti più i 15 tolti): “Guardo solo la classifica attuale e dice che con 50 punti seconda è solo l’Inter”. Dopo la partita di ieri non ci sono più discussioni. E non perché il vantaggio virtuale della Juve passa da +3 a +6, ma perché nella classifica che legge Inzaghi seconda adesso è la Lazio con 52. L’Inter è terza.

Il distacco interista dal Napoli è sempre più umiliante (-21 punti, -18 gol fatti, +15 gol subiti). Il passaggio del turno con il Porto, tornando dopo 12 anni nei quarti di Champions, è stato sicuramente un grande merito, ma Inzaghi che a fine gara celebrava se stesso e il gruppo definendolo “fantastico” perché “aveva scritto una pagina di storia”, era apparso a molti esagerato, sia per la partita disputata, sia ricordando la storia dell’Inter, sia valutando l’attuale andamento in campionato. Da ieri sera quelle parole appaiono ancora più esagerate.

La Juve ha vinto a San Siro con merito, mostrando un ottimo spirito di gruppo. Dopo il gol di Kostic (contestato dall’Inter un tocco di braccio di Rabiot nell’azione) ha avuto molte opportunità per raddoppiare. I bianconeri forti del vantaggio hanno giocato una partita attenta, ostica, senza mai rinunciare a colpire in ripartenza. Anche l’Inter ha avuto le sue opportunità, ma le più clamorose, negli spazi lasciati, sono state quelle bianconere. Alla Juve va dato il grande merito, dopo un momento di sbandamento successivo al -15, di aver continuato a fare punti pur non sapendo più bene per cosa lottare davvero.

Napoli, Osimhen: “Non so cosa mi riserva il futuro, troveremo una soluzione”

Il terzo anno al Napoli può essere l’ultimo per Victor Osimhen? L’ennesima grande stagione del nigeriano in maglia azzurra ha reso ancora più forte il pressing dei top club europei e, con lo scudetto dietro l’angolo e una Champions League tutta da vivere, lo stesso giocatore potrebbe pensare che la missione a Napoli possa essere compiuta.

Dopo il match contro l’Eintracht Francoforte è stato chiesto a Osimhen del futuro e la risposta non è del tutto rassicurante per i tifosi partenopei: “Non so cosa mi riserverà. Penso di essere sulla giusta strada – le parole ai tedeschi di Sport 1 -. A fine stagione, mi sederò al tavolo con i miei agenti e parleremo di tutto. Parlerò anche col club, sono incredibilmente grato al Napoli e troveremo una buona soluzione”.

Quest’anno Osimhen è a quota 23 gol in 28 partite, considerando tutte le competizione, numeri importanti che trovano conferma dando uno sguardo ai tre anni di Napoli: 51 gol in 91 partite, a cui vanno aggiunti anche 14 assist. Da tempo è soprattutto la Premier League a pressare, in particolare il Manchester United che già qualche mese fa aveva offerto 100 milioni di euro. Osimhen era arrivato al Napoli nell’estate 2020, affare da oltre 70 milioni di euro poi entrato nel mirino della polizia francese.

Il 24enne prova a immaginarsi così la festa scudetto in città: “Sarebbe una cosa assolutamente folle, la passione qui è indescrivibile, hanno il calcio nel sangue ed è per questo che vogliamo provare a regalargli il titolo”.

Tornando sul ritorno degli ottavi di Champions contro l’Eintracht: “Sono molto contento di aver segnato due gol e aver aiutato la squadra a vincere e a passare il turno. Speriamo di poter confermare queste prestazioni anche nelle prossime partite”.

PERCHÉ OSIMHEN INDOSSA ANCORA LA MASCHERA?

 Infine, una curiosità sulla maschera che indossa ancora nonostante l’infortunio al volto sia un lontano ricordo: “Due anni fa mi ero fatto male, ora è tutto ok. Ma mi sento più sicuro così”.

De Laurentiis: “Napoli dirà la sua per molto tempo. I big? Non sarà difficile trattenerli”

Aurelio De Laurentiis si gode l’Europa dal suo splendido attico, dove sullo sfondo si intravede Istanbul, sede della finale. Oggi solo un sogno, domani chissà. Del resto il presidente da sempre ha avuto una visione europea e ora si spinge oltre, godendosi il suo giocattolo: “Avevo previsto una grandissima stagione, quando hai da troppo tempo gli stessi calciatori, quelli pure se sono bravissimi diventano un po’ demotivati, invece i nuovi che abbiamo individuato con una grande ricerca di scouting, si sono dimostrati subito affidabili. Il lavoro di Giuntoli e di tutto il nostro staff è stato notevole.

Abbiamo trovato Osimhen e gli abbiamo affiancato Kim, Kvaratskhelia, Anguissa , credo che questo Napoli potrà dire la sua per tanto tempo”, Aurelio De Laurentiis lo afferma ai microfoni dell’emittente messicana TNT. “Questa squadra non è del singolo, o di due-tre leader, ma è un Napoli con un gruppo solido. In fondo sono 14 anni che giochiamo in Europa, forse l’unica squadra italiana”. Togliamo pure il forse, perché dall’estate del 2008 quando affrontò l’Intertoto il Napoli è sempre presente nelle coppe europee.

De Laurentiis non teme l’assalto delle big europee ai suoi gioielli: “Quando vengono da me sono bloccati, non sarà difficile trattenerli. Io sono molto bravo a fare i contratti, però mai dire mai, perché delle volte ci sono delle offerte che sono tali da non poter fare a meno di accettarle. Secondo me li vedremo ancora brillare per molto tempo da noi”.

Kvara+Osimhen: il Napoli non dà scampo allo Spezia e scappa a +16

Contro i liguri tutto nella ripresa: rigore del georgiano e poi doppietta del nigeriano. Vergognosi cori della curva spezzina che ha inneggiato alla morte di Maradona

Napoli O.K. e Spezia K.O. Giocando sulle sigle dei protagonisti Kvaratskhelia e Osimhen la capolista se ne va, come cantano i suoi tifosi arrivati numerosi dal nord Italia. In una partita scorbutica con uno Spezia che per un tempo regge bene, gli azzurri trovano i gol dei due fuoriclasse e in controllo, senza strafare, la squadra una volta in più mostra nervi saldi e grande padronanza nei propri mezzi. Stonati i cori razzisti della curva spezzina e ignobile in particolare i cori che inneggiano alla morte di Maradona.

Spalletti può schierare chi vuole e opta per la conferma degli undici che hanno battuto la Roma. Gotti, appena operato all’anca, non riesce ad andare in panchina dove lo sostituisce Lorieri. A Spezia devono fare di necessità virtù per le numerose assenze, ma i liguri presentano un 3-5-2 stretto e compatto che non consente il solito giro palla rapido alla capolista. I padroni di casa ripartono sempre pericolosamente e con Agudelo arrivano anche al tiro e a creare qualche mischia in area azzurra. Poi viene fuori il Napoli, con Kvaratskhelia delizioso nei dribbling stretti ma poi non decisivo nell’ultimo passaggio. Pochi palloni per Osimhen. Almeno per un tempo. Spalletti si agita parecchio in panchina perché la sua squadra va sotto ritmo e così facilita la fase difensiva di Caldara e compagni.

Napoli-Juve, la sfida degli opposti: i bomber azzurri contro il muro bianconero

Il big match di giornata tra Napoli e Juve metterà di fronte al Maradona il miglior attacco della Serie A contro la miglior difesa.

La squadra di Allegri è reduce da otto clean sheet consecutivi: è stata il punto di forza di una mini rimonta che ha riportato i bianconeri sulla scia degli azzurri, seppur ancora a sette lunghezze. Alle sette reti subite finora dalla Juve si sovrappongono i trentanove gol segnati dal Napoli fin qui: la media di 2,3 a partita rende superlativo il trio d’attacco formato da Kvaratskhelia, Osimhen e Politano. I bianconeri proveranno reggere col muro brasiliano, ma ciò che li ha resi impeccabili nell’ultimo periodo è il cambio di mentalità di tutta la squadra: ora si sacrificano tutti in fase difensiva.

Per la Juve sarà la prova del nove senza il nove: Vlahovic (come Bonucci, Pogba, Cuadrado e De Sciglio) è ancora out. Così dopo un buon avvio di stagione a livello personale (sei reti in campionato) ha lasciato campo a Osimhen, in testa alla classifica dei marcatori della Serie A con dieci reti. Ad Allegri non resterà che affidarsi a Milik, che a Napoli è un ex che non si è lasciato benissimo, dopo aver trascorso gli ultimi cinque mesi fuori rosa. L’attaccante polacco è stato tra i migliori della Juve fino a questo momento: l’ultima rete a Cremona è valsa tre punti d’oro, ma in classifica mancano i due punti negati sul finale concitato di Juve-Salernitana per una sua rete ingiustamente annullata.

Duello a distanza tra difensori: Kim e Bremer. Rientrano entrambi da un acciacco fisico, ma nulla che possa escluderli dalla grande sfida del Maradona. Sono arrivati nei rispettivi club l’estate scorsa: il sud coreano ha colto la sfida di provare a non far rimpiangere Koulibaly, il brasiliano ha cambiato maglia pur rimanendo a Torino e in Serie A ha già mostrato il suo valore. Nel big match dovranno garantire equilibrio e solidità difensiva: non un compito semplice di fronte a centravanti pericolosi e dalla struttura imponente. Sarà uno scontro totale a livello fisico e tecnico. L’azzurro troverà una spalla in Rrahmani; Danilo e Alex Sandro daranno man forte allo juventino.

Napoli, Lobotka rinnova fino al 2027: guadagnerà 3,5 milioni a stagione

Per l’ufficialità è questione di giorni, il club si è anche riservato un’opzione per un altro anno.

L’ufficialità è soltanto questione di giorni, probabilmente di ore. Il Napoli ha prolungato il contratto di Stanislav Lobotka fino al 30 giugno 2027, riservandosi anche un’opzione per un’ulteriore stagione, dunque, fino al 2028. Il precedente accordo con il centrocampista slovacco sarebbe scaduto a giugno 2025, ma Cristiano Giuntoli ha voluto anticipare i tempi considerato l’interesse di alcuni club di Premier League per il giocatore del Napoli. La notizia del prolungamento era nell’aria, le prime trattative tra le parti sono cominciate un paio di mesi fa e l’eventuale intesa non è mai stata in discussione. L’attuale contratto prevede uno stipendio di 2 milioni a stagione, mentre nel nuovo è stato previsto anche l’adeguamento economico che porterà l’ingaggio a 3,5 milioni di euro all’anno.

In questo modo,Aurelio De Laurentiis ha voluto premiare il grande impegno e il supporto tecnico che Lobotka sta garantendo al progetto del Napoli. Il giocatore è stato acquistato da Giuntoli, nell’estate 2020, ma con Gennaro Gattuso, l’allora allenatore, non ha mai trovato il feeling giusto. Su di lui, invece, ha puntato sin dal primo momento, Luciano Spalletti, consegnandogli la regia del centrocampo. E il suo apporto si sta dimostrando determinante, tanto che tatticamente l’allenatore non può farne a meno. Da lui ripartirà, Spalletti, per contrastare il centrocampo dell’Inter alla ripresa del campionato, il prossimo 4 gennaio, quando il Napoli renderà visita ai nerazzurri, a San Siro.

Koulibaly risponde a De Laurentiis: “Rispetto per gli africani. A Napoli non la pensano come lui”

Il difensore senegalese ha commentato le parole del presidente del Napoli durante la sua presentazione con il Chelsea: “La squadra senza africani? È un suo diritto pensarlo, ma non è giusto parlare così”

Non smette quasi mai di sorridere Kalidou Koulibaly durante la conferenza stampa di presentazione da nuovo giocatore del Chelsea. La Premier League era il suo sogno, quello che ha accarezzato a lungo, da ben prima che il fratello Abdullah gli facesse vedere le partite dei Blues di cui è tifosissimo. Ora l’ha realizzato, firmando un contratto per quattro anni con i londinesi, che l’hanno reso il secondo acquisto della nuova era. Non smette di sorridere il nuovo pilastro della difesa di Tuchel, quando pensa al debutto di sabato contro l’Everton o alle sfide che lo aspettano.

Il patron del Napoli ieri ha dichiarato che non avrebbe più comprato giocatori africani, stanco delle loro assenze per la Coppa d’Africa. Koulibaly, capitano del Senegal, ci pensa un po’ prima di rispondere. “Dipende da lui se vuole o no comprare altri giocatori africani – attacca -. Per me, la cosa principale è il rispetto, e se quella è la sua opinione io la rispetto. Quando giocavo a Napoli rappresentavo anche il Senegal: sono sicuro che sia stata dura per la squadra quando siamo andati in Coppa d’Africa, ma serve rispetto anche per le nazionali africane, e come capitano del Senegal penso non sia giusto parlare così di una nazionale africana. Rispetto quello che pensa: se crede che la sua squadra possa andare avanti senza calciatori africani è un suo diritto. Ma so per certo che a Napoli ci sono tante persone che non la pensano come lui. Prendo queste parole come una sua opinione, non come quello che pensano la città o la stessa società”.

Spalletti promuove Kim: “È da Napoli”. Poi la beffa: va al Rennes

Beffa Kim Min-Jae per il Napoli. Il sudcoreano del Fenerbahce sembrava a un passo da diventare il sostituto di Koulibaly in difesa, ma in serata è arrivata la doccia gelata con il Rennes che ha pagato la clausola da 19,5 milioni di euro ai turchi. Nel tardo pomeriggio Luciano Spalletti, dal ritiro di Dimaro, aveva promosso il suo possibile arrivo: “È un giocatore da Napoli e da Champions League”. Il nuovo capitano degli Azzurri è Di Lorenzo: “È stato scelto dai compagni, è perfetto”.

Non è stato difficile scegliere il nuovo capitano al posto di Koulibaly: “Di solito si dice che lo fa il più anziano. Invece no, lo fa quello che ha rapporto con la squadra e la società e la città. Lo fa quello che gode della stima dei compagni, che ha spessore internazionale e che è un calciatore forte. Lo fa quello che ha un equilibrio caratteriale capace di rapportarsi in maniera corretta con gli arbitri, la stima dell’ambiente calcistica e il rispetto degli avversari e che in fondo piaccia anche a me. Diciamo che Di Lorenzo è quello perfetto”.

Tornato l’entusiasmo anche tra i tifosi: “Il pubblico di Napoli si sente, si percepisce anche a distanza. Anche quando i tifosi non sono venuti allo stadio i battiti si sentono anche nell’aria senza sentire le urla. È stato messo in dubbio che il pubblico in casa ci mettesse in ansia perché abbiamo perso delle partite che hanno fatto male, invece per quanto riguarda il nostro pubblico è amore puro al 100% quindi non disturba mai e fa sempre grande comodo. Se abbiamo sbagliato qualche partita dobbiamo trovare i motivi dentro noi stessi e non nel pubblico napoletano”.

Napoli, Koulibaly: “Dove giocherò in futuro? Ancora non lo so”

“Al momento penso al Senegal e poi me ne andrò in vacanza. Non voglio mentirvi, non so cosa accadrà nel mio futuro”. Dal ritiro della sua nazionale Kalidou Koulibaly apre, anzi spalanca, le porte ad una possibile nuova avventura lontano da Napoli e dopo le tante voci degli ultimi giorni per i tifosi azzurri diventa sempre più concreta l’ipotesi dell’addio di un altro capitano dopo quello di Lorenzo Insigne (anche il futuro di Mertens è fortemente in bilico). 

Sul centrale azzurro arrivato a Napoli nell’estate del 2014 è ormai sempre più forte il pressing del Barcellona, ma anche la Juventus ci starebbe pensando soprattutto in caso di addio di De Ligt : “In questo periodo di nazionale non ho avuto modo di parlare con nessuno della questione perché ero concentrato solo su queste due partite (di qualificazioni alla Coppa d’Africa 2023, ndr) – ha aggiunto Koulibaly, spiegando che penserà al suo futuro solamente quando saranno finite le vacanze – Ora passerò qualche giorno di vacanza qui in Senegal, durante l’anno è sempre molto complicato, una volta in Europa vedremo cosa accadrà”. 

Della situazione di Koulibaly (come di quella di Mertens) ha parlato di recente anche il presidente azzurro, Aurelio De Laurentiis, che in occasione della presentazione del ritiro estivo del Napoli era stato piuttosto chiaro sulla nuova politica del club riguardo al monte stipendi: “Il rinnovo dipenderà solo da loro: se vogliono pensare alla vil moneta o sceglieranno Napoli, che è un privilegio”. 

“Molto spesso si pensa ai sentimenti e non alla ragione in questi casi. Ci sono gli interessi dei calciatori, degli agenti, delle famiglie, non è la società a gestirli, a meno che un club non voglia dissanguarsi. Ma questo non è il momento per dissanguarsi. Il Milan ha vinto lo scudetto con 40 milioni di ingaggi in meno rispetto a noi”, aveva aggiunto AdL.