L’ultima immagine di Paul Pogba è di 6 giorni fa: in una storia postata dalla moglie Zulay sul suo profilo Instagram si vede il Polpo che si allena nella palestra super attrezzata della villa in pre collina, la stessa scelta da Cristiano Ronaldo durante il suo triennio a Torino. È qui che il centrocampista bianconero ha trascorso quasi tutto il tempo — a parte qualche puntata in Francia — da quel maledetto 11 settembre, quando fu sospeso in via cautelare dal tribunale antidoping perché risultato positivo al testosterone dopo i controlli post Udinese-Juventus. Oggi per Pogba sarà il giorno più lungo e anche quello della verità: lui e la Signora aspettano di sapere se le controanalisi sul campione B dell’urina del numero 10 confermeranno la presenza di una sostanza proibita oppure no. Dal responso dipende non solo il futuro del giocatore, che rischia una lunga squalifica, ma anche quello del club, che a gennaio potrebbe tornare sul mercato per acquistare un altro centrocampista.
L’appuntamento al laboratorio olimpico dell’Acqua Acetosa, dove in presenza degli avvocati di Pogba e dei periti di parte verranno effettuate le controanalisi sul campione “non negativo” del Polpo, prelevato il 20 agosto a Udine, al termine della prima giornata di Serie A. Questa volta sul secondo campione d’urina — sigillato e conservato a -20 gradi nel laboratorio Fmsi di Roma — si cercherà prima solo l’eventuale presenza di testosterone, poi verrà effettuato uno screening più approfondito — il controllo IRMS — che prevede un’elaborazione minimamente più lunga ma con esito in 2 giorni, quindi i risultati si potrebbero avere già domani sera.La possibilità che le controanalisi smentiscano il primo risultato di un test antidoping sono bassissime.