Lukaku e l’addio all’Inter: “La mia mente fuori posto per quello che è successo prima di Istanbul”

L’attaccante belga e della Roma: “Tutti sotto shock se dicessi la verità sull’estate. Parlerò a tempo debito. Critiche? Sono come LeBron” Romelu Lukaku rompe il silenzio.

O meglio, lo fa a metà. Dal ritiro della nazionale belga il centravanti della Roma ha deciso di togliersi – almeno parzialmente – più di un sassolino dalle scarpe, tornando sulle vicende di mercato – dall’Inter alla Juve – che lo hanno visto protagonista durante la scorsa estate: “La maggior parte delle persone in sala mi conosce. Sapete che non mi piace girare intorno ad un argomento. Parlerò a tempo debito, aspetterò il momento giusto. Ma se dicessi davvero come è andata l’estate scorsa, tutti rimarrebbero scioccati”.

Lukaku ha continuato: “I primi giorni dopo Istanbul mi sentivo un po’ a disagio, ma la mia mente era fuori posto per quello che era successo nei giorni prima. Di questo parlerò più avanti”. Big Rom ha sopportato in silenzio: “Sono come LeBron James, gioca da tanti anni e ha dovuto sopportare molte cose. Ma ogni estate lavora duro e smentisce tutti. Rispondo anch’io in campo. Sono state dette tante cose su di me, ma sono concentrato sulla Roma e sul Belgio. Ho lavorato duro tutta l’estate, come vedete sono in buona forma e voglio continuare così. Anche lo staff tecnico della Roma è rimasto colpito dal mio stato di forma al mio arrivo. È il campo che parla”.

Lukaku ha poi parlato della scelta di trasferirsi nella Capitale, svelando un nuovo retroscena. Ad agevolare il suo approdo a Trigoria infatti sembra essere stata l’intercessione di Radja Nainggolan, ex compagno di nazionale di Romelu che proprio con la Roma ha vissuto il momento migliore della sua carriera: “Devo ringraziare anche Radja Nainggolan – spiega Lukaku – è stato lui ad aver dato il mio contatto alla Roma”.

Lukaku-Roma, oggi è il giorno. Manca un accordo tra il bomber e il Chelsea

Continua la missione giallorossa a Londra. Il centravanti arriverebbe in prestito oneroso: 5 milioni più eventuali bonus. Il nodo ingaggio: l’ex interista dovrebbe accettare di non guadagnare più di 7,5 milioni a stagione fino al 2026

Sarà per questo che ieri Dan Friedkin, presidente della Roma, è atterrato a Londra per riprendere il discorso da lui interrotto giovedì scorso, quando aveva affidato la pratica dell’acquisto di Romelu Lukaku alle sapienti mani del figlio Ryan, vicepresidente, e del general manager Tiago Pinto.

Insomma, per il cosiddetto ultimo miglio la supervisione del proprietario del club giallorosso – connazionale del numero uno del Chelsea, Todd Boehly – sarà senz’altro utile per far calare i titoli di coda su una delle telenovele di mercato più ricche di colpi scena dell’estate, non tutti edificanti. Le sensazioni, infatti, raccontano come oggi possa essere il giorno decisivo perché la trattativa si chiuda e l’attaccante belga diventi un calciatore della Roma.

La complessità del caso, d’altronde, ha necessitato negli ultimi giorni di lunghe ore di contatti ai massimi livelli. Risolto l’ultimo, gli altri seguiranno docilmente come pezzi di un domino ben posizionato. Cioè, se Lukaku accetterà di rinunciare alle mensilità di luglio e agosto e – soprattutto – di ridurre il suo ingaggio fino al termine del contratto (2026), tutte le altre condizioni potranno risolversi. Ovvero: prestito oneroso di circa 5 milioni più bonus a obiettivo e ingaggio del centravanti da 7,5 milioni, il massimo che la società giallorossa può permettersi senza incorrere nelle penalizzazioni della Uefa, che magari potrebbero prendere corpo con un taglio dei calciatori utilizzabili nelle coppe europee. Proprio per questo il belga dovrebbe fare tappa a Londra per firmare la sua parte di accordi, definiamoli “liberatori”, con il club londinese prima di sbarcare subito dopo a Fiumicino – magari proprio con l’aereo del presidente Friedkin, che ieri è atterrato in serata nell’aeroporto di Luton – per concedersi l’ormai scontato bagno di folla che i tifosi giallorossi sognano. I nodi comunque non mancano.

Lukaku alla Roma, si può! Friedkin e Pinto vanno a Londra per chiudere la trattativa

Adesso il sogno può diventare davvero realtà. Perché quello che prima sembrava impossibile o giù di lì, adesso non lo è più. Il Chelsea ha infatti aperto all’ipotesi di poter mandare Romelu Lukaku in prestito alla Roma, trattativa su cui il club giallorosso sta lavorando ormai da qualche giorno a fari spenti. Ora quei fari si sono però accesi e sono spalancati proprio sul gigante belga.

A scendere in pista negli ultimi giorni è stato direttamente Dan Friedkin, il proprietario della Roma, che negli ultimi giorni ha parlato personalmente con Todd Boehly, numero uno dei Blues, imprenditore americano anche lui. I due stanno mettendo in piedi una trattativa che prevede il prestito con diritto di riscatto di Lukaku. Prenderlo tra dodici mesi vorrebbe quindi dire dover investire una cifra intorno ai 46 milioni, sempre che i Blues non vogliano fare una minusvalenza. In più c’è il peso dell’ingaggio del giocatore, che si aggira attorno ai 12 milioni a stagione e che, nel caso in cui Lukaku alla fine dovesse davvero sbarcare alla Roma, prevede nell’accordo tra i due club anche la partecipazione del Chelsea ad una parte dell’ingaggio.

Nel frattempo è successo che l’operazione Chelsea-Juve (con lo scambio Vlahovic-Lukaku) non è andata in porto, che l’offerta dell’Arabia è stata rispedita al mittente e che il giocatore ha aperto anche personalmente all’idea di sbarcare a Roma. Perché c’è Mourinho, con cui ha lavorato già al Chelsea ed al Manchester United. L’allenatore della Roma è già sceso in campo, chiamando personalmente Romelu e illustrandogli un progetto ambizioso: con lui e Dybala come coppia d’attacco la Roma sarebbe competitiva per i massimi traguardi, il succo del discorso di José. Stasera il Chelsea giocherà in casa con il Luton, Lukaku come al solito sarà fuori dalle idee di Pochettino ma allo stadio ci saranno due ospiti speciali: Ryan Friedkin e il ds della Roma Tiago Pinto, appena partiti con un volo privato per Londra in missione. Obiettivo: chiudere la trattativa velocemente, anche perché l’apertura al prestito potrebbe sollevare appetiti importanti tra le big d’Europa. E magari tornare a Roma con Lukaku.

Juve, un Vlahovic così non si vende: un gol al Real, alla pubalgia e allo scambio con Lukaku

Il serbo segna, esulta e manda un messaggio ai bianconeri, che però avanzano nella trattativa con il Chelsea.

Toglietemi tutto, ma non Dusan Vlahovic. Chissà quanti tifosi bianconeri l’avranno pensato anche mercoledì notte vedendo il bomber serbo segnare nell’amichevole contro il Real Madrid.

Un lampo, il primo dell’estate, che fa aumentare i dubbi sul possibile scambio con Romelu Lukaku. Dopo tante parole, quello che non certifica la carta d’’identità – 23 anni Vlahovic, 30 Lukaku – per una volta lo ha raccontato il campo. Nei giorni in cui Big Rom, separato in casa a Stamford Bridge dopo la rottura con il Chelsea e il rientro dal prestito all’Inter, si allena da solo, DV9 impallina il Real Madrid di Carlo Ancelotti alla prima occasione. Un timbro che di sicuro allontana la sofferenza patita da Dusan in quest’inizio di precampionato a causa dei postumi della pubalgia. Una telefonata allunga la vita, recitava un famoso spot pubblicitario del passato. Ma a volte anche un gol può modificare il futuro di un giocatore. E Vlahovic, a giudicare dall’esultanza, magari in cuor suo ci spera.

Dusan contro il Real Madrid ha giocato meno di venti minuti. È entrato quando i galattici stavano ancora spingendo alla disperata ricerca del pareggio e si è fatto trovare pronto sul secondo palo, mettendo al sicuro il risultato nei minuti di recupero: il cross di Soulé era troppo invitante per non approfittarne e il fiuto dell’attaccante non lo ha tradito. Ha esultato parecchio, indicando il nome scritto sulla maglia. A vederlo dalla tribuna quel gesto aveva i contorni di un messaggio d’amore per una Signora da cui non vorrebbe separarsi. DV9 ha festeggiato come Paulo Dybala nel 2019, nei giorni in cui il suo rifiuto al trasferimento al Manchester United fece saltare lo sbarco a Torino di Lukaku, allora in rotta con i Red Devils e promesso sposo dell’Inter di Antonio Conte. Ma la rete non è stata l’unica cosa buona della sua partita. Di sicuro non sembrava frenato dai guai fisici: scatti e palloni recuperati, i 15 giorni di lavoro personalizzato non gli hanno tolto né la voglia né la condizione.

Lukaku e quei segnali mandati all’Inter, a vuoto: la porta non si riapre

Il belga ha provato a sondare il terreno alla ricerca di uno spiraglio: tornare sui suoi passi, verso il nerazzurro, non è però possibile

Cambiare il passato non si può. Soprattutto se è molto recente, fresco nella mente dei protagonisti e particolarmente divisivo. Alcuni giorni fa il caso Romelu Lukaku è esploso nelle mani dell’Inter, che ha di fatto perso la pazienza per il ghosting del calciatore e dell’avvocato Sebastien Ledure, grande burattinaio della pièce teatrale: per giorni nessuno si è preso la briga di rispondere al telefono. Nella trama ci sono anche la Juventus e l’Arabia Saudita, Massimiliano Allegri e una Roc Nation “parte civile” quasi alla pari dell’Inter. Per il belga non ci sarà un terzo futuro con la maglia nerazzurra, anche se il calcio e lo stesso Lukaku insegnano che l’impossibile può diventare improvvisamente possibile.

D’altronde è lo stesso attaccante che non ha dato priorità al ritorno a Milano, flirtando con i rivali bianconeri e rendendo vano il fine lavoro diplomatico della dirigenza interista per trovare una quadra con il Chelsea, che ne detiene il cartellino. Scoperto il vaso di Pandora, il caso si è preso il primo piano assoluto nel panorama calcistico italiano, con tifosi riversati sui social network per gridare il proprio disappunto o far sentire alla controparte tutti gli sfottò possibili, sfoggiati con sorriso beffardo. Titoli di coda, quindi, per Lukaku all’Inter? Non totalmente, almeno non per lui, che sa che nel calcio dire “mai” è pericoloso.

Nei giorni successivi, infatti, Big Rom ha provato perlomeno a sondare il terreno che una volta era lastricato d’oro e che oggi – comprensibilmente – presenta soltanto terra bruciata. Qualche segnale indiretto è stato mandato al mondo nerazzurro, ma non è per niente andato a buon fine: il doppio passo non è mai stato il punto forte del belga, in questo caso finisce per essere un goffo tentativo a pallone ormai perso. La porta dell’Inter è chiusa e non ha nessuna intenzione di aprirsi: troppo grande lo sgarbo, troppo sleali le modalità di rottura, per poter anche solo ipotizzare l’apparizione di un sorprendente ramoscello d’ulivo. L’Inter non vuole più Lukaku, il passato non si può cambiare.

Lukaku, l’Inter ha trovato l’accordo col Chelsea. Ma il procuratore ora prende tempo. La Juve sullo sfondo

Dalla cessione di Onana per 50 milioni allo United, domani l’annuncio, le risorse per l’acquisto del belga dai Blues. Sullo sfondo le giravolte a cui Ledure, l’avvocato dell’attaccante, non è nuovo nella gestione di Romelu Lukaku.

A un passo dalla conclusione della telenovela Lukaku, manca improvvisamente un pezzo. L’Inter ha praticamente trovato l’accordo con il Manchester United per la cessione di André Onana: oltre i 50 milioni con i bonus, affare in chiusura e annuncio domani. Contestualmente, grazie alle finanze ricavate dall’uscita del portiere, l’Inter ha pure trovato l’accordo con il Chelsea per riportare a casa Romelu: 35 milioni è la cifra a cui hanno detto sì i Blues. Affare fatto? No, perché una parte dell’entourage di Lukaku non si trova, prende tempo, e così manca l’ok del giocatore sul più bello. Insomma, né Chelsea né Inter riescono più a mettersi in contatto con l’uomo a cui il belga ha affidato la gestione di questa trattativa, il discusso avvocato belga Sebastien Ledure. L’uomo, tra l’altro, non è nuovo a giravolte spericolate in carriera, l’anno scorso lavorò per riportare in prestito a Milano Lukaku e adesso ecco un’altra acrobazia: oltre a rompere l’alleanza col club nerazzurro, ha separato il suo destino anche da Roc Nation, l’agenzia americana che gestisce lo stesso attaccante e pronta a fare il suo lavoro di mediazione nell’affare in totale indipendenza.

Al di là del possibile ascendente di Ledure sul giocatore, il nuovo abbraccio tra Romelu e Inter è temporaneamente ritardato. Del resto, l’avvocato ha lavorato parecchio dietro le quinte nelle ultime settimane, prima offrendo il giocatore al Milan e poi flirtando con la Juve. Proprio i bianconeri sarebbero disponibili a spendere per il giocatore una cifra simile a quella dell’Inter, ma solo dopo l’eventuale vendita di Vlahovic, non vicinissima all’orizzonte. In questo affare, il fattore tempo è decisivo perché nessuno – né il Chelsea, né l’Inter, né lo stesso Lukaku – possono aspettare in eterno. Alla fine, poi, toccherà a Romelu la decisione ultima sul suo destino: toccherà a lui decidere se mantenere il patto di sangue e di amore con il popolo interista o cercare una nuova avventura altrove.

Perché Lukaku ama l’Inter. E perché il mondo Inter è innamorato di Lukaku

Nel 2019 fece di tutto per raggiungere Conte alla Pinetina e in due anni ha segnato 64 reti vincendo lo scudetto. La rottura dell’estate 2021 perdonata grazie all’impegno mostrato, ai gol e all’esultanza allo Juventus Stadium.

“Certi amori non finiscono” ripetono, nelle sue canzoni, Antonello Venditti e, nei suoi discorsi sul calcio mercato, Adriano Galliani. È così anche per l’amore tra Romelu Lukaku e gli interisti. Un sentimento forte e ricambiato che sta favorendo una trattativa complicata come quella per l’acquisto del cartellino dell’attaccante da parte del club di viale della Liberazione. Big Rom dal 2019 è diventato interista, molto interista: d’accordo, ha “tradito” la sua squadra nell’estate 2021 per tornare al Chelsea, ma quattro mesi dopo quella scelta, con un’intervista a Sky Sport, si era già pentito.

Ama Milano, la sua gente e il pubblico lo ricambia. Ecco perché sono tanti gli interisti che ogni giorno si aspettano la fumata bianca e la sua permanenza alla Pinetina. Non più in prestito.

Il legame forte tra Rome e l’Inter inizialmente lo ha creato… Antonio Conte. Il tecnico di Lecce, appena scelto per la sostituzione di Luciano Spalletti, ha chiesto come primo fondamentale acquisto l’attaccante belga che allo United viveva ai margini del progetto tecnico di Solskjaer. Nessuna alternativa: per l’ex c.t., che aveva cercato vanamente di acquistarlo anche quando era al Chelsea, non c’erano altre opzioni per il ruolo di centravanti rispetto a Big Rom. Alla fine è stato accontentato e il sorriso di Lukaku quando è sbarcato a Milano ha subito conquistato gli interisti che avevano terribilmente bisogno di un numero “9” per dimenticare capitan Mauro Icardi, ceduto al Psg dopo mesi di frizioni complici le dichiarazioni della moglie agente Wanda Nara.

Lukaku torna Big Rom e pensa al Milan: “Quanto vorrei giocare martedì…”

Il belga sempre più in palla è decisivo contro il Sassuolo: “La prima rete come quelle di Adriano?

La lunga rincorsa di Romelu Lukaku sembra architettata alla perfezione per arrivare alle fasi decisive della stagione nella più smagliante forma possibile.

Sette gol e quattro assist in campionato da inizio febbraio a oggi – nessuno come lui e Lautaro Martinez nel periodo – a cui Big Rom ha aggiunto il rigore delle polemiche alla Juventus in Coppa Italia e le reti fondamentali rifilate a Porto e Benfica in Champions League. Ed è senza dubbio un bel modo per festeggiare il trentesimo compleanno: due splendidi gol e il titolo di migliore in campo indiscusso.

Una rosa con Lukaku a disposizione non è minimamente paragonabile alla versione “limitata” a due punte segnanti. Perché se per la prima metà di stagione Lautaro Martinez ed Edin Dzeko hanno tirato la carretta con una produzione di reti eccezionale, i due attaccanti sempre presenti hanno sofferto un fisiologico e contemporaneo calo di efficacia che ha contribuito alla crisi di fine inverno-inizio primavera. Big Rom non è riuscito a intervenire con il tempismo perfetto, ma proprio in tempo di magra ha firmato gli ottavi di finale contro il Porto e ha fatto ricorso alla sua specializzazione in rigoristica per prendere la rincorsa. Ora però la metamorfosi sembra completa, perché anche contro il Sassuolo il centravanti di proprietà del Chelsea ha lottato, ha catalizzato l’attenzione dei difensori e ha rovinato la serata di Ruan Tressoldi, scherzandolo sul primo gol prima del siluro sotto l’incrocio e facendolo piombare in un’ora fantozziana. Lukaku forse non è ancora nella migliore versione di se stesso, ma i palloni persi e gli sprechi si stanno riducendo di uscita in uscita. Mentalmente, non esce mai dal match: anche negli impanicati minuti finali di Inter-Sassuolo, con il Giuseppe Meazza quasi pronto ad assistere una rimonta in stile Istanbul, ha messo le sue qualità al servizio della squadra e forzato la fine del match con la doppietta completata all’89’ in progressione, sintomo di salute. Perché, dopo tutto, se deve pensare alla città più famosa della Turchia e al suo Ataturk, preferisce farlo riferendosi al prossimo futuro e non al passato di inizio millennio.

Inter, la rinascita di Lukaku: nessuno come lui da marzo

Da inizio marzo è il giocatore di Serie A che ha partecipato attivamente a più gol considerando tutte le competizioni: 10, grazie a 6 reti e 4 assist. Segna di nuovo in coppia con Lautaro, ha raggiunto la doppia cifra stagionale, la sua media di partecipazione a gol si sta allineando con quella dei Lukaku 2019-20 e 2020-21.

Ancora in gol, contro la Roma, come aveva fatto contro l’Empoli. Prima ancora in Champions e anche in Coppa Italia con la Juve: Romelu Lukaku è il giocatore di Serie A che ha partecipato attivamente a più gol considerando tutte le competizioni da inizio marzo ad oggi: 10, grazie a 6 reti e 4 assist

Lo ha detto anche Inzaghi dopo il 2-0 dell’Olimpico: “Da dove è nata la svolta? Dal fatto che oggi posso fare cambi e rotazioni che prima non avevo”. E infatti Romelu era stato uno dei grandi assenti. Ko dopo tre giornate. Nel 2022-23 ha saltato 18 partite. Praticamente gran parte dell’intera andata stagionale tra campionato e coppa. Poi il ritorno tra gennaio e febbraio. Ora Rom c’è.

Quella dello scudetto 2021: dell’argentino l’assist per il gol dell’Olimpico (dopo l’errore di Ibañez): Lukaku ha segnato in Serie A su assist di Lautaro Martinez per la prima volta dal 28 febbraio 2021, contro il Genoa. Ma i due si conoscono bene: contro la Lazio era stato di Rom l’assist per il pari di Martinez. In totale, i due si sono scambiati 23 gol. 11 reti di Lukaku su assist di Lautaro e 12 viceversa.

Il dato della stagione attuale dice 10 gol e 5 assist in 29 giornate. Confrontiamolo anche coi minuti (1.529): un gol ogni 153′ e una partecipazione a un gol ogni 102′

Nella sua prima stagione nerazzurra (il 2019-20), aveva registrato 34 gol e 6 assist in 51 gare. Un gol ogni 123′ e una partecipazione a un gol ogni 105′

In sintesi: la sua media gol attuale (uno ogni 153′) è ancora lontana da quelle delle prime due stagioni (uno ogni 123′ e 119′), ma la media di partecipazione a gol in questa stagione segnata da tanti stop e meno partite del solito (uno ogni 102′) è sì inferiore a quella dell’anno dello scudetto (uno ogni 89′), ma già migliore di quella del primo Lukaku (uno ogni 105′)

Inter, Lukaku è tornato e non vuole fermarsi: ora si candida per la Juve

Nella semifinale di ritorno di Coppa Italia è Dzeko il favorito per affiancare Lautaro ma con la doppietta di Empoli vuole far cambiare idea a Inzaghi. Romelu Lukaku è tornato.

Per l’Inter una bella notizia. Anzi bellissima. A Empoli Simone Inzaghi ritrova tre punti in campionato, fondamentali per riprendere la corsa Champions dopo aver perso cinque delle ultime sette partite in A, e finalmente il suo bomber – non ancora quello devastante dell’anno dello scudetto ma la strada è quella giusta – che per troppo tempo gli è mancato. Erano passati 253 giorni dall’ultimo gol su azione in Serie A, da quell’Inter-Lecce del 13 agosto alla prima giornata, e ben due anni dall’ultima doppietta: l’ultima il 14 febbraio 2021 contro la Lazio.

E ora che i tabù sono stati spezzati Big Rom è pronto per aiutare l’Inter a conquistare gli obiettivi di questo intenso finale di stagione. A partire dalla semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juve, in programma mercoledì sera a San Siro, dove Lukaku ci sarà dopo la ‘grazia’ ricevuta dal presidente della Figc Gravina.

Romelu vuole esserci. Più gioca e più si rimette in forma. Vuole tornare a riprendersi l’Inter, dopo il lungo stop per infortunio e la lenta ripresa. E ora che ha riconquistato fiducia e si sente bene fisicamente scalpita per giocare. A Empoli è rimasto in campo per tutta la partita, facendo rifiatare Dzeko proprio in vista della sfida contro la Juventus. Il bosniaco è il favorito contro i bianconeri per affiancare Lautaro Martinez, che con la rete del Castellani è diventato il primo giocatore dell’Inter a realizzare almeno 15 reti in tre o più stagioni consecutive in Serie A da Mauro Icardi, tra il 2014/15 e il 2017/18 (quattro in quel caso). Ma con la doppietta e l’assist per il ‘Toro’ il belga ha tutta l’intenzione di far cambiare idea al suo allenatore.