Roma-Inter, Inzaghi: “Lautaro da Pallone d’Oro. Calhanoglu penso si sia fermato in tempo”

Nerazzurri a -2 dal Napoli dopo la vittoria all’Olimpico, sfida analizzata da Simone Inzaghi: “Primo tempo equilibrato, potevamo raddoppiare ma siamo stati squadra”. Sui nuovi infortuni: “Calhanoglu non stava benissimo. Penso si sia fermato in tempo: il dolore non è peggiorato”. E su Lautaro che insegue il Pallone d’Oro: “Se lo merita, è tra i cinque giocatori più forti del mondo”.

Terza vittoria di fila in campionato, successo pesantissimo che mantiene l’Inter in scia del Napoli. Nerazzurri a -2 dalla vetta dopo l’1-0 imposto alla Roma, battuta all’Olimpico dal gol di Lautaro Martinez. Nonostante le assenze a centrocampo e gli infortuni muscolari di Calhanoglu e Acerbi, la squadra di Simone Inzaghi torna a vincere in trasferta. Ne ha parlato proprio l’allenatore dell’Inter: “Dobbiamo lavorare e migliorarci, abbiamo avuto delle difficoltà. La Roma è una squadra di qualità, ma noi siamo stati bravi. Primo tempo equilibrato, poi dopo il gol potevamo raddoppiare perché il risultato è rimasto in bilico. L’Olimpico è un campo difficile, sono contento dei ragazzi”. Sui problemi muscolari di Calhanoglu e Acerbi: “Avevamo già qualche problema in mezzo senza Zielinski e Asllani. Calhanoglu non stava benissimo: lui è generoso, penso si sia fermato in tempo. Il dolore è rimasto come prima della gara, non è peggiorato”.

Una vittoria ritrovata dall’Inter lontano da San Siro: “In casa stiamo avendo un buon ruolino, fuori ci mancavano i punti dopo i pareggi contro Genoa e Monza. Siamo stati squadra, questo è quello che conta di più”. Decisivo Lautaro Martinez che insegue il Pallone d’Oro: “Per vincerlo eve continuare a fare quanto ha fatto con Inter e Nazionale. Penso sia tra i primi 5 giocatori più forti del mondo. Se lo merita e io lo darei a tutti i ragazzi stasera”. Ora la Champions, poi il big match contro la Juventus: “Martedì mattina partiamo per Berna, dobbiamo prepararla nel migliore dei modi in un giorno e mezzo…”.

Dopo il nostro sondaggio, l’11 ideale di Inter-Juve è un plebiscito: 10 nerazzurri e un bianconero

Sono dieci i giocatori di Simone Inzaghi preferiti a quelli di Allegri secondo i voti raccolti sul nostro sito. In porta il ruolo più combattuto con Sommer davanti a Szczesny con il 50.9%

Più che un sondaggio, un plebiscito. Vi abbiamo chiesto di votare l’undici ideale scegliendo tra i giocatori di Inter e Juventus. Le scelte dei lettori sono state chiare: dieci undicesimi della formazione tipo sono nerazzurri. Vediamo come è andata, ruolo per ruolo.

Nel ruolo di portiere la differenza è minima: Sommer vince con il 50.9% davanti al 49.1% di Szczesny. Senza storia la scelta per il difensore destra con Pavard (78.8%) che domina Gatti (21.2%). Come centrale Bremer (63%) precede Acerbi (37%). A sinistra non c’è  storia: Bastoni (64.7%) viene nettamente preferito a Danilo (35.3%). A centrocampo più accesa la lotta a destra con Darmian (54.3%) che precede di poco Cambiaso (45.7%). La mezzala destra vede il maggior squilibrio, con Barella (90.3%) che straccia McKennie (9.7%). Idem per il regista con Calhanoglu (88.8%) nettamente davanti a Locatelli (11.2%). Più equilibrate le scelte per la mezzala sinistra con Mkhitaryan (53.8%) leggermente davanti a Rabiot (46.2%). L’esterno sinistro offensivo è nettamente appannaggio di Dimarco (86.7%) su Kostic (13.3%). Thuram con il 71.2% come seconda punta straccia Yildiz (28.8%). Idem per il bomber, con Lautaro (76.8%)  che non trova in Vlahovic (23.2%) un rivale in grado di impensierirlo. Queste le scelte dei lettori. Stasera sarà poi il campo a dire chi saranno i migliori.

La lezione di Inzaghi a Lisbona: il palleggio che ha mandato in crisi Schmidt

Possesso palla ragionato e poi ripartenze: i nerazzurri hanno battuto il Benfica al Da Luz prima sedandolo e poi frustrandolo.

Sopire e troncare, Simone Inzaghi ha depotenziato il Benfica con una strategia manzoniana. Della partita di ieri sera al Da Luz si temeva molto l’aggressività subitanea del Benfica.

Ci si aspettava che i rossi di Roger Schmidt avrebbero azzannato l’Inter dal primo minuto con pressioni e ripartenze alte, in modo tale da affannarli, stordirli e colpirli. Per 45 minuti l’Inter ha però studiato e applicato la contromisura, un palleggio meditato, preciso, neppure velocissimo. Una circolazione di palla che ha devitalizzato e frustrato il pressing di riconquista di Roger Schmidt, il gegenpressing brevettato da Jurgen Klopp e fonte di ispirazione per molti allenatori di lingua tedesca, specie per quelli passati da Lipsia e Salisburgo.

Il dato complessivo sul possesso ci parla di un predominio benfiquista: 68,2% contro 31,8%, perché nella ripresa la partita è stata diversa. Nel primo tempo però il possesso se l’è preso l’Inter, 51,8% contro il 48,2% dei portoghesi ed è in questa fase che Inzaghi ha gettato le fondamenta della vittoria. La disputa sul possesso la conosciamo, c’è chi lo ritiene inutile ai fini della valutazione e della comprensione di un match. Sono posizioni estreme, assolutiste. In realtà il possesso può essere un’arma di seduzione e di sedazione. Il vecchio e un po’ paradossale assioma di Nils Liedholm – “Se la palla ce l’abbiamo noi, non ce l’hanno loro, e se noi riuscissimo a tenerla per 90 minuti, loro non segnerebbero mai” – conserva una ragione d’essere e la prima frazione interista al Da Luz lo dimostra. Con una costruzione dal basso neppure troppo rischiosa e con un palleggio riflessivo a salire, l’Inter per 45 minuti ha fatto girare a vuoto il Benfica, ne ha frustrato le pressioni e ne ha minimizzato i rischi. La squadra di Schmidt ha perso i riferimenti e i collegamenti. Gonçalo Ramos, il temutissimo centravanti, si è scoperto isolato, nelle fauci di Acerbi. Rafa Silva si muoveva come al solito su tutto il fronte della trequarti, però non era connesso con i compagni. Joao Mario sulla destra stressava Dimarco, ma interagiva né con Rafa Silva né con Ramos.

Inter, eroi a sorpresa: che notte, la notte di Dumfries e D’Ambrosio

L’olandese è stato insufficiente per un’ora e mezza salvando però lo 0-0 nel finale, il 34enne è entrato per contribuire alla resistenza e ha fatto guadagnare minuti preziosissimi ai nerazzurri

Che le fasce siano a dir poco fondamentali per Simone Inzaghi non è certo una sorpresa, ma il finale di Porto-Inter ha presentato ai tifosi nerazzurri due protagonisti a sorpresa: uno per le prestazioni di questo 2023 e soprattutto per la performance negativa della prima ora e mezza, l’altro per il ridotto minutaggio stagionale a causa dello status in rosa da senatore – forse – uscente.

Denzel Dumfries e Danilo D’Ambrosio, la “Doppia D” della serata del Do Dragao di Champions League che per una volta si prende la scena al posto dei titolarissimi Matteo Darmian (comunque ottimo) e Federico Dimarco.

La partita dell’ex Psv Eindhoven si potrebbe tagliare in due con un grissino. tanto è evidente la linea tratteggiata tra la partita da risicato 5 in pagella e l’istinto di sopravvivenza da 8 abbondante che al 95′ circa gli ha consigliato di lanciarsi in scivolata sul secondo palo per murare fisicamente lo spicchio di porta lasciata fisiologicamente scoperta da André Onana: su Mehdi Taremi e Ivan Marcano, poi, ci hanno pensato i legni. I dati della partita ne sottolineano la serata confusionaria: ha vinto tantissimi duelli aerei (5 su 7), ma è stato una manna dal cielo per gli avversari con addirittura 17 palloni persi e due dribbling falliti su due, tanto che a un certo punto molti tifosi interisti erano convinti che Inzaghi avrebbe tolto lui e non Dimarco: l’esterno azzurro era però reduce da un infortunio che gli aveva fatto saltare un paio di partite e il fiato era agli sgoccioli. Per fortuna dei nerazzurri, perché nonostante un’ora e mezza da “vorrei, ma non posso”, Dumfries ha conservato l’istinto per schermare il terzultimo tentativo disperato dei portoghesi. Meno male che Denzel c’è, con quel nome da film d’azione hollywoodiano.

Inter, le scelte di Inzaghi: in difesa c’è Darmian. Davanti Dzeko con Lautaro

Alla fine il tecnico ha deciso di non rischiare l’infortunato Skriniar. Acerbi preferito a De Vrij

I due dubbi, che Simone Inzaghi si era portato dietro nella notte, sono stati sciolti dopo la rifinitura del mattino, tenutasi nell’hotel del centro di Porto che ospita i nerazzurri.

Il tecnico dell’Inter, come sempre accade, ha aspettato il giorno della partita per decidere definitivamente e, per la sfida più importante e delicata dell’anno, ha votato per Darmian come centrale destro di difesa (con conseguente impiego di Dumfries nel ruolo di esterno a tutta fascia) e per Dzeko come partner di Lautaro Martinez, capitano questa sera. Insomma, tutto confermato secondo le indicazioni della vigilia. L’infortunio dello slovacco ha complicato parecchio i piani di Inzaghi in vista di questo ritorno contro il Porto, sia per l’importanza del difensore in una partita di enorme applicazione contro gli attaccanti portoghesi sia per le conseguenze di questa assenza sul resto della formazione. Lo slovacco, coccolato da allenatore e pure dal presidente, ha stretto i denti per esserci e alla fine si è deciso di non rischiarlo. Molto delicata anche la scelta della pedina del centravanti, visto il ballottaggio tra Dzeko, utile nella fase di cucitura del gioco ma a secco dalla Supercoppa Italiana vinta col Milan a Riad il 17 gennaio, e Lukaku, ancora lontano dai vecchi standard ma autore di un gol pesantissimo all’andata, che qui al Dragao dà un piccolo vantaggio iniziale ai nerazzurri.

Per il resto, confermate le indicazioni della vigilia: davanti a Onana, tornato tra i pali dopo la pausa di Spezia, Acerbi è preferito a De Vrij nel ruolo di centrale e Bastoni sta al suo solito posto sul centro sinistra. Se come detto sulla fascia destra c’è Dumfries, a sinistra riecco dopo l’infortunio Dimarco, il più temuto dalla squadra di Sergio Conceiçao. Nel trio di palleggiatori in mezzo non trova posto l’altalenante Brozovic di questa stagione: Calhanoglu, battagliero pure nella conferenza della vigilia contro i “provocatori” portoghesi, sarà ancora il regista, accompagnato ai lati da Barella e Mkhitaryan, alla sua 19esima partita di fila da titolare nonostante i 34 anni suonati. In ballo una ventina di milioni dal passaggio del turno e un pezzo grande così di stagione: Inzaghi per primo sa che il suo futuro passa da qui, da Porto.

Inter-Spezia, Inzaghi: “puntiamo ai 100 gol. Acerbi? Serve un difensore”

3-0 allo Spezia nella prima stagionale a San Siro e secondo successo consecutivo in campionato per l’Inter di Simone Inzaghi. Una vittoria che l’allenatore nerazzurro commenta così nel post partita: “La prestazione è stata molto buona. Abbiamo fatto una partita seria, i ragazzi erano molto concentrati. Forse nel primo quarto d’ora eravamo un po’ contratti, dopo il vantaggio però potevamo chiudere il primo tempo con più gol. Poi siamo stati bravi a fare il secondo gol e a sfruttare tutte le soluzioni offensive che abbiamo. Ogni partita nasconde delle insidie, lo Spezia veniva da due partite vinte tra campionato e Coppa Italia, l’abbiamo preparata nel modo giusto sapendo che ci avrebbe creato difficoltà”.

Inter che stasera ha mostrato tutte le potenzialità del suo reparto offensivo: “Se possiamo puntare a fare 100 gol in campionato? La speranza è questa, lo scorso anno siamo stati il migliore attacco e quest’anno abbiamo in più Lukaku, dunque soluzioni in più. Ho la fortuna di allenare quattro attaccanti importanti, dovrò essere bravo io a sceglierli di gara in gara. Oggi hanno fatto bene tutti, questi sono grandissimi segnali per un allenatore”. Inzaghi ha risposto così a un domanda sul possibile arrivo di Acerbi: “Ho dei dirigenti bravissimi che lavorano quotidianamente. Si è parlato tanto di mercato, ma io ho parlato dello Spezia con la mia squadra. I dirigenti sanno che c’è una casella di riempire, serve un elemento da inserire al più presto”.

Inzaghi si dimostra molto soddisfatto per la cura dei dettagli mostrata dalla sua squadra: “I ragazzi hanno preparata molto bene questa gara. Abbiamo fatto la rifinitura a San Siro perché non venivamo qui da due mesi. Sentivamo tutti l’ambiente, lo stadio era esaurito, un’atmosfera bellissima, c’è questo feeling col pubblico che vogliamo alimentare con prestazioni come quella di stasera”.

Inter-Inzaghi, c’è l’accordo: rinnovo fino al 2024. Oggi l’annuncio

Tre ore di summit in sede alla presenza del presidente Zhang, sul tavolo anche l’arrivo di Lukaku: tra il tecnico e il club intesa totale, con ritocco verso l’alto dell’ingaggio.

L’intesa è totale, il rinnovo di contratto adesso è diventato soltanto una formalità. Simone Inzaghi e l’Inter hanno rinegoziato l’accordo che li lega, allungando la scadenza al 2024 e ritoccando verso l’alto l’ingaggio del tecnico. La trattativa si è conclusa, le ultime basi sono state gettate nell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio in sede, iniziato alle 16.30 e durato circa tre ore. Presente al summit la dirigenza nerazzurra al gran completo, insieme al presidente Steven Zhang. Mancano soltanto le firme e gli annunci, che sono previsti nella giornata di domani.

L’appuntamento è stato anche un’occasione per fare il punto sulle trattative in corso, sia in entrata che in uscita, insieme ad Inzaghi. In particolare per quanto riguarda Lukaku, il cui ritorno è ormai imminente. L’Inter infatti si sta avvicinando alle richieste del Chelsea, che vorrebbe 10 milioni di euro per il prestito del giocatore, confermando di essere disposta ad alzare la prima proposta da 5 milioni. L’impressione, dunque, è che per un accordo definitivo sia soltanto questione di poco tempo. All’uscita dalla sede, ad Inzaghi è stato chiesto dell’attaccante belga, ma l’allenatore – dopo aver riso per le domande – è andato via senza rilasciare alcuna dichiarazione.

Che l’Inter e Inzaghi avrebbero continuato insieme non è mai stato in discussione. La dirigenza, nonostante lo scudetto sfumato nel finale di stagione, è rimasta soddisfatta dell’annata della squadra. Al tecnico sono stati riconosciuti i meriti di aver guidato in modo positivo la transizione dopo le partenze importanti di Hakimi e Lukaku, riuscendo a vincere la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana e superando i gironi di Champions League. Per questo non è stato difficile raggiungere un’intesa per proseguire, che sarà ufficializzata nelle prossime ore.