Liverpool, parata in città il 29 maggio: la festa a prescindere dalla Champions

Reds hanno accettato l’invito del sindaco della città che ha organizzato una parata per il 29 maggio, il giorno dopo la finale di Champions League contro il Real Madrid, per festeggiare le vittoria in FA Cup e coppa di Lega

Una parata per le vie della città, a prescindere da quello che sarà l’esito della finale di Champions League e l’epilogo in Premier League nel testa a testa con il Manchester City che vede la squadra di Klopp inseguire a -1 a una giornata dal termine. Per domenica 29 maggio, il Liverpool ha accettato l’invito del sindaco Joanne Anderson di sfilare per le vie della città per celebrare le vittorie in FA Cup e nella coppa di Lega. Singolare che la parata sia stata fissata proprio per il giorno dopo la finale di Champions League contro il Real Madrid, segnale comunque chiaro di come la stagione – a prescindere dall’attesissima sfida europea – sia comunque considerata positiva da tutto l’ambiente Reds.

Sindaco Liverpool: “Giusto festeggiare risultati così incredibili”

Alla parata si unirà anche un pullman con a bordo la formazione femminile del Liverpool che ha vinto l’FA Women’s Championship. Una sfilata di 13.5 km che attraverserà Liverpool da sud a nord. Queste le parole del sindaco Joanne Anderson: “Sollevare la FA Cup, la Carabao Cup e il trofeo FA Women’s Championship è un risultato incredibile che merita di essere riconosciuto e abbiamo tutte le carte in regola perché non siano gli unici trofei che potrebbero essere celebrati quel giorno! Qualunque sia l’esito della fine della stagione e della finale di Champions League, Liverpool e Liverpool FC Women ci hanno già reso orgogliosi e daremo a entrambe le squadre la celebrazione del ritorno a casa che meritano”.

Allegri all’Inter? Marotta rivela: “Sì, è vero, un contatto c’è stato”

Il dirigente nerazzurro in un’intervista a Dazn: “Max era libero ed era un profilo adeguato, poi chiamammo Inzaghi che era a cena con Lotito”

Simone Inzaghi, certo. Ora più che mai. Ma prima l’Inter ha fatto un pensiero anche a Max Allegri. A rivelarlo è Beppe Marotta, a.d. nerazzurro, in un’intervista a Dazn. “Un contatto sì, devo dire la verità, è stato fatto. Anche perché non immaginavamo che ci fosse la disponibilità di Simone Inzaghi. Quindi Allegri l’abbiamo contattato perché in quel momento era libero e rappresentava sicuramente un profilo interessante”. Poi l’intuizione Inzaghi. Con tanto di involontario siparietto. “L’abbiamo chiamato non sapendo che era a cena (con Lotito per il rinnovo, ndr), però l’abbiamo chiamato in quel momento. Simone chiaramente era un po’ imbarazzato – rivela Marotta -. Gli abbiamo dato il tempo di concludere la cena e devo dire in questo caso la tempestività e l’intuizione da parte di Piero Ausilio e mia è stata quella che ci ha portato poi a prendere una decisione e a fargli sottoscrivere un accordo velocissimamente nel rispetto comunque di un dirigente, di un presidente come Lotito che sicuramente non l’ha inteso come sgarbo. Direi invece che quando un allenatore, un giocatore sta troppi anni in una squadra come nel caso di Simone Inzaghi, che è stato vent’anni come giocatore e allenatore, è giusto che poi provi un’esperienza diversa, un’esperienza di crescita”.

RONALDO E POGBA—Impossibile, col dirigente nerazzurro, non virare sull’argomento Juve e pure sui suoi tanti colpi di mercato. Marotta affronta anche la questione Ronaldo: “È chiaro che quando tu acquisti un giocatore devi fare una valutazione a 360° sia dal punto di vista economico e finanziario che sportivo. Io ho fatto delle mie considerazioni. È veramente leggenda quando si dice che ci sono stati dei contrasti su questa operazione, assolutamente no. È giusto che in un contesto dirigenziale ci sia una contrapposizione di opinioni. Il mio miglior colpo di mercato? Senza alcun dubbio Pogba, arrivato a zero e venduto a 110 milioni”. Sul proprio futuro l’ad nerazzurro spiega: “Mi piacerebbe fare un’esperienza nell’ambito della politica sportiva”.

Serie A, Juventus-Lazio 2-2: Milinkovic-Savic blinda l’Europa League al 95’

Pari e patta in extremis allo Stadium tra la Juve e la Lazio. Nella 37.ma giornata di Serie A tra la squadra di Allegri e gli uomini di Sarri finisce 2-2 con i biancocelesti che blindano aritmeticamente la qualificazione alla prossima Europa League. A Torino i bianconeri sbloccano tutto con un colpo di testa di Vlahovic (10′), poi raddoppiano con una magia di Morata (36′). Nella ripresa poi i biancocelesti reagiscono e rimettono tutto in parità grazie a un autogol di Alex Sandro (51′) e a una rete nel recupero di Milinkovic-Savic (95′). Standing ovation per Chiellini e Dybala alla loro ultima gara in bianconero allo Stadium.

Allo Stadium è una serata di festa per tutti. Per Chiellini e Dybala, entrambi all’ultima presenza con la maglia bianconera davanti al loro pubblico e travolti dagli applausi, e per Maurizio Sarri, ormai certo del pass per l’Europa League grazie a un colpo last second. Un pareggio che regala emozioni fino all’ultimo e frutto di una gara a due facce. Nel primo tempo sono i bianconeri a fare il match e ad andare a bersaglio per due volte. Nella ripresa è invece la Lazio a spingere e a rimettere il match in parità nel recupero approfittando dell’ennesimo atteggiamento troppo passivo della Juve dopo il vantaggio. Andazzo che ha segnato gran parte della complicata stagione bianconera.

Chiellini 8: Re Giorgio saluta lo Stadium guidando col solito piglio la difesa per un quarto d’ora, poi lascia il posto a De Ligt, passa la fascia a Dybala ed esce dal campo tra gli applausi del pubblico e gli abbracci dei compagni. E’ lui la star della serata e l’8 è il voto alla carriera

Dybala 7: si piazza accanto a Vlahovic e gioca di fino cercando soprattutto gli applausi dello Stadium. Innesca il raddoppio con un colpo di tacco di gran classe, poi a fine partita scoppia in lacrime davanti all’affetto del popolo bianconero

Milan-Inter, un anno in altalena. E adesso la settimana del gran finale

Sprint rossonero, poi nerazzurri campioni d’inverno fino alla svolta del derby e del recupero perso a Bologna

Ultima fermata scudetto. Il campionato più combattuto degli ultimi anni non ne vuole sapere di tirare giù la saracinesca. Milan e Inter sono ancora distanziate da due punti, con i rossoneri in vantaggio negli scontri diretti: basta un pareggio a Reggio Emilia contro il Sassuolo per urlare di gioia.

L’incertezza, che ha dominato l’intera stagione, ne governa anche il finale. Un’altra settimana di tensione, di passione, di scongiuri e di proclami, e tutta Milano pronta a vivere giorni di autentiche emozioni.

Che si sia trattato di un campionato “strano” lo dice l’incipit. La Juve, che tutti si aspettavano protagonista dopo il ritorno di Allegri in panchina, ha iniziato balbettando e dando segni non proprio confortanti. A sfruttare il momento-no dei bianconeri è stato in particolare il Napoli di Spalletti, capace di inanellare otto vittorie consecutive. Alla nona, però, è arrivato il pareggio all’Olimpico contro la Roma e così si è rifatto sotto il Milan che ha agganciato in vetta i ragazzi di Spalletti. I rossoneri hanno stupito in avvio: squadra molto giovane, nessun vero campionissimo in gruppo (a parte Ibra), eppure un gioco frizzante, tutto pressing e verticalizzazioni. Lentamente, dopo aver digerito l’abbuffata per lo scudetto 2021 e dopo aver metabolizzato l’addio di Antonio Conte e lo sbarco in panchina di Simone Inzaghi, anche l’Inter ha cominciato a ingranare, tanto da diventare la favorita per quasi tutti gli esperti: squadra solida, esperta, uomini decisivi in ogni reparto, da Brozovic a Perisic, da Lautaro a Dzeko. La cavalcata nerazzurra, partita in autunno, ha avuto il suo momento di massimo splendore all’inizio dell’inverno. L’Inter si è presa il traguardo dello scudetto d’inverno e ha dato a tutti gli avversari una chiara dimostrazione di forza. Nel frattempo il Milan si è preso un po’ di tempo per rifiatare e rimettere energie nel serbatoio: non si può mica sempre andare a mille all’ora.

Probabili formazioni Serie A della 37^ giornata: le news dai campi

Tutte le ultime direttamente dagli inviati di Sky Sport. Milan con tre soluzioni sulla trequarti. Nell’Inter c’è Correa in pole per affiancare Lautaro. Per Insigne e Chiellini ultima gara davanti al proprio pubblico. Immobile è a forte rischio con Sarri che prepara due soluzioni

LE PROBABILI FORMAZIONI DELLA 37^ GIORNATA: I ‘CAMPETTI’

E’ sempre questione tra milanesi ma dietro possono arrivare dei verdetti. Penultimo turno di campionato con impegno casalingo, anche se non semplicissimo, per il Milan mentre a Cagliari è sfida verità per entrambe le contendenti. Erano anni che, a 180 minuti dalla fine della stagione, in zona retrocessione non avevamo già degli “arrivederci” alla Serie A già aritmetici. Questo sarà un turno di passione per tante

MILAN-ATALANTA, domenica ore 18

Milan, ora sulla trequarti c’è una tripla opzione. Nonostante la rete finale in quel di Verona, Alessandro Florenzi sarà probabilmente ancora un’opzione da usare a gara in corso. Pioli non intende modificare gli interpreti difensivi ma come sempre la scelta del trequartista centrale inciderà anche sulla coppia davanti alla difesa. Tonali non è in dubbio mentre Bennacer è legato a stretto filo con Kessié. L’ex di turno dovrebbe però agire sulla linea che comprende anche Leao e Messias. Ricordiamo però che Pioli in quel ruolo ha altre due alternative. O Brahim Diaz o Rade Krunic con lo spagnolo al momento un po’ più sullo sfondo

Atalanta, Zapata part time?

Gasperini ha ritrovato un po’ di elementi: in infermeria restano solamente Pezzella e Toloi. In difesa lottano per una maglia Scalvini e Palomino. Sulla trequarti anche in casa nerazzurra ci sono svariate possibilità ma molto dipenderà dalla titolarità di Zapata. Il colombiano è a disposizione ma la sensazione è che possa avere un minutaggio abbastanza limitato. Possibile quindi che o a inizio gara o durante la sfida di domenica, Gasperini adotti il doppio trequartista. Al momento c’è Koopmeiners favorito con Malinovskyi e Muriel in coppia dal primo minuto

Tris all’Arsenal: il Tottenham di Conte in piena corsa per la Champions

La doppietta di Kane e il gol di Son portano Conte più vicino ai Gunners, quarti e ora distanti un solo punto a 180 minuti dalla fine della stagione. Determinanti per la rincorsa Champions saranno gli ultimi due turni di campionato.

Il Tottenham di Antonio Conte riapre la corsa per un posto nella prossima Champions League: merito del 3-0 casalingo all’Arsenal nel recupero della 22esima giornata di Premier League. Ora gli Spurs sono quinti a quota 65 punti, a -1 proprio dai Gunners con due turni di campionato ancora da giocare. A decidere la partita, condizionata anche dal doppio giallo per il difensore dell’Arsenal Holding al 33′ del primo tempo, sono Kane con una doppietta al 22′ e al 37′ e Son, autore del definitivo 3-0 al 47′.

Nella notte di Londra, Conte si affida al 3-4-2-1 con Bentancur e Hojbjerg al comando delle operazioni. Dopo il vantaggio sfiorato dall’Arsenal con Odegaard, passano gli Spurs: l’intervento falloso di Cedric ai danni di Son al 22′ è da calcio di rigore. Dal dischetto Kane firma il vantaggio. La partita cambia e prende decisamente la direzione del Tottenham: Sessegnon con il destro spreca il possibile bis poi l’Arsenal resta in 10, complici i due gialli presi in sette minuti da Holding. Qui la squadra di Conte ne approfitta: 37′, calcio d’angolo di Son, colpo di testa di Bentancur e assist per Kane, che anticipa Nketiah e supera Ramsdale per il 2-0. Il tris arriva all’inizio del secondo tempo con Son. Fari puntati ora sul calendario degli ultimi 180 minuti di Premier: l’Arsenal dovrà giocare contro Newcastle ed Everton (non ancora salvo), mentre il Tottenham affronterà il Burnley (terzultimo con il Leeds) e il già retrocesso Norwich. In caso di arrivo a part punti tra le due squadre, il quarto posto sarebbe degli Spurs.

L’Inter batte 4-2 la Juve e vince la Coppa Italia: decisiva la doppietta di Perisic

Nerazzurri in vantaggio con Barella, poi il ribaltone bianconero a inizio ripresa con Alex Sandro e Vlahovic, infine il rigore trasformato da Calhanoglu all’80’. Decisivo il croato ai supplementari con una doppietta dopo il 2-2 al 90′

Applausi per tutti, ma la Coppa Italia più pazza della storia va a un’Inter… interminabile che sprinta con Barella, potrebbe soccombere dopo le due sberle di inizio ripresa assestate da una Juve imbelvita e invece riacciuffa i supplementari con il rigore di Calhanoglu, prima di sprintare con la doppietta dell’incredibile Perisic. Dopo la Supercoppa, Inzaghi beffa ancora Allegri, espulso nel finale da far-west, e mette in bacheca il secondo trofeo.

Al fianco di Vlahovic c’è Dybala, con Cuadrado e Bernardeschi esterni con licenza di offendere in quello che da 4-4-2 in fase di possesso si trasforma in un 4-2-3-1 con Zakaria e Rabiot in mediana. De Ligt affianca Chiellini, Bonucci in panchina. Inzaghi non rischia Bastoni e preferisce D’Ambrosio a Dimarco, anche se questo comporta lo spostamento (poco gradito dall’interessato) di Skriniar a sinistra. Largo a destra c’è Darmian e non Dumfries, mentre Dzeko davanti affianca l’intoccabile Lautaro. Le squadre si annusano per 5 minuti, il tempo di capire che anche questa volta Allegri sceglie di non asfissiare Brozovic, la sorgente del gioco interista. Dybala infatti si limita a tenerlo d’occhio, ma sa che non può competere con Epic in dinamismo. La squadra di Inzaghi è uscita meglio dai blocchi anche nella caccia alle seconde palle e nei duelli in mediana, con Calhanoglu che non dà riferimenti a Zakaria e Rabiot che fatica a prendere la targa di Barella.  la Juve mostra i muscoli, alza il baricentro di venti metri e va vicina al pareggio prima di testa con De Ligt (Handanovic alza sopra la traversa) e poi con Dybala che strozza il sinistro da buona posizione.

Nessun cambio a inizio ripresa, ma il match si accende come una pira e diventa stupendo. Merito della Juve che è indemoniata e in due minuti piazza un doppio colpo micidiale. Che però non basta ai bianconeri, micidiali due minuti dopo sull’asse Bernardeschi-Dybala, con la Joya che spalanca la porta a Vlahovic sul filo del fuorigioco. Brozo rischia grosso quando, lasciato solo dai compagni, deve fermare Dybala in campo aperto con un fallo da giallo e poi calcia via il pallone. Dentro Dimarco, Dumfries e Correa per D’Ambrosio, Darmian e un abulico Dzeko. Allegri risponde subito dopo con Bonucci e Locatelli per Zakaria e Bernardeschi, passando a un 3-4-3 che si adatta a 5-4-1 se l’Inter spinge.  Barella e soci da metà tempo spingono forte, ma sembrano non riuscire ad andare oltre a un sinistro a fil di palo di Dimarco e a un grappolo di cross e corner che esaltano le torri bianconere.  Doveri non ha dubbi, punisce l’intervento dell’olandese e dal dischetto Calhanoglu fa 2-2 con un tracciante da brividi che colpisce il palo interno, quasi nel sette, e si insacca.

Coppa Italia: Juve-Inter da record, oltre 5 milioni di incasso

Battuto il primato della semifinale, migliore incasso nella storia della competizione

Una finale da record. Inter e Juve tornano a sfidarsi per la Coppa Italia dopo 57 anni e lo faranno in uno scenario speciale. Lo stadio Olimpico infatti è esaurito (68mila presenze) e l’incasso di oltre 5 milioni – la Lega comunicherà la cifra esatta soltanto domani – stabilisce un primato per la manifestazione. Abbattuto il precedente record, che aveva un mese abbondante di vita. In occasione della semifinale di ritorno tra Inter e Milan, a inizio aprile, infatti l’incasso era stato di 4.156.710 euro grazie ai 74.508 spettatori presenti a San Siro.

In palio, oltre al trofeo e alla gloria, domani a fare la differenza ci saranno anche 2,5 milioni, che male non fanno. Alla finalista infatti ne vanno 2, mentre la vincitrice ne porterà a casa 4,5. Oltre alla possibilità di disputare la Supercoppa, che ne mette in palio 3. Da record anche i paesi collegati (179) e le migliori tecnologie disponibili: ottiche speciali, super slow motion, integrazioni virtuali e telecamere cinematografiche. Ne saranno impiegate addirittura 35. L’inno nazionale prima del match sarà cantato da Arisa.

Allo Stadio Olimpico di Roma si assegna la Coppa Italia 2022, per i bianconeri è la rivincita dopo la sconfitta in Supercoppa

Juventus e Inter si ritrovano di fronte questa sera alle 21 allo Stadio Olimpico di Roma per la finale di Coppa Italia. Sarà la rivincita della Supercoppa vinta dai nerazzurri 2-1.

La Juve è arrivata in finale dopo aver eliminato la Sampdoria (4-1) agli ottavi, il Sassuolo (2-1) ai quarti e la Fiorentina in semifinale. L’Inter si è qualificato dopo i successi su Empoli (3-2 ai supplementari), Roma (3-0 a Milano) e Milan.

I bianconeri sono i campioni in carica e hanno già vinto 14 volte la Coppa Italia, l’Inter invece è a quota 7 e l’ultimo successo risale al 2010-2011.

L’arbitro sarà Paolo Valeri.

La Fiorentina batte 2-0 la Roma e l’aggancia in classifica. Che lotta per l’Europa League!

Un rigore di Gonzalez e la rete di Bonaventura dopo 11′ indirizzano subito la partita. Tra i giallorossi si rivede Spinazzola dopo oltre dieci mesi

Se la lotta per lo scudetto è aperta e quella per la salvezza anche, non è da meno la lotta per l’Europa League: con la vittoria della Fiorentina stasera al Franchi contro la Roma (2-0 il risultato finale, reti di Gonzalez e Bonaventura) la situazione è più che mai complicata. Al quinto posto c’è la Lazio a 62 punti, poi Roma, Fiorentina e Atalanta a quota 59. A questo punto saranno decisive, come per tutto il resto, le prossime due: la Lazio avrà Juve e Bologna, la Roma Venezia e Torino, la Fiorentina la Sampdoria e la Juve e l’Atalanta il Milan e l’Empoli. Magari, alla Roma, per le ultime due, potrà dare una mano Leonardo Spinazzola: in una notte da dimenticare per la formazione di Mourinho la lieta notizia è il rientro in campo del terzino sinistro, che si era rotto a luglio con la Nazionale il tendine d’Achille. Rivederlo in campo dopo 311 giorni, anche se per pochi minuti, è una gioia per tutto il calcio italiano.

AVVIO CHOC—   L’unica per la Roma che, dopo aver conquistato giovedì scorso la finale di Conference League, paga un conto altissimo, soprattutto fisicamente. Mourinho sa dell’importanza della partita e infatti lascia fuori il solo Zaniolo, tra i titolari, inserendo Veretout a centrocampo. Italiano risponde cambiando, rispetto all’ultima partita, due uomini: al posto di Saponara e Maleh ci sono Ikoné e Bonaventura e la scelta si dimostra giusta perché la Fiorentina parte forte e la Roma fatica tanto. Dopo un saluto da brividi dello stadio a Borja Valero e alla Fiorentina Primavera dell’ex Alberto Aquilani per la vittoria della Coppa Italia, il Franchi esulta dopo cinque minuti per il vantaggio firmato su rigore da Gonzalez. Era stato lui a procurarsi il rigore con una serpentina che, secondo arbitro (Guida) e Var (Banti) Karsdorp aveva fermato con un fallo sulla riga dell’area. Proteste della Roma, sorriso ironico di Mourinho soprattutto perché l’arbitro non aveva assegnato il rigore ma è stato richiamato dal Var. Dopo il vantaggio, la Roma non esce dall’area e la Fiorentina raddoppia poco dopo: all’11’ il gol è di Bonaventura che parte dalla destra, Zalewski non oppone resistenza, e con un rasoterra delizioso a giro il numero 5 viola segna. La Roma si fa vedere al 20’ con una punizione di Pellegrini su cui è bravo Terracciano, sugli sviluppi tiro di Veretout su cui la Roma reclama un fallo di mano ma arbitro e Var dicono “spalla” e si va avanti. Al 23’ è annullato un gol a Bonaventura per fuorigioco di Biraghi a inizio azione, poi allo scadere del primo tempo la Roma reclama anche per una trattenuta su Mancini in area, ma anche in questo caso nulla di fatto.

Pioli, dopo Verona-Milan: “Innamorato dei miei calciatori. Tonali ricorda De Rossi”

Vittoria di carattere del Milan, che rimonta l’Hellas Verona e si riprende la vetta.  A due gare dal termine, ai rossoneri mancano quattro punti per raggiungere lo scudetto. Al termine della gara, Stefano Pioli si è soffermato sulla volalta per il titolo: “So quello che è stato il nostro percorso. Sonno innmorato dei miei ragazzi, lavoriamo tutti i giorni e so cosa stanno mettendo in campo. Oggi un’altra bella partita e un’altra vittoria. Siamo già concentrati sulla prossima partita che sarà tosta e difficilissima (contro l’Atalanta, ndr)”. Sulla squadra di Gasperini: “All’andata contro l’Atalanta abbiamo giocato una delle partite migliori del campionato. Sono una squadra forte, sia come collettivo che come singoli”. 

Dall’Atalanta all’Atalanta. Per Stefano Pioli, proprio l’umiliante sconfitta del 22 dicembre 2019 per 5-0 ha sancito la svolta: “Questo Milan è nato dalla sconfitta umiliante contro l’Atalanta. Lì abbiamo capito come ripartire e cosa fare per far crescere la squadra. Abbiamo imparato tanto da quella partita”. Il gruppo rossonero è concentrato verso l’obiettivo: “I ragazzi hanno superato tanto gradini, ora contano gli ultimi due. Manteniamo alta l’attenzione e la concentrazione, che ci hanno accompagnato finora, anche per la prossima gara”. Poi su Rafael Leao e Tonali: “Sono giovani ma forti. Alla fine della scosa stagione li ho lasciati in un modo e li ho ritrovati completamente diversi a inizio stagione. In tanti stanno vivendo per la prima volta queste emozioni e sensazioni, ma lo stanno facendo nel modo giusto. Tonali? Mi ha detto di sentirsi più Tonali di Pirlo. A me ricorda De Rossi”.

L’allenatore rossonero ha poi raccontato un aneddoto su Zlatan Ibrahimovic, che continua a spronare e incitare la squadra: “Ibrahimovic oggi ha detto una cosa bellissima: ‘del Milan tutti si ricordano chi ha vinto Scudetti e Champions League’, quindi se vogliamo farci ricordare mancano tre partite”. Infine, un commento sulle scelte: “Bisogna avere fiducia nei propri giocatori. Ho la fortuna di avere tanti giocatori forti e disponibili. È importante scegliere bene all’inizio, ma lo è altrettanto avere una rosa così forte”.