Juventus, le news di calciomercato di oggi

La Juventus è fiduciosa di colmare la distanza con l’Eintracht per Kostic che vuole indossare la maglia bianconera. Nel mirino anche Paredes per il centrocampo e Morata per l’attacco.

Il primo obiettivo della Juventus resta Filip Kostic, ala sinistra serba dell’Eintracht Francoforte, che rinforzerebbe la rosa bianconera sugli esterni. Dopo l’incontro di venerdì tra il club e gli agenti del calciatore, la Juventus (forte anche della volontà del calciatore di indossare la maglia bianconera) spera di riuscire ad arrivare alla fumata bianca. Dopo aver raggiunto l’accordo con gli agenti, la Juve tratta per limare la distanza con i tedeschi (l’Eintracht ha già ricevuto un’offerta da 15 mln più 5 di bonus dal West Ham che però poi ha chiuso per un altro obiettivo) mettendo sul piatto circa 10 mln. Intanto Kostic, in occasione della prima di Bundesliga contro il Bayern, ha salutato i tifosi al termine del match.

Per quanto riguarda le altre operazioni di mercato, c’è l’accordo con Paredes, anche se il Psg chiede circa 15 milioni di euro: prima andranno effettuate delle uscite, sia per una questione tecnica che per quella finanziaria. A tal proposito, in uscita rimane sempre Arthur: su di lui c’è il Valencia di Gattuso. C’è stato un contatto nelle scorse ore e si cerca l’intesa sulla condivisione dell’ingaggio.  Capitolo attacco: la priorità resta Alvaro Morata, prima poi eventualmente di virare su altri obiettivi. Intanto oggi la Juventus scenderà in campo nell’amichevole contro l’Atletico che sarà anche un’occasione per parlare tra le parti. Si giocherà alla Continassa alle ore 18: l’incontro non sarà aperto al pubblico, ma lo potrete seguire in diretta su Sky Sport Uno.

Via alla Premier, l’Arsenal parte col piede giusto: 2-0 al Crystal Palace

Nella prima partita del campionato 2022-23 i Gunners mettono subito in chiaro le rinnovate ambizioni: decidono una rete di Martinelli e l’autogol di Guehi

Il sole di Londra dà il bentornato alla Premier League, l’Arsenal fa il resto. A Selhurst Park, la sfida tra i Gunners e il Crystal Palace del grande ex Patrick Vieira finisce 2-0 per gli ospiti, che agguantano il successo e i 3 punti grazie a una rete di Martinelli nel primo tempo e all’autogol di Guehi nel finale. Primo sorriso della stagione per Mikel Arteta.

La squadra di Arteta parte in quinta: al 3’ si vede subito la qualità di Gabriel Jesus, fiore all’occhiello del mercato dei Gunners, che spacca la difesa dei padroni di casa con una bella percussione. Dopo un rimpallo, il pallone finisce sul sinistro di Martinelli, che sciupa tutto a tu per tu con Guaita. All’8’ ci prova Zinchenko, altro innesto dal mercato, con un bel sinistro dal limite dell’area: risponde senza problemi il portiere spagnolo. Il match si sblocca al 20’: angolo dalla destra, torre ancora di Zinchenko e testa di Martinelli per il primo centro della nuova Premier League. Per mezz’ora è dominio Arsenal. Poi, nel finale di frazione, ci prova un paio di volte la squadra di Vieira con Edouard: al 41’ è Ramsdale a negare il pari, pochi minuti dopo è decisiva la deviazione di Xhaka. Arsenal avanti al 45’.

Fase di studio al rientro in campo. La grande chance per le Eagles arriva al 51’: Zaha trova il corridoio e recapita a Eze la palla del pari. Il “10” va con il piatto destro, Ramsdale si oppone di nuovo e salva il risultato. Intorno all’ora di gioco la prima sostituzione per Vieira: fuori Edouard, dentro Mateta e ritmi che si abbassano con il passare dei minuti. Al 69’ sussulto Gunners con Saka: il destro finisce alto. Non basta l’assalto disordinato del Palace nel finale: a 5’ dal 90’ l’Arsenal trova il raddoppio grazie al cross di Saka dalla destra, deviato in rete dallo sfortunato tocco di Guehi. Due a zero e primi tre punti per Arteta.

Gli agenti di De Ketelaere: “Milan e Bruges non volevano più parlarsi”

Sharifi e De Mul si sono prodigati per la felice conclusione della trattativa: “Lo volevano tante squadre, compreso il Barcellona. Ma lui ha scelto i rossoneri e per questo ha dovuto superare settimane difficili”

Se Charles De Ketelaere è arrivato al Milan lo deve a due volti stanchi che ora provano a rilassarsi un po’. Di solito parlano poco, ma stavolta hanno scelto di raccontare alcuni retroscena sull’affare dell’estate. Yama Sharifi e Tom De Mul, agenti di Charles De Ketelaere, hanno lavorato parecchio per far sì che la trattativa andasse in porto: “Dopo l’incontro in Belgio, Milan e Bruges non volevano più parlarsi, poi siamo andati a Lugano…”. E lì si è sbloccato tutto, come raccontato a Het Laatste Nieuws.

Partiamo dall’inizio. Intervista doppia. De Mul prende la parola, Sharifi aggiunge qualche particolare: “I primi contatti tra il Milan e Charles risalgono a un paio di anni fa. Erano sicuri che fosse già un bel giocatore, ma a quel tempo gli serviva qualcuno già pronto. Maldini e Massara, però, ci chiedevano qualsiasi cosa su di lui. ‘Di che persona parliamo? Che tipo di ragazzo è?’, cose così. Nel frattempo diversi club hanno iniziato a chiederci informazioni: West Ham, Arsenal, Newcastle, anche il Barcellona. I blaugrana l’hanno seguito a lungo, ma non eravamo sicuri che fosse la scelta giusta per lui. Almeno in quel momento”.

Un altro club si è fatto sotto: “Il Leeds è stato molto concreto – continua De Mul -, e anche a Charles piaceva parecchio. Inoltre, Jesse Marsch è un bravo allenatore. Tuttavia, il ragazzo voleva confrontarsi e sentire anche altri club. Così abbiamo chiamato il Milan: ‘Se lo volete, allora dovete spingere ora’. Maldini era ancora alle prese con il suo rinnovo, ma poi lo ha chiamato. Charles ha parlato anche con Pioli, così si è convinto del tutto. Il problema? Il Leeds aveva offerto 40 milioni, mentre i rossoneri avevano una sorta di… paletto”. Seconda fase: la trattativa: “Il Bruges non l’avrebbe mai ceduto a venti milioni, quindi toccava a me e a Sharifi – racconta De Mul – alzare l’offerta del Milan. Tuttavia, dopo quell’incontro in Belgio, le due squadre non volevano più parlarsi”.

Koulibaly risponde a De Laurentiis: “Rispetto per gli africani. A Napoli non la pensano come lui”

Il difensore senegalese ha commentato le parole del presidente del Napoli durante la sua presentazione con il Chelsea: “La squadra senza africani? È un suo diritto pensarlo, ma non è giusto parlare così”

Non smette quasi mai di sorridere Kalidou Koulibaly durante la conferenza stampa di presentazione da nuovo giocatore del Chelsea. La Premier League era il suo sogno, quello che ha accarezzato a lungo, da ben prima che il fratello Abdullah gli facesse vedere le partite dei Blues di cui è tifosissimo. Ora l’ha realizzato, firmando un contratto per quattro anni con i londinesi, che l’hanno reso il secondo acquisto della nuova era. Non smette di sorridere il nuovo pilastro della difesa di Tuchel, quando pensa al debutto di sabato contro l’Everton o alle sfide che lo aspettano.

Il patron del Napoli ieri ha dichiarato che non avrebbe più comprato giocatori africani, stanco delle loro assenze per la Coppa d’Africa. Koulibaly, capitano del Senegal, ci pensa un po’ prima di rispondere. “Dipende da lui se vuole o no comprare altri giocatori africani – attacca -. Per me, la cosa principale è il rispetto, e se quella è la sua opinione io la rispetto. Quando giocavo a Napoli rappresentavo anche il Senegal: sono sicuro che sia stata dura per la squadra quando siamo andati in Coppa d’Africa, ma serve rispetto anche per le nazionali africane, e come capitano del Senegal penso non sia giusto parlare così di una nazionale africana. Rispetto quello che pensa: se crede che la sua squadra possa andare avanti senza calciatori africani è un suo diritto. Ma so per certo che a Napoli ci sono tante persone che non la pensano come lui. Prendo queste parole come una sua opinione, non come quello che pensano la città o la stessa società”.

Infortunio Pogba, consulto a Lione per valutare operazione al ginocchio

Il centrocampista francese a Lione per il consulto specialistico durante il quale si deciderà che strada percorrere (tempi di recupero compresi) dopo la lesione del menisco laterale. Tre le ipotesi: due legate al tipo di intervento chirurgico, l’altra – la meno percorribile – relativa a una terapia conservativa.

Una forte fitta nel primo allenamento della Juventus a Los Angeles, nella notte italiana tra il 23 e il 24 luglio, l’uscita dal campo zoppicante, gli esami specialistici e la diagnosi comunicata dal club bianconero: “Lesione del menisco laterale”. Paul Pogba adesso aspetta di conoscere quanto tempo dovrà rimanere fuori dal campo e molto dipenderà dal tipo di intervento chirurgico (la strada più percorribile, l’altra è la terapia conservativa) al quale si sottoporrà. Pogba si è confrontato con lo staff medico della Juve e anche con i medici della nazionale francese, visto il Mondiale in Qatar a fine novembre. Ora è arrivato il momento di prendere una decisione. Il centrocampista bianconero oggi sarà a Lione per un consulto specialistico al termine del quale verrà scelta l’opzione ritenuta migliore. Le tre possibili ipotesi e le prime stime sui tempi di recupero.

Al momento è la strada meno percorribile. Un percorso fatto di fisioterapia e riposo non garantisce la certezza di una definitiva guarigione e Pogba – così come la Juve – vuole scongiurare che il fastidio al ginocchio si riproponga al momento del rientro in campo.  

Tecnicamente si chiama meniscectomia selettiva. In altre parole, consiste nell’asportazione del pezzo di menisco lesionato. Si tratta di un intervento “semplice”, con una riabilitazione rapida e tempi di recupero stimati tra uno e due mesi. Una soluzione che permetterebbe a Pogba di tornare relativamente presto in campo e non metterebbe a rischio la sua partecipazione al Mondiale. La controindicazione di questo genere di intervento è legata a un’analisi sul lungo periodo: con il passare degli anni, infatti, l’articolazione potrebbe risentire dell’assenza di una parte del menisco, con possibili conseguenze sulla durata della carriera e sul quotidiano utilizzo del ginocchio a prescindere dalla pratica sportiva. Con la meniscectomia laterale c’è il rischio di condrolisi: in parole più semplici, il ginocchio diventerebbe più fragile e meno elastico. In sintesi, questo tipo di intervento permetterebbe a Pogba di rientrare presto in campo, ma rischierebbe di accorciargli la carriera.

Locatelli: “Più palloni tocco più son contento. E gioco con la mia squadra del cuore”

Allegri e Del Piero lo vedono come un nuovo leader. Lui apprezza la responsabilità, e anche sul ruolo che deve svolgere non ha problemi: “Da regista posso entrare di più in partita”

Giocare contro il Real Madrid è un po’ come essere una nave in mezzo alla tempesta: improvvise folate di attaccanti che arrivano da tutte le parti, centrocampisti abituati a trovarsi a memoria, che navigano senza difficoltà nello stretto e conoscono i tempi giusti per gli inserimenti.

Manuel Locatelli ha tenuto la barra dritta anche nei momenti di allerta massima: Massimiliano Allegri in questa tournée l’ha testato soprattutto da regista e lui ha dimostrato di saperci stare in quella posizione, anche se in versione play ha meno possibilità di buttarsi in area alla ricerca del gol. Dal mercato potrebbe arrivare un regista di ruolo (Paredes per esempio) e Loca potrebbe di nuovo traslocare un po’ più in là, per fare la mezzala, ma nel frattempo l’azzurro è stata una delle note liete della sconfitta con il Real: freddezza e solidità, nell’emergenza e nelle incertezze che dominano nel mezzo, la Juventus ha almeno un punto fermo al quale aggrapparsi. In questa tournée americana stiamo vedendo una nuova Juventus, che vuole tenere palla e imposta di più, in cui Locatelli ha un ruolo centrale.

“Siamo un grande gruppo, tutti seguiamo Allegri con attenzione. Questi giorni sono stati importanti perché la squadra sia ancora più unita. Abbiamo fatto dei grandi acquisti e siamo molto felici”.

“Sono parole molto apprezzate, che rappresentano un grande stimolo per me. Ho scelto la Juventus per questo, so quali sono le mie responsabilità e mi trovo benissimo con i miei compagni. Firmare per la squadra del mio cuore è stato un momento molto emozionante”.

Empoli, a Destro le chiavi dell’attacco: 43 crediti per il sostituto di Pinamonti

Zanetti si affiderà ai suoi gol in questa stagione per sostituire l’attaccante rientrato dal prestito

Nuova esperienza in Serie A per Mattia Destro: l’attaccante classe 1991, ha voglia di confermarsi a grandi livelli dopo il biennio, sostanzialmente positivo – a livello personale – con la maglia del Genoa, conclusosi però con la retrocessione in Serie B del Grifone. Sulle sue spalle l’eredità di Pinamonti, rientrato all’Inter dopo la stagione in prestito in Toscana e ora vicino all’Atalanta.

Poco propenso a giocare con la squadra, Destro è un attaccante vecchio stampo, abile a farsi trovare pronto sotto porta e a finalizzare la manovra della squadra con tutti i fondamentali. Con Satriano può formare un tandem intrigante, con potenzialmente un buon numero di gol tra i piedi. Nel listone Gazzetta del prossimo Fantacampionato, vale 43 crediti, la più alta valutazione nella rosa

Sono 20 le reti segnate in A nelle ultime due stagioni (11 e 9). Mattia Destro ha ritrovato smalto sotto porta dopo alcune annate poco prolifiche al Bologna. Nella massima serie vanta 287 presenze, 90 gol e 19 assist, ma ha collezionato anche 53 gialli e un rosso. In carriera ha indossato le maglie di Siena (prima volta in doppia cifra), Roma (13 centri, suo personal record a livello di marcature in Serie A in una singola stagione), Milan e le già citate Bologna e Genoa. Cresciuto nell’Inter, non ha mai esordito tra i professionisti con i nerazzurri. Non batte rigori da diversi anni: ha un discreto bottino con 13 realizzati su 15, ma lo specialista in casa Empoli è Bajrami.

Viene da due ottime stagioni a livello realizzativo e il gioco di Zanetti potrebbe valorizzare il suo senso del gol. Sarà importante il feeling con Satriano.

Il più grande difetto, palesato in carriera e anche nell’ultimo anno al Genoa, è la discontinuità di rendimento: la distribuzione dei gol è molto casuale. Può avere un filotto di marcature consecutive ma anche fermarsi poi per diverso tempo.