Inter, Dimarco va oltre il derby: “Stimo tanto Theo Hernandez. Ora mi insulteranno…”

L’esterno ha raccontato la sua fede nerazzurra: “La finale col City? La più grossa delusione a livello di club, ero morto. Ma non era il nostro momento”

“Ci sono giocatori come Theo Hernandez che io stimo tantissimo, anche se adesso mi insulteranno. Ma io lo stimo. Come altri giocatori di altre squadre. Da piccolo c’era Carlos, mi piaceva anche Maxwell”. Parola di Federico Dimarco, intervenuto al Bsmt, podcast di Gianluca Gazzoli, che a cuore aperto si è lasciato andare anche a questa dimostrazione di stima trasversale al derby di Milano.

È stata comunque l’occasione per ribadire la sua fede interista: “Sono l’ultimo dei predestinati. Devo tanto a quello che ho vissuto nel settore giovanile, quello che mi hanno insegnato le persone che ho incontrato. Sono cose che mi porto in campo e fuori”. E poi: “Se sento le gare di più? Forse troppo. Però negli anni ho imparato a gestire le emozioni. Il brivido più grande è stato per l’ultimo derby. Quando perdiamo, l’incazzatura mi passa dopo due o tre giorni, quando ci sono le tre partite in una settimana è più facile. Ovviamente giocare nell’Inter per me è bellissimo e cerco di dare il massimo. La maglia va trattata coi guanti ma lo penso veramente”. 

Roma-Inter, Inzaghi: “Lautaro da Pallone d’Oro. Calhanoglu penso si sia fermato in tempo”

Nerazzurri a -2 dal Napoli dopo la vittoria all’Olimpico, sfida analizzata da Simone Inzaghi: “Primo tempo equilibrato, potevamo raddoppiare ma siamo stati squadra”. Sui nuovi infortuni: “Calhanoglu non stava benissimo. Penso si sia fermato in tempo: il dolore non è peggiorato”. E su Lautaro che insegue il Pallone d’Oro: “Se lo merita, è tra i cinque giocatori più forti del mondo”.

Terza vittoria di fila in campionato, successo pesantissimo che mantiene l’Inter in scia del Napoli. Nerazzurri a -2 dalla vetta dopo l’1-0 imposto alla Roma, battuta all’Olimpico dal gol di Lautaro Martinez. Nonostante le assenze a centrocampo e gli infortuni muscolari di Calhanoglu e Acerbi, la squadra di Simone Inzaghi torna a vincere in trasferta. Ne ha parlato proprio l’allenatore dell’Inter: “Dobbiamo lavorare e migliorarci, abbiamo avuto delle difficoltà. La Roma è una squadra di qualità, ma noi siamo stati bravi. Primo tempo equilibrato, poi dopo il gol potevamo raddoppiare perché il risultato è rimasto in bilico. L’Olimpico è un campo difficile, sono contento dei ragazzi”. Sui problemi muscolari di Calhanoglu e Acerbi: “Avevamo già qualche problema in mezzo senza Zielinski e Asllani. Calhanoglu non stava benissimo: lui è generoso, penso si sia fermato in tempo. Il dolore è rimasto come prima della gara, non è peggiorato”.

Una vittoria ritrovata dall’Inter lontano da San Siro: “In casa stiamo avendo un buon ruolino, fuori ci mancavano i punti dopo i pareggi contro Genoa e Monza. Siamo stati squadra, questo è quello che conta di più”. Decisivo Lautaro Martinez che insegue il Pallone d’Oro: “Per vincerlo eve continuare a fare quanto ha fatto con Inter e Nazionale. Penso sia tra i primi 5 giocatori più forti del mondo. Se lo merita e io lo darei a tutti i ragazzi stasera”. Ora la Champions, poi il big match contro la Juventus: “Martedì mattina partiamo per Berna, dobbiamo prepararla nel migliore dei modi in un giorno e mezzo…”.

L’Inter si espande in Arabia Saudita e apre un’accademia. Zanetti: “Qui c’è passione”

I nerazzurri potranno contare sul supporto del Ministero degli Investimenti del Paese per estendere la presenza del proprio brand

L’Inter sbarca in Arabia Saudita. I nerazzurri hanno ottenuto la licenza MISA, essenziale per ogni azienda straniera che vuole operare a livello commerciale sul territorio (in particolare con gli enti governativi. E’ il primo club a farlo. Attraverso un comunicato, infatti, l’Inter ha ufficializzato questa nuova collaborazione che darà l’opportunità di aprire delle Academy nerazzurre in Arabia.

“Il Club nerazzurro – si legge nella nota pubblicata dal club –  potrà contare sul supporto del Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita (MISA) per estendere ulteriormente la presenza del proprio brand in Middle East e per far crescere la propria fanbase di tifosi. Allo stesso tempo, l’Inter porterà nel paese il proprio know-how, i valori e l’esperienza che caratterizza un club di calcio ai massimi livelli, sostenendo il piano nazionale del Regno dell’Arabia Saudita per il 2030 (Vision 2030). Attraverso la promozione del talento e della cultura sportiva, il Club nerazzurro intende contribuire positivamente alle ambizioni del paese per il futuro”. L’ottenimento della licenza è stato ufficializzato mercoledì a Riyad presso la sede del MISA. Erano presenti il vicepresidente Javier Zanetti, il CEO Corporate Alessandro Antonello e il Chief Revenue Officer Luca Danovaro. 

Inter, elongazione per Zielinski: fuori due settimane. Salta Roma, Young Boys e Juve

Il centrocampista polacco si è fatto male in nazionale. Non prenderà parte alle prossime sfide e sarà valutato giorno per giorno

Inter dovrà fare a meno di Piotr Zielinski per un po’. Il centrocampista polacco, infortunatosi con la nazionale durante la sosta, ha rimediato “un’elongazione ai flessori della coscia destra”. Sarà valutato giorno per giorno, ma di sicuro salterà le prossime sfide contro Roma e Young Boys in programma tra domenica e martedì sera, oltre al Derby d’Italia del 27 ottobre.

Piotr Zielinski fin qui ha giocato sei partite tra campionato e coppe, due in Champions e quattro in Serie A. Senza lo stop di sicuro avrebbe trovato spazio in questo trittico di gare ravvicinate: Roma, Young Boys e ovviamente Juve, il 27 ottobre. Gli esami effettuati stamattina all’Humanitas di Rozzano hanno evidenziato un’elongazione. Barella, invece, è recuperato e sarà disponibile per la Roma. Durante la sosta ne ha approfittato per smaltire l’infortunio. Da capire se giocherà subito dal 1′. Sulla via del recupero definitivo anche Tajon Buchanan, infortunatosi durante la Coppa America giocata con il Canada in estate. 

Messi incorona Lautaro: “Merita il Pallone d’oro più di tutti”. 

Nel 6-0 contro la Bolivia l’ex Barcellona ha fatto 3 gol e 2 assist, uno dei quali al Toro dell’Inter

Tre gol, 2 assist e… un pensiero per Lautaro Martinez. Nella serata in cui è diventato il calciatore dell’Argentina con più triplette – raggiunta quota 10 -, Lionel Messi incorona l’attaccante dell’Inter. Dopo il 6-0 sulla Bolivia, in cui l’ex Barcellona ha messo a referto 3 gol e 2 assist, Messi ha spinto l’attaccante nerazzurro sul tetto del mondo: “Ha avuto un anno spettacolare, ha fatto gol in finale, è stato capocannoniere in Coppa America: merita il Pallone d’oro più di chiunque altro”. Parole che fanno eco a quelle del c.t. dell’Albiceleste, Scaloni, che aveva incoronato Lautaro già prima della gara contro la Bolivia: “Spero che Martinez vinca il Pallone d’oro, lo merita più di chiunque altro. Se non arriverà ora per lui questa soddisfazione, sono sicuro che gli arriverà più avanti”.

Una stagione, quella a cui si riferiscono Messi e Scaloni, da campione assoluto: Lautaro Martinez nel 2023-24 ha giocato più di 50 partite tra Inter e Argentina, vincendo il titolo di capocannoniere sia in Serie A – 24 gol in 33 partite – sia in Coppa America, con 5 gol in 6 gare tra cui quello decisivo, in finale durante i tempi supplementari, contro la Colombia. L’unico neo, causato anche dalle infinite migliaia di chilometri che Lautaro ha percorso lo scorso anno (e continua a percorrere anche adesso), è stato l’apporto del Toro in Champions League: 8 partite giocate su 8, 2 gol soltanto – contro Real Sociedad e Salisburgo -, e il rigore decisivo sbagliato contro l’Atletico Madrid che regalò i quarti di finale alla squadra di Simeone.

Sentite le parole di Messi, Lautaro non si è sbilanciato: “La verità è che sì: sarò con mia moglie alla premiazione con lo stesso entusiasmo di sempre. Dico sempre che il collettivo è al di sopra del singolo, ma penso di aver fatto una stagione spettacolare con l’Inter lo scorso anno. L’ho finita con il titolo e i cinque gol in Copa América. Analizzando il tutto, penso di essere lì… non voglio dirlo, ma sono felice ed emozionato. Vedremo cosa succederà quella notte”. 

CR7 e la battuta a Szczesny: Ronaldo al veleno, perché ce l’ha ancora con la Juve

“Ti dovevi ritirare per andare in una grande squadra”, questa la frase che il portoghese ha rivolto al portiere ora passato al Barcellona prima di Polonia-Portogallo

Un abbraccio tra vecchi compagni di squadra e uno scambio di battute rischiano d’inasprire ulteriormente la diatriba a distanza fra Cristiano Ronaldo e il mondo Juve. Il portoghese ha incontrato Tek Szczesny a margine della sfida di Nations League fra Polonia e Portogallo, creando quasi un nuovo caso diplomatico facendo una battuta al portiere: “Ti dovevi ritirare per andare in una grande squadra”, ha detto, irritando i tifosi della Juve per aver sminuito la dimensione del club bianconero. Anche se, di contro, appare strano che l’attaccante abbia voluto esaltare il Barcellona, la squadra storicamente rivale del suo caro Real Madrid, che è stata per tanti anni del suo storico antagonista sportivo Lionel Messi.

C’è dell’acredine da parte di Cristiano Ronaldo nei confronti della Juve? Può darsi. Sicuramente nell’estate 2021, dopo tre stagioni positive ma sotto le aspettative in campo europeo, il portoghese andò via quasi scappando da Torino, sul finale del mercato: con un “Grazzie” via social che passò alla storia più per l’errore grammaticale che per il gelo fra lui e l’ambiente bianconero, che – al netto del dispiacere per la perdita di un fuoriclasse – restò abbastanza freddo alla sua partenza, quasi risollevato. L’attaccante sembrava un pesce fuor d’acqua in quel periodo, considerato che la Juve voleva ripartire dai giovani per risanare i conti nel post Covid. Mentre CR7 scelse il Manchester United pensando di tornare all’assalto della Champions League: ma l’effetto svanì dopo qualche mese.

Il Milan si rituffa su Jonathan David: il piano per ridare a Fonseca il “suo” bomber

Ritorno di fiamma per l’attaccante canadese del Lilla esploso proprio con l’attuale tecnico rossonero: va a scadenza nel 2025, il suo l’entourage sonda i club europei, il Diavolo una destinazione gradita

C’è il Milan tra le possibili destinazioni di Jonathan David, l’attaccante del Lilla che il 30 giugno sarà svincolato, ma che già a gennaio potrà “promettersi” a un altro club firmando il nuovo contratto. I dirigenti francesi hanno provato e proveranno in tutti i modi a convincerlo a restare, ma finora non ci sono riusciti e, anche se il diretto interessato un mese fa non ha escluso categoricamente una permanenza al Lilla, la sensazione è che nel 2025 farà le valigie. L’entourage del giocatore (non solo il suo procuratore, ma anche un paio di agenti Fifa che lo stanno proponendo nei principali campionati del Vecchio Continente) nel frattempo è attivo alla ricerca di una destinazione che gli permetta di fare un salto di qualità. Visti i numeri delle ultime stagioni è una grande occasione.

David è uno dei profili noti in via Aldo Rossi perché negli scorsi mesi è stato monitorato con attenzione. Sia nell’estate 2023, quando il Diavolo tentò di prenderlo in prestito dopo che era saltato l’affare Taremi (e prima che sbarcasse a Milanello Jovic), sia la scorsa primavera: Ibrahimovic, Furlani e Moncada avevano di nuovo pensato a lui prima di spostare le loro attenzioni su Zirkzee e poi su Morata. Classe 2000, è nato a Brooklyn ma gioca per il Canada. 

È esploso con il Gent, nella stagione del Covid, ma si è confermato su grandi livelli soprattutto dopo il trasferimento al Lilla, nell’agosto 2020, per 27 milioni. Con i francesi è a quota 92 gol in 196 partite ufficiali: in Ligue 1 è sempre andato in doppia cifra con un massimo di 24 gol nel torneo 2022-23. Anche questo 2024-25 lo ha iniziato forte visto che è a quota 8 reti in 13 presenze, compresa la perla che ha steso il Real Madrid in Champions. Può fare sia la prima sia la seconda punta anche se è più tecnico (e rapido) che fisico (178 centimetri).

Juve, idea Beto: per gennaio si apre la pista dell’ex Udinese

Dusan Vlahovic solo, Milik è fermo. Giuntoli cerca un vice Dusan in prestito: il portoghese, ai margini nell’Everton dei Friedkin, piace anche alla Roma

La Juventus si prepara a tutto, anche a dover rinforzare l’attacco a gennaio. Una munizione in più per allargare il reparto e garantirsi un’alternativa a Dusan Vlahovic, finora il giocatore della rosa più impiegato da Thiago Motta. Il bomber serbo ha sfiorato il percorso netto in questo avvio di stagione: 9 presenze tra campionato (7) e Champions League (2), complessivamente 758’.

A parte i 7 minuti finali contro la Roma e il secondo tempo contro il Napoli, Thiago Motta non ha mai rinunciato al suo numero 9, già autore di 7 reti. Toglietemi tutto, ma non Vlahovic. Dove finisce la scelta, inizia la necessità. Un vice di Dusan non c’è in questo momento, tanto che contro il Napoli al posto dell’ex viola è stato adattato Timothy Weah. Sulla carta il sostituto di Vlahovic sarebbe Arek Milik, ma il polacco è ai box da giugno e il suo rientro è tuttora un rebus. La stagione è ancora lunga e l’attuale emergenza offensiva (Nico Gonzalez infortunato, Conceicao squalificato e Koopmeiners in dubbio per la Lazio) ha confermato una volta di più come la coperta sia abbastanza corta in avanti.

Non a caso negli ultimi giorni di agosto il direttore tecnico Cristiano Giuntoli ha sperato di rifinire l’attacco con il prestito di Jadon Sancho, poi trasferitosi dal Manchester United al Chelsea. Adesso, con il punto interrogativo su Milik, i radar sembrano più orientati su una punta centrale. Preferibilmente in prestito semestrale, come nel caso del centrale che dovrà prendere il posto del lungodegente Gleison Bremer (stagione finita). L’ultima idea per l’attacco, che si aggiunge a quella di Lorenzo Lucca (Udinese), è un ex friulano: Beto dell’Everton. Ex Serie A e attualmente chiuso nel proprio club, un po’ come quel Milan Skriniar (Psg) in cima ai pensieri difensivi della Signora per gennaio.

Skov Olsen più di Lang e Sarr. Milan a caccia di gol: tre idee per l’attacco

I dirigenti rossoneri sondano il mercato europeo degli esterni. Prima però aspetteranno risposte da Jovic, Okafor e Chukwueze

Gennaio è dietro l’angolo: al Milan è già tempo di pensare al mercato d’inverno. In attesa di riaprire le trattative, per alcuni rossoneri sarà un autunno caldissimo. Le previsioni riguardano soprattutto Jovic, Okafor e Chukwueze: qualche raggio di sole c’è stato, ma ancora troppo poco per meritarsi un ruolo da protagonisti.

Così c’è chi ruberebbe volentieri la scena: Skov Olsen, ex esterno del Bologna ora al Bruges. Ma anche Noa Lang, che dal Bruges è andato al Psg nell’estate del 2023 e Ismaila Sarr, senegalese del Crystal Palace.

Prima le situazioni in bilico. Jovic è stato particolarmente altalenante: l’inizio ai margini, poi i gol (9 in totale) che nella scorsa stagione hanno avuto una loro utilità, Fonseca che gli affida una nuova maglia (9 anche il numero sulle spalle) e poi l’arrivo di Abraham come risorsa d’attacco alternativa. Di Jovic, da allora, poche tracce: 78’ minuti in tre partite di campionato e nessun gol.

È andata meglio a Okafor, a cui va il merito della rete del pareggio al Torino. Ma il meteo resta variabile: Noah ha segnato da subentrato ai granata, senza poi saper approfittare delle chance da titolare contro Parma e Lazio, quando Leao era stato punito con la panchina.

Da Chukwueze ancora nessun segnale: era stato il riferimento rossonero del precampionato, con prestazioni che facevano ben sperare in vista dell’inizio di stagione. Invece, è saltata la connessione: due partite da titolare e altre sei totali partendo dalla panchina senza mai riuscire a incidere. Chukwu, ex re del dribbling della Liga, non è riuscito a scartare il peso dei 28 milioni di euro, acquisto più costoso degli ultimi due anni. Il mercato potrebbe tornare d’attualità se nelle prossime settimane Samu non riuscirà a offrire il proprio contributo alla squadra: il club potrebbe guardarsi intorno e accettare anche cifre più basse.

Juve a caccia di attaccanti: Openda nel mirino. E se Maldini partisse a gennaio.

Giuntoli sarà all’Olimpico per Italia-Belgio: osservato speciale l’attaccante del Lipsia. Per la difesa il dt terrà d’occhio altri due belgi: Faes del Leicester e Debas dello Sporting Lisbona.

Il campionato è fermo ma il mercato è sempre in movimento. Così in assenza della Juventus, che tornerà in campo sabato 19 contro la Lazio all’Allianz Stadium, Cristiano Giuntoli ne approfitta per guardarsi intorno. Oggi il direttore tecnico della Signora, salvo cambi di programma,è atteso a Roma per assistere a Italia-Belgio. Un’occasione per seguire da vicino i suoi ragazzi (tra i convocati ci sono Di Gregorio, Fagioli e Cambiaso) ma anche per osservare dal vivo qualche giocatore interessante.

La priorità del club è un difensore, diventato indispensabile dopo il brutto infortunio di Gleison Bremer, che dovrà stare fermo per 6-8 mesi. Quanto all’attacco, Thiago Motta è convinto di potersela cavare con gli uomini che ha anche se la coperta è corta (Milik, unica alternativa di ruolo a Vlahovic, non è mai stato disponibile finora), questo però non impedisce a Giuntoli di cominciare a guardarsi intorno a caccia di possibili occasioni. Si deciderà a dicembre, quando si capirà se il centravanti polacco sarà finalmente utilizzabile, nel frattempo un po’ di aggiornamento professionale non fa male.

Di sicuro Giuntoli guarderà con attenzione Lois Openda, attaccante 24enne del Lipsia che la Juventus ha appena affrontato in Champions. Prima punta forte fisicamente che ama svariare su tutto il fronte dell’attacco, ha velocità e anche buona tecnica. Doti che ha messo ben in evidenza nel match della Red Bull Arena, durante il quale ha creato tantissimi pericoli e solo il palo gli ha negato il gol. Acquistato dal Lipsia nell’estate 2023, la scorsa stagione è stato titolarissimo, chiudendo con 28 gol complessivi, e adesso è già a quota 5. Costa parecchio (il club tedesco lo ha pagato 42 milioni di euro, acquisto più costoso della storia del club) ma le vie del pallone sono infinite.