Inter, il sostituto di Skriniar non va sbagliato: in corsa Djalò, Demiral, Pavard e Scalvini

Quando lo slovacco non è in campo, i nerazzurri incassano reti e ballano a destra. Un segnale preoccupante per il futuro visto che Milan a luglio si trasferirà a Parigi: ecco i candidati a prendere il suo posto

Segnali preoccupanti in casa Inter in vista del futuro: quanto è dura la vita senza Milan Skriniar. Il dato è inequivocabile: gli ultimi cinque gol subiti sono arrivati senza lo slovacco. Uno di questi è stato in parte causato dal promesso sposo del Psg: quello contro l’Empoli, con i nerazzurri in 10 dopo il rosso proprio a Skriniar. A Bologna, come contro l’Udinese, l’Inter ha “ballato” a destra senza Milan in campo. Al Dall’Ara ha preso gol perdendo palla da quella parte, con D’Ambrosio. Con o senza Skriniar cambia tutto, i nerazzurri non hanno scelta: non si può sbagliare la scelta del sostituto.

Empoli, appunto, ma anche Parma in Coppa Italia, Cremonese, Udinese e appunto Bologna. Cinque medio-piccole che hanno segnato a un’Inter orfana di Skriniar. In coppa è entrato dalla panchina, con Cremonese e Bologna era assente prima per squalifica e poi per infortunio, contro l’Udinese è stato tenuto a riposo. Con l’ex Sampdoria in campo, Inzaghi ha subito gol solamente in una partita nel 2023: a Monza. Preoccupante è la fragilità dei nerazzurri a destra quando Skriniar non gioca: Lovric ha battuto Handanovic nell’ultima a San Siro in campionato trovando una prateria da quella parte, con Darmian a stringere verso il centro. Azione fotocopia di quella che ha portato al gol annullato di Barrow in Bologna-Inter, con Ferguson inspiegabilmente lasciato libero in area di rigore e poi respinto da Darmian.

Mbappé fa sognare i rossoneri: “Io in Italia? Giocherei solo per il Milan”

Il fuoriclasse guardava le partite di Pirlo, Kakà e Seedorf. A margine della cerimonia Fifa ha svelato nuovamente il suo debole per il Diavolo

Sognare oggi non costa nulla, ma in futuro chissà. In ogni caso, Kylian Mbappé torna a confessare la sua fede rossonera, e l’ha ricordato a margine della cerimonia Fifa, dove concorreva per il titolo di miglior giocatore al mondo nel 2022, con Benzema e Messi, che poi ha vinto il premio.

Il fuoriclasse del Psg ha sempre avuto un debole per il club italiano: “Se vengo in Italia è solo per il Milan”, ha dichiarato, rispondendo a un tifoso.

Una passione, quella per il club di Ibrahimovic, che viene dall’infanzia, quando per un decennio Mbappé trascorse le giornate a casa Riccardi, a Bondy, in periferia di Parigi. La signora Béatrice gli faceva da baby-sitter, mentre il marito italiano, il signor Nicola, gli trasmetteva la fede per il Milan, facendogli vedere le partite di Kakà, Seedorf e Pirlo, insieme ai figli Antonio e Gaetano. E poi tutti a dar calci al pallone, in giardino, ma pure nel salotto di casa, dove la credenza, con gli sportelli aperti, diventava la porta dove sparare la palla, con inevitabili danni. Un periodo felice per Kylian che ogni tanto torna a salutare i Riccardi, o manda loro messaggi. Anche da San Siro, dove la Francia vinse la Nations League nel 2021. Da qui la confessione di Mbappé al tifoso che può regalare oggi un sorriso ai tifosi rossoneri. Poi magari, un giorno, chissà che il sogno non si avveri.

Allegri: “Pogba convocato per il derby. E se ci sarà bisogno andrà in campo”

L’allenatore bianconero fa il punto: “Bonucci? Sta bene, ma ha alle spalle un lungo periodo di inattività e col Torino siederà vicino a me. Dobbiamo riagguantare il Bologna”. Arriva il derby e la Juventus ritrova le sue stelle.

Anche se non tutte dal primo minuto, Massimiliano Allegri per la prima volta potrà convocare Di Maria, Vlahovic, Chiesa e Pogba tutti insieme. “Il derby è sempre una partita importante, per loro ma per noi soprattutto perché dobbiamo continuare questa scalata. Dobbiamo riagguantare il Bologna che battendo l’Inter ci ha momentaneamente superato e dobbiamo restare sui 47 punti fatti in campionato. Il cammino è lungo, il Torino squadra aggressiva e molto preparata”.

Quanto ai giocatori reduci da infortunio Allegri conferma la presenza di Chiesa e Pogba: “Federico ha fatto allenamento con la squadra, devo ancora decidere ma difficilmente potrà partire dall’inizio perché chi arriva da un lungo periodo di inattività vanno gestiti. Però ora sta bene. Pogba sta meglio, domani sarà convocato e se ci sarà bisogno lo metteremo dentro. Ovvio che non ha un minutaggio altissimo ma uno spezzone lo può giocare. Con lui parlo come con gli altri, deve capire che ha davanti un pezzo importante di stagione per rimettersi in carreggiata e che ci deve dare una mano. In questa fase stiamo recuperando quasi tutti, a parte Milik, che rientrerà dopo la sosta, e Miretti che sarà pronto per la Roma, e Kaio Jorge, oltre a Locatelli che è squalificato. Però da qui a dire che Pogba, per cui sono passati 315 giorni dall’ultima partita, possa fare il titolare nella Juve ce ne passa. Idem per Chiesa, che è stato fermo 10 mesi: ci vorrà un po’ di pazienza perché possa dare continuità”.

La Juve progetta il futuro: obiettivi Carlos Augusto e Holm. Ma il sogno resta Milinkovic

Mentre la società si muove per ingaggiare un nuovo d.s. (Massara o Rossi), vorrebbe confermare il reparto offensivo e concentrarsi sulle fasce

La panchina di Max Allegri è solida. Ancorata da un super contratto con scadenza nel 2025 e dall’investitura di John Elkann che lo ha indicato come principale riferimento dell’area sportiva della Juve. Ovvio che un allenatore nel calcio dipenda sempre dai risultati, ma ad oggi il bicchiere è mezzo pieno e la squadra – esclusa la delusione per l’eliminazione dalla Champions nella prima parte – è in corsa per tutti gli obiettivi. Il successo di Nantes ha rilanciato anche le ambizioni in Europa League: a Torino sognano trent’anni dopo di rivivere il lontano 1993, quando una squadra in piena trasformazione per un cambio generazionale riuscì a tenere il passo spedito in campo europeo verso la vittoria della Coppa Uefa.

Il futuro della Juve dipende soprattutto dalla Champions del prossimo anno. Due strade percorribili: vincere l’Europa League o recuperare i 15 punti di penalizzazione in campionato, così da riappropriarsi di quello che – per quanto conquistato sul campo finora – attualmente sarebbe il secondo posto della classifica. Senza la massima competizione europea, che garantisce un certo flusso d’introiti, il progetto sarebbe invece da rivedere con qualche possibile taglio doloroso. Ad ogni modo la struttura si prepara ad accogliere un nuovo direttore sportivo, che darà continuità al lavoro svolto sui giovani negli ultimi anni e farà in modo d’integrarsi al meglio in un team di lavoro che in buona parte dovrebbe essere confermato. Possibile ricollocazione in dirigenza per Federico Cherubini, mentre Francesco Calvo resterà a capo dell’area Sport a rimando dell’amministratore delegato Maurizio Scanavino. L’uomo mercato dovrà supportare soprattutto Max Allegri: i nomi di Frederic Massara e Giovanni Rossi restano tra i più accreditati anche per il rapporto già collaudato col tecnico bianconero.

Juve, tutto sul Friburgo: sorpresa in Bundesliga, la stella è il “nostro” Grifo

La squadra di Streich, imbattuta in Europa, nel campionato tedesco è in zona Champions. Occhio all’azzurro e al centravanti austriaco Grigoritsch

Sarà Juventus-Friburgo agli ottavi di finale di Europa League. I bianconeri partono favoriti, se non altro perché possono contare su una rosa che ha più esperienza in campo internazionale. Ma attenzione al percorso della formazione di Christian Streich, costruita attorno a una stella italiana, Vincenzo Grifo, attualmente quarta forza della Bundesliga e in piena corsa per il titolo tedesco insieme a Bayern Monaco e Borussia Dortmund che hanno solo tre punti in più. Insomma poteva andare meglio ai sorteggi, anche se la squadra di Max Allegri appare sulla carta superiore. Non ci sono precedenti tra le due squadre: la gara d’andata si giocherà all’Allianz Stadium il 9 marzo, il ritorno allo Stade Europa-Park il 16.

Il Friburgo si presenta agli ottavi dell’Europa B dopo aver vinto il girone G, lo stesso in cui il Nantes ha terminato secondo e ha avuto accesso ai playoff per accedere alla fase finale. I tedeschi hanno chiuso il girone da imbattuti, con quattro vittorie nelle prime quattro partite e due pareggi finali con Olympiacos e Qarabag che hanno già salutato la competizione. La formazione di Streich ha mostrato fin qui una buona solidità difensiva, facendo leva sulle qualità di Ginter e Lienhart: i pezzi più pregiati della rosa. Nelle sei gare del girone i tedeschi hanno subito solo tre reti come l’Arsenal (meglio di loro hanno fatto solo Union Berlino e Real Sociedad, che ne hanno subiti solo due). Tredici reti all’attivo: spicca Gregoritsch, il centravanti titolare, autore di tre marcature.

Il 57enne Christian Streich è una delle colonne storiche del Friburgo. Siede sulla panchina della prima squadra dal 2011, ma era già nello staff tecnico dal 2006 e prima ancora aveva guidato la formazione Primavera del club per diversi anni. Di fatto l’ex centrocampista ha cominciato qui la carriera da allenatore, nella stessa società in cui ha cominciato e concluso il percorso da calciatore. Anche lo staff è composto da collaboratori storici, quasi tutti di estrazione locale. C’è un italiano nell’area scouting: si tratta di Carlo Curcio, osservatore trapiantato ormai da diversi anni nel calcio tedesco.

Plusvalenze Juventus, sentito anche Mandragora: sotto la lente l’operazione con l’Udinese

La Procura di Torino ha ascoltato il centrocampista, ora alla Fiorentina, il padre e il vice presidente dei friulani Campoccia: non indagati, sono stati ascoltati come persone informate sui fatti

La Procura di Torino ha posto la lente sull’intreccio di mercato che ha coinvolto la Juventus e l’Udinese per i trasferimenti di Rolando Mandragora, nell’ambito dell’inchiesta Prisma. Ieri sono stati chiamati a dare la loro versione il centrocampista (l’estate scorsa venduto alla Fiorentina a titolo definitivo), suo padre (che all’epoca gli faceva da agente) e il vice presidente dell’Udinese Stefano Campoccia: nessuno di loro è iscritto all’elenco degli indagati, sono stati ascoltati solo come persone informate sui fatti.

L’indagine a carico della Juve e dei suoi ex dirigenti è chiusa: si tratta di contestazioni suppletive che possono svolgere i pm tra la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare, fissata per il prossimo 27 marzo. I magistrati Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello vorrebbero fare chiarezza su eventuali retroscena legati a una mail (datata 10 luglio 2020) in cui si faceva riferimento a “30 milioni più agenti” per calcolare i debiti nei confronti di altri club. Nel caso di Mandragora, l’Udinese aveva comprato il calciatore nel 2018 per 20 milioni, ma la Juve (che dal trasferimento aveva realizzato una plusvalenza di 13 milioni e 700 mila euro) aveva riservato per sé il diritto di “recompra”: in quel periodo si trattava di una promessa anche in quota nazionale. Il centrocampista rimediò un brutto infortunio il 23 giugno 2020, la Juve decide di mantenere comunque il controllo ricomprandolo (il 3 ottobre) grazie all’opzione fissata in precedenza per 10 milioni più bonus, girandolo nuovamente al club friulano in prestito.

De Laurentiis: “Napoli dirà la sua per molto tempo. I big? Non sarà difficile trattenerli”

Aurelio De Laurentiis si gode l’Europa dal suo splendido attico, dove sullo sfondo si intravede Istanbul, sede della finale. Oggi solo un sogno, domani chissà. Del resto il presidente da sempre ha avuto una visione europea e ora si spinge oltre, godendosi il suo giocattolo: “Avevo previsto una grandissima stagione, quando hai da troppo tempo gli stessi calciatori, quelli pure se sono bravissimi diventano un po’ demotivati, invece i nuovi che abbiamo individuato con una grande ricerca di scouting, si sono dimostrati subito affidabili. Il lavoro di Giuntoli e di tutto il nostro staff è stato notevole.

Abbiamo trovato Osimhen e gli abbiamo affiancato Kim, Kvaratskhelia, Anguissa , credo che questo Napoli potrà dire la sua per tanto tempo”, Aurelio De Laurentiis lo afferma ai microfoni dell’emittente messicana TNT. “Questa squadra non è del singolo, o di due-tre leader, ma è un Napoli con un gruppo solido. In fondo sono 14 anni che giochiamo in Europa, forse l’unica squadra italiana”. Togliamo pure il forse, perché dall’estate del 2008 quando affrontò l’Intertoto il Napoli è sempre presente nelle coppe europee.

De Laurentiis non teme l’assalto delle big europee ai suoi gioielli: “Quando vengono da me sono bloccati, non sarà difficile trattenerli. Io sono molto bravo a fare i contratti, però mai dire mai, perché delle volte ci sono delle offerte che sono tali da non poter fare a meno di accettarle. Secondo me li vedremo ancora brillare per molto tempo da noi”.

“Alto rischio di fuga”: Dani Alves resta in galera, respinta l’istanza di scarcerazione

Il tribunale di Barcellona ha rigettato la richiesta del calciatore, rinchiuso nel carcere di Brians 2 da un mese. Le contraddizioni in sede di interrogatorio: quattro versioni diverse dei fatti

Dani Alves resta in carcere. Questo ha deciso la terza sezione del Tribunale di Barcellona respingendo l’istanza di scarcerazione interposta dalla difesa del calciatore brasiliano a causa dell’ “alto rischio di fuga legato alla pesante pena che potrebbe essergli inflitta in questo caso”. Dani Alves è attualmente nel penitenziario catalano di Brians 2, ed è entrato in carcere il 20 gennaio scorso, oltre un mese fa. È accusato di violenza sessuale da una donna di 23 anni, che ha sporto denuncia contro il nazionale del Brasile la notte tra il 30 e il 31 dicembre scorso, dopo un incontro con Dani Alves nella discoteca Sutton di Barcellona.

Il rifiuto alla libertà provvisoria arriva tre giorni dopo l’incontro tra le parti di fronte al giudice, con relativa esposizione da parte della difesa delle proprie tesi. L’avvocato Cristobal Martell punta tutto sul consenso della denunciante all’atto sessuale con il suo assistito, con la donna che invece nega decisamente la cosa. La posizione di Dani Alves resta alquanto critica, perché il giocatore in sede di deposizione si è contraddetto più volte rilasciando fino a quattro diverse versioni dei fatti. Prima ha detto di non aver mai visto la vittima, poi di averla incontrata brevemente, quindi, di fronte all’evidenza raccolta dalle telecamere a circuito chiuso della discoteca, ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con lei, ma in forma consenziente. Sempre le telecamere però hanno ripreso Dani Alves mentre usciva dal locale passando accanto alla vittima in lacrime, e ignorandola.

L’avvocato Martell sperava di poter far uscire il suo assistito di prigione pagando una cauzione e lasciandolo a disposizione degli inquirenti, col ritiro del passaporto e l’imposizione di un braccialetto elettrico per controllarne i movimenti. Il giudice ha rifiutato la richiesta di appello, pertanto Dani Alves continuerà a Brians 2 fino al termine del procedimento.

Sprint, affondi e dribbling: Milan, finalmente è tornato il vero Theo

Il terzino di nuovo protagonista dopo un periodo buio. A Monza ha sfiorato il gol con una progressione delle sue, mentre con il Torino ha sfornato un assist a Giroud

Theo Hernandez ha diradato i nuvoloni con uno scatto di 50 metri. Il manifesto di una ripresa netta? Minuto 56 di Monza-Milan: il francese avvia l’azione con un colpo di testa, si fa quasi tutto il campo e poi raccoglie l’assist di Leao. Lo scavetto è impreciso, da mezzo voto in meno, ma la corsa c’è. La progressione è la solita. E Pioli se la ride beato.

Il recupero di Theo è una buona notizia per il Milan. Il francese, reduce da un periodo ombroso, è tornato a correre come un Frecciarossa. Contro il Monza ha avviato un paio di azioni, ha sfiorato il raddoppio e ha contribuito a mettere in porta lo sfortunato De Ketelaere. Il belga ha calciato addosso al difensore, ma l’azione precedente è tutta “made in Theo”, il risolutore di Pioli, l’uomo da testa bassa e palla in avanti, soprattutto per vie centrali. Quest’anno ha segnato due gol e sfornato tre assist, ma resta il difensore che ha calciato di più in porta: 37 tiri. Ci prova spesso. Ha dribblato meno del solito – 13 uno contro uno riusciti contro i 29 di Parisi, ad esempio – ma ha sfornato 30 passaggi chiave. L’anno scorso ha chiuso la stagione con il 65% di dribbling riusciti.

Theo resta la prima pietra del “Theao”, l’asse consolidato con Rafael che sta dando i suoi frutti anche come esterno a tutta fascia. Un esperimento già provato da Deschamps ai tempi delle prime convocazioni con i Bleus. Esempi. Settembre 2021, debutto con la Finlandia, ala in un centrocampo a 4. Ottobre 2021, semifinale e finale di Nations League contro Spagna e Belgio, di nuovo a tutta fascia con gol e assist in entrambe le partite. Contro il Kazakistan invece, novembre 2021, un altro paio di passaggi vincenti in un 8-0 da goleada. Anche lì da ala offensiva. Nell’ultimo Mondiale ha giocato terzino, e ormai si conosce, ma Theo ha dimostrato di saper giocare in entrambi i moduli.

L’Atalanta crolla in casa, per il Lecce sono tre punti d’oro

A Bergamo finisce 2-1 grazie ai col di Ceesay e Blin, la Dea cerca la reazione ma manca di concretezza. All’87’ segna Hojlund ma Falcone su Muriel nega ai nerazzurri la rimonta

I sogni dell’Atalanta e di Gian Piero Gasperini si infrangono sul muro del Lecce eretto da Marco Baroni che diventa la bestia nera dei nerazzurri avendo vinto anche all’andata con lo stesso punteggio. Il Lecce vince al Gewiss (1-2) con gol di Ceesay e Blin e solo un colossale errore del portiere Falcone che sbaglia un rinvio con Hojlund in agguato gli complica il finale. Ma l’Atalanta che nell’assalto spesso riesce ad essere speciale stavolta non compie neppure la rimonta.

Il match all’ora di pranzo crea comunque una cornice stupenda sul Gewiss Stadium. Gli atalantini sono carichi per la squadra che è lassù, i salentini sparsi per il nord Italia una marea e qui hanno occupato tutti i 1600 posti a disposizione. Il presidente Saverio Sticchi Damiani va a salutarli applaudendoli. In tribuna c’è il tecnico dell’Under 21 Paolo Nicolato che osserva proprio i giovani leccesi. Prima del via c’è il tributo al tecnico di casa Gian Piero Gasperini per le 250 partite in serie A con l’Atalanta. Con Antonio Percassi che gli consegna una maglia speciale incorniciata.Davanti rilancia il gambiano Ceesay che non era titolare dalla gara interna con la Juventus del 29 ottobre. Torna anche Maleh dopo la distorsione alla caviglia. Non giocava dal 27 gennaio quando si infortunò,ma viene preferito ad Askildsen. Di Francesco e Banda alimentano il tridente con Strefezza che ha avuto un po’ di influenza in settimana e parte dalla panchina.