Spogliatoio spaccato, Bierhoff e Flick imputati

Rabbia, delusione, incredulità. Così si risveglia la Germania dopo l’eliminazione, la seconda di fila, nella fase a gironi dei Mondiali. Era successo nel 2018, è capitato ancora nel 2022. Il tutto dopo aver vinto il torneo nel 2014. Una storia che ricorda molto da vicino quella dell’Italia, campione nel 2006, poi eliminata al primo turno sia nel 2010 che nel 2014.

Eppure in Germania non c’è tanto preoccupazione per il futuro, più che altro c’è incomprensione del presente. Perché quei giocatori che con il Bayern Monaco in Champions League fanno bene, in nazionale faticano. Neuer, Kimmich, Goretzka, Müller, Sané, Gnabry, Musiala. La Bild è durissima: “La data 1 dicembre 2022 è quella che rappresenta la fine di una grande nazione calcistica. Quattro volte campioni del mondo, tre volte campioni d’Europa. Ma tutto questo non c’è più. E ne sono responsabili federazione, tecnico e giocatori. Bierhoff ha fallito il compito di riportare la Germania ai vertici. Fra Mondiali ed Europei è il terzo torneo di fila che falliamo miseramente”. Anche Müller ha precisato che “solo teoricamente avevamo la qualificazione in mano, perché se avessimo vinto 8-0 saremmo passati al 100%, ma anche quando si è in forma vincere con quello scarto non è semplice. C’era quindi la sensazione che il passaggio del turno dipendesse da noi, in realtà la partita fra Spagna e Giappone era decisiva in caso di vittoria degli asiatici”. Rüdiger ha provato a spostare l’attenzione dalla partita della Spagna: “Dobbiamo pensare a noi, pesa la sconfitta col Giappone. Anche in una partita da dentro o fuori come con la Costa Rica abbiamo incassato due gol. Difensivamente non abbiamo fatto bene, non funzioniamo. Avere talento non basta, spero che ora sia chiaro. Bisogna essere sporchi, avere fame”. Anche Kimmich fa autocritica: “Non si può sempre parlare di sfortuna, negli ultimi anni abbiamo sprecato tante occasioni. E secondo me oggi avremmo potuto vincere 8-0”.

Le stelle restano in Qatar

Dopo Neymar, Mbappé, Kane e CR7, avanti anche Messi e Lewa. A rischiare, invece, i big di Belgio e Croazia: De Bruyne/Lukaku e Modric /Brozovic, una di queste coppie potrebbe non approdare agli ottavi.

Le stelle non staranno a guardare. Almeno negli ottavi. Se i vari Haaland, Salah, Osihmen, Skriniar, Alaba, Donnarumma, Verratti e Calhanoglu non hanno conquistato il pass d’accesso a Qatar 2022, i grandi giocatori che con le loro nazionali si sono presentati ai nastri di partenza del Mondiale non hanno “steccato” e proseguiranno la loro corsa. Almeno fino alla prima tappa della fase ad eliminazione. Neymar (pur giocando solo la prima gara), Mbappé, Kane e Cristiano Ronaldo, avevano di fatto risolto la pratica dopo le prime due giornate, mentre hanno dovuto attendere il terzo match del loro gruppo Messi e Lewandowski. Il rischio di perdere il polacco, complice l’atteggiamento rinunciatario della sua formazione ieri contro l’Argentina, è stato concreto, ma alla fine il bomber del Barcellona proseguirà il suo cammino e sfiderà Mbappé e compagni negli ottavi. Dove tutti gli appassionati sperano di vedere Neymar che sta provando a recuperare dopo l’infortunio subito contro la Serbia.

Lo spettacolo che solo i big assicurano, dunque, è garantito almeno fino agli ottavi dove inevitabilmente qualcuno dovrà interrompere la corsa. Messi, vincendo il suo girone, ha schivato il faccia a faccia agli ottavi contro la Francia. Non poco. Sarebbe stata una finale anticipata che preferiamo vedere più avanti. In compenso però oggi qualcuno rischia di andare a casa in anticipo: nel girone F ci sarà il faccia a faccia tra Croazia e Belgio e difficilmente potranno andare avanti entrambe visto che il Marocco, in classifica a pari dei croati e a +1 sui belgi, sfida il Canada ultimo con 0 punti. Tradotto Modric e Brozovic oppure Lukaku e De Bruyne vedranno concludersi il loro Mondiale. E domani invece tocca a Spagna e Germania: a Luis Enrique basta un punto contro il Giappone per continuare a mostrare al mondo intero i baby prodigi Gavi e Pedri, mentre la Germania deve battere la Costa Rica e… sperare.

Cristiano Ronaldo, l’Al-Nassr offre 200 milioni all’anno: le news di calciomercato

Il club dell’Arabia Saudita si fa avanti concretamente per il portoghese, offrendo due anni e mezzo di contratto a 200 milioni di euro a stagione. Ronaldo ci pensa, anche se al momento è l’unica offerta concreta arrivata. Ma potrebbe esserci un problema

Dal Qatar all’Arabia Saudita, il futuro di Cristiano Ronaldo potrebbe non essere molto lontano. Sia fisicamente, sia temporalmente. A tentare il portoghese starebbe con un’offerta faraonica sarebbe infatti l’Al Nassr, squadra di Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, allenata dall’ex romanista Rudi Garcia e tra le cui file milita anche Ospina, l’ex portiere del Napoli. 200 milioni di euro a stagione (gran parte dei quali rappresentati dagli introiti commerciali) per due anni e mezzo, le carte messe sul tavolo dagli arabi per provare a convincere CR7 che, dopo la risoluzione del proprio contratto con lo United poco prima del Mondiale, è in cerca di una nuova, ma non facile, sistemazione. 

Ronaldo all’All-Nassr, ancora nessuna decisione.L’offerta, dunque, c’è. Ma la risposta ancora decisamente no, contrariamente a quanto sta circolando in questa ore soprattutto dalla Spagna. Ronaldo certamente valuterà la proposta, ma si prenderà il tempo per decidere e valutare soprattutto i delicati aspetti legati ai diritti di immagine. In ogni caso, al momento quella dell’Al Nassr è l’unica offerta pervenuta al portoghese dopo la decisione di separarsi dallo United, e la strada di un campionato meno competitivo rispetto ai principali europei ma molto allettante economicamente sembra quella più probabile a questo punto per il suo futuro. Un’altra ipotesi, già paventata, è quella della Mls, ma anche su quel fronte, per il momento, tante parole ma nessuna offerta concreta. Per questo alla fine l’Al-Nassr e l’Arabia Saudita potrebbero sul serio rappresentare il prossimo step della sua infinita carriera, sempre a caccia di numeri da record. Ma prima c’è un altro sogno da realizzare: vincere l’unica cosa che gli manca, il Mondiale col suo Portogallo.

Mondiali 2022, Brasile-Svizzera 1-0: Casemiro porta la Seleçao agli ottavi

Mondiali avranno il Brasile agli ottavi di finale dopo l’1-0 alla Svizzera nella seconda giornata del gruppo G. La Seleçao dopo il successo all’esordio contro la Serbia, si è ripetuta anche contro la Svizzera avendo la meglio in un match complicato grazie a una perla di Casemiro nel finale. All’83’ un destro di prima – deviato da Akanji – ha rotto la resistenza degli elvetici guidati da Yakin, scesi in campo puntando al pareggio e mai pericolosi. I rossocrociati restano a quota tre punti e si giocheranno il passaggio del turno con la Serbia.

Senza Neymar infortunato, il Brasile si è affidato a Raphinha e Vinicius in attacco ma senza riuscire a trovare per un’ora abbondante quella capacità di scassinare la difesa avversaria anche partendo da fermo.

Nella ripresa Tite si è ripresentato togliendo Paquetà e inserendo Rodrygo sulla trequarti passando al 4-2-3-1, ma il copione è cambiato di poco. La Svizzera ha messo il naso fuori dalla propria metà campo solo al 53′ con un cambio di gioco sulla destra per Widmer che in area non ha saputo trovare una deviazione vincente di un compagno, poi la contesa è tornata a disputarsi davanti all’area di rigore rossocrociata. Al 64′ un fuorigioco di Richarlison ha negato la gioia del gol a Vinicius, annullato, ma con i cambi e tanta pazienza – contro una Svizzera comunque sempre ordinata e poche volte in difficoltà – il Brasile ha trovato la chiave per vincere la partita.

All’83’ una combinazione in velocità sulla sinistra di Vinicius e Rodrygo ha pescato Casemiro defilato in area di rigore; il (teoricamente) mediano non ci ha pensato due volte ad esplodere un destro di prima intenzione sul secondo palo che, con una deviazione di Akanji, si è infilato all’incrocio dei pali. Il bacio di Tite al vice dopo l’1-0 è un’immagine che racconta l’importanza di un successo che nel finale avrebbe potuto raggiungere dimensioni più larghe.

Mondiale, espulsioni in calo: ecco i numeri. E il Brasile è in rivolta per il caso Neymar

Germania 2006 fece registrare il record assoluto di rossi (28), da lì in poi la tendenza è al ribasso: 17 in Sudafrica, 10 in Brasile, 4 in Russia e finora soltanto uno in Qatar.

Un’unica espulsione in 28 partite, a Qatar 2022 è sparito il cartellino rosso. I “difendenti”, come si chiamano da regolamento, sono più buoni e tutti protestano con educazione? Non ci pare. Sta di fatto che in questo Mondiale fino a ieri sera il solo a essere cacciato è stato il portiere del Galles, Hennessey, nella partita contro l’Iran, per un’uscita folle a gamba alta su Taremi. In prima battuta l’arbitro guatemalteco Escobar Toca aveva estratto il giallo. Spedito al monitor, successivamente ha tirato fuori il rosso.

C’è stata però una partita, Brasile-Serbia, in cui un giocatore, Neymar, è stato bersagliato di falli. Ne ha subiti 9 ed è diventato il primatista della speciale classifica. Toccato duro, è uscito per un serio infortunio alla caviglia destra. Ieri il commissario tecnico del Brasile, Tite, ha presentato il conto alla Fifa.

Senza risalire alle guerre puniche: Italia ’90: 16 espulsioni. Usa ’94: 15; Francia ’98: 22; Corea-Giappone 2002: 17; Germania 2006: 28 (primato assoluto di sempre); Sudafrica 2010: 17; Brasile 2014: 10; Russia 2018: 4; Qatar 2022, in corso: 1. C’è stata una fase giacobina, culminata nel Mondiale tedesco, in cui la gente veniva cacciata al minimo dubbio. A Germania 2006 appartiene il record della partita con il maggior numero di espulsi nei Mondiali, Portogallo-Olanda (1-0) negli ottavi: Costinha e Deco tra i portoghesi, Boulahrouz e Van Bronckhorst tra gli olandesi. A Russia 2018, il primo Mondiale con la Var, c’è stato il crollo, confermato dalla tendenza di Qatar 2022.

Neymar esulta: le terapie alla caviglia funzionano e il recupero-lampo è possibile

Su Instagram il fuoriclasse brasiliano ha postato una foto dell’articolazione già sgonfia con la scritta “Andiamoooo!!!”. Spera di tornare presto in campo, al massimo per gli ottavi

Buone notizie per Neymar. La caviglia destra del fuoriclasse brasiliano sta meglio e lui stesso lo ha certificato con una story su Instagram nella quale ha mostrato che il vistoso rigonfiamento provocato giovedì dall’entrata di Milinkovic contro la Serbia è sparito. Il numero 10 verdeoro ha accompagnato la storia con la scritta “Boraaaaa!!!” ovvero “Andiamoooo!!”.

Si tratta di un segnale chiaro: vuole essere ancora protagonista a Qatar 2022 e magari proverà a esserci per l’ultima partita del girone, quella di venerdì contro il Camerun. Anche solo per la panchina e per essere utilizzato unicamente se la qualificazione agli ottavi fosse in bilico. Di certo, dopo 48 ore nelle quali il pessimismo riguardo al proseguimento del suo Mondiale era il sentimento più diffuso, da ora in poi ci sarà più fiducia. Il messaggio di O’ Ney forse non è stato casuale perché lunedì c’è l’importante partita contro la Svizzera e, anche se lui non potrà esserci, ha voluto far capire che non starà fuori a lungo.

Qualcosa si era già capito ieri quando su Instagram il fuoriclasse del Psg, in un lungo posto, si era fatto sfuggire una frase eloquente: “Sono sicuro che avrò la possibilità di tornare per fare del mio meglio, aiutare il mio Paese e i miei compagni”. Oggi ha confermato questa sua sensazione con i progressi dopo due giorni di cure. Al Brasile il compito di centrare la qualificazione agli ottavi senza la sua stella. A quel punto O’ Ney vuole fare il resto per realizzare il sogno di un Paese che aspetta la Coppa del Mondo del 2002.

Argentina, la notte della verità: per Messi è dentro o fuori

Ègià dentro o fuori per l’Argentina ai Mondiali. Alle 20, al Lusail Stadium, Messi e compagni si giocano tutto contro il Messico dopo il ko all’esordio contro l’Arabia Saudita. La formazione di Scaloni ha solo un risultato utile: la vittoria. Battere i messicani e poi giocarsi gli ottavi contro la Polonia, questa la missione dell’Albiceleste che è chiamata al riscatto.

Tra le favorite d’obbligo di questo Mondiale ‘invernale’ in Qatar, l’Albiceleste è stata colta di sorpresa dai sauditi e ora non può più permettersi passi falsi se vuole continuare a inseguire il sogno della Coppa del Mondo, l’unico trofeo che ancora manca nell’incredibile bacheca della Pulce.

Voltare pagina in fretta è il leit motiv degli argentini, ed è il pensiero di Lautaro Martinez. La sconfitta contro l’ Arabia Saudita ha lasciato i giocatori dell’Albiceleste “tristi e feriti”, ma ora la squadra deve voltare pagina in fretta, visto che “ai Mondiali non c’è tempo”. “In questi giorni abbiamo visto tanto materiale sul Messico – ha aggiunto l’attaccante dell’Inter nella conferenza stampa della vigilia – Se riusciamo a difenderci bene e contro, possiamo fargli male”. “Eravamo entusiasti di iniziare la Coppa del Mondo e farlo con una vittoria sarebbe stato perfetto – le sue parole – Penso che abbiamo perso a causa di alcuni dettagli e dei nostri errori. Ora che la sconfitta è alle nostre spalle, penseremo a cosa abbiamo davanti a noi, che è il Messico e credo che siamo preparati ad affrontare la partita che sta per arrivare. Ai Mondiali non c’è tempo, dovremo reagire subito”. “Non c’è pressione, perché abbiamo fiducia nel nostro lavoro, in quello che stiamo facendo, nello staff tecnico e in ognuno di noi – aggiunge Lautaro Martinez – Siamo sereni. Abbiamo fatto tesoro di quello che è accaduto e stiamo già pensando al Messico. Siamo sereni e fiduciosi di scendere in campo per rappresentare l’Argentina come si deve”.

Hazard: “La protesta della Germania? Meglio se pensavano a vincere”

La protesta della Germania contro il divieto di indossare la fascia arcobaleno continua a far discutere. L’ultimo a intervenire sulla questione è stato Eden Hazard, capitano del Belgio, che ha espresso la propria opinione in maniera piuttosto netta: “Non mi sento a mio agio a parlarne, perché sono qui per giocare a calcio – le parole dell’attaccante del Real Madrid raccolte da RMC Sport -. Il gesto della Germania? Simbolico sì, ma dopo hanno perso la partita. Avrebbero fatto meglio a non farlo e a vincere piuttosto. Siamo qui per giocare a calcio, non per lanciare un messaggio politico”.

Parole, anche queste, destinate inevitabilmente a suscitare polemica. Quella belga era stata una delle sette federazioni che, in un comunicato congiunto del 21 novembre, aveva annunciato che avrebbe rinunciato a far indossare al proprio capitano la fascia “One Love” con i colori dell’arcobaleno, in sostegno ai diritti LGBTQ+, dopo che la Fifa aveva minacciato sanzioni disciplinari.

Il presidente della Federcalcio tedesca aveva parlato di “chiare minacce” e di “censura”. Poi, subito prima della sconfitta col Giappone, la protesta dei giocatori di Flick: quella mano davanti alla bocca che ha fatto il giro del mondo e non smette di far parlare.

Dopo essere stata, insieme alla Germania, la nazionale leader delle proteste contro i diritti umani negati in Qatar, e aver minacciato di lasciare la Fifa dopo le polemiche sulla fasce da capitano con la scritta ‘One Love’ la federcalcio della Danimarca ha deciso di cambiare strategia e di non affrontare più l’argomento. “Siamo qui per parlare di calcio e della partita di sabato (a Doha contro la Francia, ndr). Sugli altri argomenti ci siamo già espressi ieri”, ha dichiarato il responsabile della comunicazione della federazione, Jakob Hoyer.

Neuer senza la fascia arcobaleno. Ma la Germania protesta: giocatori con le mani sulla bocca

Niente fascia arcobaleno per il capitano tedesco, ma un gesto forte insieme ai compagni. Il presidente della Federcalcio tedesca: “Incontreremo anche le altre nazioni, non finisce qui”

Alla fine Martin Neuer, il capitano della Germania, non ha indossato la fascia arcobaleno per i diritti Lgbtq+, ma quella ufficiale della Fifa “no discrimination”. E per protestare contro il divieto dell’organo di governo del calcio mondiale, è arrivato il gesto forte dei giocatori tedeschi, che nella foto di rito hanno posato con la mano a coprire la bocca.

Un messaggio chiaro: ci hanno tolto la parola, non ci hanno consentito di esprimere la nostra opinione. Neuer è stato comunque “oscurato” dalla regia internazionale: solo un fermo immagine sul sorteggio prima della partita, inquadrature da lontano del portiere della Germania.

Qualche minuto dopo l’inizio della partita è arrivato il comunicato della federazione su Twitter: “Volevamo usare la fascia del nostro capitano per prendere posizione sui valori che abbiamo nella nazionale tedesca: diversità e rispetto reciproco. Insieme ad altre nazioni, volevamo che la nostra voce fosse ascoltata. Volevamo usare la fascia del nostro capitano per prendere posizione sui valori che abbiamo nella nazionale tedesca: diversità e rispetto reciproco. Insieme ad altre nazioni, volevamo che la nostra voce fosse ascoltata. Non si trattava di fare una dichiarazione politica: i diritti umani non sono negoziabili. Dovrebbe essere dato per scontato, ma non è ancora così. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Negarci la fascia da braccio è come spegnere la nostra voce. Sosteniamo la nostra posizione”.

Poco prima del debutto della Germania al Mondiale nella sfida contro il Giappone, anche il presidente della Federcalcio tedesca, Bernd Neuendorf aveva criticato duramente la Fifa per aver bandito la fascia da braccio “One Love”. “La Fifa lavora con intimidazioni e pressioni”, ha dichiarato Neuendorf sulla tv Ard: “Siamo contrari alla decisione della Fifa di non consentire l’utilizzo della fascia arcobaleno. Vogliamo vedere come possiamo avviare ulteriori misure. Domani avremo un incontro con le 7 nazioni coinvolte nel progetto”.

Crollo Argentina, l’Arabia Saudita rimonta e batte Messi all’esordio

In avvio di ripresa Al Shehri e Al Dawsari rispondono al rigore del 10 e si portano a casa i primi tre punti del Mondiale.

Sembrava l’inizio del sogno, era solo l’anticamera di un incubo. Argentina in vantaggio dopo 10′ con un rigore di Leo Messi, l’eroe più atteso, osannato dalla folla enorme che ha colorato di bianco e celeste il bellissimo Lusail Stadium (80 mila spettatori). Dieci minuti per stappare il suo quinto Mondiale, quello della programmata redenzione dopo tante amarezze.

Strada apparentemente in discesa verso il 37esimo risultato utile consecutivo, quello che avrebbe portato l’Argentina al record del mondo, accanto all’Italia di Mancini. Invece la partita si complica, la Scaloneta gioca male, tradita da troppe stelle e dalla tensione del debutto.

Il c.t. Scaloni ci ha messo del suo con un azzardo a sorpresa andato male (Papu Gomez). A inizio ripresa, l’Arabia Saudita piazza un uno-duo terrificante: pareggia Saleh Al-Shehri con un diagonale stampato sul muso di Romero, segna il gol della gloria Salem Al-Dawsari con una meravigliosa parabola all’incrocio. Saleh, Salem e tanti saluti. L’Argentina annaspa come chi sta per annegare e non riesce più a portare a riva il risultato. Dawsari un suo posticino nella storia se lo era già ritagliato nel lontano 1994 quando, con un gol al 95’ contro l’Egitto, aveva regalato all’Arabia Saudita la prima storica vittoria in un Mondiale. Ora dalla storia, il talentuoso Salem non esce più.