Dumfries ci ripensa: ripresa la trattativa per il rinnovo. Ora l’olandese può restare all’Inter

Dopo la “rottura” dello scorso autunno, le parti si sono viste e l’esterno ha aperto al prolungamento oltre il 2025 mitigando le sue pretese economiche

Denzel Dumfries apre al rinnovo con l’Inter. Dopo che lo scorso autunno l’olandese aveva rifiutato la possibilità di firmare il prolungamento oltre il 2025, vanificando la possibilità del club di usufruire dei vantaggi del Decreto Crescita, adesso la trattativa è di nuovo nel vivo e c’è già stato più di un contatto tra l’entourage del calciatore e la dirigenza di viale della Liberazione.

Denzel ha capito che non è facile trovare un’altra squadra che gli garantisca di competere ad alti livelli come l’Inter, di guadagnare uno stipendio importante e di vivere in una città che gli piace come Milano. Ecco perché ha rivisto la sua posizione e il club della famiglia Zhang è stato felice di sedersi di nuovo al tavolo per trattare. Perché la duplice prospettiva di doverlo cedere per forza la prossima estate e di cercare un altro “quinto” a destra del suo livello, non avrebbe reso la vita facile a Marotta, Ausilio e Baccin.  

L’Inter lo scorso autunno aveva proposto a Dumfries un ingaggio sul modello di quello, per esempio, di Dimarco ovvero 4 milioni (netti) a salire più bonus. L’ex Psv pensava di meritare molto di più e aveva chiesto 1,5 milioni in più, rendendo di fatto inutile qualsiasi tentativo di mediazione. Da allora Denzel si è infortunato, ha faticato a ritrovare la condizione e ha perso il posto da titolare a vantaggio di Darmian. In più il Decreto Crescita, che dava vantaggi fiscali alla società, è sparito. Il divorzio sembrava inevitabile e invece la trattativa è ripresa e adesso c’è fiducia di poter arrivare a un prolungamento prima del finale della stagione. Alle cifre proposte dal club ovvero 4 milioni netti più bonus a stagione.

Juve-Milan, l’altra sfida. Ma quanto vale il 2° posto? Meno di prima. Colpa del market pool…

Il piazzamento in classifica incide sulla ripartizione dei diritti tv della Serie A ma non più sui premi Uefa. E poi c’è la Supercoppa. Ecco tutte le cifre

Ora che l’Inter ha messo le mani sullo scudetto, i riflettori si spostano sui traguardi intermedi. È come quando, in Formula 1, un pilota va in fuga e le telecamere indugiano su un duello delle retrovie.

Qui, però, parliamo di soldi: gloria a parte, quanto vale il secondo posto in campionato, al momento conteso da Juve e Milan? Ed è davvero così rilevante? Rispondiamo subito alla seconda domanda: un po’ meno del passato. Ma andiamo con ordine. 

Dal punto di vista dei ricavi di un club, il piazzamento finale nella classifica della Serie A incide sulla ripartizione dei proventi audiovisivi gestiti dalla Lega. La torta viene distribuita ogni anno così: 50% in parti uguali, 20% in base al radicamento sociale (12% biglietti/abbonamenti, 8% audience) e 30% in base ai risultati sportivi (5% storici, 10% ultimi 5 campionati, 12% classifica ultimo campionato, 3% punti ultimo campionato). Quindi la graduatoria attuale vale il 12%, cioè 128,7 milioni dei 1073 complessivi da suddividere tra le 20 squadre nel 2023-24. Alla prima classificata spetteranno 20 milioni, alla seconda 16,8, alla terza 14,4, alla quarta 12 e così via, fino ai 400mila euro per l’ultima. 

Fino a quest’anno il posto in classifica in Serie A ha determinato anche la metà del market pool che compone il bottino della Champions. Il market pool è la quota dei premi Uefa distribuita proporzionalmente al mercato televisivo di ciascun Paese: metà in base al numero di partite giocate nella coppa, metà in base alla classifica dell’ultimo campionato domestico (40% al campione, 30% al secondo, 20% al terzo, 10% al quarto).

Dopo il nostro sondaggio, l’11 ideale di Inter-Juve è un plebiscito: 10 nerazzurri e un bianconero

Sono dieci i giocatori di Simone Inzaghi preferiti a quelli di Allegri secondo i voti raccolti sul nostro sito. In porta il ruolo più combattuto con Sommer davanti a Szczesny con il 50.9%

Più che un sondaggio, un plebiscito. Vi abbiamo chiesto di votare l’undici ideale scegliendo tra i giocatori di Inter e Juventus. Le scelte dei lettori sono state chiare: dieci undicesimi della formazione tipo sono nerazzurri. Vediamo come è andata, ruolo per ruolo.

Nel ruolo di portiere la differenza è minima: Sommer vince con il 50.9% davanti al 49.1% di Szczesny. Senza storia la scelta per il difensore destra con Pavard (78.8%) che domina Gatti (21.2%). Come centrale Bremer (63%) precede Acerbi (37%). A sinistra non c’è  storia: Bastoni (64.7%) viene nettamente preferito a Danilo (35.3%). A centrocampo più accesa la lotta a destra con Darmian (54.3%) che precede di poco Cambiaso (45.7%). La mezzala destra vede il maggior squilibrio, con Barella (90.3%) che straccia McKennie (9.7%). Idem per il regista con Calhanoglu (88.8%) nettamente davanti a Locatelli (11.2%). Più equilibrate le scelte per la mezzala sinistra con Mkhitaryan (53.8%) leggermente davanti a Rabiot (46.2%). L’esterno sinistro offensivo è nettamente appannaggio di Dimarco (86.7%) su Kostic (13.3%). Thuram con il 71.2% come seconda punta straccia Yildiz (28.8%). Idem per il bomber, con Lautaro (76.8%)  che non trova in Vlahovic (23.2%) un rivale in grado di impensierirlo. Queste le scelte dei lettori. Stasera sarà poi il campo a dire chi saranno i migliori.

L’Inter chiude il mercato di gennaio con Buchanan più… Taremi e Zielinski

Così come per il Porto per l’iraniano, i nerazzurri hanno informato il Napoli della trattativa in corso per il polacco

L’Inter ha chiuso il mercato di gennaio così come l’aveva aperto, vale a dire con Buchanan. Questo si erano prefissati i dirigenti nerazzurri, sostituire Cuadrado, e questo è stato fatto. E’ uscito Agoumé, è saltato invece il trasferimento in Inghilterra di Sensi, niente Leicester per il centrocampista nerazzurro che resta così a Milano sino alla scadenza di contratto a giugno: avrà modo di rendersi utile nelle rotazioni inzaghiane, se il fisico lo sorregge ha di certo la qualità per dare il suo contributo.

Ma la finestra di mercato invernale è stata per i nerazzurri anche l’occasione per portarsi avanti e definire già due acquisti che diventeranno ufficiali l’estate prossima: Taremi e Zielinski. Così come fatto con il Porto la settimana scorsa per l’attaccante iraniano, l’Inter ha infatti comunicato anche al Napoli della trattativa in corso con il centrocampista polacco in scadenza di contratto con i partenopei. Un atto formale che precede le visite mediche e la firma vera e propria.

ZIelinski firmerà nelle prossime settimane un quadriennale (possibile un 3+1, accordo fino al 2027 con opzione per il 2028), con un ingaggio di 4,5 milioni di euro netti più bonus. La ratifica dell’accordo tra l’Inter e il polacco arriverà nel corso del mese di febbraio, con tutta probabilità dopo l’impegno di Champions contro l’Atletico Madrid. Una Champions che, come scrive invece oggi la Gazzetta, potrebbe non vedere protagonista Zielinski, destinato a aessere escluso dalla lista europea del Napoli

Taremi-Inter, ci siamo: arriva la comunicazione dei nerazzurri al Porto

Le norme prevedono che il club interessato avverta la società del giocatore in scadenza prima di iniziare la negoziazione con lui. In realtà precede lo svolgimento delle visite mediche: la mail parte quando l’accordo è già stato chiuso.

Il Porto ha ricevuto dall’Inter la comunicazione ufficiale che il club nerazzurro sta “trattando” Mehdi Taremi. E’ un atto formale: la società che sta per mettere sotto contratto un calciatore svincolato dal 30 giugno successivo lo fa quando praticamente è tutto a posto e mancano le visite mediche per arrivare alla firma sul contratto.

Tra l’Inter e Taremi in effetti è tutto “apparecchiato”, a parte… l’autografo sul triennale. L’Inter e i rappresentanti del bomber si risentiranno dopo la fine dell’avventura in Coppa d’Asia di Mehdi (mercoledì giocherà gli ottavi contro la Siria), ma non ci saranno sorprese. Non a questo punto. Non dopo la comunicazione al Porto.

Non c’è neppure fretta di far sostenere le visite mediche al giocatore anche perché il 21 febbraio ci sarà l’andata degli ottavi di Champions tra il Porto e l’Arsenal. Anche per una forma di rispetto nei confronti dei portoghesi, non va escluso che i test vengano effettuati durante la pausa delle nazionali di marzo e che solo in quel momento siano sistemati gli ultimi “dettagli” con tanto di autografo sul contratto.

Diversa la situazione del polacco. La scorsa settimana De Laurentiis ha praticamente annunciato il suo trasferimento all’Inter, ma con Zielinski i tempi delle visite e della formalizzazione dell’accordo saranno più lunghi. Perché il ragazzo deve finire la stagione a Napoli e non c’è nessuna volontà di creare tensioni con la piazza azzurra. Né da parte dell’entourage del calciatore né da parte del club nerazzurro. Il finale della storia, però, sarà lo stesso di Taremi.

Allegri: “Noi siamo Sinner, l’Inter Djokovic. Ma per lo scudetto è lunga… E c’è anche il Milan”

Il tecnico bianconero: “Chiesa fuori, Danilo vediamo. Senza Rabiot credo che giocherà Miretti. Ho qualche dubbio sugli esterni e in difesa. Djaló? Lo inseriremo piano piano”

Dopo il sorpasso, l’allungo. Con la vittoria di Lecce la Juventus ha superato l’Inter, anche se solo virtualmente, e battendo l’Empoli ha la possibilità di allungare a +4 e di arrivare in vantaggio allo scontro diretto del 4 febbraio indipendentemente dal risultato dei nerazzurri. Massimiliano Allegri preferisce non perdersi dietro ai numeri ma rimanere sul pratico: “Abbiamo passato una settimana serena, non ci siamo neanche accorti di essere in testa. Il calcio è bastardo, un giorno sei forte il giorno dopo no. La squadra sta bene e tutti conosciamo l’importanza di questa partita. Più quattro e meno quattro non m’interessa, pensiamo solo all’Empoli. Quando ho parlato di traguardo impossibile non mi riferivo allo scudetto, ma a una condizione psicologica che va creata e mantenuta nella testa. Dobbiamo avere la convinzione di poter fare grandi cose, se ti metti dei limiti non riesci ad andare avanti”.

La Juventus però è lassù e non ci si può più nascondere. Stavolta dai giochi per bambini si passa al tennis, con la vittoria di Sinner su Djokovic agli Australian Open ancora negli occhi di tutti: “Chi somiglia più a Sinner e chi a Djokovic tra noi e l’Inter? Beh, potrei dire che visto noi siamo più giovani siamo Sinner. Però non lo so, sennò poi la prendono male, permalosi…”.

Il riferimento, velato, è all’Inter naturalmente. È l’unica battuta che si concede Max, per il resto concentrato solo sulla gara di domani: “In questi mesi abbiamo lavorato sui nostri limiti, ora stiamo bene mentalmente e fisicamente ma conosciamo le insidie. L’Empoli ha cambiato allenatore, Nicola ha dato solidità alla squadra. Non è questione di cambio di mentalità, la squadra è omogenea, sta lavorando bene e ha voglia di farlo. Stiamo facendo un percorso che va portato avanti con l’ambizione di fare qualcosa di importante. Pensare troppo non va bene, rischia di farci andare fuori ritmo”.

Dopo quattro mesi Frattesi titolare in Serie A: ecco come il Franchi può cambiare il futuro

Davide Frattesi ha giocato una sola volta dal primo minuto in campionato con i nerazzurri, il 24 settembre con l’Empoli. Dopo aver inciso dalla panchina, ora vuole mettere in difficoltà Inzaghi. E a Firenze ha dato spettacolo con il Sassuolo.

Lì dove il merito non basta, possono subentrare le occasioni. Da cogliere, per provare a svoltare. Nel calcio sono tanti i casi di ragazzi la cui carriera è girata in positivo grazie a circostanze che sono poi risultate favorevoli. Domenica sera, a Firenze, Davide Frattesi ha la grande chance: tornerà titolare in campionato con l’Inter dopo l’unicum di Empoli, datato 24 settembre. Quattro mesi e 126 giorni dopo, a causa dell’assenza per squalifica di Barella, tra gli 11 titolari schierati da Simone Inzaghi ci sarà lui, il ragazzo che ha tutto per diventare grande e che, pur con un minutaggio ridotto, ha dimostrato di poter essere un fattore nella stagione nerazzurra. 

A dare speranza a Frattesi sono esempi del passato recente interista: Calhanoglu diventato uno dei migliori registi al mondo dopo l’esperimento di Inzaghi per colmare l’assenza di Brozovic, o Bisseck che sfrutta al massimo il vuoto lasciato da Pavard e ora è uno da tenere in considerazione. L’ex Sassuolo dovrà ancora lottare per ottenere minuti con continuità, il terzetto titolare di centrocampo è difficile da scalfire. Ma le chance non mancheranno: sta per tornare la Champions League (il 20 febbraio a San Siro ci sarà l’andata degli ottavi di finale contro l’Atletico Madrid) e la settimana successiva è in programma il recupero contro l’Atalanta. Tanti impegni, Inzaghi avrà bisogno di tutti. 

Troppa Inter per la Lazio: facile 3-0 e finale di Supercoppa col Napoli

Tre reti e due traverse testimoniano il dominio nerazzurro in Arabia Saudita: a segno Thuram, Calhanoglu e Frattesi. Lunedì Inzaghi sfida gli azzurri per il trofeo

L’uomo di coppa è ancora lì, a giocarsi un titolo. Simone Inzaghi cerca di entrare nella storia e punta alla terza Supercoppa consecutiva sulla panchina dell’Inter: un’ambizione legittima, visto come sta giocando la sua squadra.

Lazio maltrattata per 90′, con qualità e intensità. Zero passaggi a vuoto, zero occasioni concesse all’avversario, approccio indemoniato e finale sempre arrembante. Sarri lo aveva detto, le speranze di finale erano ridotte al minimo. Però, forse, neanche lui si aspettava una Lazio così in difficoltà e mai in partita. Finisce 3-0, come era finita ieri Napoli-Fiorentina. E lunedì la finale rispetterà la tradizione del torneo, con in campo i campioni d’Italia e i vincitori della Coppa nazionale.

Sarri rinuncia all’ultimo a Zaccagni, già inserito in distinta: c’è Pedro a chiudere il tridente con Immobile e Felipe Anderson. Ma la partita per gli attaccanti della Lazio è prevalentemente di fatica. L’Inter prende in mano il controllo della gara da subito, macinando gioco e occasioni. E dopo un paio di tiri da fuori alti di Barella e Thuram, il francese (7′) in tuffo di testa viene stoppato da Gila. L’Inter spinge e sfonda al 17′: cross basso di Bastoni, Dimarco di tacco prolunga e Thuram a porta vuota infila il facile tap-in. La Lazio è in balia dell’avversario ma prova ad alleggerire la pressione grazie a un’azione avviata da una bella apertura di Vecino e chiusa proprio con un tiro impreciso dell’uruguaiano. Ma è una goccia biancoceleste in mezzo al mare nerazzurro: Lautaro (33′) impegna da fuori Provedel, Calha due minuti dopo con un tiro-cross sfiora il palo a portiere battuto. Poi, al 36′, l’Inter costruisce l’azione più bella partendo dalla propria area, con tanti tocchi di prima: Mikhi per Dimarco per Thuram, scarico ancora su Dimarco che trova Barella sul secondo palo, che al volo centra la traversa.

Calhanoglu: “Meglio lo scudetto di un’altra finale di Champions. Via dal Milan? Non per soldi”

Il centrocampista turco: “Ho rifiutato alcune offerte dall’Arabia Saudita perché voglio bene a questi colori, la questione economica non è sempre tutto”.

Il trasferimento di Hakan Calhanoglu dal Milan all’Inter nel 2021 è uno di quelli che ha fatto discutere maggiormente i tifosi italiani. Fu un tradimento secondo i sostenitori rossoneri, fu una grande occasione per quelli nerazzurri. Per una volta, ne parla lo stesso centrocampista in un’intervista a Sportmediaset: “Tutti pensano che sia andato via per una questione economica, ma i soldi non sono sempre tutto. La cosa più importante per me è sentirmi importante, ed è quello che provo qui. I tifosi rossoneri dicono che ho fatto male, visto lo scudetto perso nel 2022? A loro auguro il meglio, ma con pazienza si vedrà”.

Nel corso dell’intervista Calhanoglu ha toccato diversi temi, tra cui il calciomercato… recente: “È vero, ho rifiutato alcune offerte dall’Arabia Saudita. Ho deciso di non andare via perché voglio bene all’Inter. Ringrazio Ausilio perché sa come la penso. Quando sono arrivate quelle offerte ho detto alla società ‘decidete voi'”. Parte della scelta è dovuta anche al buon rapporto instaurato con Simone Inzaghi: “Mi piace come parla con noi giocatori – spiega il nazionale turco -, ha sempre voglia di vincere e si inca…a quando molliamo un po’ in allenamento: ha voglia e cattiveria. Oltre il lato sportivo ha anche tanto cuore, con lui si può parlare di tutto. Siamo arrivati insieme qui e insieme stiamo crescendo”.

L’attualità in casa nerazzurra è invece il duello in Serie A con i bianconeri: “L’ambizione è vincere qualcosa d’importante con l’Inter. Tra lo scudetto – continua il centrocampista – e un’altra finale di Champions League scelgo il primo. La Juve dice che punta al quarto posto? Non ascolto quel che dicono e comunque non guardo le avversarie, penso solo a noi”. L’ultimo spunto dell’intervista di Calhanoglu è infine il ricordo dei suoi primi passi in nerazzurro: “Ricordo ancora la prima partita, contro il Genoa. Ero nervoso per come avrebbe reagito lo stadio, ma anche sicuro che l’amore sarebbe arrivato perché ho fiducia nelle mie qualità. Quando i tifosi ti danno tanto, devi restituire indietro”.

Calendario, infermeria, mercato: Juve e Inter, il grande duello riparte così

Sarà un gennaio impegnativo per le due squadre che si contenderanno lo scudetto: il 4 febbraio lo scontro diretto a San Siro

Due punti di differenza che valgono un’investitura: Inter 45, Juve 43. Lo scudetto è roba loro. E del profluvio di chiacchiere che l’accompagna. Il 2024 riparte dalla guerra dei due mondi, il derby d’Italia, la sfida più nobile del nostro calcio, nel solco di una tradizione infinita fatta di spasmodica rivalità e antiche polemiche anche truci. Certo, i toni non sono più quelli d’un tempo, ora si va di fioretto con allusioni, distinguo, rimandi, sfruculiando pure le tasche altrui perché, si sa, l’altra sponda ha sempre qualcosa in più per vincere. L’ultima spigolatura (al portafogli), per esempio, è dell’interista Acerbi: “Ricordo alla gente che dice che l’Inter è la squadra più forte del campionato che come sono arrivati tanti giocatori forti, sono andati via altrettanti giocatori forti.

La Juventus ha speso 200 milioni per gente come Bremer, Chiesa e Vlahovic. Noi abbiamo preso dei parametri zero. Dobbiamo essere equilibrati, sappiamo chi siamo e cosa vogliamo”. Allegri, senza indugio, rimanda la palla sull’altra metà campo spulciando invece la natura della rosa: “Non commento le parole di Acerbi. L’Inter è due punti sopra, stanno facendo una stagione straordinaria. Noi stiamo provando a restare attaccati, sapendo che il nostro percorso è diverso dal loro. Basta vedere la rosa che abbiamo a disposizione come età. I ragazzi stanno crescendo e siamo soddisfatti, senza stare a guardare in casa degli altri”.