Da Leao e Theo a Pulisic e Loftus: Milan, quanti cartellini schizzati verso l’alto

L’ottimo 2024 del Diavolo non sta giovando solo alla classifica ma anche al valore di molti giocatori, che salgono mese dopo mese. Un circolo virtuoso innescato – non solo quest’anno – dalla gestione Pioli

I buoni risultati sul campo non portano benefici soltanto a livello di classifica, ma anche all’intero sistema che governa un club. Ovvero anche in termini economici. Vincere significa veder crescere le quotazioni dei propri giocatori, che diventano più appetibili agli occhi del mercato.

L’ottimo 2024 del Milan sta avendo anche questi effetti (in realtà la cavalcata era partita già a dicembre 2023), sebbene si tratti più in generale di un circolo virtuoso generato da quando Pioli è alla guida del Diavolo (ottobre 2019). Vediamo i casi più emblematici (in ordine alfabetico).

Dai 138 minuti con cui ha concluso la scorsa stagione ai 1.756 di quella attuale (e ovviamente non è finita qui). Il Milan ha trovato un titolare che nessuno si sarebbe aspettato Leao, grazie alla perseveranza del diretto interessato e al lavoro dell’allenatore, che lo ha educato a una fase difensiva della quale prima non era in possesso. Acquistato nell’estate 2021 per 10 milioni (bonus compresi), l’evidente crescita di quest’anno lo porta a valerne il doppio.

Una crescita costante, anno dopo anno, fino a farlo diventare fra i terzini sinistri più forti al mondo. Molti sostengono sia in cima al podio. Fatto sta che Theo era stato pagato al Real 20 milioni e adesso siamo ragionevolmente sugli 80. Uno dei big veri di questa rosa. Il Milan, nel caso, di milioni ne chiede 100 e il francese è verosimilmente atteso dalla stessa situazione di Tonali: non sarà tecnicamente sul mercato, ma se in via Aldo Rossi bussasse qualcuno con in mano un’offerta indecente.

Segna sempre lui! Guizzo di Camarda, il Milan vince in casa della Juve

I rossoneri di Abate piegano i bianconeri con un gol del 16enne nel primo tempo e tengono vive le ambizioni playoff

Vince il Milan a Vinovo, con una rete di Camarda che vale i tre punti: i rossoneri consolidano la posizione di classifica e tagliano fuori gli avversari dalla corsa ai playoff. La formazione di Abate è stata più solida e matura nel gestire il vantaggio, quella di Montero ha faticato a trovare dei varchi e non è stata abile a ottimizzare le poche circostanze buone a disposizione. A incidere pure la differente media d’età in campo: la Juve ha deciso di affrontare la stagione con un gruppo sotto età, la scelta pesa nel presente ma dovrebbe pagare in prospettiva.

Meglio il Milan in partenza, anche se i tentativi di Sia prima e di Zeroli dopo non sono precisi. La difesa della Juve balla troppo e Camarda al quarto d’ora non perdona. Il vantaggio consolida la manovra rossonera, mentre la squadra di Montero fatica a venire fuori con una certa consistenza. Per questo, a inizio ripresa, il tecnico bianconero inserisce Scienza tra le linee. Crescono anche Pagnucco e Mancini, pur senza la precisione necessaria in zona porta, come più fortuna su un tiro dal limite meriterebbe Florea a metà secondo tempo. Il Milan spreca l’occasione del raddoppio con Stalmach e poi con Bonomi, ma i tre punti non sono mai stati in discussione.

Leao, show e voglia di restare: “Il Milan è casa mia e in questo club sono diventato uomo”

Il portoghese ha deciso la sfida di Firenze con un assist e un gol: “Ho giocato bene io e anche la squadra. Voglio vincere qualcosa di importante quest’anno”

L’allungo sulla Juve è riuscito e il Milan lo deve al suo velocista preferito, Leao. Rafa è scattato sul lancio di Reijnders, ha tagliato la difesa viola, di precisione ha seminato Terracciano, e con un tocco ha lanciato il Milan sempre più su. Nelle feste di Pasqua, che vedranno milioni di italiani in trasferta, il Milan ha scelto di staccare il suo pass per l’Europa nobile della Champions: rossoneri a più sei sulla Juventus terza, quattordici punti davanti alla Roma quinta.

È stata una di quelle serate piene di Leao Rafa che piacciono tanto a Pioli e ai tifosi. “Sono qui con il cuore, il Milan è la mia casa e grazie a questo club sono diventato uomo. In futuro voglio vincere qualcosa di importante, l’Europa League lo è. Io cerco sempre di fare il meglio, oggi ho giocato bene e la squadra ha fatto bene. Abbiamo subito un gol, ma noi vinciamo anche così. Ringrazio la società e anche i tifosi. Bravo Chukwueze, ha fatto una grande partita, sono contento per lui. La squadra sta bene”. E pure Rafa.

Lautaro: “Per Costacurta in Europa incido poco? Riveda il gol al Milan in Champions…”

Il battibecco è relativo al rendimento del Toro in campo internazionale. L’ex rossonero aveva detto: “Fuori dalla Serie A servono mentalità e determinazione diversa”

È botta e risposta a distanza tra Billy Costacurta e Lautaro Martinez.

L’ex difensore del Milan, attualmente commentatore di Sky, dopo l’eliminazione dalla Champions dell’Inter per mano dell’Atletico Madrid aveva spiegato: “Da Lautaro mi aspettavo di più, ma anche al Mondiale non aveva fatto bene. Mi viene da pensare che in certe partite non riesca a emergere fino in fondo, come io credo abbia tutte le possibilità di fare. In Europa servono una mentalità e una determinazione diversa rispetto alla Serie A”.

A distanza di una decina di giorni dal 15 marzo, quando Costacurta aveva parlato, Lautaro ha utilizzato una domanda di TyC Sports per far emergere il suo punto di vista: “Credo che Costacurta abbia detto che non avrei giocato bene partite importanti e non è vero. Segnare un gol nella semifinale di Champions League contro il Milan, una delle partite più importanti nella storia di entrambi i club… quello non l’ha contato. Lo invito a rivedere quel gol. E non solo quello, ma anche moltissime altre partite… All’Inter sto vivendo un momento molto bello e sono felice di fare la storia come successo ad altri argentini in passato. Lavorando giorno dopo giorno spero che continueremo questo cammino per regalare ai nostri tifosi una grande gioia”.

Theo è un tesoro: gol, assist e colpi di genio. Per il Milan vale cento milioni

Il contratto scade a giugno 2026, il Diavolo vuole rinnovare al più presto. Le pretendenti non mancano tra le big europee: in pole c’è il Bayern

Theo Hernandez certi giorni si alza così, con il dono dell’ingiocabilità. A Verona, si è capito dai primi minuti: era ispirato, soprattutto aveva la condizione dei periodi buoni, quelli in cui nei primi cinque metri si fa fatica a fermarlo, nei primi dieci è quasi imprendibile, sull’allungo… addio. Theo è stato il migliore in campo, non soltanto perché ha segnato il primo gol, ha avviato l’azione chiusa con la traversa di Pulisic e ha recuperato il pallone che ha portato all’occasione di Leao. In 90 minuti ha spiegato (e senza parlare) perché è uno dei migliori terzini sinistri al mondo e uno degli uomini mercato della prossima estate. Ha anche evidenziato un suo punto debole – il nervosismo, con un giallo prima rischiato e poi preso – ma questo è un altro discorso.

Il mercato si prende il palcoscenico perché il Milan con Theo ha un piano chiaro: rinnovare. Il contratto con il numero 19 scade tra due anni e tre mesi, a giugno 2026, e si sa come va il calciomercato: i giocatori con un solo anno di contratto quasi non sono difendibili. Rinnovare a due anni dalla scadenza è un obbligo e il Milan ci proverà perché Theo è uno dei tre giocatori migliori della squadra. Le prime telefonate con gli agenti di Theo ci sono state e presto si entrerà nel vivo. Allo stesso tempo, il Milan sa che le grandi d’Europa seguono Hernandez da vicinissimo e ha una cifra in testa: 100 milioni. In partenza, quella è la cifra per cui il Milan ragionevolmente capitolerebbe. L’offerta, se arriverà, però sarà quasi sicuramente inferiore e allora… buona trattativa a tutti.

Leao decisivo anche quando non segna

Il portoghese si è acceso due volte e ha illuminato San Siro contro lo Slavia. Suo il cross per Giroud nel primo tempo, sua la sgasata in occasione della rete di Pulisic.

Se manca il sorriso, che è il suo marchio di fabbrica e un’intera filosofia di vita, allora la faccenda è seria. Rafa Leao osserva il pallone che entra nella porta ceca per la quarta volta – la più importante – e rimane impassibile. Una maschera più o meno imperturbabile, anche quando tutti i suoi compagni si lasciano andare a una festa liberatoria. Perché mancavano cinque minuti al novantesimo e un conto è presentarsi nella bolgia dell’Eden Arena con due gol di vantaggio, un altro è farlo con uno. Forse Rafa in quel momento ha riavvolto il nastro di una partita balorda, ha ripercorso un match dove nessuno – no, nemmeno lui – ha brillato particolarmente, e magari in quegli attimi si è chiesto il motivo. Le basi per fare bene – cioè, per fare meglio – d’altra parte c’erano tutte. Successo vitale sulla Lazio in campionato, sei giorni di stacco, infermeria vuota. E allora, perché questo Milan è così discontinuo e imprevedibile, nel bene e nel male?

 Sono quelle situazioni in cui se decidi di tirare, devi essere sicuro di andare in buca. S’è fatto perdonare dopo e d’altra parte l’azione del quarto gol contiene la parolina magica che aveva sillabato Pioli in vigilia: qualità. Quella con cui ha pietrificato Vlcek e quella con cui ha superato Stanek in uscita disperata. In fondo Pioli non si deve arrabbiare se Leao quest’anno viene definito uomo di coppa: per gli obiettivi che si è dato il Milan, va benissimo così.

I dubbi di Giroud, restare al Milan o partire? Il club lascia la porta aperta: “Presto per parlarne”

Il contratto del francese scadrà a giugno, poi deciderà lui cosa fare. Quest’anno sta segnando come al solito ed è alla terza stagione in doppia cifra. Furlani apre alla permanenza dell’attaccante. Olivier Giroud è fermo davanti a due porte socchiuse.

Da un lato c’è lo stemma del Milan, il club che l’ha preso per mano da campione d’Europa in carica e gli ha regalato uno scudetto; dall’altro lato c’è un punto interrogativo grosso così. Un punto che sa di futuro, perché a settembre il francese toccherà 38 anni e quindi è tempo di bilanci. Continuare? Smettere? Strappare l’ultimo contratto negli Stati Uniti o magari in Francia? Al momento la punta sta ancora riflettendo.

Il legame con i rossoneri scadrà a giugno. Furlani, dopo la sfida vinta contro il Rennes, ha parlato così dei prossimi mesi, facendo leva sulla decisione da prendere: “Forse è un po’ presto per parlarne, ma se Giroud vuole restare la porta è aperta…”. Anche a 38 anni. Anche per un’ultima stagione. Soprattutto perché il francese sta continuando a buttarla dentro con continuità: già 12 gol in 28 partite. Terza annata di fila in doppia cifra in campionato, dove è terzo sul podio dei bomber dietro Lautaro Martinez e Vlahovic, un 26 e un 24enne. Se Giroud sta vivendo una seconda giovinezza, i meriti vanno condivisi anche con Pioli, uno che l’ha sempre valorizzato e messo al centro della scena. OG l’ha ripagato con la sua vicinanza nei momenti bui, come raccontato anche alla Gazzetta a metà gennaio: “Quando era nella tempesta gli ho parlato, dandogli sempre il mio sostegno”. Così fanno i leader. I bomber dal guizzo a portata di piede. Giroud è arrivato a Milano per spezzare la maledizione del numero nove e ci è riuscito. Da quando veste rossonero ha segnato 44 gol in 113 partite. Solo con l’Arsenal ne ha segnati di più (105), ma ha giocato cinque anni e mezzo.

Calciomercato Milan, tentativo per Demiral: ipotesi di prestito secco

Irossoneri ci stanno provando per il centrale turco (91 presenze in Serie A) oggi all’Al-Ahli: la formula è quella del prestito secco, ma ci sono ostacoli nella trattativa.

Il reparto difensivo continua a essere la priorità del Milan sul mercato, in particolare per via degli infortuni. A pochi giorni dalla chiusura della finestra invernale, i rossoneri stanno facendo un tentativo per un ex Serie A, ovvero Merih Demiral, protagonista in Italia con le maglie di Sassuolo, Juventus e Atalanta fino allo scorso agosto, momento in cui è stato ceduto all’Al-Ahli per 16,6 milioni. La dirigenza vorrebbe prendere il centrale turco in prestito secco fino al termine della stagione, ma ci sono diversi ostacoli a frenare la trattativa. In primis l’alto ingaggio percepito dal classe ’98, in secondo luogo il club saudita non ha ancora dato il suo ok a un’eventuale cessione del giocatore che, terza ragione da non sottovalutare, ha affrontato anche lui una stagione non facile dal punto di vista degli infortuni, con un guaio al menisco che lo ha tenuto fuori per oltre due mesi.

A causa dell’infortunio al menisco, sono solo 511 i minuti raccolti in stagione da Demiral, con un gol segnato. In Serie A era arrivato a quota 5 prima di essere venduto dopo 91 presenze, la maggior parte delle quali con la maglia dell’Atalanta. Il Sassuolo lo aveva pescato dall’Alanyaspor nel 2019, il suo futuro sarà ancora in Italia?

Il nonno di Romero: “Ha detto sì al Boca, può lasciare il Milan”

Jorge Santos ha parlato del futuro di suo nipote in Argentina: “Adesso i club devono trovare l’accordo, lo cercano diversi club italiani ma lui non vuole andarci”

Luka Romero è pronto a lasciare il Milan dopo appena sei mesi dal suo arrivo. Parola di suo nonno, Jorge Santos, che ha parlato così in Argentina a proposito del futuro del nipote: “C’è stato un contatto tra il Boca Juniors e Milan. Luka ha già dato il via libera per il trasferimento, se dovessero risolvere le condizioni tornerà in Argentina. Ci sono state diversi rumors con alcuni club italiani, ma Luka non vuole andarci”.

Luka Romero è arrivato svincolato dalla Lazio in estate. Fin qui ha collezionato 5 presenze tra campionato e Coppa Italia, per un totale di 156 minuti. Troppo pochi. Chiuso da Chukwueze e Pulisic, ha trovato pochissimo spazio: “Ha un calcio molto potente – ha continuato il nonno – e ha qualcosa dei migliori giocatori: come la qualità nel liberarsi di un avversario, la forza e il dribbling. Ricorda un po’ Messi e un po’ Maradona. E ogni volta che dribbla in avanti ha una grande visione”. Su di lui c’è anche l’Almeria, in Spagna.

Il Milan non si ferma: presa la stellina del Partizan Popovic

Affare in chiusura con il neo 18enne serbo in uscita (gratis) dal club di Belgrado: attaccante che può giocare in più posizioni, occuperà l’ultimo slot da extracomunitario e si dividerà tra Primavera e prima squadra

Dopo una buona dose di riflessione, il Milan ha deciso, dando seguito alla scelta fatta già nei mesi scorsi: c’è l’ok della proprietà per procedere con l’arrivo di Matija Popovic, attaccante classe 2006 (ha compiuto 18 anni proprio ieri, e infatti la mossa del Milan non è casuale) in grado di ricoprire più posizioni, centravanti compreso. Il giocatore è già a Milano, per lui è pronto un quinquennale. Il concetto chiave per intendere il suo modo di giocare è la creatività, espressa spesso e volentieri con il dribbling, la specialità della casa.

Nato in Germania, è inserito nelle selezioni giovanili nazionali della Serbia, e da un club serbo arriva: il Partizan Belgrado, con cui è scaduto il contratto il 31 dicembre 2023. Popovic quindi non ha costi di cartellino, situazione particolarmente gradita anche se va detto che non è un affare nato nelle ultime ore: il Milan lo aveva nel mirino da tempo e l’aveva bloccato oltre un mese fa, la questione verteva semmai sulla scelta di assegnare proprio a lui l’ultimo slot stagionale rimasto da extracomunitario. Popovic è destinato soprattutto alla Primavera di Abate, ma non ci sono preclusioni in chiave prima squadra, in base alle esigenze. D’altra parte la stagione corrente a Milanello è particolarmente produttiva e ricca di spunti a livello di giovani che si affacciano al mondo dei grandi.