La mamma di Rabiot replica a Motta: “Tornare non è mai stata un’opzione”

L’allenatore della Juve aveva chiarito la situazione del divorzio da francese, oggi la madre/agente del centrocampista ha voluto puntualizzare che la decisione di non rimanere alla Juve è stata soltanto loro

Il fantasma di Rabiot si agita ancora dalle parti della Continassa. Ieri, alla vigilia della gara della 4ª giornata di Serie A contro l’Empoli, Thiago Motta aveva parlato così: “Se Adrien chiamasse e si dicesse pentito, le porte della Juve sarebbero ancora aperte per lui? Prima cosa – aveva spiegato – Rabiot non mi ha chiamato in questi giorni. Adrien ha preso una strada diversa e gli auguro il meglio. Ma rispetto a luglio non è cambiato nulla”. E oggi è arrivata, senza peli sulla lingua, la risposta della mamma agente del centrocampista francese, Veronique, attraverso le pagine de L’Equipe. 

“Non c’è bisogno di chiudere la porta, tornare alla Juventus non era un’opzione presa in considerazione – ha tagliato corto la signora Rabiot -. Quando prendiamo decisioni ce ne assumiamo la responsabilità”. Un modo, insomma, senza mezzi termini, per ribadire che il clan Rabiot considerava chiusa l’avventura bianconera. Al momento, però, il centrocampista è ancora senza squadra, dopo aver rifiutato anche le ultime offerte arrivate dalla Turchia. Idee chiare sulla Juve, dunque. Un po’ meno in generale.

Rabiot-Juve, è finita: no di Adrien a una ricca proposta bianconera. Ora occhio a Real e Milan

Il centrocampista ha rifiutato un biennale da 7,5 milioni a stagione e ora è libero di firmare con chi vuole, Giuntoli oggi annuncerà la rottura. I blancos si giocano la carta Ancelotti, i rossoneri ci provano ma hanno il problema ingaggio

La storia tra Rabiot e la Juve è finita. Era nell’aria, ma sarà ufficiale tra qualche ora. Lo annuncerà Cristiano Giuntoli durante la presentazione di Thiago Motta, fissata per oggi alle 14. Il francese è rimasto indifferente alla proposta di rinnovo ricevuta dal club: sul tavolo c’era un biennale a 7 milioni e mezzo netti a stagione, più bonus e un’opzione di rinnovo automatico per la terza stagione. I primi segnali di scollamento erano chiari per il silenzio nel pre-Europeo: Rabiot, infatti, aveva promesso chiarezza sul proprio futuro prima della competizione, ma non aveva mantenuto la parola data. Solo ora, dopo aver chiuso l’Europeo con la Francia (tra l’altro in modo deludente), il centrocampista ha deciso di declinare l’offerta della Juventus. Che nel frattempo ha riorganizzato il reparto mediano e le sue gerarchie con gli arrivi di Douglas Luiz e Thuram, in attesa di puntare Koopmeiners.

Rabiot era arrivato alla Juve a parametro zero nell’estate 2019. Paratici lo aveva sfilato alla Roma nel giro di una notte, quando il destino dell’ex PSG pareva scritto sulla sponda giallorossa della Capitale. Il centrocampista aveva scelto Torino per lavorare con Allegri, in realtà il club bianconero decise nella stessa estate di cambiare la guida tecnica. Il francese venne fuori solo alla distanza con Sarri e successivamente con Pirlo, ma tornò a giocare a certi livelli solo dalla seconda stagione dell’Allegri bis, dopo aver condiviso alcuni movimenti che in precedenza non faceva. L’estate scorsa, con il contratto scaduto, Rabiot decise di rimanere alla Juve per continuare a lavorare proprio con l’allenatore che aveva esaltato le sue qualità, per sfruttare al meglio l’anno di avvicinamento all’Europeo, ma rinnovando per un anno solo. Thiago Motta, con il quale ha un buon rapporto sin dai tempi del PSG, lo avrebbe trattenuto volentieri. Il calciatore sarebbe stato anche il futuro capitano designato: ma evidentemente ha deciso di vivere un’altra tappa della sua carriera.

Rabiot, Cambiaso, Weah & co: quelli con cui Motta ha già lavorato

Il futuro tecnico della Signora è stato compagno di squadra di Adrien a Parigi. Ma non è l’unico bianconero con cui ha condiviso il campo

Da Cambiaso a Rabiot: Thiago Motta alla Juve potrebbe ritrovare qualche vecchia conoscenza, da allenatore o addirittura da ex compagno di squadra. È ben noto il rapporto tra il prossimo allenatore bianconero e Adrien Rabiot, sin dai tempi in cui hanno giocato insieme al Psg: il francese era giovane e aveva come riferimento il tecnico, con il quale si è instaurato anche un gran rapporto fuori dal campo negli anni a seguire. Morale della favola: l’arrivo del nuovo allenatore spinge il giocatore a valutare l’ipotesi di permanenza a Torino, considerato che potrebbe continuare ad avere un ruolo di spicco anche nel nuovo progetto tecnico. 

Un po’ come l’altro calciatore della Juve fresco di rinnovo: Cambiaso si candida a essere un pilastro della Juve di Thiago Motta, perché ha già lavorato con lui – crescendo molto – al Bologna. La nuova stagione per lui potrebbe cominciare con una marcia in più. Thiago Motta ritroverà alla Juve pure Weah: anche se per poco, lo aveva incrociato nel primo periodo in cui allenava la Primavera del Psg. E se l’americano è parso un po’ fuori contesto nella prima parte della stagione appena terminata, nella nuova Juve potrebbe avere una collocazione più definita: da comprendere solo se il tecnico lo veda più da terzino – come Giuntoli – o più da ala.

Il neo allenatore bianconero vorrà chiarire subito i percorsi di ogni calciatore e le gerarchie nei reparti, proprio come ha fatto nelle sue precedenti esperienze: dal Genoa allo Spezia, e dunque al Bologna, è sempre riuscito a ottimizzare le qualità di tutti gli elementi che ha ritenuto idonei al proprio scacchiere. Su questa scia la scelta Di Gregorio, che cresceva al settore giovanile dell’Inter quando Thiago Motta giocava in prima squadra: l’estremo difensore del Monza è abile con i piedi e non a caso la squadra di Palladino ha chiuso la stagione col maggior numero di palloni giocati sulla linea bassa della difesa.

Rabiot salta il Frosinone: sovraccarico muscolare. Ancora prudenza per Chiesa

Giovedì in Coppa Italia forfait del francese per un problema al flessore della coscia destra: le soluzioni di Allegri. L’azzurro continua a lavorare a parte, da valutare come Alex Sandro. Recuperato Cambiaso

Un’esclusione eccellente nella Juve, in vista del prossimo match di Coppa Italia col Frosinone. Rabiot non sarà del match: a riposo per smaltire un sovraccarico al flessore della coscia destra. Il centrocampista francese dovrebbe tornare già col Sassuolo, nel match in cui McKennie sarà squalificato: per questo l’americano, come Locatelli nell’ultima sfida giocata contro la Salernitana in Coppa, potrebbe essere schierato dall’inizio. L’altro posto in mediana potrebbe essere occupato da Nicolussi Caviglia (con Locatelli regolarmente in regia), da Miretti o da Nonge, che potrebbe comunque fare minuti nel corso del match.

Filtra prudenza sul rientro di Chiesa: il ginocchio si è sgonfiato, ma il calciatore continua a lavorare a parte. Le valutazioni nei prossimi giorni riguarderanno lui e Alex Sandro, che invece è tornato ad allenarsi regolarmente con la squadra e dunque dovrebbe dare disponibilità per scendere in campo dal primo minuto. Da comprendere come Allegri vorrà gestire il momento poco brillante di Gatti: una panchina “per rasserenarlo” come quella di Vlahovic a Frosinone non è da escludere, considerato che per Danilo in questo momento è più utile giocare per migliorare la condizione. Perin e Rugani verso una maglia da titolare, come Milik. Cambiaso è recuperato.

Serie A: Juventus-Inter 2-0, Rabiot e Fagioli decidono il derby d’Italia

I bianconeri trionfano con due gol nella ripresa e sorpassano i nerazzurri in classifica

La Juventus batte l’Inter 2-0, si aggiudica il derby d’Italia e sorpassa i nerazzurri in classifica (25 punti contro 24). Dopo un primo tempo equilibrato e con poche emozioni, in cui l’Inter ha le migliori occasioni con Dzeko e Dumfries, la gara si accende nella ripresa. Al 47′ Szczesny si salva in angolo con l’aiuto della traversa su Calhanoglu, poi al 52′ in contropiede Kostic serve Rabiot che apre il piatto e batte Onana. Il Var annulla il raddoppio di Danilo (fallo di mano) al 63′ e Lautaro si fa ipnotizzare dal portiere polacco (74′). Due minuti e Onana manda sul palo il sinistro di Kostic. Il serbo, il migliore in campo, regala a Fagioli l’assist del 2-0 (conclusione deviata da Gosens).

La Juve conquista la quarta vittoria di fila, si conferma impenetrabile in difesa e con ogni probabilità fa fuori l’Inter dal discorso scudetto. La squadra di Inzaghi interrompe una striscia di 4 vittorie di fila, colleziona la quinta sconfitta in campionato e conferma una grande fragilità negli scontri diretti, dove ha rimediato solo sonore batoste. In più la difesa lontano da San Siro si trasforma in un gruviera pieno di buchi, tutti fattori negativi che di fatto tolgono i nerazzurri (precipitati a -11 dal Napoli capolista) dalla corsa per il titolo. Anzi, di questo passo pare davvero complicato persino sperare in un posto nelle prime 4. I bianconeri, al contrario, danno una grande risposta in piena emergenza e ancora una volta mostrano il talento di Fagioli, al secondo gol nel giro di soli 7 giorni. La squadra di Allegri ritrova un grande cinismo (gol di Rabiot al primo tiro in porta) e continua a far punti, anche se il gioco di certo non incanta e il primo comandamento è non prenderle. Da incorniciare la prova di Kostic, autore di due assist (più quello per il gol annullato di Danilo) e di un clamoroso palo. Da festeggiare il ritorno di Chiesa in Serie A dopo 301 giorni. Napoli e Milan paiono di un’altra categoria, ma con la squadra al completo dopo la sosta la Juve può dare fastidio a tutti.