Juve, Berardi ha detto sì. Ora la palla passa al Sassuolo

Domenico è infortunato e tornerà a fine anno. Guadagna tanto per la B ma non sarà svenduto

La Juventus e Domenico Berardi, in sintesi la storia infinita. Non esiste un modo migliore per descrivere il rapporto, conflittuale e tormentato, che lega i due protagonisti. Berardi che è stato bianconero senza però mai esordire con i colori della Signora e che negli anni è stato più volte sul punto di tornare, ma non se n’è mai fatto niente.

L’ultima volta è accaduto un’estate fa, quando tra il giocatore e il club c’era già un accordo ma con il Sassuolo no, così alla fine è rimasto dov’è. Ma non è detto che sia finita, perché anche se l’esterno del Sassuolo è attualmente infortunato, la retrocessione in Serie B della sua squadra potrebbe riaprire i giochi e favorire un trasferimento a Torino. Un primo sondaggio c’è già stato, ma solo tra Berardi e la Juventus. Una questione che verrà approfondita nei prossimi mesi, quando si capirà come procede il recupero dal brutto infortunio al tendine d’Achille. Di sicuro l’esterno 29enne ci spera e ha già detto il suo primo e convinto sì alla Signora. 

Berardi ora è in Versilia, dove sta portando avanti la fase di rieducazione. Si è fatto male a inizio marzo e i tempi di recupero dopo l’intervento sono di circa 9 mesi. Dunque sarà in campo tra novembre e dicembre se tutto filerà liscio. Il grande rammarico dell’attaccante è non aver potuto aiutare la sua squadra a evitare la retrocessione, ma adesso la nuova dimensione del Sassuolo rischia di accelerare l’addio. Di sicuro lo stipendio da 3 milioni di euro netti a stagione non aiuta una squadra che non parteciperà alla Serie A. Al momento la Juventus non si è ancora mai fatta sentire con Giovanni Carnevali, ma la formula del trasferimento e la valutazione saranno le questioni più difficili da risolvere. Ai bianconeri potrebbe andare bene un prestito oneroso con diritto di riscatto oppure obbligo legato ad alcune condizioni facilmente raggiungibili. Magari Cristiano Giuntoli potrebbe provare a inserire nell’affare un giovane che può diventare un valore aggiunto in un campionato di Serie B. 

Domenico vuole andare a Torino, serve l’accordo col Sassuolo

Dopo la retrocessione del Sassuolo, l’attaccante sta recuperando dall’infortunio e punta a un futuro con la Signora. Un affare saltato altre volte: molto passa dalla formula del possibile accordo

Domenico Berardi vota… Juventus. E forse questa è davvero la volta buona per celebrare il matrimonio con il club bianconero.

In queste settimane in cui sta portando avanti il programma di rieducazione al tendine d’Achille, concedendosi solo qualche ora di relax in Versilia, il numero 10 del Sassuolo si è messo definitivamente in testa che la squadra giusta dove continuare la sua carriera sia la Signora. A dispetto della sua fede per l’Inter, formazione che per anni ha sognato.

L’amicizia e i tanti affari conclusi tra il presidente nerazzurro Marotta e l’a.d. neroverde Carnevali non permettono di considerare la formazione di Inzaghi del tutto fuori dalla corsa a Berardi (difficile però trovargli una collocazione nel 3-5-2 di Inzaghi), ma in questo momento nella testa del calabrese c’è soprattutto un futuro alla corte di Thiago Motta. 

Nel 2016 per il suo trasferimento alla Juve era tutto a posto, ma lui fece saltare l’affare: la fede interista c’entrava, ma a preoccuparlo c’era soprattutto lo scarso minutaggio che aveva avuto in bianconero l’amico ed ex compagno Zaza. Così è rimasto al Sassuolo e nel corso degli anni ha visto naufragare diverse trattative con le grandi che hanno provato ad acquistarlo: Inter, Napoli, Roma, Atalanta, Lazio, Fiorentina oltre alla Juve, che ha bussato di nuovo alla sua porta la scorsa estate. Quando Carnevali chiedeva oltre trenta milioni per il cartellino del suo talento e il d.t. Giuntoli, che non poteva spendere quella cifra, proponeva una formula… creativa contando sull’ok al trasferimento del calciatore. Il gradimento di Berardi alla Signora a un anno di distanza è rimasto. Anzi, si è rafforzato perché da Torino lo hanno cercato nonostante sia infortunato e destinato a tornare, dopo l’operazione di inizio marzo, ad autunno inoltrato. Il giocatore pensa che, con Motta in panchina, la Juventus può essere la situazione ideale per lui.

Sassuolo, così retrocedi! Butta via il doppio vantaggio, la Salernitana pareggia al 91′

Alle reti di Laurienté e Bajrami nel 1° tempo replicano Candreva su rigore in avvio di ripresa e Maggiore nel recupero, su azione viziata da un presunto fallo su Defrel

Missione fallita per il Sassuolo. La squadra di Ballardini ha allungato la serie negativa in trasferta, un solo punto nelle ultime sette, e ha vanificato la possibilità di una vittoria che sembrava vicina soprattutto dopo il doppio vantaggio costruito nel primo tempo. La vittoria avrebbe permesso al Sassuolo di compiere un passo importante verso la salvezza. Ci sarà da soffrire ancora. Evitare la retrocessione è quasi impossibile per la Salernitana che, in rimonta, ha quantomeno scacciato l’incubo della settima sconfitta casalinga e la contestazione dei suoi tifosi. I campani restano in fondo alla classifica, il ritorno in B si avvicina.

Quattro gol realizzati in novanta minuti ma la partita è stata condizionata dalla paura. Colantuono ci prova schierando Ikwuemesi titolare. Nelle intenzioni dell’allenatore l’attaccante nigeriano deve favorire gli inserimenti di Tchaouna e Candreva ma la Salernitana non punge. Poche idee e ritmo basso. Il Sassuolo si schiera con il 4-2-3-1 con Defrel, Bajrami e Laurienté alle spalle di Pinamonti. La prima parte della gara scivola senza sussulti, sull’unico tentativo offensivo dei campani Consigli è pronto a respingere un tiro ravvicinato di Ikwuemesi. Per il resto Erlic e Ferrari proteggono con disinvoltura l’area di rigore. Il Sassuolo attende e al primo affondo va in gol con Pinamonti (29’) su assist di Defrel ma la pregevole giocata del francese viene neutralizzata dal Var. Vantaggio annullato per fuorigioco. La squadra allenata da Ballardini non si scompone in attesa degli errori degli avversari che arrivano puntuali nel finale della prima frazione. Al 37’ la Salernitana perde palla in attacco, Pinamonti la recupera affidandola a Bajrami che se ne va indisturbato verso l’area avversaria prima di costruire un assist per Laurienté che non sbaglia a pochi metri da Costil. Sette minuti dopo Pirola, al limite della propria area, riceve dal portiere francese un pallone difficile da gestire. Ad approfittarne è Pinamonti che, dopo aver vinto il contrasto, permette a Bajrami di andare in gol indisturbato.

Il vizietto dell’Inter: segna, domina ma poi piange a fine gara

Contro Sassuolo e Bologna persi 5 punti da situazioni di vantaggio. Nelle ultime due gare casalinghe di Serie A i nerazzurri sono sempre andati avanti, ma non sono riusciti a conservare il risultato positivo

Dal Sassuolo al Bologna, l’Inter rivede se stessa nella doppia rimonta subita in casa nelle ultime due giornate interne di campionato. Poco importa – se non per il punto odierno ai fini della classifica – che contro la squadra di Thiago Motta sia arrivato un pareggio e non una sconfitta: a impensierire Simone Inzaghi è la medesima trama delle uniche due partite che i nerazzurri possono rimproverarsi in questi primo mese e mezzo di Serie A. Il vantaggio, la partita in controllo e l’entusiasmo del Giuseppe Meazza prima; l’errore individuale sul primo gol, il troppo spazio lasciato agli avversari sul secondo e il nervosismo finale poi. Dal neroverde al rossoblù, l’amaro in bocca è lo stesso per una squadra che nei numeri ha perso già cinque punti in campionato da situazioni di svantaggio. Al momento del triplice fischio di Inter-Bologna, soltanto il Cagliari ne ha persi di più nella Serie A 2023-2024.

Nel primo e unico turno infrasettimanale di questo campionato era stata la “magata” di Denzel Dumfries a mettere sotto il Sassuolo, sorprendendo gli avversari con un movimento palla al piede a rientrare dalla fascia destra per segnare con il mancino. Contro il Bologna è stato invece un incredibile doppio colpo in 117 secondi a stordire i rossoblù, prima con l’incornata su corner di Francesco Acerbi e sùbito dopo con l’ennesimo capolavoro di Lautaro Martinez, per una volta da fuori area, sotto l’incrocio. In entrambi i casi la netta sensazione dallo stadio è stata quella di una partita in discesa, tra le mani degli uomini di Simone Inzaghi già a metà dell’opera. San Siro che canta, i calciatori che giocano a mente più leggera, pronti soltanto a chiudere il dossier alla prima ripartenza letale. Peraltro, in entrambi i match i gol si sono incastrati in momenti chiave della partita: nel recupero del primo tempo contro gli uomini di Alessio Dionisi, in avvio di match contro quelli di Motta che non raccoglievano la palla dalla rete da oltre 400 minuti. Perfetti per “tagliare le gambe” agli avversari, insomma.

Frattesi all’Inter, ecco come Marotta l’ha soffiato al Milan

C’è l’ok del Sassuolo. Il centrocampista in nerazzurro per 33 milioni. Oggi la firma

Un sorpasso improvviso e avventuroso, ma pure studiato e realizzato con una certa sicurezza prima dell’ultima curva.

L’Inter vuole Davide Frattesi da tempo ormai, ma ha deciso di dare una sgasata decisiva verso il centrocampista del Sassuolo solo nella serata di lunedì, quando i due club sono tornati a parlarsi a carte scoperte. Il blitz per superare la concorrenza, Milan in primis, è stato poi portato a termine ieri quando i nerazzurri hanno iniziato a temere davvero che quel ragazzo a lungo corteggiato potesse scappare sul più bello. Frattesi ha continuato a sentirsi interista mentre il Milan decideva di informarsi seriamente su di lui all’inizio di questa settimana e, nelle ultime ore, mentre il Napoli lunedì faceva al Sassuolo un’offerta, poi ribadita ieri, nel complesso superiore rispetto a quella di 33 milioni totali presentata dall’Inter. Il 21enne mancino tedesco-serbo dell’Udinese continua a piacere tantissimo a dirigenti e tecnico Inter e rappresentava un’opzione di alto livello per cautelarsi nel caso fosse franato il progetto principale, ovvero l’azzurro dell Sassuolo . E ieri si è dato l’ultimo colpo di vite ottenendo l’ok emiliano a un prestito oneroso di 5 milioni con obbligo di riscatto di 22 milioni che dovrebbe scattare a febbraio del 2024. Nel calderone, poi, un giovane talento di proprietà nerazzurra e che sarebbe probabilmente andato a Sassuolo a prescindere: Samuele Mulattieri, valutato in totale 6 milioni, dopo la buona stagione in prestito a Frosinone.

Napoli, altri due colpi per Spalletti

Non solo l’ufficialità di Simeone: l’attaccante azzurro e il centrocampista francese completano la rosa partenopea.La roboante vittoria all’esordio in campionato contro il Verona, l’ufficialità dell’ingaggio di Giovanni Simeone e ora un doppio colpo per completare la rosa e mettere a disposizione di Luciano Spalletti una squadra pronta a giocarsela con chiunque. È tutto definito per gli arrivi a Napoli di Giacomo Raspadori e Tanguy Ndombele. Ndombele ha terminato le visite mediche a Villa Stuart, dove è arrivato l’attaccante. Al termine ci sarà il nero su bianco dell’accordo con il club di De Laurentiis.

Per il centrocampista francese, di proprietà del Tottenham, l’accordo era già stato chiuso mercoledì: prestito oneroso di circa 1 milione di euro tra parte fissa e bonus, con diritto di riscatto fissato a 32 milioni di euro.

Nella mattinata di giovedì è stato invece definito col Sassuolo quello per l’attaccante azzurro, con il relativo scambio di documenti: ai neroverdi vanno 5 milioni di euro subito per il prestito oneroso, più 25 milioni pagabili in 5 anni per l’obbligo di riscatto e ulteriori 5 milioni di bonus legati alle prestazioni individuali e di squadra. Il valore totale del trasferimento potrebbe dunque salire fino a 35 milioni.

Ora Spalletti ha tutto ciò che gli serve per affrontare una stagione ricca di impegni: un centrocampista per sostituire il partente Fabian Ruiz, un vice Osimhen dopo l’addio di Petagna e un attaccante duttile capace di agire sia da esterno nel 4-3-3, sia da supporto al centravanti di riferimento nel 4-2-3-1. Numericamente la società è stata capace di sopperire agli addii di Insigne e Mertens, ora spetta ai loro sostituti dimostrare di essere all’altezza del blasone del Napoli.