Szczesny si ritira dal calcio. Il portiere sui social: “Ho dato tutto: il mio cuore non c’è più”

Dopo la risoluzione con la Juventus delle scorse settimane, ecco l’annuncio del polacco: nessuna nuova sfida, Tek smette

La notizia della risoluzione con la Juventus è solo di qualche settimana fa. Poi si erano aperte svariate ipotesi: Arabia Saudita, Monza, Mls. Invece, Szczesny sorprende ancora una volta: smette con il calcio. A 34 anni, il polacco dice basta. E lo fa tramite una lunga lettera pubblicata sui social in cui ripercorre tutta la carriera da calciatore.

“Ho lasciato Varsavia, la mia città, nel giugno del 2006 per andare all’Arsenal con un sogno – vivere di calcio. Non sapevo che sarebbe stato l’inizio dell’avventura di una vita. Non sapevo avrei giocato per i più grandi club del mondo e che avrei rappresentato la mia nazionale 84 volte. Non sapevo mi sarei non solo costruito una vita grazie al calcio, ma il calcio sarebbe diventato la mia intera vita. Non ho solo realizzato i miei sogni, sono arrivato dove la mia immaginazione nemmeno mi avrebbe permesso. Ho giocato partite al più alto livello possibile, contro i giocatori più forti della storia, senza mai sentirmi inferiore. Mi sono fatto amici per la vita, ho creato ricordi indelebili e conosciuto persone che hanno avuto un impatto incredibile sulla mia vita.  Tutto quello che ho e tutto quello che sono lo devo a quel bel gioco del calcio”.

“Ma ho anche dato tutto quello che avevo – prosegue Szczesny -. Ho dato al gioco 18 anni della mia vita, ogni giorno, senza scuse. Oggi, il mio corpo si sente ancora pronto per delle sfide, ma il mio cuore non c’è più. Sento che è arrivato il momento di dare tutte le mie attenzioni alla mia famiglia – alla mia incredibile moglie Marina e ai nostri due bei bambini Liam e Noelia. Per questo ho deciso di ritirarmi dal calcio professionistico. Avrei tantissime persone da ringraziare, ma proverò a farlo personalmente con ognuno. Ma a voi, tifosi, devo un grazie speciale. Ogni storia ha una fine, ma nella vita ogni fine è un nuovo inizio. Niente è impossibile e credetemi, sognerò in grande!”.

Szczesny incanta, la Juve lo vende: sempre più vicino all’Al Nassr, Giuntoli stringe per Di Gregorio

Il portiere polacco fa miracoli agli Europei, intanto i bianconeri attendono la prima offerta dagli arabi, che non dovrebbe andare oltre i 2-3 milioni, e vogliono chiudere per inizio luglio

Dopo averla portata all’Europeo, Szczesny ha già messo le cose in chiaro al debutto: la nazionale della Polonia può contare su di lui. La sconfitta con l’Olanda non fa passare in secondo piano l’ottima prestazione del portiere, protagonista di un intervento che ha negato la rete a Van Dijk e in generale il migliore in campo dei suoi.

Un livello di performance così alto da far venire dubbi sulla decisione della Juve, che lo sta accompagnando all’uscita per fare spazio a Di Gregorio.

Le motivazioni che portano alla fine del rapporto tra Szczesny e la Juve sono due: la valutazione economica (per via dello stipendio di 6 milioni e mezzo netti, che diventano il doppio per il costo azienda) e quella tecnica. Thiago Motta, infatti, predilige nel suo progetto un portiere abile a giocare con i piedi: Giuntoli gli ha reperito la migliore espressione possibile sul mercato, considerato che Di Gregorio è l’estremo difensore che nella passata stagione ha fatto più tocchi di palla con i piedi all’interno della propria area di gioco. Il prescelto della Juve guadagnerà 2 milioni a stagione per i prossimi 5 anni, ad affiancarlo sarà Perin che aveva già accettato il compromesso di guadagnare meno all’ultimo rinnovo (1,5 circa) e ora è prossimo a prolungare.

Si fa davvero fatica a rinunciare a uno Szczesny così. Non un caso che ci abbiano pensato in Arabia Saudita, dove continuano a sviluppare il proprio campionato (la Saudi Pro League) provando ad alzare sempre di più il livello delle squadre con dei giocatori di prima fascia. L’erede di Buffon alla Juve è in trattativa con l’Al-Nassr, dove Cristiano Ronaldo – già suo compagno di squadra a Torino – si è mosso per fare da garante all’operazione: la proposta biennale supera la doppia cifra per ciascuna stagione, va circa al triplo dello stipendio percepito alla Juve.

Quando sbaglia Szczesny viene giù la Juve: contro il Sassuolo almeno due errori decisivi

Una papera del portiere ha sbloccato il Sassuolo e anche il decisivo terzo gol è nato da una sua respinta difettosa su cui si è fiondato Pinamonti

Ci risiamo. Szczesny offre una pessima prestazione col Sassuolo: decisivi i suoi errori su due delle quattro reti subite a Reggio Emilia. Come in altre occasioni passate, la serata negativa dell’estremo difensore polacco trascina fuori dal campo l’intera squadra: Tek è tra i pochi giocatori veramente esperti della rosa, i suoi cali di tensione adesso costano ancora più caro alla formazione di Allegri.

Il numero uno Juve al Mapei Stadium giocava la sua terza gara stagionale: clamoroso il suo errore sullo 0-0 su un tiro dalla distanza di Laurienté (al dodicesimo minuto, quando ha respinto la palla tra i suoi piedi e dunque dentro la porta) e successivamente su Pinamonti (al minuto 82, quando è stato punito dall’attaccante ex Inter per una sua ribattuta corta con i pugni). In pieno recupero è stato invece graziato dalla traversa su un tiro di Defrel ma tradito da Gatti, che ha depositato la palla nella sua porta in un momento di buio totale, rendendo più pesante il k.o. di Reggio.    

Vero: il portiere della Juve ha salvato il risultato con un intervento strepitoso – in tuffo – sul tentativo di Tressoldi prima dell’intervallo, e ancora in un paio di circostanze nella ripresa. Troppo poco però per rimettere sui giusti binari una partita compromessa, riproponendo insicurezze che in passato (con errori a Udine o a Napoli) avevano messo in discussione la sua titolarità. Con Perin che scalpita in panchina, e soprattutto con la grande responsabilità di leader che ha sulle spalle, gli errori di Szczesny pesano e rientrano tra i motivi principali che portano alla prima sconfitta stagionale.

Quando sbaglia Szczesny viene giù la Juve: contro il Sassuolo almeno due errori decisivi

Una papera del portiere ha sbloccato il Sassuolo e anche il decisivo terzo gol è nato da una sua respinta difettosa su cui si è fiondato Pinamonti

Ci risiamo. Szczesny offre una pessima prestazione col Sassuolo: decisivi i suoi errori su due delle quattro reti subite a Reggio Emilia. Come in altre occasioni passate, la serata negativa dell’estremo difensore polacco trascina fuori dal campo l’intera squadra: Tek è tra i pochi giocatori veramente esperti della rosa, i suoi cali di tensione adesso costano ancora più caro alla formazione di Allegri.

Il numero uno Juve al Mapei Stadium giocava la sua terza gara stagionale: clamoroso il suo errore sullo 0-0 su un tiro dalla distanza di Laurienté (al dodicesimo minuto, quando ha respinto la palla tra i suoi piedi e dunque dentro la porta) e successivamente su Pinamonti (al minuto 82, quando è stato punito dall’attaccante ex Inter per una sua ribattuta corta con i pugni). In pieno recupero è stato invece graziato dalla traversa su un tiro di Defrel ma tradito da Gatti, che ha depositato la palla nella sua porta in un momento di buio totale, rendendo più pesante il k.o. di Reggio.    

Vero: il portiere della Juve ha salvato il risultato con un intervento strepitoso – in tuffo – sul tentativo di Tressoldi prima dell’intervallo, e ancora in un paio di circostanze nella ripresa. Troppo poco però per rimettere sui giusti binari una partita compromessa, riproponendo insicurezze che in passato (con errori a Udine o a Napoli) avevano messo in discussione la sua titolarità. Con Perin che scalpita in panchina, e soprattutto con la grande responsabilità di leader che ha sulle spalle, gli errori di Szczesny pesano e rientrano tra i motivi principali che portano alla prima sconfitta stagionale.

Una squadra nella squadra: i segreti del gruppo portieri Juve

Gerarchie chiare e uomini spogliatoio, il legame umano e il livello degli allenamenti, il ruolo di Pinsoglio e quello di Filippi: così la staffetta tra Szczesny e Perin dà sicurezza ad Allegri e a tutto il gruppo

C’è un forte senso di appartenenza, tra i portieri della Juventus. Una squadra nella squadra, anima e motore di un gruppo che in questa stagione si è aggrappato spesso agli interventi risolutivi dell’ultimo difendente in campo. Aver fatto la “differenza” alla lunga si è rivelato il modo migliore per ottenere risultati migliori: le gerarchie sono chiare tra Szczesny e Perin, rispettivamente primo e secondo, e forse anche per questo le prestazioni di entrambi a un certo punto si sono compattate al punto di poter essere percepite allo stesso modo. Pinsoglio completa il reparto: lui unisce e alleggerisce, consapevole del suo ruolo di terzo.

Di forte impatto come il loro contribuito stagionale: che sia sceso in campo l’uno o l’altro, quest’anno la Juve ha trovato grande sicurezza nel proprio portiere. Perin si è fatto trovare sempre pronto: contro lo Sporting è stato doppiamente protagonista sul finale (anche Szczesny lo era stato in avvio di gara) e a fine gara ha rivolto il primo pensiero al compagno, che ha chiesto il cambio per qualche attimo di paura a causa di una tachicardia improvvisa (gli esami lo hanno poi tranquillizzato, gli ulteriori accertamenti di queste ore sono in via precauzionale: l’allarme è rientrato subito).

Chi tiene il reparto dei portieri in mano è Claudio Filippi, tra gli storici della Continassa. Il tecnico romano arrivò con Gigi Delneri dal Chievo nel primo anno dell’era Andrea Agnelli, successivamente venne trattenuto per scelta di Beppe Marotta e Fabio Paratici.