Via Osimhen, Anguissa, Dia e (forse) Bennacer: ecco le squadre più penalizzate

In Serie A sarà condizionata soprattutto la lotta per la salvezza. Inter e Juve non perderanno nessuno

I convocabili della Serie A sono circa una cinquantina, numero che può variare visto che qualcuno è indeciso sul proprio futuro in nazionale. Una cosa è certa: nessuna delle prime due in classifica subirà scossoni. Sia Inter, sia Juve non manderanno giocatori e potranno attingere pienamente dalla propria rosa. Pure la Lazio non vedrà partire nessuno, anche se i biancazzurri dovranno mandare il giapponese Kamada in Coppa d’Asia (dal 12 gennaio al 10 febbraio in Qatar).

Poco più di un mese e sarà Coppa d’Africa. Una sorta di incubo o quasi per molte squadre europee che vedranno andare via per circa un mese alcuni dei giocatori migliori. Soffre la ricca Premier (in lista fra gli altri l’egiziano Salah e il camerunese Andre Onana) così come la Serie A, che in questi ultimi anni ha visto moltiplicarsi le partenze quando arriva il momento del torneo più importante del continente. 

Stavolta si giocherà in Costa d’Avorio dal 13 gennaio all’11 febbraio 2024. Inizialmente, la manifestazione avrebbe dovuto svolgersi tra giugno e luglio, proprio per evitare sovrapposizioni con gli impegni dei club europei, ma le preoccupazioni per le condizioni metereologiche in Costa d’Avorio durante la nostra estate ha portato allo spostamento in avanti. Che avrà pesanti effetti sul nostro campionato. Considerando che i giocatori di norma dovranno rispondere alle convocazioni una settimana prima (salvo accordi ad personam), significa che dal 6 gennaio (19ª giornata) saranno indisponibili. E, nella peggiore delle ipotesi, ovvero per chi raggiungerà la finale, saranno assenti fino al weekend del 10-11 febbraio (24ª giornata), per un totale di sei giornate. Senza considerare che eventuali festeggiamenti possono prolungare il periodo di assenza. 

Milan, si avvicina il rientro di Leao: non ancora con l’Atalanta, nel mirino c’è il Newcastle

Guarita la lesione di primo grado del bicipite femorale destro, il portoghese pronto al ritorno in campo: l’obiettivo è esserci per l’ultima giornata di Champions

Rafa Leao vede la luce, e anche il Milan. Dopo la lesione di primo grado del bicipite femorale destro patita ormai quasi un mese fa, si avvicina la data del rientro. È l’esito degli esami strumentali svolti questa mattina, che evidenziano uan guarigione della lesione: via libera dunque al ritorno in campo, intanto per ritrovare la condizione. Per questo appare proibitivo un recupero in tempo per la partita di sabato in campionato in casa dell’Atalanta, nel mirino c’è l’ultima giornata del girone di Champione League mercoledì della settimana prossima a Newcastle. 

L’attaccante Milan aveva lasciato il campo dopo soli dieci minuti dall’inizio della partita dell’11 novembre al Via del Mare contro il Lecce, subito dopo uno scatto in verticale su un lancio di Pobega, non raggiunto perché il portoghese aveva fermato la corsa prima di arrivare sul pallone: “Mi sono fermato subito”, ha detto all’uscita dal campo a Pioli che gli chiedeva conto del problema. Dopo il primo bollettino medico che parlava di risentimento al flessore destro la risonanza magnetica ha permesso di quantificare una prognosi attorno al paio di settimane, in tempo per la sfida al Dortmund per cui Leao invece non ce l’ha fatta a recuperare. L’obiettivo diventa Newcastle. 

Titolari, riserve, mediani: con Inzaghi segnano tutti. E l’Inter non è Lautaro-dipendente

Tra Napoli e Benfica 6 gol con 6 marcatori differenti: anche quando la stella si prende una pausa, i Inter trovano la via del gol. Ecco come

Essere leader anche senza segnare. Eccolo, il nuovo Lautaro Martinez: capitano, riferimento, primo difendente. Ne è una prova chiara il pallone recuperato da cui è partita l’azione del 2-0 di Barella contro il Napoli. E anche quando il Toro non gonfia la rete, l’Inter va forte. Che notizia meravigliosa per Simone Inzaghi: in pochi giorni, tra Lisbona e Napoli, i nerazzurri hanno collezionato reti pur senza il numero 10 tra i marcatori. Una cooperativa del gol che coinvolge tutti. 

Si potrebbe dire, utilizzando un’espressione latina, che Lautaro sia “primus inter pares”. Un primo tra eguali, riferimento in un gruppo in cui tutti hanno pari dignità. Qui si parla di gol e di produzione offensiva: il Toro è ovviamente la stella e l’apice, con i suoi 15 gol tra Serie A e Champions League, ma non è la sola fonte da cui attingere per spiegare l’efficacia dei nerazzurri quando c’è da aggiungere reti al tabellino. In fondo Lautaro ha segnato un gol nelle ultime quattro partite (allo Stadium contro la Juventus) eppure l’Inter non ha rallentato dal punto di vista realizzativo. 

Emblematico quando accaduto nelle ultime due sfide, contro Benfica e Napoli. Questi i marcatori: Arnautovic, Frattesi, Sanchez, Calhanoglu, Barella, Thuram. Segnano tutti: attaccanti e centrocampisti, titolarissimi e “riserve”. A Lisbona non c’è stato bisogno di cambiare le cose all’intervallo per far partire la rimonta. I tre interisti a segno nella trasferta europea sono giocatori che provano a ritagliarsi il proprio spazio in quello che al momento è un monopolio, nelle partite che contano davvero. Hanno battuto un colpo e i fedelissimi di Inzaghi hanno subito risposto, a Napoli: Calha e Barella hanno dimostrato perché sono imprescindibili in questa Inter e Thuram ha immediatamente ricacciato indietro Marko e Alexis, in una concorrenza interna che non può che fare bene a una squadra che viaggia compatta verso obiettivi ambiziosi. 

Croazia, Modric ci riprova. Centrocampo al top, ma in attacco manca un vero leader

La nazionale arrivata terza al Mondiale in Qatar, vuole migliorarsi in campo europeo. Il numero 10 del Real Madrid resta il leader della squadra.

Un sorteggio amaro per l’Italia, che dalla terza fascia evita l’Olanda ma pesca la Croazia vicecampione del mondo nel 2018 e terza nel 2022. Niente Repubblica Ceca, Scozia, Slovacchia o Slovenia dunque, che avrebbero reso più abbordabile un gruppo B completato da Albania e Spagna.

Nonostante sia una nazionale piena di talento, la Croazia – decima nel ranking Fifa – ha avuto un cammino difficoltoso nelle qualificazioni per Euro 2024.

Nel gruppo D, assieme a Turchia, Galles, Armenia e Lettonia, la squadra guidata da Dalic ha chiuso al secondo posto con 16 punti, dietro ai turchi di Montella. Cinque vittorie, un pareggio e due sconfitte: questo il bilancio con cui si presenta al prossimo europeo la Croazia, che ha scherzato fino all’ultimo con il fuoco per strappare il pass in Germania. È stato, infatti, il successo contro l’Armenia all’ultima giornata (1-0, Budimir) a dare l’aritmetica qualificazione ai balcanici. Una difficoltà di continuità nei risultati dovuta alla mancanza di un vero centravanti. Al momento il goleador è Andrej Kramaric, gregario di Dalic sin da quel gruppo che ha sfiorato la coppa del mondo nel 2018. Dopo l’addio di Mandzukic, è il giocatore dell’Hoffenheim il leader dell’attacco. Dalic ha provato a dare fiducia anche a Budimir, Livaja, Musa e Petkovic, senza ottenere le risposte che cercava.

La stella rimane sempre Luka Modric che, se a Madrid gioca col contagocce, quando veste i colori biancorossi continua ad esaltarsi. Il capitano croato, a 38 anni, ha giocato tutte le otto partite del girone da titolare, sdoppiandosi sia come mezzala in un centrocampo a tre, sia come mediano nel caso della cerniera a due. Sarà lui, come sempre, a guidare la sua nazionale, in attesa dell’esplosione dei nuovi talenti. Sono due in particolari i nomi da tenere d’occhio: Martin Baturina, trequartista classe 2003 della Dinamo Zagabria, votato come miglior Under 21 del campionato croato, e Luka Sucic, 21enne del Salisburgo reduce da un infortunio al ginocchio ma già paragonato proprio a Modric per stile di gioco.

I piccoli diavoli di Pioli: Simic per la difesa, Camarda 9 di riserva. E’ un Milan giovanissimo

Il 18enne serbo favorito per giocare al posto di Thiaw. In panchina gli U20 Bartesaghi, Nava, Traore, Jimenez. Sarà l’undici più giovane dell’anno: 25 anni e un mese

Il piccolo generale ha 18 anni e dà ordini in tutte le lingue del mondo. Jan-Carlo Simic è il difensore centrale della Primavera del Milan, non ha un talento da predestinato ma ha una personalità speciale. È il primo dei leader della squadra, parla correntemente serbo, tedesco, italiano e inglese e – dicono – non si spaventa. Ne avrà bisogno perché Simic è il grande favorito per chiudere il grande buco aperto nella difesa del Milan dall’infortunio a Malick Thiaw. Cercasi disperatamente socio di Fikayo Tomori per Milan-Frosinone di domani sera e Stefano Pioli ha provato Jan—Carlo con i titolari.

Non c’è stata comunicazione ufficiale ma tutti, al Milan, aspettano lui dal primo minuto. Alternative? Spostare ancora Rade Krunic, come in Champions, adattare Calabria, promuovere Bartesaghi. Obiezioni semplici: Krunic contro il Borussia ha sbagliato più di una volta, Florenzi (il vice-Calabria) ieri non si è allenato, Bartesaghi in prima squadra ha fatto quasi sempre l’esterno e ha un carattere meno testato. Sì, è probabile si veda Simic.

Sono tutti Under 20, con Camarda quindicenne, e i loro anni di nascita sono un viaggio nel tempo. Nava e Traoré sono del 2004, Simic, Bartesaghi e Jimenez del 2005, Camarda del 2008. Sono giorni strani, al Milan. Pioli cammina sul sottile filo della critica, è stato confermato ma conosce le leggi del calcio: si va avanti con i risultati, senza quelli è dura. E allora servirebbe esperienza, invece qui si rischia di giocare la carta dell’incoscienza. La formazione iniziale di domani, se confermata, sarà la più giovane della stagione: 25 anni e 31 giorni di media. Non solo, in panchina ci saranno tanti giovani. Un portiere: Lapo Nava. Due terzini: Davide Bartesaghi e Alex Jimenez. Un esterno d’attacco: Chaka Traoré. Una punta: Francesco Camarda.

Milan, Bennacer ancora in gruppo: verso la convocazione dopo più di 6 mesi

L’algerino non gioca una partita ufficiale da più di duecento giorni: l’ultima, con gol, il 6 maggio contro la Lazio. Col Frosinone può rientrare.

Rieccolo. Ismail Bennacer è pronto a tornare tra i convocati dopo sei mesi di stop. Dall’ultima partita è passata una vita: 6 maggio 2023, 2-0 contro la Lazio, gol e arrivederci, prima dell’operazione al ginocchio che l’ha tenuto fuori più di 200 giorni. Sabato, però, dovrebbe rientrare a disposizione contro il Frosinone, ovviamente in panchina.

Il rientro di Bennacer è una buona notizia in un periodo complicato. Il Milan ha incassato tre schiaffi dal Borussia, la qualificazione in Champions è appesa a un filo e l’infermeria è strapiena. Kalulu ne avrà ancora per qualche mees, Thiaw tornerà nel 2024. Kjaer, Leao e Okafor, invece, si sono allenati a parte. Improbabile che vengano convocati, ma la situazione del danese va monitorata giorno per giorno. L’unico centrale a disposizione è Tomori – diffidato, tra l’altro -, quindi Pioli spera di riaverlo almeno in panchina. Le ipotesi sono tre: la prima porta a Krunic centrale difensivo, la seconda a Calabria con Florenzi terzino, mentre l’ultima si rifà al diciottenne Simic della Primavera. Sarebbe l’esordio assoluto tra i pro’. Intanto, ci sarà Bennacer, ormai sulla via del recupero definitivo. Una luce nel buio.