Milan-Inter derby top d’Europa: la città ha già vinto

Le squadre di Milano davanti a tutti per punti fatti e posizione in classifica. Madrid e Manchester inseguono

Vero che altrove corrono anche nelle Coppe, ma nei grandi campionati europei non c’è nessuna città che vola alto come Milano e vanta entrambe le squadre al comando della classifica. La condizione ideale per fare della sfida di lunedì sera il derby più pesante del continente. L’Inter ha dominato il torneo nel gioco e nei risultati, ma se non ha ancora la certezza della seconda stella è per colpa/merito di un Milan capace di tenere un’andatura che senza il percorso marziano dei cugini (26 vittorie, 5 pareggi, una sola sconfitta con un +60 di differenza reti) poteva valere lo scudetto. 

Così non sarà, ma resta la possibilità di negare la festa a domicilio per Lautaro e compagni. Il fatto che il Milan voglia anche riscattarsi dopo avere perso tutti e 5 i derby del 2023 e che l’Inter sia obbligata a vincere per chiudere i conti regala una scintilla in più tra due squadre che hanno sommato più punti di tutte. Anche di Sporting e Benfica, che a Lisbona giocano un derby lungo una stagione, vista la concorrenza zero se si eccettua il Porto. Real e Atletico hanno fatto più strada in Champions, ma nella Liga la squadra di Ancelotti comanda con meno punti dell’Inter e quella di Simeone è soltanto quarta. A Manchester va ancora peggio, perché il City svetta grazie al fresco harakiri di Arsenal e Liverpool ma lo United langue al settimo posto malgrado investimenti folli. Non va meglio a Londra, con l’Arsenal secondo e il Tottenham quinto e al momento ancora fuori dalla prossima Champions.

Quella di Milano è una rincorsa che parte da lontano. Solo cinque anni fa infatti la seconda stella sembrava un abbaglio. La Juve giocava un altro campionato, mentre Inter e Milan si scannavano per un posto nell’Europa che conta. Il vento sulla sponda nerazzurra ha iniziato a cambiare con Spalletti e poi con Conte, fino alla sublimazione con Inzaghi. Di là è stato Pioli a riaccendere il Diavolo.

Juve, progetto giovane: nuovo contratto per Yildiz, poi Calafiori, Greenwood, Leoni

Per il turco si aspetta solo l’ufficialità del nuovo accordo fino al 2028, con la maglia numero 10. Per arrivare al centrale del Bologna può essere sacrificato Huijsen. Piace anche il centrale della Samp, 17 anni

Signora sostenibile e giovane, anche grazie alla freschezza di qualche talento della Next Gen. È la Juventus secondo John Elkann, l’a.d. di

Exor, che Cristiano Giuntoli dovrà trasformare in un progetto reale e vincente tanto in campo quanto nei bilanci. La formula non è troppo lontana da quella sperimentata con successo dal d.t. ai tempi del Napoli e dello storico scudetto 2023. Il dirigente toscano, dopo un anno di studio, inserimento e apprendistato del mondo Juve, è ponto a passare alla fase 2 in estate. Dall’anno zero all’anno uno per dirla con Elkann. Così, incassato il biglietto per il Mondiale per club e in attesa del pass per la Super Champions, Giuntoli con un occhio guarda al presente e con l’altro al futuro.

Non a caso la prima tessera del nuovo puzzle è Kenan Yildiz. Un 18enne decollato in Next Gen, ma che ha già debuttato in prima squadra, segnato 3 gol (uno in campionato, due in Coppa Italia) e acceso i sogni dei tifosi.

Il turco si candida per essere uno dei volti principali, se non proprio quello copertina, della Signora 2.0. Sensazione rafforzata dalle ultime mosse della Juventus, che come da programmi ha blindato il ragazzo ingaggiato dal Bayern a parametro zero. Ormai s’aspetta soltanto l’ufficialità della fumata bianca (fino al 2028, stipendio intorno al milione lordo più bonus), che dovrebbe arrivare alla conquista ufficiale del biglietto per il ritorno in Champions League o al più tardi dopo l’eventuale finale di Coppa Italia. Dettagli, un po’ come quelli ancora da limare. Kenan è già il presente della Juventus, ma è destinato a rappresentare soprattutto il futuro. Per tutti questi motivi, alla Continassa sono stati reattivi nel lanciarlo e anche nel “difenderlo” dagli attacchi delle big europee: Liverpool, Arsenal e Borussia Dortmund su tutti. Gli aspetti tecnici si intrecciano a quelli commerciali.

Inter, a Milano una festa in… pausa: cosa (non) succede lunedì sera se l’Inter vince il derby

Il 22 aprile la squadra di Inzaghi potrebbe conquistare aritmeticamente lo scudetto battendo il Milan: poche opportunità, tanti limiti e le celebrazioni in città posticipate di un giorno

I gesti scaramantici si sprecheranno, in questa settimana di avvicinamento al primo match point scudetto dell’Inter. Il traguardo però è lì, a distanza di tre punti proprio nello stadio che ha accompagnato i nerazzurri per tutta la stagione. Certo, il Giuseppe Meazza sarà addobbato di rossonero per un bizzarro scherzo del calendario, però gli uomini di Simone Inzaghi percepiranno comunque la spinta di metà città in un derby dal sapore unico contro un Milan impegnato in un ormai rassegnato e tardivo inseguimento. Un dubbio silente, però, stuzzica la curiosità di molti interisti: cosa succede se l’Inter vince il campionato battendo i cugini alla prossima giornata, lunedì 22 aprile?

Chiarito che il bus scoperto sarà eventualmente organizzato per il giorno successivo per motivi di ordine pubblico, il club nerazzurro non dovrebbe essere parte di alcuna iniziativa celebrativa per la sera stessa, proprio per questioni di sicurezza. Non dovrebbero essere previsti maxischermi, anche se nulla vieterà ai tifosi di festeggiare per strada con amici e parenti: per le vie di Milano si sentiranno cori e clacson, si vedranno sciarpe e bandiere, ma è prevista una serata di festa solamente “spontanea” e popolare, comunque controllata dalle forze dell’ordine al fine di evitare disordini e scontri. I protagonisti dello scudetto non si vedranno, con ogni probabilità.

Anche se pare assurdo, l’Inter sarà davvero ufficialmente in trasferta lunedì e per immaginarsi le eventuali scene di festa si può attingere ai precedenti di tricolori vinti lontano da casa. I calciatori festeggerebbero sotto la Curva Nord, canterebbero con i tifosi e di fatto poco altro, lasciando sospesa l’euforia a contatto con i tifosi per il giorno successivo in cui appunto il gruppo farà il giro della città per il consueto bagno di folla.

Inter, contro il Cagliari Sanchez in coppia con Thuram. Titolari anche Mkhitaryan e Darmian

Nell’ultima seduta di stamani il cileno ha vinto il ballottaggio con l’austriaco. Nonostante la diffida per l’armeno, Frattesi resta in panchina. In difesa torna Bastoni

Dopo l’ultima seduta di stamani alla Pinetina Simone Inzaghi è orientato a puntare su Sanchez al fianco di Thuram. Ieri il tecnico aveva provato Arnautovic in coppia con il francese, ma alla fine ha scelto il cileno per sostituire lo squalificato Lautaro Martinez. L’altro nerazzurro fermato dal giudice sportivo, Pavard, sarà invece avvicendato con Bisseck.

Davanti a Sommer, dunque, giocheranno Bisseck, Acerbi e Bastoni, con quest’ultimo che ha recuperato e tornerà titolare dopo aver saltato la trasferta di Udinese. In mezzo al campo Darmian (e non Dumfries sulla destra) con Dimarco sull’out opposto. Il reparto sarà completato da Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan. L’armeno è l’unico diffidato in campo, dunque a rischio di saltare il derby di lunedì 22, ma Inzaghi non ha intenzione di rinunciare a lui. Magari gli chiederà di stare attento e di evitare a tutti i costi il giallo, ma il tecnico di Piacenza vuole i tre punti per chiudere il discorso scudetto il più in fretta possibile. Ecco perché, a meno di nuovi ripensamenti nel pomeriggio, stasera contro il Cagliari andrà in campo l’Inter migliore. Squalificati a parte.

La serata no di Leao: San Siro lo fischia, Maignan lo rimprovera. Ma la curva non lo abbandona

Il portoghese è stato fischiato da gran parte dei tifosi al momento del cambio, ma la Sud gli ha dedicato un coro 

Lo strappo – se davvero di strappo si tratta – si consuma al minuto 78, quando Pioli decide di rinfrescare l’attacco e chiama Rafa Leao in panchina per sostituirlo con Okafor. E’ allora che succede quello che non ti aspetti: fischi. Ma tanti fischi, grosso modo da tre dei quattro lati del Meazza. Non si tratta di disapprovazione a macchia di leopardo, qua e là, ma di decibel arrivati a un livello importante.

La prima domanda che si rincorre in tribuna stampa, e anche fra i seggiolini del Secondo Rosso, è: ma i fischi erano per Rafa o per Pioli che ha tolto chi in teoria avrebbe le potenzialità per rimettere la partita in sesto? La domanda è legittima perché se la risposta è la prima, la cosa non può passare inosservata e acquista un determinato peso: Leao è già stato fischiato in passato da San Siro, ma mai con questa intensità. Sensazione? Quei fischi erano più per lui che per Pioli (o magari per entrambi), al termine di una delle prestazioni più grigie di sempre del portoghese in proporzione all’importanza del match. Mai in partita, mai un guizzo, e nemmeno la sensazione che volesse provarci. Rassegnato a rimbalzare contro il muro alzato da un sorprendente El Shaarawy che ha protetto Celik dalle scorribande del 10 rossonero.

Taremi, già iniziato l’iter per la cittadinanza portoghese: libera lo slot extracomunitario?

L’attaccante iraniano maturerà a fine luglio i requisiti richiesti dalla legge lusitana: cosa può succedere

Il prossimo 23 luglio Mehdi Taremi spegnerà cinque candeline. Lo stesso giorno del 2019, infatti, l’attaccante veniva tesserato dal Rio Ave a completamento dell’operazione che lo aveva portato in Portogallo dai qatarini dell’Al-Gharafa. Secondo la legge lusitana i cinque anni di residenza – senza interruzione – e lavoro nel paese sono un requisito imprescindibile per arrivare alla cittadinanza e questo anniversario interessa da vicino anche l’Inter, prossima squadra dell’iraniano. Secondo quanto rivelato in Portogallo da O Jogo, infatti, il calciatore del Porto avrebbe già avviato le pratiche per ottenere in estate lo status desiderato.

Secondo i media locali innanzitutto Mehdi Taremi è già in possesso da gennaio del certificato di residenza permanente, fondamentale per la cittadinanza. In secondo luogo, altre pratiche burocratiche sarebbero state avviate con largo anticipo per presentarsi a luglio con tutti i documenti pronti. In estate il calciatore farà richiesta all’agenzia preposta – l’Aima – e poi potrà essere considerato un lavoratore comunitario. Resta da capire quali margini ha l’Inter per trarre vantaggio da questa situazione: tesserandolo il 1° luglio, appena possibile, occuperebbe uno dei due slot extracomunitari a disposizione (uno solo nel remoto caso di permanenza di Alexis Sanchez). Dal 23 in poi, invece, potrebbe arrivare il cambiamento di status che secondo O Jogo libererebbe lo slot dando al club nerazzurro molti più margini di manovra, magari per un giovane o per un’operazione nella sessione invernale di calciomercato.

Yildiz l’intoccabile: i tifosi lo adorano, la Juve prepara il rinnovo e la maglia numero 10

L’estate scorsa per un ragazzo che voleva comprare la maglia di Kenan Yildiz la strada era tutta in salita: non esistevano quelle già pronte e nemmeno la scritta prestampata, il cognome andava composto lettera per lettera e agli addetti alla personalizzazione dello Juventus Store bisognava fare lo spelling, perché non sapevano esattamente come si scrivesse.

Normale, visto che fino a quel momento il ragazzino turco non aveva giocato neppure un minuto in Serie A. Adesso la sua casacca numero 15 è la più venduta e nessuno nello store bianconero chiede più come si scrive Yildiz. All’Allianz Stadium è uno dei più applauditi e i tifosi, soprattutto i giovani, stravedono per lui, probabilmente perché nei suoi piedi educati e nella faccia pulita vedono il futuro della Signora. C’è grande fiducia nonostante Yildiz abbia segnato una sola rete in campionato (il 23 dicembre al Frosinone) e da quasi due mesi (17 febbraio con il Verona) non giochi una partita da titolare.

Ho scommesso che Kenan Yildiz sarà nominato per il Pallone d’Oro entro 5 anni. Ho giocato con molti ragazzi, ma non ho mai visto un talento simile. Sono fiducioso di vincere la scommessa”: così Wojciech Szczesny, intervistato da “Foot Truck”, ha incoronato il suo compagno di squadra, che a 18 anni è già stato lanciato da Vincenzo Montella in nazionale. Allegri lo sta dosando come ha sempre fatto con i giovani, la Juventus però ha deciso di blindarlo, rinnovando un contratto prolungato appena un anno fa fino al 2027. Gli estimatori non mancano (Borussia, Lipsia, Liverpool e Arsenal), ma per il club è un intoccabile e la nuova scadenza (2029 con adeguamento dell’ingaggio dai 350 mila attuali al milione) è per dare un segnale al ragazzo e alle big europee. Col rinnovo potrebbe arrivare anche il cambio di maglia: l’idea è di proporgli la 10 che fu di Alessandro Del Piero — l’idolo di Yildiz che come lui esulta con la linguaccia — attualmente di proprietà di Paul Pogba, che presto potrebbe lasciare la Juventus per la squalifica per doping (si attende il ricorso al Tas). Kenan l’ha avuta in Next Gen e ha il talento per impreziosirla. Anche l’Adidas sarebbe felice: scontata un’ulteriore impennata nelle vendite.

Frattesi gol, l’Inter esplode: il grande obiettivo è vincere lo scudetto nel derby

Al gol vittoria la panchina interista si è riversata in campo, una reazione che ben descrive quanto la squadra senta i due obiettivi: la matematica certezza della stella contro il Milan e il record di punti in Serie A. Intanto un primato è raggiunto: nessuna squadra aveva segnato in tutte le prime 31 giornate di A

Dopo il gol Frattesi la panchina dell’Inter e i dirigenti nerazzurri in tribuna sono esplosi in un’esultanza clamorosa. Quasi da finale di Champions. E poi hanno vissuto gli ultimi secondi in piedi, con grande partecipazione. Perché? In caso di 1-1 il vantaggio sarebbe comunque rimasto di 12 punti rispetto al Milan secondo, ma il successo firmato dal tap in dell’ex centrocampista del Sassuolo non solo ha rimandato i rossoneri a -14. C’è di più… Molto di più dietro l’esultanza finale dopo il triplice fischio, sotto il settore occupato dai tifosi nerazzurri.

il Lecce aveva già reso impossibile per l’Inter festeggiare il tricolore nel match di domenica a San Siro contro il Cagliari. L’affermazione di Udine, però, consente alla formazione di Inzaghi di tenere vivo il sogno di conquistare il titolo nel derby di lunedì 22. Sarà necessario fare lo stesso risultato dei cugini nel prossimo turno e poi batterli nella stracittadina. Oppure allungare a +16 nel prossimo week end e pareggiare (o vincere) il derby. L’incubo dei tifosi del Diavolo, dunque, dopo stasera resta vivo.  

La vittoria di Udine, però, è pesante anche perché consente a Lautaro e compagni di restare in corsa per superare il record di punti della Juventus 2013-14: la formazione di Conte allora conquistò 102 punti e i nerazzurri se vinceranno le prossime 7 sfide arriveranno a 103. Il pari in Friuli avrebbe invece consentito “solo” di raggiungere quota 101.

Da Leao e Theo a Pulisic e Loftus: Milan, quanti cartellini schizzati verso l’alto

L’ottimo 2024 del Diavolo non sta giovando solo alla classifica ma anche al valore di molti giocatori, che salgono mese dopo mese. Un circolo virtuoso innescato – non solo quest’anno – dalla gestione Pioli

I buoni risultati sul campo non portano benefici soltanto a livello di classifica, ma anche all’intero sistema che governa un club. Ovvero anche in termini economici. Vincere significa veder crescere le quotazioni dei propri giocatori, che diventano più appetibili agli occhi del mercato.

L’ottimo 2024 del Milan sta avendo anche questi effetti (in realtà la cavalcata era partita già a dicembre 2023), sebbene si tratti più in generale di un circolo virtuoso generato da quando Pioli è alla guida del Diavolo (ottobre 2019). Vediamo i casi più emblematici (in ordine alfabetico).

Dai 138 minuti con cui ha concluso la scorsa stagione ai 1.756 di quella attuale (e ovviamente non è finita qui). Il Milan ha trovato un titolare che nessuno si sarebbe aspettato Leao, grazie alla perseveranza del diretto interessato e al lavoro dell’allenatore, che lo ha educato a una fase difensiva della quale prima non era in possesso. Acquistato nell’estate 2021 per 10 milioni (bonus compresi), l’evidente crescita di quest’anno lo porta a valerne il doppio.

Una crescita costante, anno dopo anno, fino a farlo diventare fra i terzini sinistri più forti al mondo. Molti sostengono sia in cima al podio. Fatto sta che Theo era stato pagato al Real 20 milioni e adesso siamo ragionevolmente sugli 80. Uno dei big veri di questa rosa. Il Milan, nel caso, di milioni ne chiede 100 e il francese è verosimilmente atteso dalla stessa situazione di Tonali: non sarà tecnicamente sul mercato, ma se in via Aldo Rossi bussasse qualcuno con in mano un’offerta indecente.

Inter, c’è anche Martial: via dallo United, i nerazzurri lo valutano. Tutte le piste per l’attacco

Il francese si svincola dallo United ed è un dossier sul tavolo nerazzurro. La priorità resta Gudmundsson, ma prima bisogna fare cassa con le cessioni

C’è un’altra pista per l’attacco dell’Inter. E porta il nome di Anthony Martial. Pare quasi un vecchio amico, una conoscenza datata, perché non è certo la prima volta che il suo profilo viene accostato alla società nerazzurra. Stavolta va così: Martial va in scadenza di contratto a giugno, l’accordo con il Manchester United non sarà rinnovato e dunque è già libero oggi di firmare per un’altra squadra. È stato proposto all’Inter e le valutazioni sono in corso. Valutazioni di ogni tipo, evidentemente, anche quelle relative a una continuità di rendimento che nelle ultime stagioni non è stata il suo forte.

Martial si affianca a Gudmundsson, questo è chiaro. Un nome esclude l’altro, non è pensabile che l’Inter aggiunga altri due nomi a un attacco che prevede già per la prossima stagione l’innesto di Taremi. Il francese costa zero, l’islandese vale un investimento ma certamente porta con sé meno interrogativi sul piano delle prestazioni. Ma Martial all’Inter e all’area tecnica nerazzurra piace da anni: più volte i nerazzurri ci hanno fatto un pensiero. L’ultima volta è accaduto anche lo scorso inverno, quando è stata valutata l’ipotesi di un acquisto nel reparto offensivo. E contemporaneamente l’attaccante sembrava subito in uscita dal club inglese, senza aspettare il prossimo giugno. Ora la possibilità si ripropone. Martial ha mercato, nonostante arrivi da stagioni negative, e dunque vuole valutare tutte le possibilità sul tavolo. Ne ha almeno tre: il Fenerbahce e due club francesi di prima fascia. L’Inter dal canto suo deve capire nel frattempo se l’obiettivo numero uno, Gudmundsson, resta percorribile o se l’interesse della Premier rischia di far saltare il banco.