Milan, la corsa al centravanti. Vlahovic il preferito ma ci vuole tempo. Per Hojlund invece

Situazione terzino: Athekame può arrivare già domani o venerdì, i dettagli della trattativa.

Se l’inizio della settimana è stato decisamente ricco di soddisfazioni – presentazione e sbarco di Modric a Milanello, fumata bianca della telenovela Jashari -, si preannunciano potenzialmente soddisfacenti pure i prossimi giorni. Anche perché, adesso che le caselle stanno man mano andando al loro posto, la dirigenza rossonera può dedicarsi con più forza ai prossimi obiettivi. 

Il primo nome di cui occuparsi adesso è diventato quello di Zachary Athekame, destinatario designato della maglia da terzino destro. La situazione con lo Young Boys aveva registrato un salto di qualità già negli ultimi giorni, con una prima offerta rossonera da 7 milioni di base fissa poi portata a 8, e i contatti si stanno infittendo. Il Milan si attende che la soluzione finale arrivi dai consueti bonus, dal momento che per ora il club svizzero chiede (almeno) 10 milioni, facendo filtrare di avere richieste superiori da Francia e Inghilterra. Tare nelle ultime ore ha aumentato il pressing sui gialloneri e lavorando ancora un po’ sulla forbice domanda-offerta l’affare dovrebbe andare in porto in tempi ragionevolmente stretti. L’obiettivo è chiudere entro la settimana, magari già nelle giornate di domani o venerdì. Il giocatore intanto è stato convocato per la sfida di campionato in programma stasera a Basilea. Da verificare se sarà impiegato o meno: sabato scorso, contro il Winterthur, era entrato a gara in corso. Dopo la partita di oggi, l’affare potrebbe registrare l’accelerata decisiva. 

Per quanto riguarda l’attacco, occorrerà avere più pazienza. Il nome in cima alla lista era e resta quello di Vlahovic, ma il Milan in questa fase ha margini di manovra ancora ristretti: la situazione dipende troppo dalle esigenze e dalla riflessioni della Juve, così come dalle richieste di ingaggio del serbo. In questo contesto, tornano così a salire come alternativa le quotazioni di Hojlund, nome sicuramente più facile a cui arrivare. Lo United ha messo sul piatto una super offerta al Lipsia per Sesko, il cui arrivo ridurrebbe ulteriormente gli spazi per gli altri attaccanti. 

Milan-Jashari, è fatta! Domani visite mediche, i dettagli dell’affare

Decisiva la volontà del centrocampista: si dovrebbe chiudere a 34 milioni più 3 di bonus. Il centrocampista è atteso a Milano in serata, avrà il numero 30

La volontà ferrea e assoluta del giocatore e l’ultimo, ulteriore miglioramento dell’offerta rossonera. Alla luce di questi due fattori, il Bruges ha indirizzato il pollice verso l’alto: il Milan si regala Ardon Jashari, che il club belga non ha convocato per il preliminare di Champions a Salisburgo e che è atteso a Milano già stasera, mentre domani sarà il giorno delle visite mediche. Prenderà la maglia numero 30. Decisivo il pressing congiunto – è proprio il caso di dirlo – del centrocampista e del Diavolo, che insieme hanno creato le condizioni per l’intesa. Il disco verde arriverà sulla base di 34 milioni più 3 di bonus, per una cifra complessiva che si discosta poco dai 40 su cui si era impuntato il Bruges. 

Decisivo quindi l’ultimo rialzo rossonero nella parte fissa – da 33,5 a 34 – e un’ulteriore rimodulazione di quella variabile. D’altra parte la clessidra scorreva e il Bruges aveva capito ormai da tempo essenzialmente due fattori: il giocatore riteneva conclusa la sua avventura in Belgio e, allo stesso tempo, voleva esclusivamente il Milan. Il Diavolo preferito anche alle sirene della Premier League e ovviamente di quelle arabe, su cui i nerazzurri confidavano in prospettiva di un incasso sul cartellino sicuramente migliore. Jashari ha fatto di tutto per aiutare il Milan, chiedendo (e ottenendo) di allenarsi da solo per un certo periodo, disertando gli appuntamenti ufficiali del club e non venendo convocato per i primi impegni ufficiali della stagione. Compresa l’andata del preliminare di Champions in programma domani col Salisburgo. Una volontà ferrea che alla fine ha sgretolato il muro del Bruges, consapevole di stare iniziando l’annata col suo miglior giocatore nelle scomode vesti di separato in casa. La pazienza e la perseveranza del Milan hanno fatto il resto. Dopo le visite Jashari sarà convocabile per la doppia trasferta britannica del Milan contro Leeds e Chelsea di sabato e domenica.

Davvero Neymar può andare alla Juve? La fattibilità e i costi dell’operazione

L’appello di Bremer al connazionale accende la fantasia dei tifosi: il campione cerca il riscatto prima del Mondiale dopo un periodo in chiaroscuro e sarebbe più “sostenibile” del colpo Ronaldo. Ma un ruolo cruciale lo giocherebbero gli sponsor.

Da Cristiano Ronaldo a Neymar: il passo è breve. Bremer porta in regalo (si fa per dire) alla Juve il brasiliano più famoso e guarda caso tornano in mente tante analogie con CR7, sbarcato a Torino nel 2018 a 33 anni. È curioso che Neymar (nato anche lui il 5 febbraio) abbia ora la stessa età di quando arrivò il fuoriclasse di Funchal e sia a caccia di una grande occasione di rilancio in vista del prossimo Mondiale.

Ovviamente l’idea del difensore bianconero merita approfondimenti di natura tecnica non banali. A cominciare dalla coesistenza con l’astro nascente Yildiz. Ma è altrettanto chiaro che una stella planetaria come l’attuale numero 10 del Santos stuzzichi tante fantasie, non solo dei tifosi più accesi. 

La sua immensa classe, a dispetto di una serie incredibile di infortuni, gli ha permesso di diventare un’icona, non solo in Brasile. Non va dimenticato che il Psg del 2017 spese 222 milioni di euro per strapparlo al Barcellona, mettendo a segno l’acquisto più costoso della storia (un record che resiste). E quando nell’agosto del 2023 la rottura con l’ambiente francese lo ha portato a scegliere l’opzione saudita dell’Al Hilal ai qatarioti è spettato un indennizzo di 90 milioni di euro e a lui uno stipendio da 160 all’anno. Un’altra cifra da record, in perenne competizione proprio con Cristiano Ronaldo. Un infortunio a un crociato e un altro malanno muscolare, però, lo hanno lasciato ai box per 13 mesi e in Arabia Saudita il suo bottino è stato davvero magro: 7 partite e 1 gol. Ne è seguita una ricca risoluzione che gli ha permesso a gennaio di tornare al suo amato Santos.

Juve, continua il braccio di ferro con Weah che vuole soltanto il Marsiglia

L’esterno si è promesso a De Zerbi, Comolli lo invita a considerare altre proposte. Con i francesi il vero nodo è l’obbligo di riscatto svincolato dalla qualificazione alla Champions

Questione di principio quanto di programmazione. Dietro al braccio di ferro fra la Juve e l’entourage di Weah, che sta provando a spingere in tutti i modi per avere l’ok al trasferimento al Marsiglia, ci sono più ostacoli che punti in comune. È vero: il club francese ritiene di aver fatto il massimo proponendo la stessa somma che alla Continassa avevano accettato qualche settimana fa dal Nottingham Forest, ma nell’ambito di un’operazione che sarebbe stata allargata anche a Mbangula in un pacchetto unico da oltre 20 milioni. L’aspetto che mette più in bilico l’offerta del Marsiglia, però, è un altro: il club francese propone l’obbligo di riscatto con la qualificazione alla prossima Champions League, mentre la Juve vuole maggiori certezze sull’acquisizione definitiva ai fini del bilancio e per reinvestire la somma su altri tavoli (su tutti, quello del PSG per Kolo Muani). 

Innegabile che la trattativa sia nata su basi instabili e che la Juve abbia avuto a un certo punto la sensazione di essere dentro a vicolo cieco. Nei dialoghi iniziali col Marsiglia, infatti, la Juve non ha mai trovato disponibilità a parlare di Balerdi, pur avendo trovato sponda sul calciatore attraverso alcuni intermediari. Successivamente, gli uomini della Continassa si sono ritrovati a dover correggere il tiro dell’affare Conceiçao perché Weah non ha accettato il trasferimento in Premier League. A quel punto, è tornato sulla scena il Marsiglia: Weah si è promesso a De Zerbi, anche se la trattativa non è mai stata vicina alla conclusione per via del prezzo. La Juve ritiene che il giocatore possa andar via per 20 milioni, trovando sponda su qualche altro club della Premier League: ad oggi il calciatore apre solo al ritorno in Ligue 1 e fin qui non ha accettato altro. Comolli, spiegando che “il Marsiglia ha presentato un’offerta non è adeguata” ha ammesso pure di avere invitato il giocatore “a prendere in considerazione anche altre ipotesi”. Nel braccio di ferro è ancora tutto aperto.

Inter, Bisseck dice no al Crystal Palace. E per De Winter serve prima una cessione

Il tedesco rifiuta gli inglesi che avevano offerto 32 milioni. I nerazzurri lo valutano almeno 40. Attesa la risposta dell’Atalanta per Lookman.

Il mercato dell’Inter parla latino: la situazione è una sorta di “status quo” dove per ora tutto resta fermo, in attesa di capire se lo scacco all’Atalanta sarà matto o sarà eluso ancora una volta, magari piazzando un alfiere davanti alla casella del re. Ademola Lookman è l’obiettivo per l’attacco: Ausilio e Marotta hanno presentato alla Dea un’offerta di 45 milioni bonus compresi. Oggi potrebbe arrivare la risposta definitiva. L’incontro in Lega di martedì tra il presidente nerazzurro e l’amministratore delegato della Dea Luca Percassi è servito a ritoccare la proposta e spedirla dritta a Zingonia, dove i bergamaschi stanno decidendo cosa fare. Ora la scelta è nella testa della Dea, anche perché Lookman ha già un accordo coi nerazzurri di Milano da tempo: 4,5 milioni netti a stagione fino al 2030. Ha declinato la corte del Napoli e dell’Atletico Madrid. Per lui “c’è solo l’Inter”. Come l’inno nerazzurro.

Nel frattempo, in quella terra di mezzo chiamata “mercato” dove ogni spiffero va verificato, si può iniziare a delineare la situazione legata alla difesa. Bisseck ha rispedito al mittente l’interesse del Crystal Palace, che ha offerto 32 milioni per il centrale tedesco reduce da un’annata da tre gol in 46 partite in tutte le competizioni, di cui trenta dall’inizio. I nerazzurri hanno fissato il prezzo ad almeno 40 milioni, ma non hanno l’esigenza di cederlo. Bisseck è il manifesto della duttilità: nell’anno appena concluso ha giocato al centro, a destra e a sinistra. Il messaggio è chiaro: se non esce nessuno, allora la difesa resta così com’è, con Bastoni, De Vrij, Acerbi, Bisseck, Pavard e Carlos Augusto, utile come braccetto difensivo (come Darmian). I piani alti stanno cercando di piazzare Palacios, reduce da sei mesi a Monza e fuori dai piani di Chivu.

La Juve alza l’offerta al Psg: il Kolo Muani-bis si avvicina

L’attaccante francese continua a spingere per il ritorno a Torino, Tudor lo aspetta e Comolli migliora le condizioni del riscatto obbligatorio. È corsa contro il tempo per averlo già sabato in ritiro in Germania.

La Juventus si riposa per un giorno, Damien Comolli no. Prima e dopo la presentazione di Jonathan David, il primo colpo della nuova era, il direttore generale bianconero si è concentrato sul mercato per completare l’attacco con il pezzo ancora mancante: il ritorno di Randal Kolo Muani. La trattativa a oltranza con il Paris Saint Germain è proseguita anche ieri. La buona notizia, dopo un’altra giornata di contatti e contrattazioni, è che la fiducia è segnalata in crescita: merito del passo in avanti effettuato dalla Signora nei confronti dei campioni d’Europa attraverso il miglioramento delle condizioni del riscatto e della coerenza della punta della nazionale del ct Didier Deschamps.

Kolo Muani ha dato la parola ai bianconeri e la sta mantenendo nonostante i ricchi corteggiatori inglesi, a partire dal Manchester United. Randal continua a ribadire ai vertici parigini la volontà di tornare sotto la Mole, dove da gennaio a luglio si è trovato benissimo e ha segnato dieci gol tra campionato (8) e Mondiale per Club (2). Se Comolli insiste, le sue braccia operative Giorgio Chiellini e Francois Modesto incrociano le dita insieme a Igor Tudor, uno dei principali sponsor del Kolo Bis.

La fumata bianca non è ancora arrivata, ma pezzo dopo pezzo il puzzle si sta componendo e l’ottimismo cresce. La Juventus, decisa a riportare Kolo Muani a casa, negli ultimi giorni ha aumentato la cifra dell’affitto iniziale (intorno ai dieci milioni) e semplificato le condizioni che rendono obbligatorio il riscatto nel giugno 2026. Un passo importante, ma non ancora decisivo, ritoccato ulteriormente nelle ultime ore. Si ragiona sempre su un prestito condizionato, però con una obbligatorietà sempre più scontata. Operazione da circa 45 milioni. Il Psg, in ottimi rapporti con la Juventus, ha apprezzato lo sforzo ma per il momento non sembra voler accendere ancora il semaforo verde.