Nuova Juve, vecchio Chiesa: più attaccante e decisivo, ma il rinnovo è bloccato

Allegri lavora per ritrovare il Federico pre infortunio, però nessuno si sbilancia sul futuro: il Liverpool resta alla finestra e l’Al Nassr di CR7 ci pensa.

Nuova Signora, vecchio Chiesa. Più che uno slogan, è un’operazione nostalgia. La missione è già iniziata negli Usa e i primi segnali lanciati dall’attaccante, apparso tra i più in forma durante la tournée, fanno ben sperare i bianconeri. Non sarà ancora il Fede originale pre infortunio ai legamenti (gennaio 2022), però qualcosa si muove.

Massimiliano Allegri è ripartito mettendo Chiesa al centro della Juventus e si augura che il mercato non obblighi il d.t. Cristiano Giuntoli e il d.s. Giovanni Manna a rivedere i piani. Può succedere ancora di tutto, di qui a fine mese, ma alla Continassa sperano ancora di trasformare l’azzurro nel “vero” colpo estivo. Un po’ seconda punta che attacca gli spazi nel 3-5-2, un po’ ala che strappa nel 3-4-3. Sfumature tattiche diverse, ma stesso obiettivo: ritrovare il Chiesa formato 2021, devastante tanto nella Juve quanto nell’Italia campione d’Europa. 

Il miglior Federico si è visto prima del terribile infortunio dell’Olimpico. A confermarlo sono anche i numeri. Chiesa nel 2020-21 toccava di più la palla in area (4.1. tocchi, 3.9 nel 2021-22, 2.6 nel 2022-23) aveva un numero superiore di occasioni (1.5, 1.2, 0.9), calciava in porta con maggiore frequenza a partita (0.8, 0.6, 0.2). E soprattutto segnava di più: 8 gol contro i 2 delle ultime due stagioni (il dettaglio nel grafico a fianco). Allegri ricerca il Chiesa che ha ammirato da spettatore con Andrea Pirlo in panchina e che si è potuto godere soltanto nel trionfo in Champions contro il Chelsea dell’autunno 2021 e in poche altre occasioni. Quello che, per dirla alla Cesare Prandelli, “Non sarà una punta da 30 gol, ma da 15 reti e altrettanti assist, sì. Chiesa è un attaccante, poi che parta largo o che giri attorno al centravanti sono dettagli”.

Juve, un Vlahovic così non si vende: un gol al Real, alla pubalgia e allo scambio con Lukaku

Il serbo segna, esulta e manda un messaggio ai bianconeri, che però avanzano nella trattativa con il Chelsea.

Toglietemi tutto, ma non Dusan Vlahovic. Chissà quanti tifosi bianconeri l’avranno pensato anche mercoledì notte vedendo il bomber serbo segnare nell’amichevole contro il Real Madrid.

Un lampo, il primo dell’estate, che fa aumentare i dubbi sul possibile scambio con Romelu Lukaku. Dopo tante parole, quello che non certifica la carta d’’identità – 23 anni Vlahovic, 30 Lukaku – per una volta lo ha raccontato il campo. Nei giorni in cui Big Rom, separato in casa a Stamford Bridge dopo la rottura con il Chelsea e il rientro dal prestito all’Inter, si allena da solo, DV9 impallina il Real Madrid di Carlo Ancelotti alla prima occasione. Un timbro che di sicuro allontana la sofferenza patita da Dusan in quest’inizio di precampionato a causa dei postumi della pubalgia. Una telefonata allunga la vita, recitava un famoso spot pubblicitario del passato. Ma a volte anche un gol può modificare il futuro di un giocatore. E Vlahovic, a giudicare dall’esultanza, magari in cuor suo ci spera.

Dusan contro il Real Madrid ha giocato meno di venti minuti. È entrato quando i galattici stavano ancora spingendo alla disperata ricerca del pareggio e si è fatto trovare pronto sul secondo palo, mettendo al sicuro il risultato nei minuti di recupero: il cross di Soulé era troppo invitante per non approfittarne e il fiuto dell’attaccante non lo ha tradito. Ha esultato parecchio, indicando il nome scritto sulla maglia. A vederlo dalla tribuna quel gesto aveva i contorni di un messaggio d’amore per una Signora da cui non vorrebbe separarsi. DV9 ha festeggiato come Paulo Dybala nel 2019, nei giorni in cui il suo rifiuto al trasferimento al Manchester United fece saltare lo sbarco a Torino di Lukaku, allora in rotta con i Red Devils e promesso sposo dell’Inter di Antonio Conte. Ma la rete non è stata l’unica cosa buona della sua partita. Di sicuro non sembrava frenato dai guai fisici: scatti e palloni recuperati, i 15 giorni di lavoro personalizzato non gli hanno tolto né la voglia né la condizione.

Inter, caccia al difensore e al vice Sommer: in lista Tomiyasu, Chalobah, Djalò, Trubin e Bento

Quando Samardzic, Sommer e Scamacca avranno indossato la maglia nerazzurra e saranno agli ordini di Inzaghi alla Pinetina, il lavoro di Marotta, Ausilio e Baccin non sarà comunque concluso. La rosa nerazzurra andrà completata con un secondo portiere e soprattutto con l’arrivo di un difensore.

L’ucraino era e resta nel mirino, ma le richieste dello Shakhtar per lui sono ritenute troppo alte, considerando che nel 2024 sarà libero a parametro zero. Trubin, affascinato dal giocare con l’Inter, si è promesso all’Inter. Per adesso e per la prossima stagione. Resta da capire se il patto reggerà perché le offerte per acquistarlo non mancano (l’ultima del Benfica) e perché lo Shakhtar minaccia di tenerlo in panchina per l’intera stagione. La trattativa sull’asse Milano-Donetsk, però, non è ancora conclusa. Nel frattempo l’Inter si sta cautelando osservando altri profili: il principale è quello del brasiliano Bento Matheus Krepski, numero uno dell’Athletico Paranaense. Più vecchio di 2 anni rispetto a Trubin (l’ucraino è un 2001, il verdeoro un 1999), hanno anche caratteristiche diverse perché Bento è più bravo con i piedi, mentre Anatolj è più prestante. Il brasiliano è stato offerto e l’Inter che lo conosceva è interessata, ma l’Athletico Paranaense non vuole farlo partire perché sta partecipando alla Libertadores ma soprattutto perché non ha bisogno di soldi: tre settimane fa ha completato la cessione al Barcellona dell’attaccante diciottenne Vitor Roque, pagato tra parte fissa e bonus quasi 60 milioni. Sono state valutate anche le candidature di Consigli e Audero, con quest’ultima che resiste, ma attenzione pure a Filip Stankovic: in tournée ha fatto bene e ha dimostrato di avere le qualità  per restare in rosa, ma alla sua età, riflettono i dirigenti, ha bisogno di giocare. Un’intera stagione con pochi minuti alle spalle di Sommer non farebbe crescere il figlio del mitico Dejan.

Il Barça vince con Ansu Fati, il Milan si vede a tratti. Leao, lampi di genio

Rafa Leao illumina e termina la partita da capitano, brilla ancora Reijnders, da rivedere Pulisic, Theo e Tomori.

L’Allegiant Stadium sarà anche l’unico grande edificio di Las Vegas senza un casinò, eppure alla roulette di Barça-Milan è chiaramente uscito il numero 10. Ha vinto il Barcellona 1-0 con un gol del suo 10, Ansu Fati, che ha trasformato una palla di Balde nello spettacolo più visto in città: gran destro all’incrocio.

Il 10 del Milan, Rafa Leao, invece ha confermato di essere di un’altra categoria ma si è acceso a tratti. Due delle tre occasioni principali del Milan, non per caso, sono arrivate da lui: sulla prima è stato bravo Iñaki Peña, sulla seconda Reijnders ha calciato male. Eppure l’olandese sul volo per l’Italia sarà uno dei pensieri che faranno sorridere Pioli. Pulisic, Theo e Tomori decisamente meno. In generale, preoccupano i palloni persi (tanti) e l’attacco a una difesa schierata: il Milan resta soprattutto una squadra di ripartenze e transizioni.

Il Barcellona ha cambiato mezza squadra all’intervallo e due nuovi entrati hanno messo assieme il vantaggio. Balde ha fatto pochino: accelerazione da sinistra. Ansu Fati tutto il resto: ha vinto un contrasto con Florenzi e ha messo la palla all’incrocio. Gran gol. Per il Milan, l’inizio del secondo tempo non è stato il momento migliore: ha rischiato di prendere gol da Oriol Romeu – colpo di testa fuori di poco – e l’arbitro ha annullato il 2-0 di Araujo per fuorigioco. Più che luce tra lui e il difensore, c’era un canyon.

Il finale è per due talenti, che promettono di far divertire chi passa le serate a guardare il calcio. Rafa Leao sembra ancora più forte che in passato e viene naturale chiedersi se il Milan non dovrebbe cercarlo di più: quando si accende, non si prende. Non solo, Rafa ha chiuso da capitano, immagine inedita e di un certo effetto. Nel Barcellona, invece, il finale è stato tutto di Yamine Lamal, che viene dalla cantera – e fin qui è normale – ma è nato a luglio 2007… e questo è meno ordinario. Nel finale di Barça-Milan, ha giocato da ala destra e col sinistro ha dato un gran fastidio. Oggi in spiaggia, parlate di lui agli amici: tra due anni, rischiate di fare la figura degli esperti.

L’Inter è già in formato Champions: Frattesi illumina, Esposito e Sensi ribaltano il Psg

Grazie a due assist dell’ex Sassuolo i nerazzurri rimontano il vantaggio firmato da Vitinha grazie ai cambi di Inzaghi: battuti Donnarumma e Skriniar

Vincere fa morale, pure se conta zero di questi tempi. Però l’Inter chiude nel migliore dei modi la tournée giapponese: vittoria in rimonta 2-1 sul Psg dell’ex Skriniar, con Frattesi nella versione di assistman prima per Esposito e poi per Sensi. Dal centrocampista e ancora una volta da Cuadrado le migliori indicazioni per Inzaghi, qualche lampo da Thuram però ancora poco inserito nel collettivo nerazzurro.

In campo va l’Inter che oggi sarebbe titolare, otto undicesimi sono quelli di Istanbul. Il clima per una volta non vale come scusante, perché il temporale di fine mattinata ha abbassato la temperatura di Tokyo. Però il match lo comincia nettamente meglio il Psg: possesso palla in perfetto stile Luis Enrique e poi ricerca della profondità improvvisa. La prima chance è una dormita della difesa dell’Inter, che sul corner di Ruiz si dimentica di marcare in piena area, Asensio gira bene ma è bravissimo Stankovic a deviare. L’Inter non trova quasi mai il modo di ripartire, il Psg tocchetta e si diverte, tanto che a un certo punto Barella prima e Mkhitaryan poi (ammonito) vanno giù duri con gli interventi fallosi. Francesi vicinissimi al gol al 14′: Inter fortunata, perché dopo l’imbucata di Ugarte e l’assistenza di Soler, Asensio è fermato solo dal palo, con Stankovic che stavolta si ritrova il pallone tra le braccia. A metà primo tempo l’Inter si sveglia. Al 20′ Lautaro ci prova dai 20 metri, ma in generale l’uscita con il pallone funziona meglio e in un paio di occasioni Dumfries da una parte e Dimarco dall’altra avrebbero potuto sfruttare meglio lo spazio. Thuram inizia ingabbiato, poi si scoglie e mette insieme un paio di buone giocate. In generale, il francese sembra andar meglio quando può puntare i difensori avversari. In un’occasione – è il 28′ – Skriniar è costretto a spendere fallo su di lui: sulla punizione Donnarumma blocca il destro di Calhanoglu.

Inter, Thuram alla prova Skriniar: le tre missioni di Marcus contro il Psg

Il caldo del Giappone ha indotto Inzaghi ad annullare la seduta mattutina in campo, ma l’attesa per l’amichevole contro il Paris Saint-Germain è alta, soprattutto per monitorare i progressi del neo acquisto francese

Il caldo insegue l’Inter, almeno tanto quanto il suo passato. Già, perché Simone Inzaghi nell’ultimo giorno di vero allenamento in Giappone ha deciso di annullare la prima delle due sedute in campo, facendo svolgere una sessione di riattivazione muscolare in hotel. Davvero complicato gestire la temperatura e l’umidità da queste parti. In campo poi la squadra è andata regolarmente nel pomeriggio. Un modo anche per avvicinarsi alla sfida di domani (ore 12 italiane) con il Psg di… Skriniar. Skriniar dopo Brozovic: l’Inter che si rinnova è anche l’Inter cha riabbraccia il suo passato. E che lo mette a confronto con il suo presente. Ad esempio Marcus Thuram, che proprio contro lo slovacco dovrà mostrare progressi, miglioramenti nell’inserimento nel mondo nerazzurro.

“Voglio battere il mio record di gol”, ha detto il francese nell’intervista alla Gazzetta. Da qualche parte si deve pur iniziare. Skriniar perdonerà. Ma sono tre le missioni di Thuram, tre le cose che vorrà vedere Inzaghi già a partire da domani. La prima: la capacità di lettura dei movimenti di squadra, di un 3-5-2 diverso da quello talvolta ha praticato al Borussia Monchengladbach. La seconda: una maggiore connessione con Lautaro, nel secondo tempo con l’Al-Nassr i due non si sono molto cercati, domani (sostituzioni permettendo) sarà un’occasione per testare anche questo aspetto. La terza missione: maggiore capacità di rendersi utile con la difesa avversaria schierata. Thuram, con l’Al-Nassr, ha dato l’idea di far le cose migliori avendo campo a disposizione davanti, con il Psg avrà modo di testare entrambi gli scenari tattici. Questi sono giorni importanti, per Thuram ma anche per Inzaghi e la società. Perché è in corso anche la scelta da fare sull’attaccante (o sugli attaccanti, nel caso partisse Correa) da acquistare. E capire a fondo il numero 9 francese è necessario. E certo che domani pure Skriniar avrà le sue motivazioni: con l’Inter non è stato un divorzio semplice. Ma è il passato, meglio guardare avanti. A Thuram, appunto.

Inter, si allungano i tempi per Sommer. Prima di cederlo, il Bayern vuole un vice Neuer

Ieri il portiere svizzero di nuovo titolare in amichevole. Dalla prossima settimana il club nerazzurro accelera per Balogun. E se Correa va in Arabia, le punte in arrivo saranno due

L’Inter lo aspetta da giorni, ma intanto Yann Sommer continua a giocare con il Bayern Monaco. Dopo l’amichevole contro il City, lo svizzero è stato titolare anche ieri (per 90’) contro il Kawasaki Frontale e la situazione non è destinata a cambiare finché il club bavarese non avrà trovato un vice di Neuer. Il numero uno della nazionale elvetica lo ha capito e ieri a Sport 1 ha ammesso: “Non voglio dire niente riguardo a un mio trasferimento all’Inter perché ora sono qui con il Bayern e ho un ottimo rapporto con tutti. Del mio addio si parla da giorni, vedremo cosa succederà”. I bavaresi in questo momento sono concentrati sull’operazione Kane e la ricerca del secondo portiere passa in secondo piano. I candidati? Tanti: da Raya a Bono passando per Sanchez, Mamardashvili, De Gea e Baumann. 

Nei prossimi giorni intanto l’Inter intensificherà i contatti per Balogun, il talento dell’Arsenal che il club vuole regalarsi anche in ottica futura. Tutto sarebbe più facile se dall’Arabia arrivasse un’offerta per Correa e se, oltre all’attaccante americano, arrivasse anche un centravanti di peso come chiede Inzaghi.

Inter, attesa per Sommer. Avanti ad oltranza per il sì del Bayern

I bavaresi aspettano di avere un vice Neuer prima di lasciar partire lo svizzero: si va avanti a oltranza nella trattativa

Neppure i contatti di ieri sull’asse Milano-Monaco hanno portato la fumata bianca per l’acquisto di Yann Sommer da parte dell’Inter. Ormai si va avanti a oltranza, con la certezza che il Bayern darà il via libera solo quando avrà trovato un sostituto. È questo il messaggio inequivocabile “spedito” dalla Baviera. Il dialogo tra i due club va avanti e Rummenigge accontenterà lo svizzero, che ha scelto la formazione di Inzaghi per essere titolare nella stagione pre-Europeo, e il suo ex club, che sta aspettando il numero uno elvetico per affidargli l’eredità di Onana. Prima però serve un nuovo vice di Neuer: ieri le quotazioni di Bono del Siviglia erano in rialzo perché è il meno costoso, ma le alternative non mancano e soprattutto a Monaco l’attenzione era concentrata sulla missione odierna a Londra per acquistare Harry Kane dal Tottenham.

Ma torniamo a Sommer e all’Inter: in viale della Liberazione confermano che non sarà attivata la clausola rescissoria, per una questione di rapporti e per avere uno sconto. L’obiettivo è pagare il quasi trentacinquenne 4-4,5 milioni più bonus, ma ottenere una dilazione in un paio di rate. Da oggi la squadra di Inzaghi sarà a Tokyo dove gli uomini di Tuchel domani sfideranno in amichevole il Kawasaki Frontale. I dirigenti tedeschi che hanno potere decisionale e di firma, però, saranno divisi tra Monaco e Londra. La speranza nerazzurra resta sempre quella di chiudere il dossier portiere entro il week end, ma è probabile che domani, come successo mercoledì, Sommer giochi con il Bayern. Resta semmai la speranza di vederlo sbarcare in Italia con il volo che l’Inter prenderà dopo il test contro il Psg di martedì. In modo da fargli sostenere le visite mediche e sistemare il tesseramento per quando ad Appiano riprenderà la preparazione (previsti un paio di giorni di vacanza per il gruppo). Lo attende la maglia numero 1 che dal 2012-13 è sempre stata di proprietà di Handanovic. Quando la indosserà lo deciderà il Bayern.

L’Inter va sotto, poi ci pensa Frattesi: 1-1 con l’Al Nassr di Ronaldo

Uno splendido colpo di testa dell’ex Sassuolo fissa il punteggio dopo il gol di Ghaareb. Nella ripresa tante occasioni non capitalizzate

Finisce in pareggio, 1-1, la prima delle due amichevoli giapponesi dell’Inter. Baci e abbracci con Brozovic, un po’ meno con Cristiano Ronaldo, qualche buona indicazione dai nuovi, Frattesi e Cuadrado su tutti: questo si porta dietro Simone Inzaghi dal match di Osaka contro l’Al-Nassr, raggiunto proprio da Frattesi sul finire del primo tempo dopo l’iniziale vantaggio firmato da Ghareeb.

Frattesi e Barella insieme ma con il secondo a sinistra, Correa ancora in coppia con Lautaro, Bisseck confermato in difesa: queste le scelte di Inzaghi per affrontare l’ex Brozovic e Cristiano Ronaldo. L’Al Nassr parte meglio, l’Inter ci mette un po’ a carburare, forse anche ad abituarsi a un clima semplicemente folle per una partita di calcio. Ma per i soldi si fa tutto, in fondo proprio l’Al-Nassr è una dimostrazione esemplare in questa direzione. La squadra araba è assai approssimativa con la linea difensiva, tanto che all’Inter spesso basta allungare il pallone per sorprendere la linea a quattro. La prima conclusione è di Fofana, alta al minuto 8. L’Inter è pericolosa su due corner: prima De Vrij al 16′ reclama pure un rigore per un fallo di mano, poi un minuto dopo la girata di Lautaro è alta. Sta meglio in campo l’Al-Nassr: ci vuole un buon intervento di Stankovic, al 20′, per respingere un colpo di testa di Talisca su cross di Telles. Ronaldo dà spettacolo con alcuni tocchi (innocui) lontano dalla porta. Al 22′ prova a calciare dai 20 metri, ma il destro non centra lo specchio. È però l’antipasto del gol arabo: al 23′ Talisca di prima trova Ghareeb, il fuorigioco Inter non funziona, l’esterno al volo batte Stankovic. L’Inter si scuote, allora. Lautaro sfiora il pari con un destro al 27′, Correa al 29′ tira debolmente da buona occasione. Tripla chance al 30′: prima Lautaro, poi Correa, infine Dumfries non trovano il pareggio, con la difesa dell’Al-Nassr degna di un film horror. I ritmi, se possibile, si abbassano ancora di più. Ma al 44′ arriva il meritato pareggio nerazzurro: cross dalla destra di Dumfries che pesca la testa di Frattesi, bravo a girare sul palo lontano.

Milan, l’ora delle cessioni: da CDK a Rebic, 10 da piazzare. Ma andranno via tutti?

Dopo i colpi in entrata, la società rossonera ha bisogno di vendere: tanti i possibili partenti, da chi non ha mai trovato spazio a chi lo ha fatto ma ha deluso

Dopo i colpi in serie, servirà fare un po’ di spazio: nelle prossime settimane, il tema all’ordine del giorno in casa Milan sarà “player trading”.

Andando in ordine di ruolo, i primi rossoneri pronti a cambiare aria saranno i portieri Devis Vasquez (nella foto) e Andreas Jungdal. Il primo, arrivato a gennaio 2023, è stato acquistato dal Guaranì per circa 500 mila euro e non ha mai visto il campo: classe ’98, ha un contratto fino al 2026. Anche il secondo, ventunenne danese, cerca una sistemazione dopo il prestito all’Altach.

L’apice del suo viaggio rossonero è stato il gol da 3 punti segnato a Empoli nell’ultima stagione. Poi, prestazioni poco convincenti che lo porteranno a lasciare il Diavolo dopo due anni. Escluso dalla lista dei convocati per la tournée americana, era arrivato dal Monaco nel giugno 2021 e, con un suo addio, il Milan dovrà pensare anche a un vice Theo.

A Milanello ha vinto la sfortuna. Mattia Caldara ha giocato con il Milan solo un paio di partite, tormentato da infortuni e stop vari. Nelle ultime due annate, vissute in prestito tra Spezia e Venezia, sono arrivate due retrocessioni. Come Ballo-Touré, è stato escluso dalla tournée.

Su di lui c’è un grande punto interrogativo. Un anno fa, Adli aveva stregato tutti a suon di grandi prestazioni estive. Poi, ha visto il campo solo 6 volte in Serie A (una da titolare). Nel corso della stagione ha costruito un ottimo rapporto con il gruppo rossonero, come testimoniato dal pranzo di fine stagione organizzato a casa sua, e potrebbe andare in prestito. Il contratto con il Milan scade nel 2026.