Barella a un gol dal suo record in A, ma lui pensa a scudetto e Supercoppa

Il centrocampista nerazzurro è già a quota 5 reti in campionato e solo nel 2017-18 con la maglia del Cagliari ha fatto meglio (6). Il suo rendimento rispetto al passato è ulteriormente cresciuto, ma lui pensa soprattutto ad alzare un altro trofeo

A un gol dal suo primato personale in Serie A. Con 23 partite di campionato da giocare, la prima delle quali domani sera contro il Napoli, Nicolò Barella può frantumare il suo record, stabilito nel 2017-18 con la maglia del Cagliari: 6 reti. Il numero 23 nerazzurro è a quota 5 visto che ha già battuto i portieri di Cremonese, Udinese, Salernitana, Fiorentina e Sampdoria. A dire la verità Nicolò sarebbe a 6, ma contando pure la Champions visto che ha messo la firma nel 3-3 al Camp Nou contro il Barcellona (suo il momentaneo 1-1). L’inizio di stagione di “Bare”, insomma, è stato da favola e non ha assolutamente intenzione di fermarsi visto che nelle amichevoli di dicembre con la formazione di Inzaghi ha dimostrato di essere in discreta condizione.

Barella sta costantemente andando oltre i propri limiti. Da quando è arrivato alla Pinetina, fortemente voluto da Antonio Conte nell’estate 2019, ha sempre fatto passi in avanti a livello di rendimento e di maturità. Ha inizialmente limitato il numero di cartellini gialli, poi ha acquisito più personalità nelle giocate e, a un numero crescente di assist, adesso sta aggiungendo i gol. Tanti gol. Inzaghi, che finora ha potuto schierare solo in 5 incontri Lukaku e che ha avuto poco in fase realizzativa da Correa, non può che ringraziare il sardo, micidiale con i suoi inserimenti. Nella rosa nerazzurra è il migliore ad abbinare la fase difensiva a quella offensiva, la classica mezzala box to box che non a caso, da tempo, ha “stregato” pure il c.t. Mancini.

Premier League: Manchester United travolgente, sorride anche il Chelsea

I Red Devils, nella prima dopo l’addio di Cristiano Ronaldo, sconfiggono 3-0 il Nottingham Forest: in gol Rashford, Martial e Fred. Vincono 2-0, invece, i Blues

Iposticipi della 17a giornata della Premier League sorridono a Manchester United e Chelsea, che ottengono successi importanti in ottica-Europa. I Red Devils sconfiggono 3-0 il Nottingham Forest, portandosi a -1 dal quarto posto: l’eroe è Rashford, che sblocca la sfida e serve l’assist per il raddoppio di Martial. I Blues, invece, battono 2-0 il Bournemouth: Potter, che perde nuovamente James, aggancia così il Brighton al settimo posto. 

La sosta fa bene al Chelsea, che sconfigge 2-0 il Bournemouth e interrompe la sua serie negativa: i Blues erano infatti reduci da tre ko consecutivi e cinque gare senza vittoria.Nella prima dopo l’addio di Cristiano Ronaldo, esulta il Manchester United: Rashford e compagni sconfiggono 3-0 il Nottingham Forest e si portano a una sola lunghezza dal quarto posto. Sotto il diluvio che colpisce Old Trafford, il primo squillo è dei ragazzi di ten Hag: Malacia colpisce con potenza, ma Hennessey si salva con la complicità del palo. I Red Devils dominano il possesso palla e passano al 20′, grazie a un’idea geniale di Eriksen: l’ex Inter e Tottenham batte il corner rasoterra e trova Rashford, che colpisce dal dischetto con precisione. Passano tre minuti e arriva anche il bis, firmato da Martial con la complicità di un Hennessey tutt’altro che sicuro nell’occasione. Il Nottingham Forest sfiora il gol con Yates, che è sfortunato: alla mezz’ora de Gea devia d’istinto il suo tiro col petto, mentre nel finale di tempo il 2-1 viene annullato per un tocco in offside di Boly. Nella ripresa Cooper perde Lingard e lo United gioca sul velluto, sfiorando il tris con Antony e Martial: Hennessey, sostituto dell’indisponibile Henderson, salva i suoi in entrambe le occasioni e si ripete poco dopo su Rashford. L’estremo difensore gallese capitola solo all’87’, quando Fred trova il meritato 3-0 dei Red Devils.

Napoli, Lobotka rinnova fino al 2027: guadagnerà 3,5 milioni a stagione

Per l’ufficialità è questione di giorni, il club si è anche riservato un’opzione per un altro anno.

L’ufficialità è soltanto questione di giorni, probabilmente di ore. Il Napoli ha prolungato il contratto di Stanislav Lobotka fino al 30 giugno 2027, riservandosi anche un’opzione per un’ulteriore stagione, dunque, fino al 2028. Il precedente accordo con il centrocampista slovacco sarebbe scaduto a giugno 2025, ma Cristiano Giuntoli ha voluto anticipare i tempi considerato l’interesse di alcuni club di Premier League per il giocatore del Napoli. La notizia del prolungamento era nell’aria, le prime trattative tra le parti sono cominciate un paio di mesi fa e l’eventuale intesa non è mai stata in discussione. L’attuale contratto prevede uno stipendio di 2 milioni a stagione, mentre nel nuovo è stato previsto anche l’adeguamento economico che porterà l’ingaggio a 3,5 milioni di euro all’anno.

In questo modo,Aurelio De Laurentiis ha voluto premiare il grande impegno e il supporto tecnico che Lobotka sta garantendo al progetto del Napoli. Il giocatore è stato acquistato da Giuntoli, nell’estate 2020, ma con Gennaro Gattuso, l’allora allenatore, non ha mai trovato il feeling giusto. Su di lui, invece, ha puntato sin dal primo momento, Luciano Spalletti, consegnandogli la regia del centrocampo. E il suo apporto si sta dimostrando determinante, tanto che tatticamente l’allenatore non può farne a meno. Da lui ripartirà, Spalletti, per contrastare il centrocampo dell’Inter alla ripresa del campionato, il prossimo 4 gennaio, quando il Napoli renderà visita ai nerazzurri, a San Siro.

Calciomercato, Matheus Cunha in prestito ai Wolverhampton: l’annuncio nel giorno di Natale

Colpo di mercato natalizio per i Wolves che annunciano l’arrivo in prestito con obbligo di riscatto del 23enne attaccante brasiliano dall’Atletico Madrid. Ma non potrebbe essere l’unico in questa sessione di mercato a lasciare i Colchoneros per trasferirsi in Spagna.

Un nuovo giocatore impacchettato sotto l’albero. I tifosi del Wolverhampton, relegati all’ultimo posto della classifica di Premier, quest’anno il regalo l’hanno ricevuto anche dalla dirigenza dei Wolves, che proprio nel giorno di Natale ha annunciato l’arrivo in prestito con obbligo di riscatto del brasiliano Matheus Cunha, prelevato dall’Atletico Madrid. Il 23enne, appena 510 minuti in campo in questa stagione, è finito ai margini della rosa di Simeone dopo essere arrivato in Spagna nel 2021 dall’Hertha Berlino per 30 milioni di euro e sarà a disposizione di Lopetegui solo dal 2 gennaio, data di inizio del calciomercato inglese, al pari di quello della Serie A e dei principali campionati europei. 

L’arrivo in Premier di Cunha dall’Atletico Madrid quasi certamente non sarà l’unico. Dalla Spagna, infatti, sta per partire verso l’Inghilterra anche il portoghese Joao Felix, che però verrà ceduto in prestito secco senza obbligo di riscatto perché il club madrileno intende incassare almeno 100 milioni da un’eventuale cessione del forte attaccante, somma che a questo punto della stagione ben pochi sono disposto a versare.

“Dilidin Dilidon” Ranieri torna a casa: ufficiale il ritorno al Cagliari

Claudio Ranieri torna a “casa”: è fatta per il ritorno al Cagliari. Il tecnico ha raggiunto l’accordo con i rossoblù per due anni e mezzo e prende il posto dell’esonerato Liverani. L’allenatore romano, proprio in Sardegna, ha iniziato la carriera in panchina con tre anni fantastici tra il 1988 e il 1991 con due promozioni, dalla Serie C alla Serie A. La firma sul nuovo contratto è arrivata fino al giugno 2025 ed è stata “spoilerata” sui social dalla società sarda. 

Il prossimo impegno del Cagliari è in programma lunedi’ 26 dicembre alle 15, quando in Sardegna arriverà il Cosenza per la Quello di Ranieri a Cagliari è un ritorno molto gradito alla piazza. Dopo gli esordi in panchina con Vigor Lamezia e Puteolana, la carriera dell’allenatore – oggi 71 anni e fermo dopo l’ultima esperienza al Watford terminata nel gennaio 2022 – ha preso il volo proprio in Sardegna, dove ha allenato per tre stagioni, dal 1988 al 1991. Ranieri ha vinto la Coppa Italia di Serie C nella sua prima annata e ha portato la squadra dalla terza serie alla A in due anni. Al debutto nel massimo campionato ha conquistato la salvezza con un turno di anticipo, prima di trasferirsi al Napoli. Poi in carriera poco meno di venti squadre: Fiorentina, Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, ancora Valencia, Parma, Juventus, Roma, Inter, Monaco, Grecia, Leicester con il quale ha vinto una Premier League, Nantes, Fulham, Roma, Sampdoria, e l’ultima, ancora in Inghilterra, al Watford.

Il Cagliari per annunciare l’arrivo di Claudio Ranieri in panchina ha rispolverato un tormentone che ha accompagnato il tecnico romano nella straordinaria esperienza al Leicester.

Il Cagliari Calcio è lieto di annunciare di aver raggiunto un accordo con Claudio Ranieri che dall’1 gennaio 2023 assumerà la guida tecnica della prima squadra: l’allenatore ha firmato un contratto che lo lega al Club rossoblù sino al 30 giugno 2025.

Dalla Francia: Messi-Psg, accordo per il rinnovo. I dettagli

La Pulce avrebbe dato l’ok al prolungamento per un’altra stagione durante il Mondiale sarà ufficiale quando tornerà dalle vacanze

Leo Messi a Parigi anche per la prossima stagione?

Possibile, anzi per il quotidiano francese Le Parisien è cosa fatta. Il capitano dell’Argentina campione del mondo ha dato la sua parola per il rinnovo durante il Mondiale in Qatar e così le parti hanno trovato un accordo al prolungamento del contratto su cui i dirigenti del Psg e Jorge Messi, papà-agente del giocatore stavano lavorando ormai da tre mesi. L’ufficialità arriverà quando Leo tornerà dalle meritate vacanze e metterà la firma sotto al nuovo contratto, alle stesse cifre di quello in essere (30 milioni l’anno).

Questo è il retroscena raccontato dal quotidiano francese. I motivi? Il Psg garantirebbe a Leo un’altra stagione ai massimi livelli europei con obiettivi prestigiosi da inseguire (Ronaldo docet?) e avrebbe pure pesato il placet della famiglia che nella capitale francese si è ambientata benissimo. La prima stagione un po’ balbettante e i fischi ricevuti dopo l’eliminazione dalla Champions League fanno parte del passato. Messi è pronto a rilanciare la sfida con Neymar e Mbappé (ma rimarrà?) per portare la competizione per club più importante a Parigi, mentre tramonterebbero tutte le altre ipotesi, tipo quella di un Messi-bis al Barcellona che non avrebbe la copertura economica per il Grande Ritorno, oppure quella che portava all’Inter Miami, dove Lionel ha una casa per le vacanze.

Ronaldo prepara a Dubai la nuova avventura saudita con l’Al Nassr

Pare ormai certo che CR7 accetti l’offerta del club di Riyadh da 200 milioni l’anno. Intanto, dopo essersi allenato nel centro del Real, si sta acclimatando negli Emirati

Il conto alla rovescia per la nuova vita di Cristiano Ronaldo è cominciato. Il portoghese è da qualche giorno a Dubai, dove si sta allenando in attesa di finalizzare il faraonico accordo con l’Al Nassr, squadra saudita a cui CR7 dovrebbe legarsi fino al giugno 2025 con un contratto di circa 200 milioni di euro a stagione, tra ingaggio e diritti d’immagine. Niente ritorno in Champions League, quindi, salvo clamorose sorprese dell’ultima ora, ma un’avventura in un Paese dove l’effetto Ronaldo è proprio quello di cui il calcio saudita ha bisogno.

Cristiano è pronto a ripartire dopo la delusione Mondiale col Portogallo e un cammino finito ai quarti di finale dopo aver perso il posto da titolare nella nazionale di cui è capitano. “Vincere un Mondiale col Portogallo era il sogno più grande e ambizioso della mia carriera – aveva scritto su Instagram CR7 lo scorso 11 dicembre, l’ultimo messaggio per i suoi 520 milioni di follower -. Quel sogno è finito. Non vale la pena reagire alle voci, ma voglio che sappiate che anche se si è scritto, detto e speculato molto, la mia dedizione al Portogallo non è mai cambiata”. Dopo la delusione Mundial, CR7 ha cominciato a lavorare per il resto della sua carriera dopo il divorzio dal Manchester United ufficializzato prima dell’inizio del torneo in Qatar. Per qualche giorno si è allenato a Valdebebas, nel centro del Real Madrid, ma dallo scorso weekend si è spostato a Dubai, dove ha continuato a lavorare per recuperare la forma che in questa stagione non ha mai trovato e ha proseguito i contatti con l’Al Nassr già iniziati prima del Mondiale.

Ora Messi può diventare il giocatore più vincente della storia: è a 2 trofei da Alves

Il brasiliano è a quota 44 titoli tra club e nazionale, ma Leo può agganciarlo o addirittura sorpassarlo già in questa stagione. Se Ronaldo va in Arabia può tentare la disperata rimonta?

Leo Messi ha vinto la Coppa del Mondo, il trofeo numero 42 tra club e nazionale di una carriera pazzesca. A 35 anni e mezzo, nonostante abbia da poco messo in bacheca la coppa che sognava da bambino, ha ancora voglia di togliersi soddisfazioni. Di entrare ancora più in profondità nella storia del calcio. Tra un paio di mesi, per la precisione il 27 febbraio, sapremo se si aggiudicherà il Best Fifa, le cui votazioni si sono chiuse ieri. E anche se Benzema ha vinto la Liga e la Champions, il fatto che l’attaccante del Real non si sia visto in Qatar a causa di un infortunio a pochi giorni dall’esordio della Francia, rischia di essere un assist incredibile per la Pulce. Sarebbe l’ennesimo premio individuale, anche se Lionel probabilmente punta a un altro primato che tra l’altro può centrare in questo 2022-23.

Attualmente il calciatore che ha vinto più trofei tra club e nazionale è Dani Alves: il brasiliano, che è stato a lungo compagno di Messi al Barcellona (23 titoli sono… comuni), è a quota 44 coppe alzate con 6 formazioni diverse (Bahia, Siviglia, Barcellona, Juventus, Psg e San Paolo) più la Seleçao. A Doha era stato convocato da Tite per l’assenza di un terzino destro di riserva di un certo valore, ma anche per il contributo di esperienza che un elemento così vincente poteva dare alla squadra. Dani Alves sognava la Coppa del Mondo per arrivare a 45 trofei e chiudere una carriera sensazionale che attualmente sta portando avanti in Messico con la maglia del Pumas.

Juve, la squadra con più campioni del mondo della storia

Grazie a Di Maria e Paredes, il club bianconero stacca il Bayern Monaco: ma adesso i due argentini avranno una nuova missione bianconera da portare a termine

Ancora prima del fischio d’inizio di Argentian-Francia, la Juve era sicura di avere almeno uno dei suoi giocatori tra i nuovi campioni del mondo. Alla fine sono stati Angel Di Maria e Leandro Paredes ad alzare al cielo la coppa, mentre Adrien Rabiot si è dovuto accontentare della medaglia d’argento. Grazie ai due ex Psg, il club bianconero si è confermato come quello che può vantare più campioni mondiali per nazioni dell’intera storia. Dopo la finale di Qatar 2022, il totale sale a 27: nessun’altra società ne conta di più.

Record a parte, adesso la Juve e Max Allegri si aspettano un contributo decisamente importante sia da parte di Di Maria, sia da parte di Paredes. Quel contributo che finora è mancato o si è visto solo a sprazzi. Perché avere un Di Maria come quello che si è ammirato ai Mondiali darebbe un’ulteriore spinta nella rincorsa scudetto al Napoli. Il Fideo, quando non è stato fermato da problemi fisici, ha fatto vedere di essere un gradino sopra la media del livello della Serie A e anche contro la Francia è stato decisamente il migliore degli uomini di Scaloni finché è rimasto in campo. La Juve gli ha dato la possibilità di tenersi in forma per il grande evento, ma adesso si aspetta di essere ricompensata. Allontanando le voci di una possibile chiusura anticipata del rapporto e provando a vincere anche in maglia bianconera. Poi, a giugno, ci si dirà addio come previsto, ma almeno con la consapevolezza di non aver perso la scommessa.

Probabilmente lo stesso accadrà con Paredes, che pare destinato a tornare a Parigi a fine stagione. Il centrocampista non ha incantato con la maglia della Seleççion, ma almeno ha messo la sua firma sulla finale, segnando uno dei rigori decisivi. Una volta a Torino dovrà conquistarsi un posto da titolare prima ancora di pensare a una difficile riconferma.

Le parole di Julio Cesar, gli infortuni, la risalita: Brazao è tornato. L’Inter…

Minuto 34 del secondo tempo di Betis-Inter: Gabriel Brazao entra al posto di Samir Handanovic. Poco più di 10 minuti di un’amichevole che potrebbero significare nulla, ma che per il portiere brasiliano devono essere sembrati un sogno, dopo 2 anni passati più in infermeria che sul campo: la sua ultima partita ufficiale risaliva infatti al 15 dicembre 2020, al match di Coppa del Re giocato con la maglia dell’Albacete contro il Coria. Da lì in poi sarebbe iniziato il lungo calvario di Brazao, e le gioia mostrata ieri sera era evidente: un successo personale che avrà fatto di sicuro felice anche Julio Cesar, da sempre suo mentore e suo primo sponsor.

L’incubo di Brazao era iniziato nell’agosto del 2021: tornato all’Inter dopo il prestito in Spagna all’Albacete, il portiere brasiliano rimediò la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Stagione praticamente finita, quando tutto lasciava pensare a un trasferimento in Serie B per proseguire nel suo percorso di crescita. A gennaio del 2022 la decisione di rimandarlo in Brasile, nel “suo” Cruzeiro, con la speranza che l’aria di casa potesse rilanciarlo con serenità. Ma la sfortuna ha voluto accanirsi nuovamente sul classe 2000: a maggio, quando ormai era pronto per ri-debuttare con il club brasiliano, arrivò la seconda rottura del crociato, ma questa volta del ginocchio sinistro. A quel punto il triste rientro a Milano, per riprendere con la riabilitazione sotto lo sguardo dello staff medico nerazzurro.

Prelevato dall’Inter nel gennaio del 2019, in sinergia con il Parma, dopo aver brillato nel vivaio del Cruzeiro e con le selezioni giovanili del Brasile, Brazao è sotto contratto con i nerazzurri fino al 30 giugno 2024. A soli 22 anni, con tutto quello che ha già passato, il pupillo di Julio Cesar ha solo voglia di tornare a fare quello che ama di più: giocare a calcio.