Lukaku in aiuto di Mourinho: chiama Theate, ma il Rennes alza il muro

Un anno che si conclude con l’istantanea più o meno consueta: la Roma fuori dalla zona Champions, i Friedkin silenziosi sul rinnovo di Mourinho, l’allenatore sempre straordinario nelle vesti di motivatore e Tiago Pinto sempre in ambasce per il mercato. Il tutto, mentre infuria un’emergenza in difesa che sta privando la squadra di Ndicka, Smalling, Kumbulla e Mancini (pubalgia). Morale: già da domani in Coppa Italia lo Special One dovrà adattare Cristante e Celik come centrali. Anche perché il fronte arrivi si sta complicando, alla luce dello stop del club alla trattativa per Bonucci. 

Lo stato dell’arte vede per ora Arthur Theate, 23 anni, del Rennes, l’obiettivo più fattibile fra quelli finora seguiti. E non è facile perché il belga viene valutato una ventina di milioni ed è un punto di forza della squadra. Certo, l’appeal della Roma è superiore e l’ingaggio (circa 3,6 milioni lordi) alla portata, ma visto che la formula offerta è solo quella del prestito, la scalata è ardua. Ad aiutarlo, però, potrebbero esserci un paio di elementi: il fatto che il Rennes deve ancora pagare il trasferimento di Matic (e che quindi può essere abbonato) e il pressing che Lukaku sta facendo per convincere il connazionale.  

Perciò la Roma – nonostante perda anche Aouar per la Coppa d’Africa (già partito) e Azmoun per quella d’Asia (ma si sta trattando su quando liberarlo) – sta anche tentando di rimandare indietro Sanches al Psg e magari cedere Spinazzola (piace al Galatasaray e in Arabia), facendo spazio a nuovi arrivi. Per questo tutti i rinnovi sono in stand-by, a partire da quello di Dybala, che da oggi potrebbe sempre liberarsi con la clausola da 13 milioni.

Calendario, infermeria, mercato: Juve e Inter, il grande duello riparte così

Sarà un gennaio impegnativo per le due squadre che si contenderanno lo scudetto: il 4 febbraio lo scontro diretto a San Siro

Due punti di differenza che valgono un’investitura: Inter 45, Juve 43. Lo scudetto è roba loro. E del profluvio di chiacchiere che l’accompagna. Il 2024 riparte dalla guerra dei due mondi, il derby d’Italia, la sfida più nobile del nostro calcio, nel solco di una tradizione infinita fatta di spasmodica rivalità e antiche polemiche anche truci. Certo, i toni non sono più quelli d’un tempo, ora si va di fioretto con allusioni, distinguo, rimandi, sfruculiando pure le tasche altrui perché, si sa, l’altra sponda ha sempre qualcosa in più per vincere. L’ultima spigolatura (al portafogli), per esempio, è dell’interista Acerbi: “Ricordo alla gente che dice che l’Inter è la squadra più forte del campionato che come sono arrivati tanti giocatori forti, sono andati via altrettanti giocatori forti.

La Juventus ha speso 200 milioni per gente come Bremer, Chiesa e Vlahovic. Noi abbiamo preso dei parametri zero. Dobbiamo essere equilibrati, sappiamo chi siamo e cosa vogliamo”. Allegri, senza indugio, rimanda la palla sull’altra metà campo spulciando invece la natura della rosa: “Non commento le parole di Acerbi. L’Inter è due punti sopra, stanno facendo una stagione straordinaria. Noi stiamo provando a restare attaccati, sapendo che il nostro percorso è diverso dal loro. Basta vedere la rosa che abbiamo a disposizione come età. I ragazzi stanno crescendo e siamo soddisfatti, senza stare a guardare in casa degli altri”. 

Milan senza gol: Giroud fermo da agosto, Leao da settembre. E che fatica in casa…

Il primo dell’anno Rafa Leao potrebbe toccare quota 100 giorni senza festa a San Siro: un traguardo che ha poco di pirotecnico. Per rompere con il passato, lasciarsi alle spalle il periodo nero del 2023 e guardare con fiducia al 2024, Rafa ha un’ultima occasione.

Milan-Sassuolo di domani: lo stadio aspetta una sua esultanza, un tempo fingeva di surfare sulle onde mentre oggi deve restare in piedi nel mare in tempesta. A lui si aggrappano anche Pioli e la squadra: Leao è il giocatore che più di altri può restituire entusiasmo e con l’entusiasmo cercare quella continuità di risultati che serve al Milan per riemergere. Dopo Sassuolo, ci saranno Cagliari in Coppa Italia ed Empoli in campionato per prepararsi alla Roma.

L’ultimo gol casalingo di Rafa è del 23 settembre scorso in Milan-Verona: palla recuperata in mezzo da Pulisic, appoggio a Giroud e Olivier che lancia Leao in profondità. Diagonale e gol: un’azione che sembra appartenere a un’altra epoca. Sono trascorsi 98 giorni, che per un attaccante sono effettivamente un’eternità. Resta anche la sua ultima rete in campionato e così il conto è fermo a tre. La produzione è dimezzata rispetto all’anno scorso: sei gol alla quattordicesima giornata della stagione 2022-23; allora furono 50 i tiri totali e in questa soltanto 25. In generale è calata la partecipazione al gioco di squadra e la sensazione di pericolosità che settimane fa offriva al primo tocco di palla. In realtà ci sono foto ancora più recenti, quelle pubblicate ieri sui social: Rafa che esulta dopo la vittoria nella partita di allenamento a Milanello e che stringe la mano al baby Camarda, di nuovo tra i grandi.

La Juve va forte con le big: mai sconfitta negli scontri diretti

Finora il bilancio per la squadra di Allegri è di 4 vittorie e 2 pareggi. Tra le pretendenti ai primi quattro posti nell’andata manca solo la Roma.

L’ultima partita del 2023 per la Juventus sarà anche l’ultimo scontro diretto del girone d’andata: sabato sera all’Allianz Stadium arriverà la Roma dell’ex Paulo Dybala, rimasto nel cuore di molti tifosi bianconeri, e la Signora avrà l’occasione per confermarsi grande contro le grandi. Uno dei segreti della squadra di Massimiliano Allegri è la capacità di fare punti negli scontri diretti: finora zero sconfitte per Danilo e compagni quando hanno affrontato formazioni con lo stesso obiettivo, ovvero un posto in Champions League.

I giallorossi — che tra l’altro a Torino nella nuova casa di Madama hanno vinto una sola volta, nel 2020 — sono l’ultimo step da superare per confermare una ritrovata maturità.

I numeri dicono che la Juventus finora ha raccolto 14 punti contro le big: 4 vittorie (con Lazio, Fiorentina, Milan e Napoli) e due pareggi (con Inter e Atalanta). In casa un solo pari, contro i nerazzurri. Meglio della scorsa stagione, quando alla fine del girone d’andata i bianconeri avevano raccolto 12 punti in 7 sfide, sconfitti solo da Milan e Napoli. Era andata peggio nel ritorno, quando avevano perso con Milan, Napoli e Roma (ma all’Olimpico), battendo però di nuovo l’Inter anche a San Siro. La Signora versione 2023-24 è più solida e più pronta dal punto di vista psicologico ad affrontare le sfide sulla carta maggiormente difficili, almeno questo è quello che ha dimostrato finora in questa stagione, e poi ha un allenatore bravo a preparare questo genere di partite e a gestirle anche con i cambi.

L’obiettivo di Allegri è fare l’en plein contro i Mourinho boys, che arrivano a Torino forti del successo sul Napoli e con la voglia di risalire verso il quarto posto. L’Allianz Stadium sarà tutto esaurito (come è successo quasi sempre in questa stagione) e i bianconeri in casa non hanno mai perso (6 vittorie e 2 pareggi).

Mourinho, Lukaku, Dybala: sabato il popolo Juve li accoglierà così

Tanto affetto per Paulo da parte dello Stadium, su Big Rom invece pesano i diverbi dell’ultimo Juve-Inter di Coppa Italia e i tormentoni estivi

In occasione di Juventus-Roma arriveranno allo Stadium tre personaggi che non passeranno inosservati. Si tratta di Mourinho, Lukaku e Dybala: due storici rivali e un ex che il popolo bianconero riaccoglie sempre con affetto.

Gli altri due invece sono stati in passato protagonisti di alcuni diverbi a distanza con i tifosi della Juve, in particolare con la curva Sud: il tecnico portoghese, che guidò l’Inter del triplete, ha risposto in passato a qualche coro offensivo nei suoi confronti mostrando il “tre” con le dita; l’attaccante belga, nella passata stagione, quando indossava la maglia nerazzurra, esultò a un suo gol in Coppa Italia con un gesto per zittire i cori offensivi al suo indirizzo, e poi alcuni tifosi vennero daspati. 

L’affetto per Dybala ha radici forti. L’argentino era a un passo dal rinnovo del contratto, quando la Juve decise di fare una riflessione più attenta sul suo conto. Il calciatore non garantiva continuità a seguito di alcuni problemi fisici, nel frattempo alla squadra di Allegri mancava un goleador e per questo la dirigenza andò dritta su Vlahovic: un colpo atipico per il mercato di gennaio, ma ritenuto necessario per dare una spinta ai bianconeri che rischiavano di non entrare nella zona Champions. La Juve decise così di scaricare il 10 della Juve, che salutò tra le lacrime nella stessa serata d’addio di Chiellini.

Quello tra Lukaku e la Juve è stato invece il tormentone dell’estate scorsa, con il belga in cima alla lista dei desideri di Allegri. Prima del blitz della Roma, i bianconeri ne stavano parlando col Chelsea, che si era spinto fino ai 20 milioni di conguaglio (oltre allo scambio pari tarato sui 40 milioni) per il trasferimento a Londra di Vlahovic. Ma il serbo non era intenzionato a cambiare aria e alla Continassa non erano disposti a svenderlo: non se ne fece niente, ma la sola trattativa allontanò il belga dall’Inter.

Inter, Arnautovic e Sanchez non bastano… Da Taremi a Martial: ecco tutte le piste per l’attacco

In casa Inter, il modus operandi è segnato da tempo. Nell’estate 2021 è stato il turno di Dzeko, appena qualche mese fa è toccato a Marcus Thuram. Decine di gol a prezzo di saldo, che i dirigenti nerazzurri vogliono continuare a mettere al servizio di Inzaghi. A una settimana dal via della sessione invernale di calciomercato, Marotta e Ausilio hanno deciso di guardarsi intorno: Sanchez sembra un lontano parente del bomber visto l’anno scorso a Marsiglia, Arnautovic non offre garanzie in termini di tenuta fisica.

Il nome cerchiato in rosso sul taccuino di Marotta è lo stesso dell’ultima finestra estiva: Mehdi Taremi, 31enne, iraniano, 86 gol in 170 presenze con il Porto e un contratto in scadenza a giugno 2024. L’Inter è già al lavoro per tesserarlo da svincolato in vista della prossima stagione, però sarebbe disposta a trattare con il Porto qualora i dragoni aprissero a una cessione anticipata.

Mentre corteggiano il 35enne cileno, gli arabi guardano con interesse anche ad altri bomber della Serie A: uno di questi è Luis Muriel, in grande spolvero nell’ultimo mese, che non ha ancora rinnovato con l’Atalanta e vorrebbe giocare con maggiore continuità.

Nelle ultime settimane Darmian e De Vrij non hanno fatto sentire la mancanza dell’infortunato Pavard, mentre Bisseck cresce a vista d’occhio e contro il Lecce ha persino segnato il suo primo gol in Italia. Il centrocampo girà così bene che il tecnico può permettersi il lusso di tenere Frattesi in panchina. In avanti, però, la situazione è ben diversa: appena 446 minuti per Sanchez, 484 per Arnautovic. Insieme hanno realizzato solo tre reti in Champions League, ma in campionato sono a secco dall’inizio della stagione. 

Milan, allarme rosso in difesa: titolari contati, aggregati due Primavera

Contro il Sassuolo, per l’ultima gara dell’anno, la difesa Milan sarà quasi obbligata. Simic titolare, disponibili Pellegrino e Bartesaghi, e per completare la panchina.

Nell’ultima gara dell’anno Pioli dovrà reinventare la difesa, dove ormai sono rimasti in pochi: Calabria, Kjaer, Simic, Theo, Florenzi, Pellegrino e Bartesaghi. A questi si aggiungono Nsiala e Jimenez, due giovani della Primavera a caccia di minuti tra i pro’.

L’ipotesi più accreditata è la seguente: Calabria, Kjaer, Simic e Theo. Simon, contro la Salernitana, è uscito nella ripresa dopo aver preso una pallonata in pieno volto. Recuperà per la sfida con il Sassuolo del 30 dicembre (San Siro, ore 18). Accanto a lui giocherà il diciottenne Simic, reduce dal primo gol tra i professionisti contro il Monza e da una partita sufficiente all’Arechi. Il serbo ha giocato con personalità e coraggio piazzandosi in mezzo in un momento non facile. Pioli è pronto a offrirgli la prima chance da titolare. I terzini, invece, dovrebbero essere Calabria e Theo, con Florenzi primo cambio.

L’infermeria è piena. Oltre Tomori ci sono anche Kalulu, Thiaw, Caldara, Pobega, Okafor e Musah. Pioli aggregherà altri due giovani della Primavera, Alex Jimenez e Clinton Nsiala-Makengo. Il primo, diciottenne spagnolo, è un terzino di spinta cresciuto nel Real, che infatti conserva la “recompra”. Il Milan l’ha preso in prestito con diritto di riscatto. Quest’anno ha giocato 15 partite e sfornato due assist. Se Abate ha centrato gli ottavi di Youth League da primo della classe lo deve anche alle sue sgroppate. Nsiala invece, diciannovenne francese, è un centrale fisico arrivato nel 2020. È nato a Rennes, dove i rossoneri giocheranno i playoff di Europa League. In stagione già due gol in 19 partite. Non male per un difensore.

Quando sbaglia Szczesny viene giù la Juve: contro il Sassuolo almeno due errori decisivi

Una papera del portiere ha sbloccato il Sassuolo e anche il decisivo terzo gol è nato da una sua respinta difettosa su cui si è fiondato Pinamonti

Ci risiamo. Szczesny offre una pessima prestazione col Sassuolo: decisivi i suoi errori su due delle quattro reti subite a Reggio Emilia. Come in altre occasioni passate, la serata negativa dell’estremo difensore polacco trascina fuori dal campo l’intera squadra: Tek è tra i pochi giocatori veramente esperti della rosa, i suoi cali di tensione adesso costano ancora più caro alla formazione di Allegri.

Il numero uno Juve al Mapei Stadium giocava la sua terza gara stagionale: clamoroso il suo errore sullo 0-0 su un tiro dalla distanza di Laurienté (al dodicesimo minuto, quando ha respinto la palla tra i suoi piedi e dunque dentro la porta) e successivamente su Pinamonti (al minuto 82, quando è stato punito dall’attaccante ex Inter per una sua ribattuta corta con i pugni). In pieno recupero è stato invece graziato dalla traversa su un tiro di Defrel ma tradito da Gatti, che ha depositato la palla nella sua porta in un momento di buio totale, rendendo più pesante il k.o. di Reggio.    

Vero: il portiere della Juve ha salvato il risultato con un intervento strepitoso – in tuffo – sul tentativo di Tressoldi prima dell’intervallo, e ancora in un paio di circostanze nella ripresa. Troppo poco però per rimettere sui giusti binari una partita compromessa, riproponendo insicurezze che in passato (con errori a Udine o a Napoli) avevano messo in discussione la sua titolarità. Con Perin che scalpita in panchina, e soprattutto con la grande responsabilità di leader che ha sulle spalle, gli errori di Szczesny pesano e rientrano tra i motivi principali che portano alla prima sconfitta stagionale.

Pronostico Frosinone-Juve, Allegri insegue Inzaghi: scudetto nel mirino

I bianconeri attesi dalla difficile trasferta allo Stirpe dove cercheranno di conquistare il successo per non perdere altro terreno sulla capolista, scappata a più quattro dopo il successo contro la Lazio

Non perdere altro terreno dall’Inter in fuga: è questo l’obiettivo di Allegri alla vigilia di Frosinone-Juve, la penultima partita dei bianconeri nel 2023. Una trasferta molto insidiosa, soprattutto dopo che i ciociari sono andati a vincere addirittura per 4-0 al Maradona contro il Napoli negli ottavi di Coppa Italia. Un successo che avrà senz’altro caricato la squadra di Di Francesco, reduce invece da una brutta sconfitta contro il Lecce per 2-1. Bianconeri ovviamente favoriti per il diverso valore delle due rose, ma Max dovrà fare molta attenzione soprattutto in difesa perché la rapidità del tridente gialloazzurro è molto pericolosa. Scopriamo pronostico e quote di Frosinone-Juve, in programma sabato 23 dicembre alle 12.30.

Nel turno scorso il pareggio Juve a Genova ha favorito lo scatto dell’Inter, che vincendo all’Olimpico contro la Lazio è riuscita ad andare a più quattro. Ecco perché Allegri a Frosinone non può permettersi di rallentare: i nerazzurri, nonostante i problemi di Lautaro, sono favoritissimi contro il Lecce e in caso di un altro stop la fuga diventerebbe davvero decisiva. Nelle ultime ore le quote del successo della Juve allo Stirpe sono scese, indicando il pensiero dei bookie: il 2 bianconero si trova a 1,67 su Gazzabet, a 1,65 su Sisal , a 1,62 su Better e a 1,60 su Snai.

Nei tre precedenti, uno addirittura in serie B, la Juve ha sempre vinto per 2-0 a Frosinone: un buon indizio per pensare al poker bianconero anche se Allegri dovrà fare i conti con un’avversaria in piena salute e con tanti giocatori provenienti proprio dal club bianconero (come Kaio Jorge, Soulé e Barrenechea). Il possibile pronostico Parziale/Finale con il doppio segno 2/2 vale 2,50 su Gazzabet, 2,45 su Sisal e Better e 2,40 su Snai.

Inter, il flop delle seconde linee: da Audero ad Arnautovic, serata da incubo

I Inter rincalzi nerazzurri steccano nella serata che avrebbe dovuto rappresentare un trampolino di lancio. Delle otto riserve impiegate da Inzaghi contro il Bologna, gli unici a collezionare la sufficienza piena sono stati Carlos Augusto e Bisseck. Bocciatura invece per Audero, Klaassen e Arnautovic. Insufficienti Frattesi e Asllani

L’ex portiere della Sampdoria è vittima delle circostanze e si arrende all’uno-due del Bologna nei supplementari dopo 90’ trascorsi senza grossi patemi. Praticamente inoperoso nei tempi regolamentari salvo un’uscita tanto audace quanto efficace, l’estremo difensore originario di Mataram inciampa sul calcio d’angolo che porta al pareggio bolognese lisciando l’uscita alta, poi fallisce a tu per tu con Ndoye sul contropiede che vale il ribaltone avversario al 116’. Prima della sfortunata serata contro gli emiliani, Audero aveva incassato tre reti contro il Benfica, con uno score personale che adesso recita 5 gol subiti in due uscite. Decisamente troppi se a protezione della porta si trova la miglior difesa del campionato.

Serata storta anche per l’ex Sassuolo, una volta tanto in versione sprecone. Il centrocampista romano timbra il cartellino per la ventesima volta in stagione collezionando la sesta presenza da titolare, ma contro il Bologna non riesce a incidere. Qualche errore in appoggio, tanta corsa e sacrificio, ma poca lucidità e un pizzico di sfortuna al momento di provare la conclusione. E quando la mira è buona, come nel primo tempo su assist di Carlos Augusto, ci pensano i riflessi di una Ravaglia quasi impeccabile. Frattesi ha il merito di farsi quasi sempre trovare al posto giusto, ma la girata da centro area spedita alle stelle nella ripresa grida ancora vendetta, perché avrebbe potuto cambiate il corso della serata. Non resta che voltare pagina e recuperare la brillantezza di qualche settimana fa.