Milan-Jashari, è fatta! Domani visite mediche, i dettagli dell’affare

Decisiva la volontà del centrocampista: si dovrebbe chiudere a 34 milioni più 3 di bonus. Il centrocampista è atteso a Milano in serata, avrà il numero 30

La volontà ferrea e assoluta del giocatore e l’ultimo, ulteriore miglioramento dell’offerta rossonera. Alla luce di questi due fattori, il Bruges ha indirizzato il pollice verso l’alto: il Milan si regala Ardon Jashari, che il club belga non ha convocato per il preliminare di Champions a Salisburgo e che è atteso a Milano già stasera, mentre domani sarà il giorno delle visite mediche. Prenderà la maglia numero 30. Decisivo il pressing congiunto – è proprio il caso di dirlo – del centrocampista e del Diavolo, che insieme hanno creato le condizioni per l’intesa. Il disco verde arriverà sulla base di 34 milioni più 3 di bonus, per una cifra complessiva che si discosta poco dai 40 su cui si era impuntato il Bruges. 

Decisivo quindi l’ultimo rialzo rossonero nella parte fissa – da 33,5 a 34 – e un’ulteriore rimodulazione di quella variabile. D’altra parte la clessidra scorreva e il Bruges aveva capito ormai da tempo essenzialmente due fattori: il giocatore riteneva conclusa la sua avventura in Belgio e, allo stesso tempo, voleva esclusivamente il Milan. Il Diavolo preferito anche alle sirene della Premier League e ovviamente di quelle arabe, su cui i nerazzurri confidavano in prospettiva di un incasso sul cartellino sicuramente migliore. Jashari ha fatto di tutto per aiutare il Milan, chiedendo (e ottenendo) di allenarsi da solo per un certo periodo, disertando gli appuntamenti ufficiali del club e non venendo convocato per i primi impegni ufficiali della stagione. Compresa l’andata del preliminare di Champions in programma domani col Salisburgo. Una volontà ferrea che alla fine ha sgretolato il muro del Bruges, consapevole di stare iniziando l’annata col suo miglior giocatore nelle scomode vesti di separato in casa. La pazienza e la perseveranza del Milan hanno fatto il resto. Dopo le visite Jashari sarà convocabile per la doppia trasferta britannica del Milan contro Leeds e Chelsea di sabato e domenica.

Davvero Neymar può andare alla Juve? La fattibilità e i costi dell’operazione

L’appello di Bremer al connazionale accende la fantasia dei tifosi: il campione cerca il riscatto prima del Mondiale dopo un periodo in chiaroscuro e sarebbe più “sostenibile” del colpo Ronaldo. Ma un ruolo cruciale lo giocherebbero gli sponsor.

Da Cristiano Ronaldo a Neymar: il passo è breve. Bremer porta in regalo (si fa per dire) alla Juve il brasiliano più famoso e guarda caso tornano in mente tante analogie con CR7, sbarcato a Torino nel 2018 a 33 anni. È curioso che Neymar (nato anche lui il 5 febbraio) abbia ora la stessa età di quando arrivò il fuoriclasse di Funchal e sia a caccia di una grande occasione di rilancio in vista del prossimo Mondiale.

Ovviamente l’idea del difensore bianconero merita approfondimenti di natura tecnica non banali. A cominciare dalla coesistenza con l’astro nascente Yildiz. Ma è altrettanto chiaro che una stella planetaria come l’attuale numero 10 del Santos stuzzichi tante fantasie, non solo dei tifosi più accesi. 

La sua immensa classe, a dispetto di una serie incredibile di infortuni, gli ha permesso di diventare un’icona, non solo in Brasile. Non va dimenticato che il Psg del 2017 spese 222 milioni di euro per strapparlo al Barcellona, mettendo a segno l’acquisto più costoso della storia (un record che resiste). E quando nell’agosto del 2023 la rottura con l’ambiente francese lo ha portato a scegliere l’opzione saudita dell’Al Hilal ai qatarioti è spettato un indennizzo di 90 milioni di euro e a lui uno stipendio da 160 all’anno. Un’altra cifra da record, in perenne competizione proprio con Cristiano Ronaldo. Un infortunio a un crociato e un altro malanno muscolare, però, lo hanno lasciato ai box per 13 mesi e in Arabia Saudita il suo bottino è stato davvero magro: 7 partite e 1 gol. Ne è seguita una ricca risoluzione che gli ha permesso a gennaio di tornare al suo amato Santos.

Juve, continua il braccio di ferro con Weah che vuole soltanto il Marsiglia

L’esterno si è promesso a De Zerbi, Comolli lo invita a considerare altre proposte. Con i francesi il vero nodo è l’obbligo di riscatto svincolato dalla qualificazione alla Champions

Questione di principio quanto di programmazione. Dietro al braccio di ferro fra la Juve e l’entourage di Weah, che sta provando a spingere in tutti i modi per avere l’ok al trasferimento al Marsiglia, ci sono più ostacoli che punti in comune. È vero: il club francese ritiene di aver fatto il massimo proponendo la stessa somma che alla Continassa avevano accettato qualche settimana fa dal Nottingham Forest, ma nell’ambito di un’operazione che sarebbe stata allargata anche a Mbangula in un pacchetto unico da oltre 20 milioni. L’aspetto che mette più in bilico l’offerta del Marsiglia, però, è un altro: il club francese propone l’obbligo di riscatto con la qualificazione alla prossima Champions League, mentre la Juve vuole maggiori certezze sull’acquisizione definitiva ai fini del bilancio e per reinvestire la somma su altri tavoli (su tutti, quello del PSG per Kolo Muani). 

Innegabile che la trattativa sia nata su basi instabili e che la Juve abbia avuto a un certo punto la sensazione di essere dentro a vicolo cieco. Nei dialoghi iniziali col Marsiglia, infatti, la Juve non ha mai trovato disponibilità a parlare di Balerdi, pur avendo trovato sponda sul calciatore attraverso alcuni intermediari. Successivamente, gli uomini della Continassa si sono ritrovati a dover correggere il tiro dell’affare Conceiçao perché Weah non ha accettato il trasferimento in Premier League. A quel punto, è tornato sulla scena il Marsiglia: Weah si è promesso a De Zerbi, anche se la trattativa non è mai stata vicina alla conclusione per via del prezzo. La Juve ritiene che il giocatore possa andar via per 20 milioni, trovando sponda su qualche altro club della Premier League: ad oggi il calciatore apre solo al ritorno in Ligue 1 e fin qui non ha accettato altro. Comolli, spiegando che “il Marsiglia ha presentato un’offerta non è adeguata” ha ammesso pure di avere invitato il giocatore “a prendere in considerazione anche altre ipotesi”. Nel braccio di ferro è ancora tutto aperto.

Inter, Bisseck dice no al Crystal Palace. E per De Winter serve prima una cessione

Il tedesco rifiuta gli inglesi che avevano offerto 32 milioni. I nerazzurri lo valutano almeno 40. Attesa la risposta dell’Atalanta per Lookman.

Il mercato dell’Inter parla latino: la situazione è una sorta di “status quo” dove per ora tutto resta fermo, in attesa di capire se lo scacco all’Atalanta sarà matto o sarà eluso ancora una volta, magari piazzando un alfiere davanti alla casella del re. Ademola Lookman è l’obiettivo per l’attacco: Ausilio e Marotta hanno presentato alla Dea un’offerta di 45 milioni bonus compresi. Oggi potrebbe arrivare la risposta definitiva. L’incontro in Lega di martedì tra il presidente nerazzurro e l’amministratore delegato della Dea Luca Percassi è servito a ritoccare la proposta e spedirla dritta a Zingonia, dove i bergamaschi stanno decidendo cosa fare. Ora la scelta è nella testa della Dea, anche perché Lookman ha già un accordo coi nerazzurri di Milano da tempo: 4,5 milioni netti a stagione fino al 2030. Ha declinato la corte del Napoli e dell’Atletico Madrid. Per lui “c’è solo l’Inter”. Come l’inno nerazzurro.

Nel frattempo, in quella terra di mezzo chiamata “mercato” dove ogni spiffero va verificato, si può iniziare a delineare la situazione legata alla difesa. Bisseck ha rispedito al mittente l’interesse del Crystal Palace, che ha offerto 32 milioni per il centrale tedesco reduce da un’annata da tre gol in 46 partite in tutte le competizioni, di cui trenta dall’inizio. I nerazzurri hanno fissato il prezzo ad almeno 40 milioni, ma non hanno l’esigenza di cederlo. Bisseck è il manifesto della duttilità: nell’anno appena concluso ha giocato al centro, a destra e a sinistra. Il messaggio è chiaro: se non esce nessuno, allora la difesa resta così com’è, con Bastoni, De Vrij, Acerbi, Bisseck, Pavard e Carlos Augusto, utile come braccetto difensivo (come Darmian). I piani alti stanno cercando di piazzare Palacios, reduce da sei mesi a Monza e fuori dai piani di Chivu.

La Juve alza l’offerta al Psg: il Kolo Muani-bis si avvicina

L’attaccante francese continua a spingere per il ritorno a Torino, Tudor lo aspetta e Comolli migliora le condizioni del riscatto obbligatorio. È corsa contro il tempo per averlo già sabato in ritiro in Germania.

La Juventus si riposa per un giorno, Damien Comolli no. Prima e dopo la presentazione di Jonathan David, il primo colpo della nuova era, il direttore generale bianconero si è concentrato sul mercato per completare l’attacco con il pezzo ancora mancante: il ritorno di Randal Kolo Muani. La trattativa a oltranza con il Paris Saint Germain è proseguita anche ieri. La buona notizia, dopo un’altra giornata di contatti e contrattazioni, è che la fiducia è segnalata in crescita: merito del passo in avanti effettuato dalla Signora nei confronti dei campioni d’Europa attraverso il miglioramento delle condizioni del riscatto e della coerenza della punta della nazionale del ct Didier Deschamps.

Kolo Muani ha dato la parola ai bianconeri e la sta mantenendo nonostante i ricchi corteggiatori inglesi, a partire dal Manchester United. Randal continua a ribadire ai vertici parigini la volontà di tornare sotto la Mole, dove da gennaio a luglio si è trovato benissimo e ha segnato dieci gol tra campionato (8) e Mondiale per Club (2). Se Comolli insiste, le sue braccia operative Giorgio Chiellini e Francois Modesto incrociano le dita insieme a Igor Tudor, uno dei principali sponsor del Kolo Bis.

La fumata bianca non è ancora arrivata, ma pezzo dopo pezzo il puzzle si sta componendo e l’ottimismo cresce. La Juventus, decisa a riportare Kolo Muani a casa, negli ultimi giorni ha aumentato la cifra dell’affitto iniziale (intorno ai dieci milioni) e semplificato le condizioni che rendono obbligatorio il riscatto nel giugno 2026. Un passo importante, ma non ancora decisivo, ritoccato ulteriormente nelle ultime ore. Si ragiona sempre su un prestito condizionato, però con una obbligatorietà sempre più scontata. Operazione da circa 45 milioni. Il Psg, in ottimi rapporti con la Juventus, ha apprezzato lo sforzo ma per il momento non sembra voler accendere ancora il semaforo verde.

Leao, un calcio al passato: “Con Allegri è cambiato tutto, ora il Milan è una squadra”

Il portoghese in conferenza alla vigilia dell’amichevole contro il Perth: “Tanti milanisti in Australia. Tornare qui per Milan-Como? Sarebbe bello. Abbiamo giocatori che fanno la differenza, ma quest’anno conterà il gruppo”

Rafa Leao in conferenza stampa alla vigilia della gara contro il Perth Glory. Non è una notizia, ma qualcosa rispetto al passato è cambiato anche a livello comunicativo per il portoghese che in questa tournée ha giocato da centravanti (Gimenez è in vacanza e là davanti manca un acquisto) e che, da vice capitano, fa sentire più spesso la sua voce. “Mi aspetto una buona partita – ha iniziato – contro una buona squadra. L’allenatore ci ha spiegato come attaccare e difendere contro di loro, ma la cosa più importante è essere pronti per l’inizio del campionato. Bisogna cercare di prepararci bene, 45′ o 90′, cercare di vincere, ma l’obiettivo è arrivare pronti per l’inizio del campionato. Noi daremo il massimo e cercheremo di battere il Glory Perth”.

Poi Leao ha parlato dell’affetto dei tifosi rossoneri in Australia: “Ce ne sono davvero tanti e il loro calore si sente. È molto bello per noi giocare in queste condizioni. Siamo molti felici di aver avuto questa accoglienza e cercheremo di ripagare i tifosi con una bella prestazione contro il Perth”. Poi sul momento della squadra: “Abbiamo un allenatore con esperienza che ha già vinto qua al Milan. Siamo un gruppo giovane, con alcuni elementi più esperti che sono qua da tempo. Stiamo costruendo la squadra, con lo spirito giusto che aiuta anche quando non giochiamo bene. Rispetto al passato è cambiato tutto. Sento che quest’anno il Milan sarà una squadra. Abbiamo giocatori importanti che possono fare la differenza, ma soprattutto ci sarà un grande spirito di squadra”. Tornare qua a febbraio per Milan-Como? “Non è ancora ufficiale e posso dire poco, ma se giocassimo di nuovo qui sarebbe molto bello perché avremmo molti tifosi e sarebbe bello”.

Douglas Luiz, storia di un ammutinamento: pace armata con la Juve, multa e valigia pronta

Il centrocampista brasiliano rientra e si scusa, ma l’addio è solo rimandato e lui punta a tornare in Premier

Fra Douglas Luiz e la Juve, pace fatta. Almeno per ora. Certo, è l’ennesima prova di un rapporto ormai logoro, che ha superato i limiti di sopportazione da un pezzo. L’ultima decisione del centrocampista di non presentarsi al raduno, saltando così i primi giorni di preparazione, spiega perfettamente in che termini si è incrinato uno degli equilibri più precari del calcio moderno: quello fra un calciatore che si sente mancato di rispetto e il suo club che non riesce ad avete più garanzie neanche nel rispetto del lavoro.

Negli ultimi anni ci si è ritrovati molto spesso a commentare di assenze forzate, certificati medici e motivazioni più disparate per forzare l’esito di una trattativa: stavolta, però, la scelta del calciatore è semplicemente figlia di una volontà di principio, cioè voler testimoniare il proprio disappunto per non esser stato trattato come avrebbe voluto. Sia in campionato che al Mondiale per Club, il brasiliano ritiene che non sia stato preso in considerazione in modo adeguato, così ha attirato l’attenzione su di sé con un gesto tanto forte quanto discutibile.

L’estate scorsa Koopmeiners presentò un certificato medico all’Atalanta in attesa che la Juve definisse l’affare per portarlo a Torino. Weah, invece, dopo aver vissuto male l’esclusione per la gara contro il Manchester City al Mondiale per Club, prima ha puntato i piedi per non andare al Nottingham Forest e ora resta in attesa che la Juve possa aprire al suo trasferimento al Marsiglia, continuando ad allenarsi regolarmente. Douglas Luiz, che ripresentandosi alla Continassa ha chiesto scusa alla società, all’allenatore e alla squadra (già definita la multa che troverà a suo carico nel prossimo stipendio), non ha alcuna trattativa aperta né tantomeno forzature da fare per dare un indirizzo ai discorsi di mercato: niente di tutto questo.

Juve, cosa guadagneresti e cosa perderesti con lo scambio Cristante-McKennie

I bianconeri riflettono sull’affare di mercato con la Roma: da una parte la funzionalità dell’azzurro negli schemi di Tudor, dall’altra la duttilità dell’americano, che nell’ultima stagione ha giocato in 9 ruoli diversi.

Scambia che ti passa. In un mercato bloccato dagli esuberi e dai giocatori in vendita che pesano di più a bilancio, il neo dg della Juve Damien Comolli è costretto a lavorare di fantasia. È così che è nata l’idea dello scambio con la Roma: Bryan Cristante a Torino, Weston McKennie nella Capitale. Un mediano per Tudor, un jolly per Gasperini. Ma cosa guadagnerebbero e cosa perderebbero i bianconeri?

Al netto delle questioni economiche (l’italiano ha il contratto in scadenza nel 2027, l’americano nel 2026; gli ingaggi netti sono quasi equivalenti, ma lo juventino grazie ai benefici del Decreto Crescita costa quasi 2 milioni in meno) e anagrafiche (il romanista ha 30 anni, il bianconero 27 da compiere), con Cristante la Juve colmerebbe una mancanza evidente in rosa: alle spalle di Thuram e Locatelli, infatti, manca un giocatore fisicamente strutturato, capace di rompere e costruire, ovvero con quelle caratteristiche che servono per occupare quella posizione di campo nel 3-4-2-1. Rispetto a McKennie, quindi, sarebbe più funzionale.

L’azzurro Campione d’Europa con la Nazionale nel 2021, secondo i dati di Fbref, eccelle in passaggi progressivi (cioè quelli in avanti di almeno 9 metri, solo il 33% dei centrocampisti nei top-5 campionati europei fanno meglio), intercetti e tackles. Ma la sua qualità principale in fase difensiva la si nota soprattutto in area di rigore: solo il 2% dei mediani d’Europa vince più duelli aerei di lui a partita (3 in media) e solo il 30% fa più interventi a liberare l’area. In questo senso, sarebbe un upgrade importante per la Juve in un fondamentale in cui lo scorso anno ha dimostrato di soffrire parecchio, subendo spesso gol di testa o sugli sviluppi di calci piazzati.

Kolo Muani, pericolo United: la Juve prova a stringere. I nodi della trattativa

Comolli la prossima settimana alzerà l’offerta al Psg per il prestito dell’attaccante

Un po’ i movimenti pericolosi del Manchester United e un po’ l’avvicinarsi del ritiro tedesco della squadra di Igor Tudor. Buone ragioni per cambiare marcia e provare a stringere per Randal Kolo Muani, rientrato a Parigi dopo il Mondiale per Club e i sei mesi di prestito a Torino. 

I colloqui tra il Psg e la Juventus sono quasi quotidiani, ma il nodo principale non è ancora stato sciolto del tutto: sotto la Torre Eiffel vogliono la garanzia che stavolta il divorzio dalla punta sia definitivo, mentre a Torino non vorrebbero impegnarsi subito dal momento che le cifre sono importanti. Il dg Damien Comolli la prossima settimana effettuerà un tentativo più deciso, provando a migliorare le ultime offerte. Un passo verso i francesi con l’obiettivo di sbloccare la situazione e accontentare Tudor.

Il tecnico croato si è ricreduto in fretta sul 26enne di Bondy, a inizio avventura lasciato in panchina, al punto da aver messo il suo ritorno in cima alla lista delle priorità. Tanto Comolli quanto il suo braccio destro Chiellini e il dt Modesto la pensano allo stesso modo. Così, dopo aver ingaggiato il bomber svincolato Jonathan David (ex Lilla) e in attesa di trovare una soluzione per il separato in casa Dusan Vlahovic, alla Continassa vogliono portare al traguardo Kolo.

Un modo per completare il reparto in tempo per il prossimo weekend, quando i bianconeri si trasferiranno nel quartier generale dell’Adidas a Herzogenaurach, ma soprattutto una mossa per provare ad evitare sul nascere possibili cattive sorprese. Il patto Juventus-Kolo Muani, forte del feeling instauratosi negli ultimi mesi, finora ha tenuto a distanza i corteggiatori inglesi. Randal ha sempre dato la priorità alla Juventus e ha ribadito il pensiero al Psg anche nelle ultime ore. Ma gli spifferi di una avanzata decisa del Manchester United, che ha appena visto l’obiettivo Viktor Gyokeres accasarsi all’Arsenal, non lasciano tranquilla la Signora. Il rischio c’è sempre stato, però adesso sembra più concreto e i dirigenti proveranno ad evitarlo. 

È costato 700mila euro a partita: Douglas Luiz, le tappe di un fallimento totale

Soltanto dodici mesi fa l’ingaggio del brasiliano dall’Aston Villa sembrava un gran colpo. Ecco come invece, dopo una stagione ai margini, si è rivelato per la Juve un flop clamoroso

Che qualcosa non andasse si doveva capire forse fin dal principio. Prima giornata della Serie A 2024-25, 19 agosto: allo Stadium la nuova Juve di Thiago Motta esordisce contro il neopromosso Como in un clima di grande entusiasmo per quello che sarebbe dovuto essere il nuovo corso bianconero all’insegna di bel gioco e gioventù. Il calciatore fin lì più pagato dell’estate (verrà poi superato da Koopmeiners) non c’è.

Parte in panchina, perché il tecnico juventino gli preferisce un ragazzino all’esordio: Samuel Mbangula. Fuori all’inizio e fuori alla fine, Douglas Luiz: fuori dal campo prima e fuori dal progetto poi, anche se forse dentro la Juve lui non ci si è calato mai. Fin dall’atteggiamento con cui è sbarcato a Torino e con cui adesso la sta lasciando in contumacia.

Un bel colpo, sfruttando una grande occasione di mercato. Questa era l’opinione unanime tra gli addetti ai lavori nel momento in cui l’allora dt della Juve, Cristiano Giuntoli, confeziona l’operazione con l’Aston Villa: valutazione di 50 milioni per il brasiliano, ma con poco meno della metà del valore coperta dai cartellini di Barrenechea (8) e Iling-Jr. (14). Gli inglesi devono fare una plusvalenza entro il 30 giugno e si portano a casa due calciatori giovani, la Juve fa sbarcare in Serie A il miglior centrocampista della Premier League, reduce da una stagione da 10 gol e 10 assist. Sembra tutto perfetto. Anche perché i bianconeri cercano di supportarlo anche sotto il profilo personale e ingaggiano pure la sua (ormai ex) fidanzata Alisha Lehmann, calciatrice star social da oltre 16 milioni di follower, tesserata con la squadra Women. Ma c’è un’altra faccia della medaglia che alla Continassa scoprono presto, non appena Douglas Luiz si unisce ai compagni al lavoro. In allenamento Thiago Motta trova un calciatore abbastanza indolente, che preferisce avere il pallone tra i piedi piuttosto che buttarsi negli spazi come imporrebbe il suo stile di gioco, che al pressing alto e offensivo richiesto dall’allenatore risponde con un ritmo basso e compassato.