Chiesa-Liverpool, ci siamo! Fede in volo per l’Inghilterra: “Sono pronto per questa nuova avventura”

Sfumata la pista Barcellona, Federico Chiesa ha dato l’ok per il trasferimento ai Reds e si è appena imbarcato su un volo privato. La Juve ricaverà 10-15 milioni. E con il risparmio sull’ingaggio dell’azzurro, via libera per la caccia a Sancho

Nessun segnale da Barcellona: Federico Chiesa ora si avvicina al Liverpool, in queste ore l’ultima accelerata sul fronte inglese può essere decisiva. L’attaccante apre alla destinazione in Premier League, la Juve è pronta a cederlo per una cifra fra i 10 e 15 milioni: si può chiudere a breve. L’attaccante è da poco partito per raggiungere l’Inghilterra con un volo privato: “Sono felicissimo e pronto per questa nuova avventura, ci tengo a salutare i tifosi della Juve”.

L’uscita di Chiesa è utile alla Juve per definire l’ultimo obiettivo di questo mercato bianconero: cioè Sancho, che arriverebbe in prestito dal Manchester United senza alcun obbligo di riscatto e con buona parte dell’ingaggio pagato dal club inglese. Il risparmio generato dall’ultimo anno di contratto di Chiesa, evitando la minusvalenza a bilancio con circa 12 milioni, darebbe forza a Giuntoli per coprire una buona percentuale dello stipendio annuale di Sancho, che ha già dato gradimento alla destinazione juventina. La Juve si muove su questo binario e per adesso è avanti sulla concorrenza.

Szczesny si ritira dal calcio. Il portiere sui social: “Ho dato tutto: il mio cuore non c’è più”

Dopo la risoluzione con la Juventus delle scorse settimane, ecco l’annuncio del polacco: nessuna nuova sfida, Tek smette

La notizia della risoluzione con la Juventus è solo di qualche settimana fa. Poi si erano aperte svariate ipotesi: Arabia Saudita, Monza, Mls. Invece, Szczesny sorprende ancora una volta: smette con il calcio. A 34 anni, il polacco dice basta. E lo fa tramite una lunga lettera pubblicata sui social in cui ripercorre tutta la carriera da calciatore.

“Ho lasciato Varsavia, la mia città, nel giugno del 2006 per andare all’Arsenal con un sogno – vivere di calcio. Non sapevo che sarebbe stato l’inizio dell’avventura di una vita. Non sapevo avrei giocato per i più grandi club del mondo e che avrei rappresentato la mia nazionale 84 volte. Non sapevo mi sarei non solo costruito una vita grazie al calcio, ma il calcio sarebbe diventato la mia intera vita. Non ho solo realizzato i miei sogni, sono arrivato dove la mia immaginazione nemmeno mi avrebbe permesso. Ho giocato partite al più alto livello possibile, contro i giocatori più forti della storia, senza mai sentirmi inferiore. Mi sono fatto amici per la vita, ho creato ricordi indelebili e conosciuto persone che hanno avuto un impatto incredibile sulla mia vita.  Tutto quello che ho e tutto quello che sono lo devo a quel bel gioco del calcio”.

“Ma ho anche dato tutto quello che avevo – prosegue Szczesny -. Ho dato al gioco 18 anni della mia vita, ogni giorno, senza scuse. Oggi, il mio corpo si sente ancora pronto per delle sfide, ma il mio cuore non c’è più. Sento che è arrivato il momento di dare tutte le mie attenzioni alla mia famiglia – alla mia incredibile moglie Marina e ai nostri due bei bambini Liam e Noelia. Per questo ho deciso di ritirarmi dal calcio professionistico. Avrei tantissime persone da ringraziare, ma proverò a farlo personalmente con ognuno. Ma a voi, tifosi, devo un grazie speciale. Ogni storia ha una fine, ma nella vita ogni fine è un nuovo inizio. Niente è impossibile e credetemi, sognerò in grande!”.

Inter, c’è ancora fame: è ossessione scudetto. La rosa è forte, ma occhio alla Juve

Ecco, sulle potenzialità dell’Inter non ci sono mai stati dubbi: quel gruppo indistruttibile che già ad aprile ha mandato la maglia in sartoria per aggiungere scudetto e stella ha attraversato il mercato indenne, senza cedere big, e ha accolto in casa nuovi campioni, logico immaginarlo in grado di ripetersi in cima al campionato. Il 2-0 dell’altra sera al Lecce, in un San Siro che ribolliva di passione come fossimo ancora alla scorsa primavera, ha fugato ogni dubbio: sì, questa Inter ha ancora fame.

E sì, questa Inter conserva un vantaggio che le altre non hanno: Inzaghi e i suoi conoscono bene la strada per arrivare lassù e restarci. Da qui si riparte, con le vecchie certezze ritrovate alla prima uscita interna – la solidità difensiva, lo spirito di sacrificio, la qualità a centrocampo e la spinta sugli esterni – e un paio di differenze che possono… alimentare l’ossessione per il bis scudetto. 

L’acquisto di Palacios, sbarcato ieri mattina dall’Argentina, ha aggiunto l’ultimo pezzo del puzzle al mercato dei campioni d’Italia. La rosa che Inzaghi maneggia, ora, è profonda e ricca di qualità: il presidente Marotta e il d.s. Ausilio l’hanno ritoccata sfogliando l’agenda, mai così fitta di impegni come in questa stagione, e allora anche il turnover cambierà significato: era una eventualità, diventa una necessità sostenibile. Ruotare gli uomini si può fare, e soprattutto si può fare ad alto livello. L’esempio corre per il campo con il 99 stampato sulla schiena: dopo aver partecipato alla costruzione del secondo gol di Thuram a Genova da subentrato, Taremi si è confermato uomo d’area di esperienza e qualità alla prima da titolare contro il Lecce. Lautaro è rimasto ai box, ma l’attacco nerazzurro non ha perso in pericolosità e l’Inter ha ricominciato a vincere. Zielinski è il prossimo della lista: «Sta bene, ha qualità, esperienza e ci darà una grande mano», ha garantito Inzaghi.

Ora la Juve si tuffa su Koopmeiners. E per Sancho si aspetta… Chiesa

I bianconeri non si fermano al doppio colpo Nico Gonzalez-Conceiçao. È corsa contro il tempo per l’olandese: nuovi contatti con l’Atalanta.

Il regalo per i 42 anni di Thiago Motta non sarà una sorpresa, ma nel caso sarà comunque apprezzatissimo. Cristiano Giuntoli ci lavora da mesi, almeno da dicembre, e adesso più che mai conta di incartarlo. La sirena di fine mercato suona venerdì prossimo (30 agosto), ma il dirigente toscano spera di chiudere prima per Teun Koopmeiners. Magari già in tempo per mercoledì, quando il tecnico-italo brasiliano spegnerà le candeline e sogna di trovare sopra la torta la ciliegina olandese. Pensiero condiviso con Giuntoli.

Tutto (o quasi) dipenderà dall’Atalanta. I contatti con il club nerazzurro sono proseguiti anche ieri. Dopo il doppio colpo d’ala bianconero (Nico Gonzalez più Conceiçao Jr), adesso la Signora concentrerà quasi tutti gli sforzi per portare al traguardo il promesso sposo bianconero e completare al meglio la rivoluzione del centrocampo e in generale della nuova Juventus. Koop è sempre stato il grande obiettivo e lo è tuttora, a sei giorni dal gong. Alla Continassa, dopo lo strappo del giocatore con la Dea e l’intesa di massima raggiunta nei giorni scorsi con la società dei Percassi (55 milioni più bonus), è iniziata la corsa contro il tempo per arrivare al semaforo verde. Ogni ora può essere quella buona per l’ultima puntata dell’avvincente telenovela estiva, ma anche per l’addio di Federico Chiesa (Barcellona in pole) e per un rinforzo finale in avanti: a partire da Jadon Sancho del Manchester United.

Dybala resta a Roma, esplode la gioia dei tifosi sui social: “Ora dategli la numero 10”

Anche gli appassionati vip esaltano la scelta dell’argentino. Gassman: “Un campione”, l’ex premier Conte: “Bella pagina di sport”. Rosella Sensi: “È il potere di Roma”. E a Casal palocco cori e petardi per la moglie Oriana

“Dategli la numero 10”. La decisione clamorosa di Paulo Dybala ha scatenato la tifoseria romanista e fatto partire petizioni inaspettate fino a 24 ore fa. Tra chi si è presentato sotto casa della Joya, chi sta occupando gli ultimi seggiolini rimasti a disposizione per domenica e chi sta riempiendo le bacheche social e le trasmissioni radio. La Dybala mania è riesplosa, come due anni fa quando l’arrivo dell’argentino fu celebrato come una festa al Colosseo Quadrato.

Il no ai 75 milioni arabi non è roba che si vede tutti i giorni, ma non è una novità nella capitale tanto che è scattato subito il paragone col gran rifiuto di Francesco Totti al Real Madrid. “Non posso tradire questi tifosi, non posso”, ha detto Paulo in lacrime alla moglie Oriana prima di prendere la decisione a sorpresa. “Si merita la numero 10, se non lui chi?”, si domandano in tanti su X e Facebook. Ancora di più sono quelli che celebrano il gesto della Joya come un “gesto di rivoluzione”. Di amore incondizionato. 

Sotto al post di Dybala pullulano anche i commenti di tanti vip. Dal “Dajeeee” di Lorella Cuccarini ai cuori di Ultimo, Blanco, Delogu e Gemitaiz passando per tanti ex illustri. “Grande!”, lo esalta Nainggolan. Poi spuntano le emoticon e i like d’affetto di Pjanic, Tiago Pinto, Burdisso e Benatia. Ovviamente non mancano le reazioni dei compagni di squadra. “The show must go one”, il messaggio di Zalewski. “Per chi non lo avesse capito Paulo resta a Roma”, scherza Paredes. Soulé mette una faccina commossa prima di pubblicare una foto insieme alla Joya. Poi i cuori giallo e rosso di capitan Pellegrini, di Abraham, El Shaarawy, Dovbyk e tanti altri. In serata è arrivato anche il messaggio di Giuseppe Conte. 

Juve, alta intensità e contrasti veri alla Continassa: i tifosi alla scoperta del metodo Motta

Seduta aperta al pubblico per i bianconeri: dai primi passi bianconeri di Kalulu all’assenza di Milik, ritmo e grande attenzione al lavoro di Locatelli e Fagioli in costruzione

“Grande Thiago!”. Il primo allenamento stagionale a porte aperte alla Continassa si apre con le voci dei tifosi che osannano l’allenatore: è un segno dell’entusiasmo che circola nel popolo juventino, in parte per il 3-0 dell’esordio sul Como e in parte per il fascino sempreverde delle rivoluzioni. L’allenatore sorride e saluta, poi dal secondo successivo pensa soltanto all’allenamento. C’è anche il neoacquisto Pierre Kalulu nell’ora e mezza di seduta, ma non Arkadiusz Milik, non ancora pronto a unirsi al gruppo e quindi a rischio per un secondo forfeit, a Verona. 

Quando c’è da lavorare sulla parte atletica risuona sempre l’accento francese del preparatore Simon Colinet, poi nel campo principale del centro sportivo si sentono solamente le voci dei giocatori e quella di Motta che incita i suoi fermando gli esercizi di tanto in tanto per richieste specifiche. Tanta, tantissima palla alla Continassa: due portieri a turno prendono parte agli esercizi collettivi e nel primo focus sul possesso vengono sollecitati a gestire la palla tra i piedi con poco tempo e poco spazio, chiedendo ai compagni di smarcarsi in velocità. Il tutto sempre ad alta intensità, con contrasti veri e pochi tempi morti. Da segnalare anche Manuel Locatelli e Nicolò Fagioli jolly nella partitella, segno dell’attenzione specifica di Motta per i due azzurri nella manovra di costruzione. A chiudere due esercitazioni parallele per attacco e difesa, più ripetute per mettere un po’ di benzina nelle gambe a quattro giorni da Verona-Juventus. 

Milan, chi in attacco contro il Parma? Da Okafor a Jovic e… Camarda, i ragionamenti di Fonseca

Per le prossime settimane, i rossoneri dovranno fare a meno di Morata. Il favorito per la partita del Tardini è lo svizzero, per diversi motivi. Il serbo può essere una carta a gara in corso, mentre il classe 2008…

Paulo Fonseca se lo sta chiedendo da qualche ora. E con lui, il resto del mondo rossonero. Con Morata out, chi schierare al centro dell’attacco contro il Parma? Il 2-2 in rimonta contro il Toro ha chiarito qualche punto. Dando, allo stesso tempo, suggerimenti per la prossima puntata.

Il punto numero uno è una doppia spunta alla voce “vecchie abitudini”. Davanti, il nuovo Milan di Fonseca ha mostrato alcune somiglianze con la squadra guidata da Pioli nella passata stagione. In particolare, per l’ingresso risolutore di Noah Okafor. Lo svizzero, già protagonista da subentrato, è al momento il favorito per una maglia da titolare al Tardini. Il gol del pari contro i granata ha tirato il Diavolo fuori dalle sabbie mobili, ma ha anche dato una sintesi delle sue qualità. A fine maggio, era stato proprio lui a pesare sulla bilancia i primi mesi in Italia, archiviati con 36 presenze, 6 reti (tutte in A) e 3 assist: “È stata una buona stagione con tante belle cose, ma anche molto da migliorare. Non vedo l’ora che arrivi la prossima”. Detto, fatto. Dopo un Europeo in panchina, la nuova annata è cominciata con uno sprint da centometrista: Noah si è presentato a Milanello tirato a lucido, al momento è uno dei più in forma del gruppo e il gol alla prima può dare la carica. In attesa di Morata, è un segnale da non sottovalutare.

Milan, Fofana già pronto per il debutto. E spunta l’ipotesi Vos dall’Ajax

L’ex Monaco si allena in gruppo da subito e punta la trasferta di Parma. L’olandese classe 2005 è un’idea concreta

Diceva Alberto Zaccheroni, che nel 1999 al Milan uno scudetto l’ha vinto: “Il centrocampo è il reparto più importante di una squadra”. Memore delle parole del suo ex allenatore, il Diavolo, che ora parte con l’intenzione dichiarata di provare a disegnarsi sulla maglia la seconda stella, ha in mente di intervenire ancora in mediana.

Il primo tassello, quello più importante, è stato messo settimana scorsa, con l’ufficializzazione di Youssouf Fofana. E a tal proposito, il francese ex Monaco ieri a Milanello ha lavorato in gruppo, tanto che non è follia immaginarlo già in campo a Parma. Ma prima che risuoni “il gong di fine mercato”, come l’ha chiamato l’a.d. Giorgio Furlani sabato a San Siro, il Milan potrebbe fare almeno un’altra aggiunta. Il nome forte resta quello di Manu Koné, sul quale è forte la concorrenza della Roma, e comunque subordinato a un’uscita nel reparto, oltre a quella di Adli. Mentre il nome nuovo arriva dall’Olanda: Silvano Vos.

Se cercate nel web, di lui si cominciò a parlare già nel 2016. Quando aveva appena undici anni. Come può essere? Galeotta fu una gara… di palleggi. Ma non una qualunque tra amici. Prima di Ajax-Twente di campionato, il club di casa decise di indire un concorso aperto ai piccoli talenti del proprio settore giovanile. Una sfida di palleggi all’allora Amsterdam Arena, davanti a decine di migliaia di spettatori, che Vos vinse con 3.178 tocchi consecutivi. “Avrei potuto andare avanti”, il commento del baby Silvano, giusto per far capire il tipo. Sì, Vos è uno tosto. Anche troppo, dicono nei corridoi di quella che oggi è la Johan Cruijff ArenA. Nel corso della scorsa stagione, tramite il padre ha fatto il diavolo a quattro perché l’allenatore non lo impiegava a sufficienza.

Inter, le contromosse di Inzaghi: fasce nuove, la testa, condizione e… Lautaro

Pavard, Dumfries e Carlos Augusto in rampa di lancio. E il tecnico, che chiede più attenzione e concentrazione, ha un piano per il capitano

La rabbia mica era sbollita, il giorno dopo. Ed è una buona notizia, perché è sinonimo di fame, di voglia di riscatto. Voglia di cancellare, di correggere, di raddrizzare qualcosa che è andato storto e che l’Inter si era piacevolmente abituata a vedere filare dritto. La palla ce l’ha Simone Inzaghi, che non ha nascosto pubblicamente e privatamente con la squadra la sua amarezza. Ed è chiaro che qualcosa di diverso contro il Lecce si vedrà, in tema di scelte, di condizione fisica e – spera l’allenatore – anche nella gestione di quei dettagli che a Genova sono andati tutti nella direzione opposta a quella sperata.

Le scelte, innanzitutto. C’è una settimana quasi piena di lavoro davanti e molto da decidere, da scegliere, da capire. Inzaghi non ha avuto risposte positive da alcuni big. Bastoni e Dimarco, per esempio, sono lontani dalla forma dello scorso campionato, forse più di quel che si immaginava. Al contrario. Carlos Augusto è stato uno dei più positivi dell’estate. E potrebbe avere maggiore spazio, al posto di uno dei due azzurri. Qui il discorso è filosofico: meglio dare spazio a chi è più in forma oppure dare minuti a chi deve guadagnarli per crescere di condizione? Un ragionamento, poi, Inzaghi lo farà anche sull’altra fascia. Dove Darmian può lasciare il posto a Dumfries. L’olandese ha necessità di migliorare, certo, ma garantisce all’Inter un maggiore peso offensivo. Sempre a destra, altro sorpasso da valutare: Pavard, con una settimana in più di lavoro sulle gambe, è pronto a riprendersi il posto di Bisseck, protagonista del fallo di mano che è costato il pareggio.

Quattro debuttanti in campo, ma la decide il solito Lewandowski: il Barça passa 2-1 a Valencia

Flick con tantissimi infortunati si affida alla cantera, ma è la doppietta del polacco a decidere l’incontro

Quattro debuttanti in campo, uno in panchina, 3 minorenni titolari nel Barcellona e uno entrato nella ripresa nel Valencia, doppietta di Lewandowski e 2-1 del Barça a Mestalla. Il 59enne Hansi Flick inizia con una vittoria il suo cammino in Liga grazie alle reti del 35enne polacco in una serata piena di gioventù. Per il Barça un successo in rimonta sofferto e prezioso viste le assenze, i dubbi e la difficoltà di giocare in un Mestalla sold out (46.673 spettatori). Oggi in campo il Madrid a Maiorca, domani l’Atletico a Vila-real.

Flick era senza mezza squadra: infortunati De Jong, Gavi, Araujo e Ansu Fati, Fermin Lopez in vacanza post Olimpiadi, Dani Olmo non tesserato per questioni economiche, improvviso problema fisico anche per Gundogan, non convocato. E allora spazio alla cantera: i 17enne abituali, Lamine Yamal e Pau Cubarsì, con l’aggiunta di un terzo 2007, Marc Bernal, schierato per la sua prima in Liga a centrocampo con Marc Casadó, veterano rispetto ai compagni con i suoi 20 anni. I due si sono sistemati nel doble pivote dietro a Lamine, Raphinha e Ferran Torres, con Lewandowski 9 puro. Nel Valencia Mamardashvili, il miracoloso portiere georgiano dato in sicura partenza tanto che il Valencia ha da tempo comprato il sostituto, il macedone Dimitrievski, ancora li tra i pali. Per Baraja difesa giovanissima: Thierry (25 anni), Mosquera (20), Yarek (19) e Jesús Vázquez (21).

Barcellona in costante difficoltà e fiammata nel finale della prima parte: al 44’ gol di testa di Hugo Duro su cross dell’ottimo Diego Lopez e dormita di Iñigo Martinez, il guardalinee alza la bandierina, dalla sala Vor gliela abbassano. In un’area Yarek salva sulla linea una conclusione di Casadó servito da Balde, nell’altra Cubarsì fa miracolosamente lo stesso su Hugo Duro dopo un errore di Ter Stegen. E al quinto di recupero il pareggio di Lewandoswki, tap-in in scivolata su cross dalla destra di Lamine Yamal, premio immeritato per i catalani.