La mancanza di continuità è il problema numero uno della stagione dell’Inter. E su questo sono tutti d’accordo. L’importante è capirne i motivi. Uno è sicuramente la mancanza di piani B da parte di Simone Inzaghi che, non solo non ammette deroghe dal suo 3-5-2, ma non ha nemmeno troppe alternative per mantenerlo in vita e alimentarlo nel corso della partita. Soprattutto davanti.
Con Correa funestato dai problemi fisici, ci sono solo tre punte di cui una, Lukaku, ha iniziato a vedere il campo con continuità solo da pochissimo tempo. Sette sconfitte in 24 giornate, per una squadra che punta allo scudetto, sono decisamente troppe. Lo stesso numero di quelle della Juventus nella Serie A ’94/’95, la prima in cui la vittoria valeva tre punti. Quello, però, era il totale a fine campionato e non di poco più della metà. E, soprattutto, i bianconeri non avevano 18 punti di distacco dalla prima in classifica. Detto addio al tricolore, restano ancora tre obiettivi stagionali: andare avanti il più possibile in questa edizione di Champions, guadagnarsi un posto nella prossima e la Coppa Italia.
L’Inter sembra ormai Lautaro-dipendente. Dzeko si sta prendendo una pausa anche comprensibile, visto quanto ha dato finora. Nel 2023 ha trovato il gol solo in due occasioni: nella vittoria sulla capolista Napoli e nella finale di Supercoppa Italiana con il Milan. Forse ha pagato anche il continuo ballottaggio con Lukaku, che sta pian piano cercando di tornare a buoni livelli, anche se sembra difficile rivederlo al top, come nella stagione dello scudetto di Conte.
Il gol, insomma, sembra sempre più un affare legato a Lautaro. Dopo il già citato successo con il Napoli, in campionato l’Inter ha vinto quattro partite, ne ha perse due e ne ha pareggiate altrettante. In otto gare il Toro è andato a segno in sei occasioni nelle quali il bilancio è stato di quattro vittorie e un pareggio. Quando è rimasto a secco, i nerazzurri hanno perso due partite e ne hanno pareggiata una.