Milan, senti Morata: “In Spagna fatico a essere felice, è un paese senza rispetto”

Il capitano delle Furie Rosse: “Da quando ho lasciato il Real sono un meme, vengo criticato quando mi taglierei una mano per vincere l’Europeo. Ho detto che voglio vincere con l’Atletico? Vero, ma sulla bilancia bisogna mettere tutto”

La scorsa settimana la dichiarazione d’amore all’Atletico Madrid che sembrava aver chiuso con inusitato anticipo la solita estate di caldo mercato di Alvaro Morata, oggi dalle colonne del Mundo il capitano della Spagna dice altre cose. E l’interpretazione delle sue parole può andare in diverse direzioni, molto distanti tra loro.

È un’intervista molto sincera, come succede quasi sempre con Alvaro, ragazzo d’oro con tanta fragilità. Il titolo scelto dal collega Eduardo Catselao: “In Spagna faccio fatica ad essere felice”. E già li, ecco una frase di grande impatto. Che arriva da questa risposta alla domanda sul perché, avendo tutto, sembra sempre un po’ triste: “Non sono triste, per nulla. Però è vero che in Spagna faccio molta fatica ad essere felice. Alla fine c’è sempre qualcuno da qualche parte che dice qualcosa. L’altro giorno ho fatto un gesto che era rivolto al gruppo e alcune persone l’hanno usato per criticarmi, come sempre. O il tema dell’ammonizione, che non si sapeva se me l’avevano data o no e c’era già gente che diceva: “Magari”, “Giochiamo meglio senza di lui”. Queste cose emergono anche quando andiamo bene…”. Non ha tutti i torti Alvaro.

E l’approfondimento: “La mia personalità è questa. Io spesso sono felice però altre volte faccio fatica. Sono così. Quando arrivo a casa sono sempre felice, però a volte di fronte alla gente mi sento come se fossi nudo, e magari questa cosa non mi lascia tirar fuori tutto ciò che ho dentro. Tante volte penso che vivere in Spagna è difficile perché c’è sempre qualcuno che fa una battuta, un altro che…”.

Chi ha i giocatori non ha i tecnici e viceversa: Brasile e Italia, due crisi allo specchio

L’estate delle delusioni per due delle nazionali più iconiche del mondo. I verdeoro hanno una batteria di fenomeni senza una guida capace di imporre il senso del collettivo. Il problema opposto degli azzurri

Viene difficile spiegare un simile tonfo, se si legge la formazione del Brasile. Detto che mancava per squalifica Vinicius, cioè il migliore di tutti, Dorival Junior ha potuto schierare la sua batteria di fenomeni: da Rodrygo al talentino Endrick, da Militao a Marquinhos, da Douglas Luiz a Raphinha. E in porta un certo Alisson, che è uno dei top mondiali. E allora perché una simile caduta? La risposta è abbastanza semplice: perché il Brasile non è una squadra, ma un insieme di undici giocatori che si preoccupano più di se stessi, e di far bella figura di fronte al pubblico, che del collettivo. 

Il fatto è che, in questa estate di calcio noioso, due delle nazionali più iconiche del mondo, cioè il Brasile e l’Italia, con modalità differenti, hanno regalato profonde delusioni. La Seleçao fuori ai quarti della Coppa America, nonostante fosse imbottita di campioni e campioncini, e l’Italia fuori agli ottavi all’Europeo contro la Svizzera, mostrando una pochezza tecnica davvero preoccupante.

Ora in Brasile ci s’interroga su Dorival Junior, mentre in Italia ci si chiede che cosa fare per migliorare la qualità complessiva del movimento calcistico, si tirano fuori i soliti discorsi sui troppi stranieri, sui giovani che non hanno la possibilità di crescere e di mettersi in mostra, sulle scuole-calcio che sono diventate come l’aspirina: curano tutti i malanni. Il punto, sia in Brasile sia in Italia, è che si è persa per strada una parola che dovrebbe rappresentare la stella polare di ogni impresa: EQUILIBRIO. Scritto tutto maiuscolo, così magari si legge bene. Equilibrio significa avere undici giocatori che pensano prima al bene collettivo e poi a quello individuale. Equilibrio significa avere un piano strategico attraverso il quale dominare l’avversario senza scadere nella presunzione. Equilibrio significa avere un allenatore in panchina che pensa soprattutto a non fare danni, e a non volersi ergere a protagonista assoluto. Purtroppo l’equilibrio è una qualità sconosciuta, fino ad oggi, sia in Brasile sia in Italia.

Juve, operazione centrocampo: avanti con Koopmeiners. Insidia Chelsea per Adeyemi

La trattativa con l’Atalanta per l’olandese procede. L’ala del Borussia che piace a Thiago Motta è un obiettivo anche in Premier

Avanti con il centrocampo e con Teun Koopmeiners. La Juventus, tessera dopo tessera, sta ridisegnando la mediana ad immagine e somiglianza di Thiago Motta. Dopo Douglas Luiz (Aston Villa) e Khephren Thuram (Nizza), i bianconeri insistono per il tuttocampista olandese, considerato la ciliegina finale. Alla Continassa, forti del gradimento di Koopmeiners, non vorrebbero spingersi oltre quota 40-45 milioni con i bonus. A Bergamo, invece, puntano a incassare almeno 55-60 milioni. Le mediazioni sono al lavoro per avvicinare le parti e arrivare alla fumata bianca. 

In ogni caso, la Juventus prima di affondare ha bisogno di mettere a segno qualche cessione. A partire da Federico Chiesa e Dean Huijsen, rientrato dal prestito alla Roma e corteggiato da Stoccarda, Borussia Dortmund e Bayern. Antenne sempre dritte anche sulle ali per lanciare il 4-2-3-1/4-3-3 che ha in mente Thiago Motta. Contatti, sondaggi e incontri proseguono. Le idee sono tante, ma in questo momento sono tre i nomi che sembrano convincere di più i bianconeri: Jadon Sancho e Mason Greenwood, entrambi di proprietà del Manchester United, e Karim Adeyemi del Borussia Dortmund. Sul jolly tedesco dei vice campioni d’Europa si è fatto avanti anche il Chelsea: un’insidia in più per la Juventus.

Milan, c’è l’accordo con Emerson Royal: il Diavolo ora stringe col Tottenham

Il brasiliano vuole i rossoneri: si tratta per averlo in breve tempo. Accordo di massima tra club e giocatore per un contratto di cinque anni da tre milioni a stagione

Il contatto con gli agenti di Emerson Royal ha avuto l’esito sperato: il brasiliano con passaporto spagnolo si è promesso al Milan con il quale ha raggiunto un accordo di massima di cinque anni da tre milioni a stagione. Forte di questa intesa, adesso il club di via Aldo Rossi andrà all’assalto del Tottenham per convincere gli Spurs a vendere l’esterno destro a una cifra “giusta”. Al momento c’è ancora distanza tra le parti, ma c’è ottimismo riguardo alla fumata bianca. Perché il giocatore ha espresso una chiara preferenza a indossare la maglia rossonera e Postecoglou non lo considera funzionale al suo progetto tecnico. 

Il Milan è partito da una proposta da quindici milioni più bonus, mentre il Tottenham ne chiede venticinque. Sembra un abisso, ma la distanza non è incolmabile. Quando aveva ventidue anni, ovvero nell’estate 2021, gli Spurs lo avevano comprato per venticinque milioni dal Barcellona perché erano alla ricerca di un esterno destro con fisico e gamba per sistemare la corsia destra che fino a quel momento era stata occupata da Sergi Roberto e Mingueza. Emerson Royal era stato acquistato dai bluagrana in sinergia con il Betis nel 2019 e, dopo due anni a Siviglia, il Barça lo aveva riportato a casa, salvo poi venderlo dopo poco più di un mese al Tottenham. Una plusvalenza vera e propria. A volerlo a Londra era stato Nuno Espirito Santo, ma poi è stato alle dipendenze anche di Conte con il quale è quasi sempre stato titolare. Il suo utilizzo è crollato con Postecoglou in panchina e ora è sul mercato. 

Napoli, battuta la Juventus per Buongiorno: “Non posso tradire i tifosi del Torino”

Tuttosport svela che i bianconeri hanno provato a inserirsi offrendo più degli azzurri, ma il difensore ha detto no.Accordo raggiunto tra Napoli e Torino per Alessandro Buongiorno, il difensore azzurro (che in Germania non ha giocato nemmeno un minuto) arriverà a titolo definitivo e i granata incasseranno 35 milioni di euro più 5 di bonus, si attende soltanto l’annuncio ufficiale. Un’operazione ormai conclusa, ma che come svela oggi Tuttosport sarebbe potuta saltare per via dell’inserimento della Juventus, che sognava un altro colpo dai granata dopo quelli che hanno portato nella Torino bianconera Ogbonna e Bremer. La Vecchia Signora avrebbe addirittura fatto una proposta migliore di quella del Napoli, da 42 milioni di euro più 5 di bonus, ma decisiva è stata la volontà del giocatore, che non se l’è sentita di tradire i tifosi granata.

“Non posso proprio” avrebbe ripetuto a più riprese Buongiorno a Giuntoli, che gli aveva proposto di diventare il prossimo rinforzo della squadra di Thiago Motta. Posizione ribadita anche nella serata di mercoledì, durante un confronto con i vertici del Toro: “Come faccio? No, non posso”.

Come la scorsa estate quando all’ultimo minuto rifiutò la corte dell’Atalanta, ancora una volta hanno quindi vinto il cuore e il forte attaccamento al Torino. Buongiorno è ambizioso e nei prossimi giorni farà uno step in avanti firmando per il suo nuovo club, ma quel club non sarà la Juve.

I dettagli dell’accordo col Napoli – Dopo l’incontro andato in scena mercoledì sera tra il direttore sportivo degli azzurri, Giovanni Manna, e l’agente di Buongiorno, Giuseppe Riso, la fumata bianca è ormai a un passo: il centrale dovrebbe firmare un contratto quinquennale da 3 milioni di euro circa più bonus e al Torino andranno 35 milioni di euro più 5 di bonus, di cui 4 facilmente raggiungibili. 

Brasile fermato dalla Colombia di super Rodriguez: troverà l’Uruguay nei quarti

Finisce 1-1 con i gol di Raphinha e Munoz. La Costa Rica batte il Paraguay ma viene eliminata

Sullo sfondo aleggiava l’ombra dell’Uruguay. Alla fine, ad avere la peggio è stato il Brasile che a Santa Clara non va oltre l’1-1 con la Colombia e chiude al secondo posto del gruppo D. Gioiscono i Cafeteros che, al contrario, affronteranno il Panama nei quarti di finale di Coppa America. Un pari che sta stretto ai colombiani, dominanti nel secondo tempo e sciuponi nel finale con Borre e Sinisterra che si divorano la vittoria. Partita super di James Rodriguez: una traversa su punizione e la standing ovation al momento del cambio. Ad Austin, la Costa Rica batte il Paraguay 2-1 ma chiude terza, venendo eliminata. 

La partita più bella, intensa ed emozionante della fase a gironi è proprio quella del Levi’s Stadium. Partenza razzo del Brasile per ritmo e pressing, nonostante dopo 8’ sia James Rodriguez a scheggiare la traversa su punizione. La Seleçao risponde subito con un destro di Gomes, preludio all’episodio che al 12’ porterà in vantaggio i verdeoro: su punizione dal limite, Raphinha si inventa una parabola perfetta che supera la barriera e si insacca all’incrocio. Nella Colombia i più dominanti sono Luis Diaz, a sinistra, e James Rodriguez a fare da tuttocampista: è l’ex Real che spaventa ancora Alisson con una volée mancina. Al 19’ i Cafeteros si illudono del pari per un istante: Cordoba segna di testa, il Var annulla per fuorigioco. La gara è nervosa, ci sono tanti falli e altrettanti battibecchi che scaturiscono anche una rissa. Nel finale di primo tempo la partita si infiamma: al 43’ Vinicius viene platealmente atterrato in area ma non c’è nulla per arbitro e Var. Poco dopo, ecco il pareggio: imbucata di Cordoba per il terzino Munoz che spedisce alle spalle di Alisson, 1-1. Secondo tempo in cui la Colombia domina nel possesso palla e il Brasile che abbassa il baricentro. Raphinha sfiora la doppietta su punizione, ma sarà l’unico sussulto di una Seleçao troppo contratta. Nel finale, i Cafeteros hanno anche la chance per vincerla ma prima Carrascal e poi Borre si divorano il 2-1.

Sancho mette la freccia. Nuovo sì alla Juve, Giuntoli punta al prestito

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. La canzone di Antonello Venditti che tanto piace ad Adriano Galliani, uno che di calcio e di grandi acquisti se ne intende sembra perfetta per Jadon Sancho, attaccante del Manchester United che negli ultimi 6 mesi ha indossato la maglia del Borussia Dortmund. Adesso l’esterno inglese è tornato di moda, perché con Thiago Motta si passerà a un nuovo sistema di gioco (4-2-3-1 o 4-3-3) e le ali servono eccome. Per questo il d.t. bianconero è tornato alla carica, ottenendo nuovamente il sì di Sancho, così come era accaduto in inverno. 

Il difficile sarà trattare con lo United, che lo valuta intorno ai 40-50 milioni. Una cifra che la Juventus ritiene troppo elevata, per questo motivo punta a strappare un prestito. Sarebbe un gran colpo, perché il 24enne inglese si è messo in mostra con i tedeschi, arrivando fino in finale di Champions League, ed è considerato da Thiago Motta funzionale alla sua idea di calcio. Considerato uno dei maggiori talenti della sua generazione, Sancho si muove prevalentemente sulla corsia di destra, è veloce e bravo sia nel dribbling sia nelle ripartenze.

Ci vorrà tempo e pazienza, perché difficilmente la trattativa si potrà concludere nel giro di poco. Di sicuro l’esterno, tornato alla base dopo la positiva esperienza in Germania, non rientra nei piani dello United, che lo ha già messo sul mercato, provando a offrirlo sia in Bundesliga sia in Premier League. Una situazione di stallo che potrebbe favorire la Juventus, perché più il tempo passa più lo United dovrà abbassare le pretese, magari arrivando ad aprire al prestito. 

Le probabili formazioni di Francia–Belgio

Deschamps orientato a schierare le due punte più un trequartista: Griezmann dietro Thuram e Mbappé. Tchouameni a centrocampo da vertice basso. Tedesco con De Bruyne a supporto di Lukaku e Lukebakio e Doku sulle corsie, con Tielemans accanto a Onana a centrocampo.

Quello di scena a Dusseldorf è probabilmente l’ottavo di finale più prestigioso e anche quello più incerto nell’ipotesi di risultato a Euro 2024. Si affrontano Francia e Belgio, due delle nazionali più ricche di talento in Europa. La squadra di Deschamps ha chiuso, un po’ a sorpresa il raggruppamento al secondo posto e potrà contare su uno Mbappé in condizioni leggermente migliori rispetto alla gara precedente dopo l’infortunio al naso. Il Belgio di Tedesco ha creato tanto e rispetto alla mole di gioco prodotta, probabilmente ha realizzato ancora troppo poco nonostante un potenziale offensivo di tutto rispetto. Gara aperta a qualsiasi risultato. 

Tutti a disposizione per Didier Deschamps in vista del delicato ottavo di finale con il Belgio. Il Ct francese orientato su un 4-3-1-2 con Mbappé e Thuram certi della presenza nell’undici titolare e con Griezmann che agirà da trequartista nel centrocampo a rombo composto da Tchouameni, Kanté e Rabiot. Difesa inalterata con Saliba e Upamecano difensori centrali.

FRANCIA (4-3-1-2), la probabile formazione: Maignan; Kounde, Saliba, Upamecano, Theo Hernandez; Kante, Tchouameni, Rabiot; Griezmann; Mbappe, Thuram. Ct. Deschamps.

Anche per Tedesco tutti gli effettivi a disposizione. Il Belgio pronto a schierarsi con la difesa a quattro con Castagne terzino destro e con Theate a sinistra. Tielemans e Onana la diga di centrocampo a supporto del trio di trequartisti composto da Lukebakio, De Bruyne e Doku. Lukaku sarà il terminale offensivo.

BELGIO (4-2-3-1), la probabile formazione: Casteels; Castagne, Faes, Vertonghen, Theate; Tielemans, Onana; Lukebakio, De Bruyne, Doku; Lukaku. Ct. Tedesco.

Douglas Luiz, Thuram, Koopmeiners: Juve, il piano per un centrocampo stellare

Il club bianconero entra nei giorni decisivi per dare a Motta un nuovo reparto in mezzo al campo: il brasiliano sarà ufficiale a breve, Rabiot sempre più lontano

Un colpo, poi un altro con l’obiettivo di arrivare a tre prima della fine del mercato. La Juventus procede spedita nel restyling del centrocampo, un reparto che Thiago Motta vuole dinamico, solido e ricco di gol. Per questo motivo Cristiano Giuntoli in questo momento sta concentrando le sue attenzioni sulla mediana, che potrebbe cambiare pelle parecchio nella prossima stagione. Oggi può essere il giorno dell’ufficialità di Douglas Luiz, play brasiliano dell’Aston Villa che si trasferirà a Torino nell’ambito di uno scambio a tre con Samuel Iling Junior ed Enzo Barrenechea più conguaglio a favore degli inglesi. Un affare da 60 milioni (tanto è valutato il mediano della Seleçao) da ufficializzare dopo l’esito delle visite mediche, che il giocatore ha sostenuto a Las Vegas, dove è impegnato in Coppa America con la sua nazionale, insieme agli altri bianconeri Danilo e Gleison Bremer. Poi partirà l’assalto a Khephren Thuram, figlio dell’ex juventino Lilian e fratello dell’interista Marcus, che la Signora conta di chiudere la prossima settimana, e infine si cercherà l’ultimo miracolo: regalare al nuovo allenatore Teun Koopmeiners, tuttocampista dell’Atalanta che farebbe fare il salto di qualità alla mediana della Signora.

Alle tre novità vanno aggiunti Manuel Locatelli e Nicolò Fagioli, non Weston McKennie che dopo aver detto no all’Aston Villa deve trovarsi un’altra sistemazione perché non rientra nei piani di Thiago né della società (ha il contratto in scadenza nel 2025 e la Juventus non vuole perderlo a zero). In dubbio Fabio Miretti, che potrebbe restare o andare in prestito, mentre è sempre più difficile la permanenza di Adrien Rabiot, che nonostante la sostanziosa proposta della Juventus (un biennale con opzione per il terzo a 7,5 milioni di euro netti a stagione) non ha ancora dato una risposta. A questo punto potrebbe essere la Juventus a cambiare strategia, rivolgendosi altrove.

Inter: ecco il piano per prendere Gudmundsson

Il Genoa ha un progetto di ristrutturazione annuale del debito. Con i soldi dalla cessione di Martinez è ok per il 2024, il prestito con obbligo per l’islandese coprirebbe invece il prossimo bilancio.

Uno tira l’altro. Non sono ciliegie, ma i genoani Martinez e Gudmundsson potrebbero creare una sinergia in chiave nerazzurra. Per il 26enne spagnolo mancano solo i dettagli burocratici, poi la settimana prossima via con visite mediche e firma su un quinquennale che ne farà il portiere del futuro, a prescindere da quanto ci vorrà per scalzare Sommer, le “mani” scudetto. Per completare una rosa con due titolari per ruolo manca appunto la ciliegina… islandese. 

 E i 13 milioni (più 2 di bonus) in arrivo per Martinez potrebbero appunto facilitare la trattativa per Gud. Cerchiamo di capire come, premettendo che l’Inter non ha ancora affondato il colpo con il Genoa. Faticando a reperire i 30-35 milioni richiesti dal Grifone, i nerazzurri spingerebbero per una formula “alla Frattesi”, con prestito oneroso e riscatto che scatta oltre la chiusura del mercato invernale. Per l’azzurro, proveniente dal Sassuolo, l’obbligo è scattato il 2 febbraio scorso per posticipare il computo degli ammortamenti sul bilancio successivo e tenere contenuto l’impatto dell’acquisto sul costo annuo della rosa. Il bilancio del Genoa invece è atipico e chiude i conti non a giugno seguendo l’andamento dell’anno sportivo, bensì al 31 dicembre. Nel novembre scorso il club ha varato con l’agenzia delle entrate un piano di ristrutturazione del debito che li obbliga a generare utili su base annua. Con Martinez si è garantito i soldi per questo esercizio, mentre col pagherò di Gud sarebbe già a posto per il prossimo anno.